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[Spin Off] Down with my demons.

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con Mekura, Kurona

E’un soffio freddo- che risale la schiena scivolando come la più gelida delle carezza la colonna vertebrale facendoci risalire dal nostro sonno. Così dolci, le braccia di Morfeo, il più delle notti ci coccolano alternandosi a sonni invece mancati dove par che il nostro cheto amante ci abbia sbattuti giù dal letto- contro una parete. La vita di un guerriero non è affatto facile- tensioni che s’accumulano, decisioni da prendere, e la costante sensazione di correre, e non arrivare mai in nessun punto. Sembra esser passato neanche un minuto da quando hai poggiato il capo sul tuo cuscino- come quando abbiamo la sensazione di cadere nel vuoto, sprofondando nel materasso e sentendo quella pressione scomoda allo stomaco. Ma quando apri gli occhi, non ti accoglie la tua stanza. Non t’accoglie il tuo compagno che riposa al tuo fianco. Ma è la sfuocata visione del tuo riflesso che si muove specularmente a te, sembra emularti in tutto. Quando apri gli occhi, quando ti muovi, mani, gambe, piedi, braccia, mani. Forse è solo un sogno, effettivamente, che ti si srotola davanti agli occhi e che avrà il medesimo effetto onirico. Confuso. Frustrante. Probabilmente privo di senso, o con un senso recondito- dato che la notte è; figurativamente parlando, il momento in cui il nostro “archivio” getta fuori dai suoi grandi cassettoni innumerevoli, vecchie, nuove, obsolete e utili informazioni, creando qualcosa che difficilmente riusciamo a capire. Ed ecco lei, il tuo riflesso. Man mano che batti le palpebre diviene sempre più definito e lucido e ti guarda, probabilmente, come tu guardi lei. Con astio. Disprezzo. I capelli corti di quel color violaceo il ciocche frastagliate e appena disordinate. Grandi occhi chiari, che rasentano da esser pietra di luna: Opali. Immensi, lucidi, eppure ti mettono in soggezione, in qualche modo. E tutt’intorno a te, il panorama ti regala la stessa identica visione. Un ottagono di specchi ti circonda, aprendosi dietro le tue spalle in quella che sembra una porticina che da—incubo- su altri specchi. Percorsi, quant’è grande questa giostra secondo te? Oh- non lo sappiamo, forse, nella tua mente, non c’è una fine a questa frustrante agonia. Si distinguono solamente, tra luce ed ombra, che creano sul pavimento bianco dove i tuoi piedi si poggiano nudi, sfumature appena accennate, forse è proprio questo il tuo unico sollievo. Qualsiasi cosa sia, non è infinita. <E’ passato tanto tempo..> Questa voce, la ricordi? E’ la tua. E’ la voce di Joai che hai già affrontato, che hai già temuto tempo prima. Scivola e rimbalza da uno specchio all’altro rendendo tutti i tuoi riflessi- una possibile minaccia. <Come ti senti, lontana da casa?><Così lontana da Ai, che l’hai abbandonata a.. Probabili calamità.> Quella voce gentile, flebile- quasi cordiale, si ricollega solamente ora, ad un riflesso, alla tua destra (lo specchio accanto a quello che hai di fronte. Sorride, sadica- sembra promettere e giurare qualcosa di terribile. Può aver davvero fatto del male ad Ai? [Ambient personale GO!][Me vs Me – Spin off dell’Alba]

16:26 Mekura:
 Incubi, quanti non ne ha avuti in passato? tutti vividi nella sua mente, tutti causati da qualcosa che non poteva controllare: gente che odiava, gente che la faceva preoccupare, gente che la spaventava e amava, ogni tanto tutti questi insieme e costantemente la sua impotenza nel rispondere a quel incubo che diventava reale appena aperti gli occhi, appena svegliandosi si trova ancora una volta in mezzo ad una guerra o alla semplice visione di casa sua, il suo soffitto per quanto pallido e vuoto le ricorda sempre che oggi dovrà affrontare qualcosa di nuovo, che anche oggi potrebbe succedere una catastrofe neppure fosse ossessionata dalla cosa o la cercasse così aspramente. La vita di un guerriero non è semplice: si combatte per cercare la pace e quando la trova si è sempre sul filo del rasoio disprezzando la monotonia e cercando qualcosa per cui esistere e anche Mekura forse non è esente da questo. Continua a specchiarsi nei vari specchi presenti li intorno a lei, in un gioco perverso, invasivo e stordente. Il suo riflesso la rende agonizzante, rendendola quasi tesa come se quegli specchi fossero pronti a spaccarsi per tagliarla ovunque..ma questo è un sogno e sa da parte di chi. <mai abbastanza> risponde lei seriamente mentre sente questa incalzare riguardo ad Ai, sorride <di solito le mie calamità mi amano, dovresti saperlo no per anni abbiamo avuto a che fare con Yukio> ma assottiglia le palpebre e solleva il mento, Ai, il suo punto debole, ovviamente lo sa <...siamo state ad un punto in cui per Ai avremmo massacrato chiunque ci fosse di fronte, quelli del villaggio in primis, perché dovrei credere che TU abbia cercato di farle del male?> del resto, loro sono una cosa sola perché dovrebbe cercare di fare male ad Ai? [stato sogno - ck on?

Joai dal suo riflesso scansa il capo di lato, lascia che la punta di alcune ciocche -rimanendo una sagoma bidimensionale in uno specchio. O forse in tre. O peggio, in tutti. C'è un movimento coordinato, spettacolare, a tratti anche stordente e sinistro, che fa vedere i riflessi che circondano Mekura per trecentosessanta gradi muoversi con la sua stessa ed identica velocità, mentre la sua controparte rimane ferma, calma. Lascia che lei parli e che la sol voce della hyuga rimbombi sugli specchi tornando indietro come una scheggia. Un sorrisetto appena accennato su quel perenne broncio serioso, rompe le linee noiose del suo viso. Perchè? Molto facile. <Perchè io, non sono te.> E' forse il primo passo verso la rottura? Si sposta quella sagoma oltre lo specchio verso la cornice, passi che non s'odono nell'aria, e la sua sagoma che sparisce e diviene un altro riflesso identico a te. Che ti fissa, come tu fissi curiosamente lei. Sparita? Oh, no, non cantar vittoria. <Forse gli altri- tutti gli altri, quelli sciocchi, pensano di avere un romantico legame con la loro controparte. Uso. Hanga. L'insonne. Loro si.> Un filo di voce che risuona nell'aria. Ma ora, come prima, sembra provenire da tutti i riflessi e nessuno. Qualcosa di molto simile alla Tecnica degli specchi diabolici, van creandosi sul tuo capo cupole di specchi a triangoli scaleni, che ti deformano, ti riflettono in dettagli. Un occhio. Le labbra. Il naso. Un pezzo della gota, una spalla. Una mano. <No- piccola. Io sento quello che provi per me. E più tu m'odi, più io t'odio. Più tu ami Ai. Più io mi sento propensa a--> Un sospiro, scocciato, divertito. <Più propensa a farti qualche dispetto- ecco.>...<Oh andiamo Mekura, a cosa ti serve quella bambina?> I suoi occhi che sbucano limpidi e animati di luce propria nel riflesso su cui ora hai posato gli occhi. <Pensi davvero- che tu possa proseguire il tuo cammino nell'Alba essendo madre e compagna? th th th.> Scuote il capo, proprio davanti a te, con quel mezzo sorriso sempre presente e vigile. <Conan, Tsubaki, Kimi.> Elenca tutte le donne presenti e passate nell'Alba. <Tutte loro hanno sacrificato l'esser donna per avere il potere. Tu sei egoista? Pensi, Mekura- di essere migliori di loro? Di tutti loro, e poter aver tutto??> .. <Ti sbagli.. Ai morirà. E tu perderai l'anello dell'indice destro.>

17:13 Mekura:
 C'è un motivo per la quale non ha cercato di usare ancora nessuna tecnica, anzi, più di uno: è un sogno prima di tutto, un incubo per la precisione e non sa ancora come potrebbe reagire facendo una prima mossa, seconda cosa, non ha usato il byakugan perché il movimento delle mani si sarebbe visto e quindi avrebbe causato una reazione da parte della controparte che per ora vuole ascoltare è l'unico modo per liberarsi di lei deve puntare non sulla vista, ma sul udito quando si è dietro in questo tipo di attacco, normalmente almeno. Parla in modo arrogante dei suoi compagni eppure si fa colpire da loro senza battere ciglio. Non risponde, la lascia parlare rimanendo gelidamente fredda ad osservarla, solo dopo prende un lungo respiro e finalmente risponde <...cosa c'è? invidia forse?> sbatte la lingua sul palato <vai tanto blaterare di me e come tutti mi date della piccola, della sciocca, ho sempre trovato queste frasi un modo patetico di sottovalutarmi e sopratutto mi date tanta libertà di leggervi, davvero> sospira <prendiamo d'esempio te: la prima volta ti ho incontrata che stavi insieme a quegli altri conciata in modo ridicolo solo per prenderti gioco di me, ma nel frattempo ti facevi maltrattare dai tuoi "simili" ci ho messo un po' per capirlo ma non stavi prendendo in giro solo me, stavi prendendo in giro anche loro> incrocia le braccia <sei una sorta di serpe in seno, lo sai e fai di tutto per sembrare differente, la verità è che vorresti disperatamente azzannare tutto e tutti come un cane rabbioso, il che fa di te una codarda, una invidiosa e una debole dato che non sai affrontare i tuoi problemi a viso aperto> si parla anche di altre donne, di come loro vengano considerate nel giusto solo perché hanno sacrificato se stesse, neanche fossero delle martiri <per favore, per quanto voglia bene a Kimi ma penso che un criceto abbia più volontà di lei, è vuota, una bambina che insegue una figura "paterna" che non esiste e nulla più, non significa perdere la sua essenza di donna, no, ma di essere umano è differente> risponde seriamente la Hyuga mentre fa un passo in avanti verso la controparte <la domanda perciò non è a cosa serve a me Ai, ma cosa serve a te, tu mi stai sfidando...tu mi stai sfidando perché mi vuoi far arrabbiare non è vero creatura astiosa? tu mi detesti come io detesto te eppure, sei così sola che vuoi rendere quello che tocchi simile a te: sola, fredda, vuota e incapace di specchiarti..è questa la metafora vero? gli specchi? ne hai così tanti ma non riesci a specchiarti vero? perché uno specchio non può specchiarsi con un'altro simile giusto?> cerca ancora di leggerla, forse farla ridere, o forse farle paura, vuole davvero vedere fin quanto affondo può andare. [ch on]

Alle parole di Joai, Mekura riprende il tono riempiendo bocca e aria di parole gravose, parole che per la prima volta spegnono il sorriso della controparte che apre appena gli occhi, issando le palpebre dalle ciglia folte e schiudendo le labbra in un cenno di stupore. <Oh,oh- e tutte queste lame sulla lingua, piccola hyuga?> La scredita, a tratti, con lo stesso dolce nomignolo che Akendo le ha cucito addosso. Forse è il fare bonaccione di Mekura, il suo esser naturalmente buona- può esser a tutti gli effetti un'arma a doppia lama. Da una parte, i membri stessi dell'Akatsuki la trovano.. Fuori luogo? E d'altra parte, invece, può rassicurare i villaggi su questa facciata tanto buona quanto mercenaria che riveste l'Alba di questi tempi, o almeno, sotto il Rikudo Sannin. Abbassa il capo Joai, lo scuote appena, blaterando qualcosa sotto voce che pare il brontolio di una vecchia signora. <Ahh- davvero ti vedi così, Mekura?> Stonza, si, una serpe in seno che si prende gioco degli altri marciando sul suo essere fortemente sottovalutata da tutti quanti, si certo, ma non è poi così diversa d'Ao, perchè si, Mekura è parte dell'Akatsuki quindi chiamiamola con il suo dito, dandole onore- onore che dopotutto, merita. <Ti senti arrabbiata? Spaventata? Furba? Schifata?> Espira, stando in silenzio pochi secondi. <bene, quindi tu pensi che nella strada del potere, pensi che portando avanti la reale missione dell'organizzazione alba, tua figlia possa mai esser fiera di te? Pensi che NESSUNO diverrà vostro nemico, nessuno vorrà farti /male/. No- no- non ucciderti, troppo facile.> Finisce la frase tutta d'un fiato, scomparendo di nuovo da quel riflesso e comparendo nello specchio più vicino a lei. Così- dinamica, che toglie il respiro. <Si, farti male. Pensi che non succederà mai, davvero?>..<Lei che è il tuo piccolo fiore, la tua piccola Ai, sarà la prima cosa di te a spegnersi. Non è semplicemente rinunciare all'esser donna, ma è così che funziona, sì realista.> Assottiglia gli occhi, e muove il capo come se dovesse sussurrargli segreti. La punge. La obbliga a pensare troppo oltre, troppo oltre quello che lei possa aver già fatto. <Kurako. Yukio. Akendo.>...<Grandi uomini. Molto forti.> .. <Molto soli.> Socchiude gli occhi distaccandosi appena, in quello specchio che la rende piatta, atona. <Hai mai desiderato di avere, di più di così?> Una smorfietta fugace le stropiccia la faccia, mentre muove la mano in un cenno che vorrebbe significare "naa, lascia perdere" come a voler metter da parte una fetta di discorso, comunicandolo: <Naaaah, non pensare a Yukio. Non pensare all'esser entrata nell'Alba per rimanere al suo fianco.> .. <Pensa invece che ora, sei arrivato fino a qui e devi camminare sulle tue gambe. Pensa- a quante cose ancora possono ferirti. Quante cose ancora possono ferire quelli che ami.>...<Dove pensi-- di arrivare?> Fino a quanto si vuole spingere Mekura? Quanto a fondo arriverà?

18:16 Mekura:
 <difficile combattere alla pari vero?> Un sorriso quando la vede controbattere usando questa cerca di rigirare la frittata su di lei, sul come si vede Mekura <huhu> è quasi vittorioso <allora, anche tu senti un romantico legame con me hum? o sei me o non lo sei, pondera meglio le tue parole la prossima volta che mi vuoi insultare..o meglio insultare la NOSTRA intelligenza> la rimprovera questa volta, sentendosi bene molto bene ad esternare tutto quello che pensa. <ma si, sono arrabbiata, spaventata, schifata> non dice furba ma assottiglia lo sguardo <ti ricordo che abbiamo fatto impazzire un matto> Kefka, le ha insegnato così tanto, chissà dove si trova. <ma sono cose che ogni umano sente, procedi> Ritorna seria mentre Joal procede, le parla e per una volta sembra trattarla alla pari, vagamente ma qualcosa è riuscita a smuoverla socchiude gli occhi e prende un lungo respiro <ti pare che non siamo già con i nemici che ci puntano le armi addosso? non ti pare che Kusa non sia già nostra nemica? o l'alleanza, o chiunque voglia eliminare qualcosa che è al di fuori del sistema o che ricorda fin troppo quello che l'akatsuki era> prende un lungo respiro e continua < e no, non ho mai pensato che siamo tutti pace e amore, se esistono i ninja c'è un motivo altrimenti non sarei qui ma sarei morta da molto tempo a prescindere dal fare parte o meno di una organizzazione, non sono buona..ho smesso di esserlo, sono calma, sono gentile e per chi guarda solo una facciata delle cose basta ed avanza per etichettarmi, come tutti voi scambiando il pragmatismo con bonarietà, tutti voi mi insultate nel profondo> afferma aggrottando la fronte prendendo un'altro respiro e continuando < la domanda è che molti danno per scontato che io abbia seguito Yukio per amore o per disperazione...si anche per quello> commenta Mekura seriamente senza aggiungere altro: non si fida di lei, ma Ai è sempre un argomento scomodo, non farà mai a meno di lei, mai, anche se dovesse odiarla e lei stesse cercare di cacciarla o ucciderla--è sua figlia seppur non sangue del suo sangue, è una sua scelta. <sempre e comunque molto stupidi, tutti e tre si sono resi schiavi di loro stessi> commenta Mekura lapidaria, a quanto pare ne ha da dire su di tutti più o meno. Alla fine arriva la domanda, una domanda seria: dove andare a finire? e chi lo sa? non riesce a leggere il suo destino, diventare il ninja più forte del mondo, diventare Hokage le sono sempre sembrati o pensieri troppo piccoli o troppo infantili <le mie colpe,le mie paure, la mia sofferenza e dolore, sono questi che mi hanno salvato, non so che sofferenze devo subire, non mi è dato saperlo e non posso crogiolarmi nel terrore cercando disperatamente di aggrapparti a qualcosa che non posso controllare solo per evitare qualcosa che non so', la mia Ai> sorride pensando ad Azrael <la nostra Ai, gli sto dando quello che so per sopravvivere, ho perso la mia identità come ninja del villaggio della foglia, come poliziotto e tengo nascosta quanto posso la mia immagine all'interno della organizzazione per evitare che arrivino a lei o ad altri> sorride <ho sempre sacrificato tutto, ma a differenza di altri io ricostruisco...dove voglio arrivare? che domande, verso il cielo in un sogno impossibile forse: diventare la bilancia di questo mondo> [ch on]

freeze

Gli occhi di Joai divengono fili sottili in quella luce torpida- Onirica. Ti par di vederla, e poi non vederla più tra sfumature appannate. <La bilancia – di questo mondo.> Soppesa le tue parole ma no, non con un tono di scherno, quasi par più un tono d’ammirazione nei tuoi confronti. Nei confronti delle tue ambizioni.. Sembra star in silenzio e ponderare alla prossima mossa- ma è più probabile che Mekura la stia sottovalutando esattamente come son soliti fare i suoi compagni con lei. Espira sonoramente, da uno di quegli specchi che la prendono a figura intera, mentre la dritta passa le falangi tra le ciocche corte. <No- no- no- Mekura, tu- tu proprio non hai afferrato quello di cui io ti sto parlando.> Scuote il capo leggermente, grattandosi con le unghiette il mento. <So che è molto facile giocare con me come io gioco con te, supponendo che questo è un NOI e non un “tu” ed un “io”.> Lei argomenta, è tranquilla- infinitamente tranquilla. Del resto, non sembra neanche dare accenno di voler minacciare Mekura fisicamente. <Quando ti parlo- sembri chiusa nel tuo microcosmo di convinzioni. Ti senti? Ti parlo di cose tangibili, cose reali. E tu ti attacchi a dire –ah, io amo Azrael, ah io amo Ai, io non sono sciocca come loro, io ho i miei valorosi obbiettivi da prima donna, voglio in realtà arrivare in alto ma sono sicura che brancolando in basso nel buio forse tra qualche centinaio di eoni ci arriverò, sempre se non schiatto prima!-> Cinguetta quella voce nasale, rendendo ilare e poco grave il suo scimmiottare Mekura e le sue più che profonde decisioni. E’ come se non riuscissero a trovare un punto d’incontro, loro due, ma no- non è il fatto di non riuscire a ferire la sua dolce controparte- quanto più di non essere compresa, o di non approvare il comportamento di Mekura stessa. Espira, inspira nuovamente- lasciando che una manciata di secondi le diano il tempo di mettere in ordine i suoi pensieri e esporsi senza attaccare verbalmente la Hyuga. <E’ proprio alla tua intelligenza, che faccio appello- se pensi di esser astuta almeno un terzo di me, dovresti aprire gli occhi e capire che non puoi permetterti la vita che hai ora. Quanto durerà secondo te?> China il capo di lato, guardandola e- nella frazione che segue, tutti i riflessi di Mekura sono in realtà i riflessi di Joai, che le mettono uno strato di pressione addosso. La osservano tutti nello stesso identico modo. Curiosi. <Tu-tu non hai ben compreso, che sarò io, a farti il favore di ucciderti tua figlia,> Annuisce, celere. <Perché IO mi sacrificherò in queste prodi gesta per te. Te che insegui tutto sperando di trovare un posto per te. Sai? Non c’è. Non c’è un posto che possa accoglierti. Non c’è niente che possa realmente farti sentire a casa. Non-non la tua casa, certo, con genitori che non sono tuoi. Non il tuo clan, la tua gente, che vive di bugie proprio come fai tu. Proprio come hai fatto tu fino ad ora.> Espira, abbassa le spalle e le mani si poggiano contro il vetro dello specchio, davanti a Mekura. <Non dirlo, ti prego! Non dire d’esser stata salvata dalle tue emozioni, è una bugia, un’altra!> La voce tanto alta da far vibrare gli specchi, da invadere e riempire la povera testa di Mekura ora—sotto pressione, aggredita dalla sua violenta controparte, che ribolle dietro quegli specchi e che ora, s’affaccia su di lei- come se, ci fosse solo un sottile strato a separarle. Uno strato sottilissimo, tanto sottile che basta un solo passo, un unico piccolo passo, per far infrangere quelle barriere. La domanda è: Di chi? Mekura, o Joai? <E’ stata la fortuna ed il caso a guidarti fino ad ora, così insicura e paralizzata da tutto quello che ti circonda! E’ stato il piccolo e fragile amore per Ai, a guidarti! Tu ancora non hai provato niente, di quello che t’è dovuto. Pensi di provare odio? Forse lo provi per me. Ho visto, come mi guardavi l’altra volta. Ho viso come t’odi, come ti disprezzi. Perché sei incapace di farti valere, di prendere una posizione. Sempre a nasconderci dietro le spalle di qualcuno che riesce a coprirci con la sua ombra perché, camminare nell’ombra è più sicuro, non è vero?> Le labbra si ripiegano debolmente. <Forse è una bugia anche il tuo amore, chi lo può sapere?> Issa le spalle, le scrolla, fredda e lapidatoria, con una parlantina sciolta. <Hai mai provato paura? No- no. Hai mai provato, odio?> Scuote il capo. <Pensi di provarne, forse, ma non ne sai nulla. Vuoi assaggiarlo, bambina dagli occhi di luna? Vuoi assaggiar l’odio?> Gli occhi che paion opali, come quelli di Mekura, si fissano nei suoi come spilli spinti fino alla testolina tondeggiante, come se fossero cucite l’una sull’altra. E le dita spingono quello specchio-vuole avvicinarsi a lei, vuole che lei stessa –Mekura- s’affacci su quello specchio per esser più vicina. Tangibile. Arazzo termico d’abbracciare, distruggere. <Perché non parli con il vecchio Juusan—perché non gli chiedi che fine hanno fatto gli embrioni che ti son stati asportati per il progetto Juncheshu no Hyuga, non sei la sola a cui hanno rubacchiato qualcosa, bambina—Non sei la sola Hyuga a cui hanno grattato qualche cellula per ottimizzare le vostre palesi debolezze. Hiashi, Runriko, te—e presto, molto presto, anche l’ultima che ha sbloccato l’hijutsu.> Il viso s’abbassa piano, promette—promette ma non oltre quel che è necessario. Può anche non crederle, del resto, nessuno ha spergiurato sulle verità. La sinistra scivola, piano, tocca sul vetro appena sotto l’ombelico di Mekura, senza però poter arrivare a toccarla.<Siete tutti solo mezzi, per arrivare a qualcosa di superiore.> Una risata a denti stretti, mentre il riflesso di Joai si sfuoca di un rosso macchiato, come se avessero sgozzato qualcuno contro quel vetro, facendo emergere tra il sangue, i tratti di una bambina ancora piccola—che sorprendentemente no, non è Ai. Ma assomiglia incredibilmente a Mekura. Vetri che s’infrangono, esplodono verso l’interno di quella cupola- facendo da preludio ad un sospiro di sollievo… Era solo un brutto sogno.

Chiedo enormemente scusa, il master ha avuto problemi tecnico/organizzativi.

[https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/97/80/7c/97807cc9cf7950b70cde562e2764098a.jpg] la bambina negli specchi

20:20 Mekura:
  [incubo -> realtà] C’è un momento di silenzio, dove le due donne si guardano l’un l’altra mentre l’aria si fa più pressante, la sta ad osservare aspettando la prossima mossa con pazienza e forse con un po’ troppa baldanza di essersi accorta di poter rispondere alla sua controparte, ma per come la vive lei anche se è una vittoria piccola è pur sempre qualcosa, anche il solo fatto di essersi aperta in modo così diretto. Corruga la fronte quando la sente quasi scuotere nella voce, tremare? no ma non è più aggressiva come prima, forse perché la stessa Mekura ha lasciato perdere l’ira per stare ad ascoltarla, sinceramente. <allora spiegati> afferma piuttosto infastidita, cosa non ha capito? cosa sta cercando i dirle? La lascia parlare e questa volta non la interrompe, non ribatte, non risponde: è vero in parte e anche se nel suo volto presenta una smorfia infastidita la lascia fare. <cosa consigli di fare allora?> chiede mentre questa si appella alla sua intelligenza, parole che sembrano affaticare la sua controparte che ancora parla della sua condizione che devo andare e lasciare perdere tutto: Ai, Azrael tutto quello per la quale ha sacrificato qualcosa. Una cosa del genere le risulta ben difficile da accettare. I suoi riflessi diventano quelli di Joai e la pressione la sente fino alle ossa, quasi la scuotono dall’interno mentre sente il proprio cuore battere come se vi avesse poggiato le orecchie sopra. Si avvicina allo specchio ancora una volta mentre lo sente parlare. Parla di favori, di sacrifici, di cose che deve fare quasi a farmi un favore, un bene. Continua a parlare e l’argomento diventa sempre più inquietante..di istinto si avvicina ancora per poggiare a sua volta le mani allo specchio quasi di riflesso alla figura del suo demone con gli occhi spalancati. Entrambi sono morti, quelli che l’hanno cresciuta, i suoi veri genitori a prescindere e quelli che l’hanno fatta nascere, cosa sta cercando di dirle? I vetri vibrano sotto il suo tocco mentre quelle sensazione le fa tremare quasi le gambe, c’è qualcosa di molto sbagliato in quello che le sta dicendo, ma non è come per Ai o Azrael, no è spaventoso. Ed eccola lo , che si ritrova a guardare il suo abisso, lei che era partita con il coraggio di volerlo affrontare ora non ne è più certa e mentre la sua stessa mano spinge per cercare quella della sua controparte, al sentire di quelle rivelazioni un rantolo le sfugge dalle labbra, sorpresa, come se avesse avuto una oscura rivelazione, qualcosa che non ha mai creduto fin infondo <gli hyuga puri> e la cosa peggiore è il gesto, più che le parole mentre le segna il ventre e la figura che si palesa. Il mondo esplode e poi buio. Un confortevole buio, morbido appena accennato, fresco con l’aria che sospinge appena, un confortante vuoto che accoglie il suo affanno. Si rimette a sedere e porta i capelli indietro cercando di fare mente comune, ma al momento? quello che sente è solo paura. <…un brutto sogno…> sospira <un…brutto sogno> ma è sicura che quello che sta pensando sia una bugia. [end]

Davvero, mi hai sorpreso. Sei stata brava, in tutte le mie ultime quest. Forse ti senti un poco più stimolata a trovarti a poter dar libero sfogo al tuo personale gioco, o forse non saprei. Tel'ho già detto, ma te lo ri-dico: Sono contenta di vedere che ti sei lanciata contro Joai dando a Mekura maggiore spessore che fino ad ora non sembrava avere -parlando criticamente da master-.

Sono contenta, soddisfatta, e nonostante tutte le complicazioni so per certo che ti sei impegnata. Ti chiedo ancora scusa per la rete (sob) e ti dico solo.. "buon proseguimento di gioco"!