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con Kimi, Yari

22:13 Yari:
  [Panchina] si trova seduta su una panchina, di quelle che si trovano vicino alla piazza principale del centro di Kusa, pare un villaggio fantasma, nel vero senso della parola, la povertà lo sta distruggendo e lei lo nota, anche se una ragazzina lo nota, è quasi tutto spento, c'è silenzio, è quasi tutto "morto" alla fin fine. Sospira, e guarda il coltello che ha tra le mani, lo tiene spesso vicino a sè in quei giorni, la pericolosità delle strade è aumentata con i problemi del villaggio. La sinistra tiene stretto il fodero del tanto mentre la destra si trova a stringere i pantaloni neri che indossa, lunghi fino alle caviglie, una maglia nera copre invece il busto della ragazzina, insieme alla calzamaglia retata che si nota dato che è leggermente più lunga nelle maniche. Non porta poi molto altro, a parte appunto la cintura dove inserire il fodero del coltello e le stecche, ma quelle le servono per tenere insieme la crocchia e l'acconciatura dei suoi capelli, con il ciuffo che come al solito va a coprire leggermente l'occhio destro, senza dare però troppi problemi alla visione. Sospira e si tira indietro, poggiando la schiena alla panchina, pare stanca, seria, pensierosa di sicuro, guarda verso la pavimentazione del villaggio, non sembra nemmeno accorgersi del silenzio che lei stessa sta aiutando a provocare in quel villaggio. Sospira di nuovo, con il naso, alza la mano destra per grattarsi un attimo il naso prima di andare a osservare il cielo notturno, con una smorfia e un altro sospiro, questa volta fatto con la bocca, le dita della mano sinistra che vanno a stringere ancora di più il "saya" dell'arma che tiene con sè.

22:20 Kimi:
  [Esterno locale] Sempre a ficcarsi nelle situazioni meno consone, ha sentito delle vaci riguardo ad un certo coinvolgimento di un membro dell’Akatsuki, non le ci è voluto molto per arrivare a sospettare di sé stessa, il suo stesso rapporto con Yukio l’ha in automatico fatta schierare verso i ribelli, non che poi le interessi qualcosa, un conto era Oto, la sua città, il suo paese ma Kusa, non le potrebbe importare meno. Eppure perché sta lì? In pieno territorio nemico? Beh semplice ha da riflettere e sa che quello è l’ultimo posto in cui qualsiasi membro dell’Akatsuki la andrebbe a riprendere, proprio per questo è tornata a vestire i panni di Spettro, l’alter ego che negli ultimi anni aveva preso così da potersi nascondere al mondo, Suna dovrebbe ben conoscere quell’essere, quel cacciatore di taglie. Se ne sta in un locale, la panchina esterna con al suo fianco una bottiglietta di sakè e nelle sue mani un piattino, il locale è chiaramente uno dei più malfamati e non solo per la quantità di vagabondi che bivaccano ubriachi lì intorno ma anche per le condizioni stesse del locale, che l’hanno spinta a stare all’esterno. Non teme certo quei disperati né tantomeno il consiglio, deve solo scoprire come uscire di lì. Quando ne avrà nuovamente voglia. Per l’occasione è tornata ad indossare uno di quei vecchi abiti azzurri adatti al deserto, i pantaloni fatti di più strati di leggera seta uno sovrapposto all’altro, larghi e che ricadono morbini intorno alle sue gambe, il busto coperto da un bustino bianco che lascia ben scoperte le cicatrici che hanno contribuito a farla conoscere come Spettro, il simbolo dei cacciatori di taglie marchiato a fuoco tra le scapole, appena sotto al collo e quella scarnificazione rossa riportante un “k-21” dai tratti imprecisi in corrispondenza del cuore, è chiaro che quest’ultimo marchio sia stato fatto da mani inesperte, le sue. Legato intorno al collo un leggero manto azzurro, di tulle forse, un tessuto quasi trasparente dotato anche di un comodo cappuccio che al momento non indossa, sospira fissando il liquore nel bicchiere, non ne ha ancora fatto un sorso. La bambina le hanno detto che è morta e si fida di Mekura eppure le pare di sentirla crescere dentro di lei, abbassa lo sguardo sul ventre, è gonfio, quegli abiti le stanno stretti, la soffocano e le danno fastidio. Il chakra scorre già vigoroso per il suo corpo eppure non c’è innata in lei, per quanto indossi dei lunghi quanti in seta nera, che arrivano circa al gomito, il suo tocco non è velenoso, ha troppa paura di nuocere a quella creatura che ancora non sa se è morta, ancora non sa se vorrebbe o meno, egoismo e senso di responsabilità si sovrappongono mentre fissa quel bicchierino, dovrebbe bere? Quante domande. I capelli neri sono lunghi e sciolti e l’anello dell’Akatsuki è nascosto nella tasca dei pantaloni, lo tiene con sé eppure per non farsi riconoscere non lo indossa. Non dista troppo dalla ragazzina a cui non ha prestato attenzione e forse lei potrà notare come la sua figura inizia ad attirare un po’ troppa attenzione nei disperati intorno a loro, e come non puntarla una donna del genere? Una donna che con quegli occhioni azzurri sottolineati da una semplice linea di eyeliner paiono così indifesi? La fama di spettro non si è spinta abbastanza oltre e così nemmeno quella dei cacciatori di cui porta chiaramente i segni. Sembra benestante, ricca e molto indifesa [chakra on]

22:30 Yari:
  [Panchina] non nota l'altra donna, non la guarda nemmeno a dirla tutta, è uno spettro appunto per lei, come tutti in quella città ormai, fantasmi che stanno vagando senza meta nel villaggio, sospira, per fortuna in parte che lei è figlia di una ninja, non è ancora così povera da dover come molti ubriacarsi o chiedere la carità, lo si vede dai vestiti e dall'arma che ha, sono abbastanza buoni, non sono distrutti o di bassa qualità, ma non sembra portare denaro con lei al momento. Abbassa lo sguardo di nuovo e si guarda quei vestiti, neri come i suoi capelli e i suoi occhi, completamente neri, non c'è nulla di "bello" in lei, anzi, sembra quasi un ragazzo delle volte, con i capelli lunghi forse, ma nemmeno troppo, ma comunque un ragazzo, non ha forme ed è anche abbastanza sottile nel fisico. Alza di nuovo la mano destra ma questa volta afferra lo tsuka del coltello e lo sfodera un poco, per vederne un attimo la lama, quella parte d'acciaio lucente che si nasconde nel fodero, il coltello viene tirato fuori solo di pochissimi centimetri e poi rimesso all'interno del saya, poggiando poi il tutto in mezzo alle gambe e mettendosi anche la destra sopra, quasi a coprirlo. Alza lo sguardo, nota uno dei pochi locali rimasti aperti <Sfrutta i parassiti> dice a voce bassa, tra i denti, li stringe e fa una smorfia di disgusto a vedere gli ubriaconi e altra gente del genere calamitare in zona, vede adesso anche Kimi, ma non dice nulla verso di lei, socchiude le palpebre per guardare cosa ha con sè, va a pensare subito all'alcool, scuote la testa e torna a guardare il cielo, da sola oggi con la madre in missione per il villaggio.

22:42 Kimi:
  [Esterno locale] Li vede avvicinarsi, quei disperati, vogliono qualcosa da lei o più semplicemente vogliono tutto. Li fissa e non dice nulla, ci riflette e nonostante tutto capisce quanto poco le convenga ammazzare gente ora, sospira appena per poi poggiare anche quel piattino di Sakè. Si alza quindi senza dire alcuna parola, violata dal consiglio stesso, non può attaccare senza motivo, non può permettersi di attirare ulteriormente l’attenzione su di sé quindi eccola per la prima volta battere in ritirata, abbandona l’alcool praticamente illibato e si alza. Un altro sguardo verso coloro che hanno perso tutto, non li compatisce e nemmeno li odia, resta semplicemente fredda <che sia il sakè a sostituire la mia mano oggi> un sussurro abbastanza lieve, una voce che sembra arrivare da lontano, fa fatica eppure alla fine esce da quelle labbra, da un tono a quella figura pallida che non pare più così indifesa, il tono e lo sguardo gelido le danno un’aria ben differente. Non le sfugge in quel frangente la ragazzina poco distante e perché non distrarsi dai propri pensieri allora, semplicemente lenta pare volteggiare verso di lei. I passi sono estremamente leggeri, alza appena i piedi dando quasi l’idea di fluttuare per aria, proprio come un fantasma, i tessuti svolazzano per via del movimento, quella mantella ondeggia dietro alla sua schiena, i capelli danzano mentre i pantaloni finiscono per appiattirsi sulle sue gambe, mentre si muove le mani guantate vanno verso il cappuccio così da tirarselo sul capo, i lembi che finiscono per sfiorarle gli zigomi e le coprono la fronte candida, così arriva fino a Yari che per qualche istante si limita a fissare, le labbra socchiuse, respira piano lei <quanti anni hai ragazzino?> domanda infine, sbaglia completamente sesso eppure a guardarla non può che pensare, sognare un mondo in cui lei non è la regina dell’Ade, in cui la sua vita scorre normale, un mondo in cui lei può essere madre, un mondo in cui non rischia di uccidere la creatura dentro di lei, ammesso che non sia già morta come le è stato detto, solo a causa del suo potere. Un mondo in cui l’idea di avere una figlia la possa allettare invece che disgustarla e spaventarla. Eppure nemmeno lei ormai sa bene cosa provare verso ciò che è convinta, sempre di più ogni giorno che passa, stia crescendo dentro di lei. Sarebbe davvero così sbagliato se iniziasse a provare insomma qualcosa? Non si toglie il cappuccio e non cambia tono, continua solo a fissarla, non la teme, anzi lo dato che effettivamente è convinta che si tratti di un maschio. Lei resta lì, quasi svetta sulla ragazzina, immobile e apparentemente priva d’anima, le sue cicatrici sono ben visibili anche a lei adesso, quello sguardo gelido anche, i suoi occhi azzurri paiono essere fatti di puro ghiaccio, non c’è nulla sul suo volto[chakra on]

22:51 Yari:
  [Panchina] non guarda più Kimi, disinteressata completamente e avendola presa come una ubriacona qualsiasi, guarda le sue mani e il suo coltello, ancora per un po', poi ecco che sente delle parole, vicino a lei, alza lo sguardo e vede che quella figura si è avvicinata, proprio in quella panchina. Si guarda intorno, non risponde subito, analizza per un attimo il luogo, analizza per un attimo ciò che ha intorno e poi torna a osservarla in volto, seria <Tredici> dice senza problemi, in realtà dovrebbe ancora farli tredici anni, ma non si preoccupa di questo dettaglio, è seria, sincera, non ha molte espressioni in volto, se non la diffidenza che traspare anche nei suoi occhi, stringe ancora di più il fodero del coltello, la mano destra, sopra la sinistra, stringe l'altra, pronta a scattare, è leggermente tesa la ragazzina, non ci si può fidare di nessuno, soprattutto in questo momento. I piedi arretrano, le punte toccano il pavimento sotto la panchina, la testa viene leggermente piegata verso il basso, ma gli occhi rimangono completamente fissi sugli occhi, glaciali, di Kimi. Non dice altro, non fa altro, rimane a guardarla in completo silenzio perchè non c'è altro da fare, come è vero che lei non deve attirare l'attenzione perchè ribelle Yari non può difendersi perchè non ha motivo di farlo, sempre che non voglia rovinare la sua carriera e il suo onore per una qualsiasi stupidata.

23:06 Kimi:
  [Esterno locale] Tredici. La fissa è praticamente davanti ad un bambino, lei stessa a quell’età in barba a tutto andava ad attaccar briga per Oto con il solo scopo di farsi del male, di venir punita per la sua stessa esistenza. La mano si porta istintivamente sul suo addome lievemente rigonfio, nulla di sospetto, o almeno non troppo per ora. Il pensiero corre a quel feto, sarebbe davvero giusto ucciderlo? Sarebbe al contempo giusto dargli la vita? Sospira appena per tornare a guardare davvero quel ragazzino <come ti chiami?> domanda ancora una volta, senza spostarsi, senza cambiare atteggiamento. Intanto i barboni per ora sono sedati, hanno il loro sakè, qualcosa in grado di fargli dimenticare la vita penosa che stanno affrontando al momento, se solo sulle loro teste non svettasse un cielo stellato potrebbe tranquillamente crede d’essere tornata indietro nel tempo ed è essere in quel posto che non si sente di poter chiamare casa ma che alla fine quello è, il villaggio segreto di Oto quanto somiglia a Kusa ora. La fissa lei senza mai cambiare atteggiamento, non accenna ad avvicinarsi ma nemmeno ad allontanarsi solo la fissa. Un ragazzino armato, non prova una vera e propria tenerezza ma qualcosa in lei si sta risvegliando ultimamente, qualcosa che potremmo definire istinto materno anche se molto lontanamente ci somiglia <come mai non sei a casa?> aggiunge a questo punto, che sia anche lui uno dei senzatetto, che abbia perso tutto a causa di quelle tasse? Beh forse non si è ritrovata dalla parte sbagliata in quel conflitto. Ma per quanto i pensieri siano di una Kimi piuttosto confusa e turbata il suo aspetto è e deve rimanere quello dell’implacabile cacciatore di taglie che per anni ha portato morte a Suna ed è forse questo l’unico motivo che le permette di trattenere quella stupida e non voluta emotività di cui è vittima negli ultimi mesi, la voglia di aiutare a tutti i costi il ragazzino la voglia stessa di abbracciarlo, quegli istinti assurdi per lei, sentimenti completamente nuovi come la compassione che la lasciano sempre più basita, non si riconosce più e tutto questo la porta solo a sospettare che le abbiamo mentito lei è ancora incinta. Quel semplice pensiero riesce a spaventarla, per un attimo solo i suoi occhi si sgranano, esce dal personaggio parendo vulnerabile e spaventata, un errore di cui potrebbe pentirsi ma è una reazione che la coglia troppo velocemente e troppo intensamente per poter essere controllata, deve prendere un paio di profondi respiri e chiudere le palpebre per qualche secondo prima di riuscire a controllarsi, la voglia di ferirsi, farsi del male e magari andare contro a morte certa la prendono, non è quella la vita che voleva, lei è destinata alla sofferenza non alla gioia, ha sbagliato ad innamorarsi forse ed ecco la sua punizione, quella bambina nel suo ventre che cresce giorno dopo giorno è una sua colpa, ha sorriso è stata felice e subito ha dovuto ricredersi, quello non è mondo per un demone, non ha intenzione di far passare ad altri ciò che lei ha vissuto, non vuole condividere le attenzioni di Katsumi e quanti altri pensieri si accumulano in lei, indecisa e terribilmente spaventata eppure si sta ostinando a risultare fredda, lo sguardo sta su Yari ma in realtà ha smesso di fissarla si è persa nuovamente nei suoi dubbi e nelle sue paure[chakra on]

23:16 Yari:
  [Panchina] la fissa, la studia, la osserva, guarda appena il suo movimento verso la pancia, ma non ci fa troppo caso, torna a guardare i suoi occhi, non dice ancora nulla, ascolta la sua domanda, la prima, ma non risponde per il momento, corruga la fronte e apre le labbra, finalmente, seria ancora nel volto e nell'espressione <Yari, come la lancia> risponde secca, e sincera anche questa volta, non si preoccupa che l'abbia preso per un ragazzino, non se ne accorge nemmeno forse, o semplicemente appunto non le interessa. Tiene la testa leggermente bassa, non sembra comportarsi come un topo in trappole, sembra più una sorta di animaletto che aspetta un'eventuale azione dell'altro per scappare via o difendersi dal pericolo. Alza le spalle all'altra domanda, senza rispondere, non c'è effettivamente un motivo per lei di essere lì o essere a casa, sarebbe da sola in entrambi i casi. Non apre bocca però questa volta, rimane lì ferma, alza le spalle e basta, guarda ancora negli occhi quell'altra donna, che ora pare essersi letteralmente persa in altri pensieri, come se Yari non esistesse più davanti a lei e stia guardando altro. Ma la ragazzina non risponde a proposito di ciò, rimane in silenzio, a guardarla, perchè lei rimane attenta verso quella donna che si è avvicinata a lei.

23:28 Kimi:
  [Esterno locale] Lei risponde e la voce della ragazza guide alle sue orecchie, dovrebbe bastare per farle venire qualche dubbio sul suo sesso eppure non accade a riconferma del fatto che di ragazzini lei non ne sa nulla e forse davvero quel bambini, anzi bambina, farebbe meglio a non averla eppure c’è un dubbio in lei dettato forse dall’egoismo che proprio non riesce a scacciare. E così finisce solo per cercare di sedersi sulla panchina alla destra della ragazza <Yari> ripete quel nome <dovresti essere a casa qui è pericoloso> e il più grande pericolo della serata adesso sta seduto proprio al suo fianco, quell’irriconoscibile morte che fino a qualche giorno prima, settimane forse, si professava come regina incontrastata dell’Ade ora invece sta al fianco di un ragazzino che lei reputa indifeso, nonostante l’arma. E come tre anni prima nella sua confusione le farfalle l’hanno guidata adesso una di quelle poche rimaste si avvicina a lei. Riconoscendone forse l’odore una semplice farfalla notturna, marrone e nera decisamente poco bella, si avvicina a quella stramba coppia andando semplicemente a poggiarsi sulla sua gamba destra ammesso che fosse riuscita a sedersi. Lo sguardo si sposta andando verso l’esserino, anche solo richiamarle potrebbe nuocerle, il suo rapporto particolare con loro le grosse dimensioni di Hisoka rischierebbero di svelarla agli occhi del consiglio come Medusa. Si limita quindi ad allungare la mano destra verso l’insetto a tendere quindi l’indice coperto da guanto come per farla salire su di esso <posso accompagnarti se vuoi> non si riconosce, non è lei. Non è un comportamento che normalmente avrebbe tenuto eppure adesso si ritrova a fare da mammina improvvisata, con tutti i limiti del caso, verso Yari, uno sconosciuto a conti fatti, ha solo la fortuna d’essere giovane <ammesso che tu ne abbi ancora una altrimenti> si ferma. No è troppo, non può davvero averlo pensato. Sospira lievemente e lascia che il capo si reclini verso l’alto, il cappuccio che scende, cade scivolando sui suoi capelli neri, la mano resta sospesa appena sopra il suo ginocchio con quella farfalla che sbatte le ali rimanendo però saldamente ancorata all’evocatrice. Quell’essere è il suo destino, la sua fine ultima dopo che avrà riempito gli inferi, quando il suo compito con quelle spoglie umane si sarà esaurito non le rimarrà altro che tornare alla sua famiglia, diventare una dell’ade e forse un giorno anche lei si poserà sulle dita di un’evocatrice nuovamente in crisi. [chakra on]

23:38 Yari:
  [Panchina] alza di nuovo le spalle per rispondere che dovrebbe essere a casa, che lì è pericoloso e altre cose del genere, ormai quel villaggio è tutto pericoloso, non c'è un posto meno pericoloso dell'altro, e se ne è fatta una ragione in fondo, alzando appunto le spalle dice tutto di cosa ne pensa, per il momento non si interessa della cosa insomma. Guarda da un'altra parte, la lascia sedere tranquillamente senza dirle nulla, guarda verso la strada, a destra e poi a sinistra, poi abbassa la testa, pensierosa, di nuovo in silenzio totale, non ha risposto e più aperto bocca, il gatto le ha mangiato la lingua. Poi sente l'offerta della Medusa, si gira, corruga la fronte e la guarda, scuote la testa <No, grazie> rifiutando immediatamente la gentilezza di Kimi, sia per diffidenza generale che per arroganza in parte, fa una leggera smorfia, come se si fosse infastidita di quella gentilezza appunto, come se la avesse presa come una sorta di piccola offesa alle sue capacità <Sì, ne ho una, no, non mi serve una mano per arrivarci, non è lontana> parla sempre in modo secco, serio, quasi freddo, pare più una macchina quella che sta parlando a volte, sono parole di finta cortesia le sue probabilmente. Alza di nuovo la schiena che torna contro la panchina, sbuffa e quindi con un colpo di reni si alza, velocemente, puntando i piedi per terra, ma per ora non se ne va, mette il coltello, con il fodero, nella cintura, sulla sinistra, posizionandolo in modo che stia il più fermo possibile e che sia più facile estrarlo in caso di necessità.

23:47 Kimi:
  [Esterno locale] Ascolta le sue parole e quasi le viene da sorridere, nota fin troppa somiglianza ora con la sé stessa del passato, anche se almeno ha un nome a differenza sua. Annuisce quindi pare quasi darle l’opportunità di cavarsela da sola ma chissà se poi nella realtà la seguirà. Un solo gesto con l’indice, un piccolo colpetto per andare a far volare la farfalla verso Yari, quest’ultima quindi si alzerebbe in volo per poi avvicinarsi alla ragazzina <tieni lei> replica con semplicità e freddezza al tempo stesso, si ritrova a pensare a cosa vorrebbe per sua figlia, si ritrova a fare pensieri che finiscono solo per farle del male, ancora una volta crocifigge da sola. Le sue mani veloci andrebbero verso quel mantello che si slaccia con abilità ed eleganza. Non le ci vuole poi volto per spostare il baricentro in avanti, i piedi che vanno a far forza sulle punte e poi scatta, uno scatto decisamente troppo rapido per la mente della ragazza che finisce per ritrovarsi Kimi alle spalle senza nemmeno averla vista a causa della loro differenza di abilità. Con questo semplice gesto andrebbe poi a posarle il mantello sulle spalle, nemmeno ci pensa che ad un ragazzino potrebbe stare male <copri il tuo volto e l’arma> replicherebbe quindi lasciandoglielo solo sulle spalle. La mano si poggia ancora sul suo ventre, perché tutto questo? Non sa nemmeno spiegarselo, agisce in preda a quei dannati ormoni che han finito per trasformarle in una dolce creatura, beh almeno oggi magari domani sarà un’assassina senza pietà chi può saperlo. Ad ogni modo se fosse riuscita effettivamente si limiterebbe a fare un passo indietro così da lasciargli il suo spazio <e tienilo con te poi> il mantello che come tutti i suoi indumenti porta il suo odore, un odore di gigli, decisamente poco forte o riconoscibile ma che le farfalle percepiscono senza alcun problema <ti proteggerà> ammette semplicemente <le farfalle lo faranno> aggiunge quindi quasi per spiegarsi meglio <e se mai mi cercherai ti basterà seguire loro> con queste parole e con la mano sul ventre continua a fissarla, parla con freddezza per quanto le sue siano parole gentili, materne quasi. Resta semplicemente lì, ha la possibilità di allontanarsi ora probabilmente nemmeno si metterà a seguirla[chakra on]

23:57 Yari:
  [Strada] non ha nemmeno il tempo di capire che Kimi si è messa dietro di lei che sente il peso del mantello sulle sue spalle, si ferma, all'improvviso, prova a girarsi un poco ma quell'indumento è sopra di lei, addosso, capisce cosa sia successo, non è un attacco, anzi, pare quasi un dono, come quella farfalla che ora si avvicina alla ragazzina, svolazzandole intorno, la nota adesso, la vede solo ora, prima era solo un insetto, inutile, per lei, ora le gira intorno come se fosse ai comandi di quella donna, si gira diffidente di nuovo verso Kimi, fa una smorfia, ma non dice nulla, lascia andare il coltello, non lo stringe più, ascolta le parole "copri il tuo volto e l'arma" e ci pensa su, qualcosa le arriva alla mente, apre di più le palpebre, un lampo illumina le sue idee, gira la testa, ma non il corpo, verso Kimi, sussurrando appena <Dissimulazione> ricordando la lezione all'accademia proprio su quell'argomento, distrarre l'avversario per studiarlo, ma distrarlo anche per colpirlo più duramente, non far vedere le proprie armi per sorprenderlo, non dargli tempo di alzare la guardia, annuisce e quindi alza la mano, per mettersi meglio la mantella e legarsela velocemente al collo, in modo che le stia meglio e non cada via, è pesante, poco abituata a portare un abito del genere, ma lo farà, forse, più avanti. Non capisce però il collegamento tra le farfalle e il mantello ovviamente, come non capisce le parole che le farfalle la guideranno verso di lei, fa una smorfia, forse solo la pazzia di una donna distrutta dalla povertà e dalla malattia, lei ci ha appena perso un fratellino per questa cosa. Annuisce, se controlla le farfalle, nel puro caso ci riuscisse, è sicuramente più potente di lei e degli ubriaconi lì vicino, meglio darle corda <Capito> annuisce di nuovo e quindi fa un paio di passi in avanti, guardando con la coda dell'occhio la farfalla, che riconosce l'odore di Kimi dal drappo che ha addosso <Arrivederci> saluta, girandosi e facendo un cenno, gentile ed educato, di rispetto, verso Kimi, la mano destra va a coprire meglio i lati del suo corpo tramite il mantello, l'arma viene arretrata un poco in modo che venga nascosta meglio, sta cercando la giusta posizione, sta già sperimentando modi per usare meglio, sempre meglio, le sue capacità, le vengono in mente tante idee, e si vede anche da come cammina per allontanarsi dal luogo, sperimenta, controlla, si guarda, si studia, sta scoprendo con una curiosità tipica delle persone della sua età. È visibile da Kimi fino a che non gira per entrare in un'altra strada, evidentemente per andare finalmente a casa, invece Yari non la guarda più quando si è allontanata. [End]

00:12 Kimi:
  [Esterno locale] E così sta intraprendendo la carriera da ninja eh. Un sorriso appena accennato sul suo volto quando si gira, l’altra se ne va e sarà seguita fino a casa da quella farfalla notturna, nulla di più, prima o poi la lascerà andare ma fino a quando avrà quell’indumento con lei potrà trovarsi seguita da quegli insetti più spesso di quanto potesse mai pensare. Potrebbe anche essere la sua maledizione un giorno ma per ora è più protetta, in un certo senso è lei a vegliare sulla ragazzina che seguendo il suo consiglio nasconde l’arma e il volto per poi allontanarsi, no non l’aveva detto per la dissimulazione ma solo per non attirare le attenzioni sbagliate, non importa però, va bene così. A lei non resta che guardarsi intorno, si sfiora l’addome ancora una volta si perde nei suoi pensieri, forse non vuole perdere quell’essere dentro di sé, quel tarlo continua a tormentarla eppure sa quanto sarebbe sbagliato darla alla luce non potrebbe mai difenderla da ciò che è e da ciò che suo padre, non potrebbe mai proteggerla dalla loro vita così come non potrebbe cambiare stile di vita e abbandonarla non è una scelta più onorevole del farla vivere al suo fianco. Sospira appena limitandosi ad incamminarsi, silenziosamente cercherebbe di seguire Yari almeno fino ad un posto più sicuro, lontano dagli ubriaconi lasciati con il sakè poco prima, insomma qualcosa in lei si sta muovendo, qualcosa che la spinge a voler proteggere gli innocenti. Si isola dal mondo, si nasconde da tutto e tutti solo per poter capire bene cosa vuole e cosa deve fare eppure le risulta ogni istante più difficile, sa che dovrebbe separarsi dalla creatura che cresce in lei, si rende conto che ogni giorno che passa si ritrova sempre più coinvolta, un passo più lontana dall’ucciderla ora che ancora non ha visto la luce ma le risulta così difficile decidere adesso. Forse deve davvero trovare un modo per uscire da Kusa e andare da Yukio ma avrà mai il coraggio di confessarglielo? No si vergogna troppo ad ammettere che proprio lei ha commesso un simile errore non riuscirebbe a dargli questo dispiacere non ora che lui ha ucciso Kurako, ha altri pensieri non può stare a preoccuparsi anche per lei. Forse dovrebbe dirlo anche a Katsumi ma è così difficile, le è bastato uno sguardo per capire che non deve, quella è una sofferenza da portare da sola, lui sta combattendo per allontanare la tempesta e anche lei dovrebbe. Che sia Akendo la risposta a tutto? Dubita, non si fida minimamente di lui o del suo potere ma le persone a lei più vicine paiono d’altro avviso. Troppe domande. Una volta lasciata Yari si imiterà a cercarsi un posto sicuro dal consiglio in cui dormire[chakra on][end]

Dico solo che Kimi fa tipo da mammina a Yari, fossi in voi la leggerei.