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Il seme del dubbio offre un frutto dolcemente velenoso

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con Kurako, Kaori

16:10 Kaori:
 Nubi ovattate, bianche, sostano sparse per il cielo azzurro del Paese del Fuoco. Il sole fa capolino fra queste cercando di filtrare i propri raggi fino ad illuminare il Paese sottostante. La giornata è mite, pallidamente toccata da questo sole coperto, e si rivela piuttosto frizzantina. Una brezza leggera, segno della fine dell'estate ormai imminente, soffia di tanto in tanto smuovendo i verdi fili d'erba della prateria. Kaori si sofferma dinnanzi il grande monumento dedicato ai caduti della Foglia, sfiorando appena con fare leggero quella che può essere a tutti gli effetti definita lapide. I nomi scritti sono moltissimi, incisi negli anni a perenne memoria di chi ha dato la propria vita per proteggere la Foglia, e fanno pensare la giovane genin a tutti i pericoli e le minacce che stanno colpendo Konoha in questo momento. Dopo quanto accaduto al tempio dei CDF nulla di strano sembra essersi ancora verificato il che la lascia enormemente sulle spine: quale terribile strage sta preparandosi a incombere sul suo amato Villaggio? Sarà in grado di fornire un reale aiuto a fermare ciò che sta per giungere contro di loro? Il pensiero le chiude la gola mentre un alito di brezza va a far ondeggiare alle sue spalle quelle due lunghe e sottili trecce di un tenue color viola. Un brivido le percorre la schiena coperta da un corsetto nero atto a coprire anche il busto ed il seno fiorente ed un copri spalle del medesimo colore che si unisce all'altezza dei bicipiti a dei lunghi guanti color pece da ninja. Alla vita una cintura con annessa tasca porta oggetti sostiene un paio di cortissimi pantaloncini neri, perfetti per ogni tipo di movimento, mentre le gambe son protette -dalle ginocchia in giù- da degli alti stivali ninja bui. Un porta kunai legato alla coscia destra ed il coprifronte della Foglia ben sistemato attorno alla gola completano il suo abbigliamento, fornendo così una quasi totale copertura della sua figura. Sospira osservando quel monumento, sentendo l'energia azzurrina scorrerle in corpo come un fiume in piena: prima di recarsi in quel luogo ha ben pensato di richiamare e risvegliare il proprio chakra. Avrebbe richiamato dentro di sé, a formare due grandi sfere di pura energia, le preziose cellule che compongono le forze alla base della sua stessa esistenza: la psichica e la fisica. Le avrebbe raccolte e radunate in due differenti punti per poi permetter loro, tramite la composizione del sigillo della capra con le proprie mani, di fondersi ed unirsi in una unica e sola forma di energia comunemente nota come chakra. Ormai, vista la situazione d'emergenza, sarebbe davvero sciocco girare senza esser pronti ad agire e perciò, ogni qual volta lascia la propria dimora, si premura sempre di richiamare a sé questa energia così da esser sempre pronta ad utilizzarla in difesa del Villaggio. Non conosce alcun nome su quella lapide comune che è sotto i suoi occhi. Nessuna delle persone che abbia mai conosciuto è morta, a stento ha visto -solamente il giorno prima- una di esse gravemente ferita. E' stato terribile, traumatico, qualcosa a cui avrebbe dovuto abituarsi al più presto per poter proseguire su questa strada. Teme adesso, considerate le circostanze, di veder comparire oltre quell'ultimo nome, quello di qualcuno a cui tiene, con cui ha parlato, riso, persino condiviso un pranzo magari. È un sentimento terribile che ora le fa comprendere, un po' meglio, quanto pericolose siano le emozioni per quelli che hanno scelto la sua strada. [Tentativo Impasto]

16:19 Kurako:
  [Praterie] Oramai sull'isola non ha più niente da fare, ciò che deve fare l'ha fatto senza problema; il vero problema adesso è: come passare le giornate? Fondamentalmente occorre divertimento, qualcosa che lo stimoli ad andare avanti eppure ora non ne ha, non sa cosa fare. Continuare il viaggio e trovare Akendo? L'idea male non è, rubargli gli occhi, decretare la sua fine e diventare il nuovo capo dell'Akatsuki; l'idea lo attizza e parecchio anche, continuare dove gli altri stanno indugiando, prendere il potere assoluto prima del tempo è un qualcosa di fantastico. Inizia a pregustare quel momento, un sapore dolce e intenso come non mai...forse ha trovato davvero il prossimo obiettivo, Akendo. Il rinnegan. Tutto quanto. Le vesti, composte da una semplice maglietta grigia a maniche corte aderente al corpo costernata da piccoli rombi grigi, pantaloni neri da shinobi larghi nella parte delle cosce per poi stringersi man mano che si arriva alle caviglie; sandali ninja neri, anello giallo con il kanji del sud impresso sopra messo sull'anulare sinistro, una tasca portaoggetti legata alla vita e posto dietro la schiena contenente il minimo necessario per affrontare quelle battaglie per lui insostenibili ovvero 5 tonici coagulanti, 5 tonici per il recupero del chakra, 7 fuda contenenti, in ognuno di essi, un tronchetto per la sostituzione e 20 fuda potenzianti con il sigillo potenza impresso su di essi. Essi sono posti su una cintura legata intorno al petto, piegati in modo da occupare minor spazio e facendo vedere solo il kanji. La mantella nera con nuvolette rosse, simbolo della sua appartenenza all'Akatsuki, scende per tutto il busto del Senjuu arrivando fin dopo il polpaccio, la cerniera è chiusa coprendo metà del volto mentre la chioma nera scende per la schiena, in testa ha il solito cappello di paglia con drappi bianchi che scendono sul viso impedendo ad esterni di vederne il viso in modo corretto. Sotto tutto quanto, a coprire la pelle del giovane, vi sono delle fasciature legate intorno a busto, braccia, mani, vita, collo e viso fino a metà del naso. Davanti la propria tomba permane in piedi, gli occhi color oro fissano ciò che ne rimane dopo averla distrutta risvegliando la terza tomoe dello sharingan. I resti di quella pietra sono ancora li in attesa di essere tolti "Cosa sei stato costretto a fare Kurako, cosa" Hanga passeggio nell'antro oscuro con passi lenti, rilassati mentre il Senjuu si trova al centro, in piedi con il viso rivolto verso il basso; la forza di Hanga è ancora possente, il suo potere è alto e tanto basta a tenere a freno la volontà del ragazzo "Costretto a fuggire, costretto a fingerti morto e cosa hai ottenuto? Niente" voce bassa, lo fissa con disgusto, sapere che il suo vero ha fatto una cosa del genere lo fa vomitare "Sta zitto" la voce esce strozzata, non ha la forza di resistergli, non ha la forza per farlo "Zitto? Devo stare zitto? Cosa c'è? La verità ti fa troppo male? Sapere che ho ottenuto di più io in qualche giorno che tu in 6 anni. Mi fai ridere" ha ragione, ha tremendamente ragione. Ha ottenuto ciò che gli è stato precluso, ciò che lui non è capace a fare "Zitto" continua imperterrito ma la ribellione non ha effetto, a niente serve, troppo debole per far qualcosa, troppo stupido per pensare a qualcosa. [Chk on]

16:37 Kaori:
 Una preghiera vien rivolta ai Kami, ai defunti, a chiunque abbia orecchie per ascoltare il suo cuore mentre gli occhi verrebbero chiusi per un istante soltanto. Le mani verrebbero unite, giunte, all'altezza delle clavicole, mentre il capo verrebbe appena chinato in segno di rispetto. Prega per la loro salvezza, prega affinché la forza non le venga meno quando il momento arriverà di dover combattere. Prega perchè la Foglia non perisca sotto i colpi di chi, con fatica e cuore, l'ha difesa e guidata negli anni precedenti. Pochi secondi, pochi istanti, che il viso si rialza, le mani scivolano nuovamente lungo il busto mentre le iridi perlacee andrebbero a ritrovar la luce pallida e svogliata di un sole intimidito. Sospira appena guardando un'ultima volta quella pietra ancor lucida prima di volgere il capo altrove. Sta per tornare a casa, al Villaggio, quando qualcosa cattura la sua attenzione. Una figura scura sosta non molto lontano dinnanzi una delle altre lapidi, o almeno le rovine di quella che una volta fu una lapide, in quieto silenzio. Non che sia strano trovare qualcuno a far visita ad un caro spirato, un eroe stimato, ma qualcosa la colpisce in un istante. La mantella nera con la trama a nuvole rosse dell'Akatsuki non è un indumento comune, non qualcosa che si vedrebbe indosso a chiunque. Solamente una persona conosce lei che abbia mai sfoggiato un simile abito ed è proprio un ninja della Foglia. Almeno lo era. Non riesce a capire se sia lui, un cappello di paglia candido ne ricopre il capo ed il volto impedendole di vedere il suo viso -oltretutto distante-, ma nota scivolare oltre quel copricapo una folta chioma scura che, ancor di più, le ricorda il Senjuu incontrato solamente in un'altra unica occasione in passato. Respira a fondo Kaori decidendo di avanzare cautamente, il desiderio profondo di rincontrare Kurako a martellarle ora in petto con prepotenza e forza. Aveva promesso, lui, di vegliare sempre sulla Foglia. Aveva detto che era sempre pronto a difenderla in caso di bisogno. E quale situazione più di questa poteva richiedere il suo aiuto? Arriverebbe, la Hyuga, a fermarsi a circa quattro metri dall'anulare sinistro dell'Alba, il passo ad arrestarsi attento oltre un'altra lapide ancora integra, leggermente impolverata dal tempo. <Kurako...> mormorerebbe lei con una voce non troppo alta, sufficiente a farsi sentire oltre quella discreta distanza. <...sei tu?> domanderebbe allora poggiando una mano sulla tomba dinnanzi a sé, le labbra umettate rapidamente con fare nervoso, la speranza a martellare incessante nel petto illudendola di un aiuto insperato. [chakra: on]

17:00 Kurako:
  [Praterie] Lo sguardo fisso su ciò che rimane di quel pezzo di roccia inutile e privo di senso, un idiota, ecco cos'è il Senjuu, un idiota con idee del cavolo. Ogni giorno che passa, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo perfino aumentano il disprezzo di Hanga verso Kurako, un ragazzo che ha preso decisioni sbagliate fin dall'inizio e ora ne paga il prezzo, un prezzo salato, forse fin troppo. La voce di Kaori, però, si fa sentire, non forte ma abbastanza chiara da catturare la sua attenzione, possibile che non l'abbia notata prima? Forse si ma non le ha dato peso alcuno, lasciare che passi eppure lo conosce, sa chi è quella figura o, almeno, così crede perchè Kurako oramai è morto, esiste solo Nan, la vera essenza dell'assassino dello sharingan, il vero io di quello che dovrebbe essere in realtà Kurako. La destra si alza, la mano viene tenuta ben aperta andando ad afferrar il bordo frontale del cappello di paglia, simbolo dell'Akatsuki anch'esso; viene sollevato leggermente verso l'alto facendolo scivolare all'indietro per tutta la schiena lasciando che rimanga appeso per quel sottile filo di spago che unisce la sinistra con la destra, due fili legati tra di loro. Mostra il suo viso, una parte quanto meno. Uguale all'ultima volta che lo ha visto, tranne per gli occhi; essi si presentano con la sclera bianca, pupilla nera e iride dorata, lo sguardo è diverso. Un tempo triste e afflitto ora è come se una follia si fosse impadronita di lui, come se fosse impazzito completamente "E questa chi è?" curioso domanda al ragazzo mentre direziona il viso verso la ragazza scrutandola da capo a piede. Ne osserva i vari dettagli, ogni singolo punto del corpo passa attraverso il "scanner" integrato "Una Hyuga a giudicare dagli occhi, chi è?" chiede ancora ma le parole non escono dalla bocca del Senjuu che viene preso dalla gola dal demone nel suo corpo. La presa è forte, stretta come non mai; gli manca il respiro, il volto diviene viola e poi blu, non riesce a muoversi, è completamente inerme sotto l'influenza di quell'essere per poi, alla fine cedere. I ricordi si materializzano all'interno di Hanga, vede tutto ciò che è successo sul monte dei volti, la chiacchierata serale, la promessa fatta sia dall'uno che dall'altra, ogni momento, ogni sensazione, sguardo, tutto ciò che può essere utile in questo momento. Volta anche il corpo andando a camminare verso di lei con passo felpato e misurato<Kaori Hyuga>il tono è pacato ma la curiosità tanta. Sa il carattere della ragazza e forse, ora, ha trovato una nuova Mekura con cui divertirsi, con cui passare le giornate oppure può sorprenderlo, infondo, il mondo è bello perchè vario, di solito si dice così<Kurako, Kurako, Kurako...dire di no è una menzogna ma dire di si è una menzogna ancora più grande>un sorriso a 32 denti si forma sul viso, lo sguardo folle ansioso di fare ciò che più lo aggrada<Io...sono Nan>allarga le braccia, palmi delle mani in sua direzione e dita completamente rivolte verso l'esterno. Qualcosa di poco piacevole è nell'aria. [Chk on]

17:14 Kaori:
 Non appena il Senjuu scopre il viso dall'ombra di quel cappello, il suo volto si rivela riconoscibile agli occhi della Hyuga che, tuttavia, rimangono colpiti da qualcosa che non riesce a definire. Il viso non par cambiato, i tratti del volto son quelli che ricordava se non fosse per quelle bende che ne coprono all'incirca metà, nascondendo alla vista altrui parte del naso e la bocca. Gli occhi, almeno quelli, sono visibili eppure stranamente diversi dall'ultima volta in cui li ha incontrati. Non ricordava che fossero dorati, forse non ci aveva fatto caso. Eppure la cosa più strana non riguarda il loro aspetto o la loro forma, bensì la luce che ora li anima. Non più calorosa e malinconica come quella di alcune settimane prima, bensì ora quasi euforica, esaltata. Un baluginio sinistro che porta la giovane a osservarlo leggermente confusa. Lo vede avanzare, avvicinarsi, bruciando appena quella distanza fra loro osservando ogni suo più minimo gesto. Il passo è cauto, tranquillo, eppure la sua espressione continua a non convincerla. Qualcosa è cambiato, qualcosa le sfugge. L'osserva in silenzio per tutto il tempo udendo la sua voce misurata e pacata richiamarla all'attenzione. Il suo dire conferma che qualcosa è mutato ma non le offre alcun'altra risposta, se non nuove domande. <Nan...?> domanda la Hyuga aggrottando leggermente le sopracciglia, il capo a inclinarsi di pochissimi gradi con fare curioso, confuso. Incerto. <Cosa vuol dire?> chiederebbe ancora sbattendo le ciglia lunghe, scure, a coprir per pochissimi e brevi istanti quelle iridi candide. L'osserva perplessa e al tempo stesso seria. Spera davvero di poter trovare in lui un alleato per la Foglia. Kurako sarebbe stato perfetto per l'incarico in questione...ma Nan? Chi è? Ci si potrà fidare di qualcuno che ha cambiato totalmente identità nel giro di poche misere settimane? <Cosa ti è successo?> La sua voce è venata di preoccupazione, il sospetto cerca di trovar la via verso la libertà in quel cuore troppo candido per credere fin da subito di aver perduto un prezioso alleato. Il suo cambiamento non dev'essere necessariamente una cosa negativa... no? Eppure perchè...? Perchè la sua pelle rabbrividisce? Perchè sente l'aria farsi tesa, elettrica, come fosse in agguato un pericolo ben più grande di quanto possa realmente immaginare? <Sei diverso dall'ultima volta che ci siamo visti.> direbbe lei deglutendo silenziosamente, il disperato tentativo di udire un chiarimento a quella situazione. <Sembri quasi... euforico.> commenterebbe muovendo qualche passo, lentamente, scivolando oltre la copertura di quella tomba, posizionandosi esattamente di fronte a lui, solamente poco più in là, a mantenere una distanza necessaria e civile fra loro. [chakra: on]

17:35 Kurako:
  [Praterie] Cosa vuol dire Nan? Vuol dire tante e tante cose, dal banalissimo al sud all'esaltatissimo potere. Vuol dire libertà, forza, cambiamento, astuzia, intelligenza, vuol dire tutto questo eppure non c'è una vera risposta alla domanda. Perchè lui è Nan? Perchè ha scelto di chiamarsi così? C'è una ragione ma va ricercata, riscoperta e goduto agli albori del suo essere ninja, quando il Senjuu è entrato nell'Akatsuki i compagni di Akendo, quando ha cominciato a raggiungere un potere senza eguali in essa, quando ha ottenuto lo sharingan grazie all'omicidio. Il giorno che ha rinunciato a se stesso, il giorno che ha deciso di abbandonare ogni cosa è anche il giorno in cui la figura di Nan è nata dall'inferno stesso. Nan è tutti e nessuno, un simbolo a cui molti possono fare riferimento, il simbolo del cambiamento interiore di Kurako, da semplice ragazzo a uomo senz'anima, senza vita, un assassino che farebbe di tutto pur di raggiungere i propri scopi. Il vero simbolo è la maschera, bianca con fiamme rosse, denti di fuori, ecco Nan, l'uomo misterioso al servizio di Akendo, il fedele servitore, poi allievo e ora figlio del Rikudo Sennin. Tutto questo racchiuso in un unica parola ovvero Nan ma come spiegarlo a menti deboli e ristrette? Come farlo capire a una ragazzina che prova tanta passione per il proprio villaggio, passione che si tramuta in protezione estrema, voglia di difenderlo da ogni pericolo che esso corre? Una domanda a cui, in verità, non vuole trovare risposta, non ha bisogno di trovarla perchè di meno non può interessargli<Oh beh, Nan vuol dire...>abbassa il capo ridendo, una risata soppressa, trattenuta<...me>lo direbbe alzando il capo e guardandola con il solito sguardo folle ma tutto d'un tratto anche il suo sguardo cambia. Non più folle, non più maniacale bensì serio e deciso come se qualcosa fosse successo in un battito di ciglia, come se tutto ciò che Kaori ha visto non fosse altro che una mera immaginazione ma, purtroppo, la verità è ben peggiore del sogno o di qualsiasi altra cosa. Ha visto qualcuno di diverso, qualcun'altro "Proteggere Konoha...mi viene da vomitare Kurako. Perchè le hai mentito?" ricomincia il suo dialogo con ciò che rimane del Senjuu, un dialogo che può avere un unico traguardo "Lo sappiamo entrambi qual'è la verità" continua con quella pressione immensa. Spinge, spinge sempre di più cercando di farlo cedere, distruggerlo e prendere il totale controllo del di lui corpo e vivere come un Dio<Cosa mi è successo? Cosa mai può essermi successo?>piega la testa verso destro osservando il fare della giovane per poi scattare verso di lei al massimo della velocità. Movimenti agili e veloci si susseguono per le praterie, movimenti invisibili per la Hyuga fino ad arrivarle addosso, appena a 10 centimetri di distanza. Le occhiaie divengono più scure, così come le palpebre, tutto intorno agli occhi si inscurisce<Ho aperto gli occhi>una semplice quanto importante risposta. Si allontana di qualche passo mettendo un po' di distanza<Cosa che...dovresti fare anche tu, piccola Kaori. Tu non lo sai ma sei circondata di traditori e detrattori dello stesso villaggio>e nuovamente apre le braccia<Ma sei libera di non credermi, volevo solo avvisarti>. [Chk on]

17:58 Kaori:
 Le iridi di lei non abbandonano un istante il volto altrui. Osservano, scrutano, ricercano qualche traccia dell'uomo conosciuto ormai una vita prima. Perchè sì, a giudicare dal suo cambiamento, sembra davvero essere trascorsa una vita intera. Una mutazione così radicale non può avvenire in così poco tempo, non davvero. Eppure non può credere che sia davvero la stessa persona di cui ha conservato un caro ricordo, la stessa che le aveva smosso in fondo allo stomaco un moto di pietà e compassione così violento da farla quasi vacillare. Non può arrendersi a quella che le si palesa agli occhi come una nuova dilaniante verità. In silenzio cerca in quelle iridi una traccia seppur minima del Senjuu, una piccola luce, uno spiraglio di quella malinconia che gli aveva visto sincera in volto la prima volta. Cerca qualsiasi cosa possa darle ancora speranza eppure sembra un tentativo vano, il suo. Come può vedere in quello sguardo folle e esaltato il ninja che combatte nell'ombra per difendere la sua casa? Stringe i pugni, combattuta, infastidita quasi da quel cambiamento che le brucia lo stomaco. <Te...> mormora lei ripetendo appena la sua risposta, notando la sua aria quasi fiera, quasi estatica di tale nuova realtà. Un'espressione che tuttavia varia, muta in un istante divenendo ora seria, quasi pensosa per un istante che pare infinito. Kaori nega. Nega con tutta se stessa ciò che i suoi occhi le stanno mostrando. Non vuole accettare quella verità così amara, così straziante. Come può una persona diventarne un'altra? Perchè è chiaro: chiunque questo Nan sia, non è Kurako! Non può essere una sua evoluzione, una sua metamorfosi, solamente una sostituzione. Non può accettare una verità diversa da questa, proprio non può. Nan inclina la testa, ripete quasi canzonatorio le domande della genin fino a svanire per un brevissimo istante dall'altrui vista e ricomparire a brevissima distanza da lei con i suoi occhi più grandi e scuri che mai. Il cuore della giovane le balza in gola, batte furiosamente per lo spavento mentre il sangue sembra quasi defluire dal suo volto lasciandolo insolitamente pallido. Si irrigidisce mentre lui parla, permane dinnanzi a lei, ma solo per poco. Un secondo, due. Poi si distanzia, ritornando ad allontanarsi appena, di pochi passi. E ancora chiosa, verbia, portando la genin a stringere i pugni lungo i fianchi, le labbra a divenire una linea sottile e dura sul volto serio. <Crederti?> domanderebbe lei trattenendo a stento l'irritazione nella voce, la delusione per aver creduto così ingenuamente a qualcosa per lei così importante. <Come pensi che potrei crederti dopo essere così cambiato?> La voce è dura, forte, mentre le mani tremano di una rabbia che sa di rassegnazione, di disappunto. Vibra lei, fremente, del contrasto che nel suo cuore avversa fra il voler negare quanto sta accadendo e il voler credere ancora a quei discorsi adesso apparentemente così lontani. <Sarei una stupida a fidarmi di qualcuno capace di una simile trasformazione, non credi?> O forse è una stupida per aver creduto a delle parole troppo belle per poter essere ignorate. <Su cosa avresti aperto gli occhi, Nan?> domanderebbe lei mettendo una certa enfasi su quel nome, su quella nuova identità che sente estranea e distante anni luce. <Perchè proprio non immagino cosa possa averti reso così...> mormorerebbe poco dopo lasciando spazio, solo per un attimo, a quella triste consapevolezza di aver perduto, in qualche modo, qualcuno cui aveva donato fiducia. [Chakra: on]

18:27 Kurako:
  [Praterie] La spiegazione. Spiegare qualcosa è sempre difficile, specialmente se colui con chi parli ha una mentalità fin troppo ristretta per accettare qualcosa di nuovo, qualcosa di vero. Si sa, l'uomo preferisce annegare nelle menzogne, preferisce mentire a se stesso piuttosto che accettare la cruda verità della vita, una vita che distrugge l'uomo se questo non reagisce al momento giusto. Il cielo nuvoloso rispecchia alla perfezioni le nubi che ora occultano Kurako, nubi indissolubili, difficili da creare e impossibili da togliere, nubi che egli stesso ha creato con il passare degli anni. Tutto si scurisce mentre il cielo inizia a tuonare, un potente tuono squarcia la terra stessa e il suo silenzio; le nuvole si illuminano per pochi secondi per poi divenire nuovamente tutto nero come se il mondo volesse avvisare di un brutto presagio. Il vento si alza, fragoroso, violento scuotendo la chioma nera di Nan, smuovendone le vesti in direzione della stessa Kaori e le gocce cominciano a cadere dal cielo. L'acqua, la pioggia, si abbatte sulla terra, il mondo stesso piange di ciò che avviene sulla di lui superficie; l'uomo è soggetto a continui cambiamenti, continui cambi di umore, di carattere, rovina ciò che viene creato con le sue guerre<Anche il cielo sa cosa avviene a Konoha. Vedi?>rivolge lo sguardo verso Kaori per poi puntare l'indice destro sopra di se indicando in alto<Piange per questo povero villaggio sotto la guida di un falso>ogni parola misurata e calibrata al massimo, cerca di capire come è fatta la genin, vedere se gli Hyuga sono davvero tutti quanti uguali o qualcuno si salva, qualcuno che può farlo divertire come mai nessuno ci è riuscito. La di lei reazione, rabbiosa, infuriata, agitata e spaventata verso colui che le si palesa davanti, un uomo diverso che non ha mai visto e come darle torto? Ha conosciuto quel debole di Kurako settimane fa e sapere che esiste una sua versione più forte, più spinta non è facile ma è questo il bello. Come fa a credergli? Non può, non può farlo, è impossibile eppure qualche tassello a sua disposizione c'è, qualche pezzo per constatare questa Kaori, vedere chi e cosa è<Stupido è chi stupido fa e tu non sembri una stupida anche se sei giovane>un altro sorriso, molto più accondiscendente, più "carino" se vogliamo metterla sotto questa luce<Allora lascia che ti dica cosa mi ha fatto diventare ciò che sono ora>si scrocchia il collo piegandolo prima verso destra e poi verso sinistra, due piccoli crack vanno a sentirsi<Vediamo, da dove possono cominciare, mh? Oh, si. Gli uchiha, anni fa volevano il potere, governare su Konoha ma questo potere fu preso dai Senjuu provocando la rabbia degli occhi rossi. Dopo la disfatta degli Hyuga, Daiko sarebbe dovuto essere il prossimo Hokage...>come fa a saperlo? Non lo sa ma tutto questo gli serve per arrivare un unico obiettivo<...invece è stato scelto Hitomu, un Senjuu e questo riporta il potere al mio clan. Ora, perchè tuo padre ti vede come un fallimento? Secondo te perchè vuole che tu sia forte? Noi Senjuu siamo un clan da distruggere perchè ogni volta che prendiamo il potere, secondo gli altri, portiamo il villaggio alla rovina. Hashirama ha portato la guerra scontrandosi con Madara per esempio ma dove voglio arrivare?>oh si, un obiettivo c'è, c'è eccome<Hitomu non è il paladino che tutti credete, al contrario. Ha stretto un patto con il demonio, in questo caso il tanto famigerato Akendo, capo dell'Akatsuki>sta rivelando troppe informazioni, troppo "BASTA HANGA, SMETTILA" le urla di Kurako irrompono improvvisamente nella testa distruggendo quella quiete che si è andato a creare ma non funziona, il potere lo detiene ancora il demone dagli occhi dorati ma riesce a percepire la sofferenza di Kurako, una sofferenza che lo rinvigorisce<E io te lo posso confermare, l'Akatsuki è cambiata solo di facciata ma portare la guerra è ancora il suo scopo, solo che ha deciso di non dare nell'occhio e agire dietro le quinte. Questo Hitomu lo sa, per questo ha stretto un patto, per liberarsi di tutti coloro che non lo accettano appieno ma ora ti chiederai, anche tu sei nell'Alba, quindi sei cattivo>...<No, sono solo uno che sa sfruttare le opportunità>. [Chk on]

18:55 Kaori:
 Plin. Plin. Plin. Una dopo l'altra, lentamente, le gocce cadono come lacrime salate scivolando sulla pelle candida ed immacolata della genin. Quasi non se ne avvede, quasi non s'accorge lei del piangere di quel cielo ora scuro, troppo intenta ad osservare le movenze altrui,quei gesti, quei movimenti che così tanto distano da quelle viste in passato. Più sicure, arroganti. Quasi fastidiose per il modo d'esser così nuove. Non vuole credergli. Non vuole prestar orecchio a quest'uomo che ha cambiato natura in maniera profonda, radicale, ma non può fare a meno di sentire, di ascoltare. Che sappia davvero qualcosa su Konoha che lei ignora? La cosa non la sorprenderebbe, lei è solamente un piccolo ingranaggio nel grande meccanismo che è la gerarchia ninja della Foglia, ma lui...? Lui può davvero usufruire di informazioni probabilmente vitali per la salvezza del suo Villaggio? O è solo una menzogna, un modo per prenderla in giro, sfottere quell'animo innocente che in questo momento detesta con tutta se stessa? <Mpf> un verso di scherno, quasi uno sbuffo il suo a quelle prime parole così bizzarramente ironiche. Sebbene per ora non abbia ancora detto o fatto nulla che lasci supporre un cambiamento nei suoi obiettivi o nelle sue promesse, il suo nuovo atteggiamento non le ispira fiducia, né tanto meno le pare quello di qualcuno disposto a combattere nell'ombra per salvare un villaggio che neppure lo considera. Non dice nulla, non per ora, limitandosi ad ascoltare quanto egli ha da dire prima di poter ribattere. Il suo tono pare più tranquillo, quasi compiaciuto quando lei mette in dubbio il suo dire, come fosse contento del suo stare in guardia. O vuole solo trovare qualcuno con cui bisticciare, chissà? La verità -o presunta tale- giunge frammentata a lei, compiendo un lungo giro di parole che ripercorre in breve l'intera storia del Villaggio. Parla di guerre, di conflitti, rivalità senza però accennare ancora a se stesso. Le parla di suo padre lasciando riemergere parole e discorsi che aveva fatto con Kurako tempo prima, dandole una sorta di schiaffo morale come a volerle provare ancora una volta che non può essere uno scherzo, un qualche tipo di imbroglio. Nan è davvero Kurako. O Kurako è davvero Nan, quel che sia. La verità è che si è fidata di una illusione, di un'ombra. O forse l'oscurità di cui tanto le aveva parlato hanno finito davvero con l'inghiottirlo lasciando di lui soltanto quella creatura così diversa, così pungente. Ma sono quelle ultime parole a scuotere la genin portandola a strabuzzare appena gli occhi. <No> sussurra incredula, un passo vien mosso indietro come volesse sfuggire a quelle parole, a quell'idea che si augura sia distante anni luce dalla realtà. <No, non posso credere che il Kyudaime possa fare una cosa del genere!> esclama lei con foga, determinazione, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche coperte da quei guanti scuri. <Non sarebbe visto ancora peggio se facesse qualcosa di così orribile? Non sarebbe forse al pari di Kuugo se arrivasse a dei simili mezzi per mantenere alto il suo potere?> Non può crederci. Non può. Sta mentendo. Dev'essere così per forza. <Ma se anche fosse vero... questo in che modo avrebbe a che fare con te, eh? In che modo ti avrebbe 'aperto gli occhi'?> domanderebbe lei accorata, un passo mosso in avanti per la foga del momento. <Quali opportunità vorresti cogliere? Non capisco!> una mano verrebbe portata fra i capelli, lo sguardo si farebbe ora stanco, malinconico, mentre uno sbuffo sfuggirebbe a quelle labbra troppo ingenue. Uno, due, tre passi mossi a bruciare la distanza fra loro, poco meno di un metro a dividerli mentre le iridi perlacee di lei ricercherebbero quelle dorate di lui. I capelli sul viso sarebbero incollati dalla pioggia che, scrosciante, la bagnerebbe da capo a piedi senza quasi che le importi alcunché. <Avevi detto che non ti saresti lasciato inghiottire...> sussurra lei sentendo gli occhi pizzicare, un bruciore fastidioso che tenta di tenere a bada per non vacillare. <Avevi detto che avresti impedito all'oscurità di prenderti. Me lo avevi promesso, ricordi?> domanderebbe lei andando ad afferrare una delle sue trecce sciogliendola allo scopo di prendere fra le dita quel nastro identico a quello che tempo prima aveva donato a lui. <E io ti avevo promesso che non avrei dimenticato. E non l'ho fatto> dice stringendo quella stoffa lucida fra le dita, le iridi candide a cercare un qualsiasi segno sul suo viso, una qualche minima traccia del Kurako che ricorda con tanta stima. Affetto. <Cosa sei, adesso?> domanderebbe lei quasi con un filo di voce, le labbra a schiudersi appena per far uscire quel suono incerto. [chakra: on]

13:53 Kaori:
 Plin. Plin. Plin. Una dopo l'altra, lentamente, le gocce cadono come lacrime salate scivolando sulla pelle candida ed immacolata della genin. Quasi non se ne avvede, quasi non s'accorge lei del piangere di quel cielo ora scuro, troppo intenta ad osservare le movenze altrui,quei gesti, quei movimenti che così tanto distano da quelle viste in passato. Più sicure, arroganti. Quasi fastidiose per il modo d'esser così nuove. Non vuole credergli. Non vuole prestar orecchio a quest'uomo che ha cambiato natura in maniera profonda, radicale, ma non può fare a meno di sentire, di ascoltare. Che sappia davvero qualcosa su Konoha che lei ignora? La cosa non la sorprenderebbe, lei è solamente un piccolo ingranaggio nel grande meccanismo che è la gerarchia ninja della Foglia, ma lui...? Lui può davvero usufruire di informazioni probabilmente vitali per la salvezza del suo Villaggio? O è solo una menzogna, un modo per prenderla in giro, sfottere quell'animo innocente che in questo momento detesta con tutta se stessa? <Mpf> un verso di scherno, quasi uno sbuffo il suo a quelle prime parole così bizzarramente ironiche. Sebbene per ora non abbia ancora detto o fatto nulla che lasci supporre un cambiamento nei suoi obiettivi o nelle sue promesse, il suo nuovo atteggiamento non le ispira fiducia, né tanto meno le pare quello di qualcuno disposto a combattere nell'ombra per salvare un villaggio che neppure lo considera. Non dice nulla, non per ora, limitandosi ad ascoltare quanto egli ha da dire prima di poter ribattere. Il suo tono pare più tranquillo, quasi compiaciuto quando lei mette in dubbio il suo dire, come fosse contento del suo stare in guardia. O vuole solo trovare qualcuno con cui bisticciare, chissà? La verità -o presunta tale- giunge frammentata a lei, compiendo un lungo giro di parole che ripercorre in breve l'intera storia del Villaggio. Parla di guerre, di conflitti, rivalità senza però accennare ancora a se stesso. Le parla di suo padre lasciando riemergere parole e discorsi che aveva fatto con Kurako tempo prima, dandole una sorta di schiaffo morale come a volerle provare ancora una volta che non può essere uno scherzo, un qualche tipo di imbroglio. Nan è davvero Kurako. O Kurako è davvero Nan, quel che sia. La verità è che si è fidata di una illusione, di un'ombra. O forse l'oscurità di cui tanto le aveva parlato hanno finito davvero con l'inghiottirlo lasciando di lui soltanto quella creatura così diversa, così pungente. Ma sono quelle ultime parole a scuotere la genin portandola a strabuzzare appena gli occhi. <No> sussurra incredula, un passo vien mosso indietro come volesse sfuggire a quelle parole, a quell'idea che si augura sia distante anni luce dalla realtà. <No, non posso credere che il Kyudaime possa fare una cosa del genere!> esclama lei con foga, determinazione, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche coperte da quei guanti scuri. <Non sarebbe visto ancora peggio se facesse qualcosa di così orribile? Non sarebbe forse al pari di Kuugo se arrivasse a dei simili mezzi per mantenere alto il suo potere?> Non può crederci. Non può. Sta mentendo. Dev'essere così per forza. <Ma se anche fosse vero... questo in che modo avrebbe a che fare con te, eh? In che modo ti avrebbe 'aperto gli occhi'?> domanderebbe lei accorata, un passo mosso in avanti per la foga del momento. <Quali opportunità vorresti cogliere? Non capisco!>una mano verrebbe portata fra i capelli, lo sguardo si farebbe ora stanco, malinconico, mentre uno sbuffo sfuggirebbe a quelle labbra troppo ingenue. Uno, due, tre passi mossi a bruciare la distanza fra loro, poco meno di un metro a dividerli mentre le iridi perlacee di lei ricercherebbero quelle dorate di lui. I capelli sul viso sarebbero incollati dalla pioggia che, scrosciante, la bagnerebbe da capo a piedi senza quasi che le importi alcunché. <Avevi detto che non ti saresti lasciato inghiottire...> sussurra lei sentendo gli occhi pizzicare, un bruciore fastidioso che tenta di tenere a bada per non vacillare. <Avevi detto che avresti impedito all'oscurità di prenderti. Me lo avevi promesso, ricordi?> domanderebbe lei andando ad afferrare una delle sue trecce sciogliendola allo scopo di prendere fra le dita quel nastro identico a quello che tempo prima aveva donato a lui. <E io ti avevo promesso che non avrei dimenticato. E non l'ho fatto> dice stringendo quella stoffa lucida fra le dita, le iridi candide a cercare un qualsiasi segno sul suo viso, una qualche minima traccia del Kurako che ricorda con tanta stima. Affetto. <Cosa sei, adesso?> domanderebbe lei quasi con un filo di voce, le labbra a schiudersi appena per far uscire quel suono incerto. [chakra: on]

14:35 Kurako:
  [Praterie] La parola è la più grande fonte di potere di cui dispone l'uomo, una fonte inesauribile che può portare la vita ma anche la morte ed è quello che, in questo momento, sta facendo Nan. Mente, distorce la verità con la menzogna, confondere chiunque per il proprio piacere ma perchè fa tutto questo? Per puro è semplice divertimento, rovinare l'esistenza altrui non è altro che un passatempo, un modo per impegnare la giornata. La preda preferita, Mekura, ha visto troppo per cadere sotto le di lui frasi ma Kaori, ancora piccola e ingenua è una preda da plasmare a suo piacimento. Vede la disapprovazione nei di lei occhi, la rabbia per tutto quello che viene detto; sa di star colpendo in modo pungente e deciso verso l'essere della ragazza. Sta mentendo chiaramente, gli Hyuga non stanno facendo niente e, anche se Akendo ha davvero un patto con Hitomu, quest'ultimo non vuole mantenere il potere, l'Akatsuki non vuole distruggere Konoha eppure in queste affermazioni c'è un fondo di verità che, mischiato al falso, crea un miscuglio perfetto ed omogeneo rendendo impossibile decretare il vero dal falso. Sente la tensione crescere di minuto in minuto, l'eccitazione prende completo possesso del suo corpo, colpire più affondo, insinuare il dubbio e il sospetto; queste sono le sue armi, queste le sue abilità ma non denigra il suo vero essere. Potrebbe attaccarla e mettere fine alla sua misera vita con una semplice mossa ma cosa ci sarebbe di bello? Dove sarebbe il divertimento? Portarla, invece, dalla sua parte, renderla una marionetta nelle sue mani da comandare in ogni istante, un servo fedele da portare dalla sua porta...l'idea gli piace e anche tanto, forse troppo si potrebbe osare ma la vera domanda è: ci può davvero riuscire? Le possibilità sono molto poche ma in suo favore giova l'inesperienza della ragazza<Non puoi crederlo? Perché?>domanda lecita fatta a bassa voce ma tutto con un preciso scopo, calibrato e misurato, temprato<Non arriverebbe al pari di Kuugo, sarebbe peggio e lo sai perchè? Kuugo era un bastardo che faceva tutto davanti ai Konohani, infatti tutti lo odiavano mentre Hitomu lo fa alle loro spalle facendo la facciata del bravo ragazzo. Dimmi, cosa è peggio?>sa come parlare, sa cosa dire per insinuare un dubbio sempre più grande e maestoso da battere. Abbassa lo sguardo verso il basso<Come fai a farmi una domanda del genere?>..."Hanga fermati"...<Dopo ciò che..ti ho...raccontato>..."Smettila, lasciala in pace, non continuare"...alza il viso di scatto andando a guardarla diretta in volto<HO RINUNCIATO ALLA MIA VITA PER QUESTO VILLAGGIO, HO RINUNCIATO ALLA MIA FELICITA' PER LA SUA PROTEZIONE>grida furiose di un uomo che tradito da tutto ma la sua permanenza nella Yakuza gli ha insegnato come mentire nel migliore dei modi, gli ha insegnato come dire il falso in modo credibile<Non c'è nessuna opportunità, mi sono sentito tradito e preso in giro. Per questo motivo ho deciso di lasciarmi andare>piega il capo di lato, sulla destra, continuando a guardarla intensamente. E poi le parole della piccola, parole piante "Cosa hai fatto.." continua Kurako con il suo verbo "Mi sto divertendo un pochino ahahaha" la cruda e pura verità dei fatti. Chakra, già in corpo, pronto a mietere vittime comincia a muoversi all'interno del corpo del giovane, diventa frenetica, si agita iniziando a risalire per i vari canali presenti in ogni angolo del ragazzo. Sale silenzioso donando forza ed energia per concentrarsi in una zona specifica ovvero la testa e, per la precisione, intorno ai bulbi oculari, la parte del corpo direttamente interessata. Il chakra inizia ad agire su di essi cercando di infondere loro quanta più energia, una proiezione di chakra che si espande per tutta la zone e che tenta di infondersi negli occhi del giovane donando loro potere; si muove al loro interno provando a sbloccare quelle piccole porte che trattengono il vero potere di quegli occhi. Se ci fosse riuscito, i bulbi oculari comincerebbero a divenire di un color rosse scarlatto, un fuoco arde al loro interno, le pupille permangono nere mentre sopra di esse andrebbero a crearsi tre piccole gocce nere chiamate tomoe...lo sharingan viene richiamato dal suo sonno, pronto a entrare in azione. Lo sharingan ora è visibile, quegli occhi rossi le cui tomoe iniziano a girare in un vortice maestoso ed ecco che Nan viene proiettato nella mente della giovane, un viaggio nel suo pensiero, nel suo subconscio, un potere celato che solo i migliori utilizzatori di quest'arte riescono a usare<Eccoti qui>la piccola Kaori, raggomitolata su se stessa, in preda ai dubbi e alla paura di non essere all'altezza agli occhi di quel padre che tanto la disprezza<Io voglio proteggere ancora Konoha, voglio ancora il suo bene ma non posso sopportare la vista di chi viene osannata come salvatore mentre, invece, la sta portando alla rovina>passeggia nella sua mente osservando la ragazza che vi è all'interno<Non ho scordato la promessa. Io sono sempre io>un sorriso si palesa sul di lui volto mentre continua quella passeggiata, la voce esce tranquilla, pacata e lo sguardo assume nuovamente quella tonalità calorosa che la giovane ha visto un tempo. Tutto questo dura una frazione di secondo e tutto torna alla normalità; Kurako fuori dalla sua testa, lo sharingan viene disattivato anch'esso in una frazione di secondo<Vieni con me Kaori. Aiutami a salvare Konoha. Aiutami a portare via l'Akatsuki dal nostro villaggio>sottolinea quel nostro come se ancora gli appartenesse<Vieni con me>il braccio destro viene allungato in sua direzione e la mano aperta, molle e tranquilla in attesa di essere presa. [Chk on][Sharingan ON-OFF]

15:15 Kaori:
 Le parole, come serpi, scivolano sinistre intrecciandosi all'intricata matassa di pensieri della konohana. Non vuole crederci, non può farlo, eppure il dubbio vien piantato nella sua mente, piccoli semi nascosti fra le sue convinzioni, pungolando fastidiosamente la sua stessa coscienza, la sua anima. Può davvero credere che Hitomu, il suo adorato Kage, possa star tradendo il Villaggio? Può davvero credere che quegli occhi limpidi incontrati quella sera le stessero mentendo? La domanda giunge quasi suadente al suo orecchio, quel quesito la provoca e stuzzica con gelida ironia, portandola a sgranare di poco le iridi perlacee, stringere i pugni con forza, come a voler rimanere presente a se stessa e non lasciarsi andare alle infinite e terribili opportunità che quei dubbi possono portarle. <No... no, stai mentendo...> la sua voce è debole, vacilla, ma cerca di convincersi in tutti i modi che quel che sta udendo non sia possibile. <Lui... lui ha un figlio, non lo metterebbe mai in pericolo scatenando degli scontri interni...> Sì, sì, non può credere che un padre desideroso di dare la buonanotte al proprio piccolo prima d'addormentarsi, possa metterlo in pericolo scatenando guerre intestine solo per evitare futuri contrasti. Non può crederci. Non. Può. Vacillare. Ma la sua voce trema ugualmente, i suoi piedi la conducono di un passo indietro quando l'altro scatta, esplode, in quello sfogo furente e arrabbiato che la sorprende, la strazia, portandola a sentirsi quasi responsabile di quel suo dolore. Sciocca. Povera, piccola ingenua. La pioggia continua a scivolare lungo le sue gote apparendo quasi come lacrime, mescolando forse un dolore liquido che le brucia le iridi candide. Si sente colpire allo stomaco da quelle urla, da quella rabbia, sapendo che il peso che l'altro sta portando sulle spalle è oltremodo insopportabile. Ma cosa lo ha fatto arrabbiare fino a quel punto? Ancora non le è chiaro. <Tradito da chi? Da un Kage con cui non hai più rapporti? Da un Villaggio da cui hai detto di volerti distaccare per poterlo meglio proteggere?> domanderebbe lei confusa, stordita da quelle parole che le riempiono la testa. <Come può tradirti qualcuno che neppure sa di te?> sostiene lei il suo sguardo con quel candore e quell'innocenza così inadatte ad uno strumento quale dovrebbe essere. Non capisce, non accetta che tutto possa essere cambiato così, che quello sia davvero Kurako, che Hitomu... No. No, è tutto falso, è tutto terribilmente sbagliato! <Kurako...> proverebbe a sussurrare prima di fermarsi un istante e respirare a fondo, perchè no, non può chiamarlo Nan. Non può riconoscere in lui questa nuova identità che è decisa a non accettare. <Mi dispiace...> un sussurro. Un dire sincero, innocente, che verrebbe accompagnato da un gesto inaspettato, sciocco per chi sa quanto quel discorso sia tutto un ammasso di bugie traballanti e verità mezze omesse. La destrorsa della Hyuga andrebbe ad alzarsi, levarsi verso l'alto a ricercare con cauta dolcezza il viso altrui. Le dita vorrebbero cercare il suo volto, la sua gota mezza coperta da quelle bende ormai fradice di pioggia, ricercando una carezza che vorrebbe essere consolatoria per quel dolore che per lei pare reale. Bizzarro, improvviso, inaspettato. Ma reale. E andrebbe a ricercare in lui quel vecchio Kurako, quello del quale sentiva di potersi fidare, che le aveva promesso di proteggere la Foglia con tutte le sue forze. Ed è mentre cerca con le sue parole di ritrovare il Senjuu che qualcosa accade e la stordisce. I suoi occhi mutano, divengono rossi come fuoco e paiono risvegliarsi improvvisi. Quelle tre virgolette nere, quell'iride scarlatta capace quasi di trasportarti nei tuoi incubi più remoti... Sharingan. I famosi occhi che hanno scatenato guerre e tradimenti, quelle iridi famose quasi quanto le proprie. Non le piacciono, la spaventano, la portano a sentirsi piccola e sperduta. E difatti, improvvisamente, si ritrova raggomitolata su se stessa ad udire la voce premurosa e bassa di lui, il suo dire sembra quasi caloroso, gentile, mentre un sorriso si dipinge sul suo viso oltre le fasciature che ne celano in gran parte la vista. Sembra lo stesso Kurako di un tempo in quell'istante, in quel suo dire gentile. Ma l'istante ben presto svanisce e tutto torna alla normalità. La pioggia scroscia incessante, le sue iridi tornano dorate e lei si sente percorrere la schiena da un brivido agghiacciante quando l'altro le porge la propria mano. Il suo dire è allettante, par quasi la richiesta d'un amante appassionato ma... stona. Lui E' l'Akatsuki. Lui le aveva fatto promettere di combattere per la Foglia dall'interno. Perchè ora dovrebbe chiederle di andar via? Chi l'avrebbe salvata se nessuno fosse rimasto a proteggere i più deboli? Lo osserva con l'espressione ingenuamente confusa, sorpresa, puntando le iridi per un istante soltanto sulla sua mano. E' qui che la storia cambia. E' qui che la storia si crea. Deve fare una scelta. Fidarsi del suo Hokage e nella sua bontà d'animo, o credere alle rivelazioni di qualcuno che non sa più riconoscere. La scelta parrebbe semplice, facile, eppure dentro di lei v'è contrasto. Vorrebbe fidarsi ancora di Kurako, credere che non possa prenderla in giro... eppure... eppure lui non è più la stessa persona. Nan è qualcuno che lei non conosce e che la confonde. Una mano andrebbe a risalire appena a sfiorare il manto ch'egli indossa, quella tunica buia dalla trama di nuvolette color cremisi che contraddistinguono la sua appartenenza. Ne percorrerebbe appena il tessuto con le dita, se fosse possibile, per un solo secondo prima di ricercare nuovamente le iridi altrui. <Hai ragione. L'Akatsuki dovrebbe stare fuori da questo Villaggio> La mano andrebbe a scivolare nuovamente lungo il fianco, i pugni stretti per la risoluzione della sua scelta quasi inconsapevole. No. Non tradirà la fiducia che ha nel suo Hokage, non lascerà la Foglia. Ha deciso di combattere per proteggerla, per difendere il suo popolo. E lì sarebbe rimasta per sempre. <Non abbandonerò il *mio* Villaggio, Nan> quel nome verrebbe pronunciato con particolare decisione, la lingua a schioccare come frusta sul palato portando la genin a sostenere con forza il suo sguardo. <Se davvero è come credi allora combatterò dall'interno per proteggere gli innocenti. Ma davvero non posso credere che Kyundaime possa fare una cosa del genere.> mormorerebbe allora con una nota di orgoglio nelle iridi chiare. <Mi fido di lui> O almeno ha deciso di farlo. Nonostante i dubbi, nonostante il timore di star sbagliando, desidera davvero credere di star facendo la cosa giusta. [chakra: on]

16:07 Kurako:
  [Praterie] Ha insinuato il dubbio, ha completato l'obiettivo primario di tutta la discussione, confusa e spaesata. Forse si fida ancora del Nono ma non come una volta, non più. Ogni volta che lo guarda, da ora in poi, il dubbio potrebbe assalire la di lei mente distorcendone i pensieri, la ragione, ogni cosa non è più che prima. Ha ragione, sta mentendo, sta mentendo spudoratamente ma quelle parole escono tremanti, non sicure. Mente? Non mente? Quanto è bello il dubbio, non si torna più normali, vero Kaori? E' qualcosa di magnifico che ti accompagna per tutta la vita e sai cosa significa questo? Non puoi più fidarti di nessuno a questo mondo perchè chiunque può mentirti, tutti possono enunciare il falso, anche i più buoni e mansueti perchè, si sa, tutti mentono, nessuno escluso. Allora verso chi riporrai la tua fiducia in futuro? Da chi andrai sapendo che il dubbio ti può attanagliare in ogni momento? Brutta sensazione non è vero piccola Hyuga? Non puoi più scappare da tutto ciò una volta che sei dentro, è un circolo vizioso come il gioco d'azzardo e uscirne diventa quasi impossibile, impensabile per una mente lucida. La fiducia in ciò che vede è tanta, la facciata è, dopo la parola, l'arma più potente ma oggi, ha vinto la parola<Perchè? Cosa glielo impedisce? Esistono passaggi nascosti nei villaggi, passaggi che permettono la fuga. La guerra arriverà ma il piccolo non sentirà niente>quanto è ingenua, non vede ciò che ha sotto gli occhi, non vede quello che le si palesa davanti con forza. Tutto è dalla sua parte; Konoha, inconsciamente, gli da tutto il necessario per creare il panico, il dubbio, insinuare le perplessità nei suoi abitanti senza alcuno sforzo. La bontà dei konohani è anche il loro punto più debole; grazie ad esso si possono manipolare come della semplice argilla. <Hitomu non sa di me? E' stato Hitomu a darmi il permesso di andare via dal villaggio. Konoha non sa di me, Hitomu si>questa è la più grande verità che avrebbe mai potuto dire. Con questa affermazione segna la sua vittoria sulla giovane Hyuga, ha vinto, ha fatto in modo che tutto ciò in cui crede vada in frantumi. Sente il dolce sapore della vittoria scorrergli nelle vene, l'ebrezza di aver distrutto qualcosa di così prezioso come la fiducia di una ragazzina verso il proprio idolo. La senti questa sensazione? La senti anche tu? Il brivido che percorre la schiena di Nan è indescrivibile, la frenesia alimenta il suo corpo come la migliore dose di cibo, l'adrenalina prende il posto dell'acqua come alimento liquido. Le emozioni che prova in questo momento sono immense e il divertimento è grande oltre ogni immaginazione "Hanga sei un bastardo"..."Un bastardo Kurako? Io sono te o meglio, sono te come saresti dovuto essere. E' inutile che ti rinneghi, tu sei questo solo che io ho il coraggio di mostrarlo al mondo senza finzione" passeggia intorno al Senjuu con il solito passo lento e il ghigno in viso ma deve fare qualcosa, come può lasciare che la sua reputazione vada in frantumi in questo modo barbaro e semplicistico? Come può permettere che il suo nome venga infangato davanti a tutti? Deve muoversi, deve agire ma cosa? Cosa può fare? E' inerme. All'improvviso uno scatto viene eseguito dal giovane andando a prendere per la gola il demone che ne controlla il corpo mentre Kaori si avvicina a toccargli le vesti, ne sfiora il viso portando il calore all'interno di Nan, un calore umano che da troppo tempo manca. Ha preso la sua decisione, restare a Konoha, fidarsi del Kage e continuare a combattere per essa rinnovando la fiducia ed è in quel momento che gli occhi di Nan tornano a essere neri come la pece, lo sguardo torna a essere quello di Kurako come l'ha conosciuto. La mano destra viene alzata, l'indice punta pigramente contro il di lei volto andando a sfiorarlo<Kaori...non credergli...ti prego...non credergli>è la voce del Senjuu a farsi sentire e, da sotto le bende che ne coprono il viso può essere intravisto un piccolo sorriso, lo stesso tipico della sua persona<Combatti per lei, difendila>ma gli occhi si chiudono di scatto, il corpo si allontana da lei, le mani a coprire il viso e poi eccolo che ritorna. Dorati come prima, espressione euforica<Che seccatura>e uno scatto in avanti a velocità impressionante viene fatto, scompare sotto gli occhi della genin lasciandola da sola con se stessa. [END]

16:29 Kaori:
 Kaori stringe le labbra in una linea dura, i sente tormentare dai dubbi e dall'indecisione. Non avrebbe mai pensato di poter dubitare del proprio Hokage, ma come può prendere sottogamba un simile avvertimento? Non può fidarsi al cento per cento della persona che ha davanti, certo, ma cosa ne verrebbe a lui se una sciocca genin credesse alle sue parole? Una come lei non può certo avviare una ribellione... o sì? Sostiene il suo sguardo, continua a fissarlo cercando di ritrovare in lui qualche traccia di verità o di menzogna, in se stessa la convinzione di credere all'uno o all'altro. Quella spiegazione pare quasi sensata, logica, la porta persino a titubare, a lasciarsi andare all'idea che potrebbe star dicendo la verità. Ma... ma i nemici -se davvero ve ne sono- sono konohani stessi, anche loro dovrebbero conoscere queste vie, no? Sarebbe davvero così avventato da mettere in un così grave pericolo la vita di suo figlio? Del suo bambino? La cosa le sembra assurda, impossibile, eppure sotto quella pioggia scrosciante e quelle iridi d'oro, tutto pare quasi possibile. Sbatte le palpebre una, due, tre volte. Il solo pensiero di Hitomu che chiede ad Akendo di aiutarlo a eliminare i suoi 'detrattori' le mette i brividi, è disgustoso e orribile. Qualcosa che neppure Kuugo era stato capace di fare, eppure il potere accieca la mente di molti. E Hitomu, di potere, ne ha molto. Come Kage. Come Jinchuuriki. Cosa potrebbe desiderare di più? Anche se qualcuno non lo apprezzasse come potrebbe mai rappresentare una reale minaccia per qualcuno così potente? Sembra tutto così irreale, così impossibile... quella conversazione stessa è un incubo per la genin che si ritrova a venir sbalzata fra realtà diverse e opposte, ognuna delle quali possibili ma terribili. Quale sarà la verità? Dove risiederà il giusto? Nel suo cuore sente di non poter credere a quelle parole: forse sarà un semplice senso di negazione, forse la troppa fedeltà verso un ragazzo idealizzato da sempre nella sua mente. Forse è soltanto un istinto che potrebbe costarle caro, ma nel suo cuore decide di credere al suo Kage. Decide di dargli nuovamente fiducia, di prendere le sue parti, sebbene il dubbio stia sorgendo e fiorendo nell'animo candido ed ingenuo della Hyuga. E nonostante tutto, non prova odio per lui. Nè rancore. Solo sconfinata pietà, compassione. Non sa cosa gli stia accadendo, chi sia in realtà in questo momento, eppure non può fare a meno di sentire la mancanza di quel Kurako che tempo addietro ha potuto conoscere sopra il monte dei Volti. Non può fare a meno di provare affetto per quelle memorie ora così lontane, per quel viso che adesso la confonde e che sente scivolarle sotto il tocco fuggiasco delle sue dita. Ed è un istante che, osservando il di lui volto, i suoi occhi paion quasi tornare quelli di sempre, quelli che ricordava, bui come la notte e dotati di sconfinato calore. La mano di Kurako si alza, l'indice le sfiora il viso mentre la sua voce le chiede di non credere, di aprire gli occhi. Ma Kaori è confusa. A chi non dovrebbe credere...? A Hitomu...? Pare quasi una persona completamente opposta in questo istante, sembra nuovamente Kurako, Nan par quasi svanito mentre quel sorriso gentile increspa le labbra di lui, visibili solo in trasparenza oltre le bende fradice di pioggia. <Lo farò sempre...> mormorerebbe lei confusa, guardandolo con le sopracciglia appena inarcate, la voce incerta, prima di vederlo scattare via e sparire dalla sua vista con una imprecazione piccata. [End]

Kaori e Kurako si rincontrano dopo diverse settimane nella prateria della memoria fuori Konoha. La ragazza si avvicina all'anulare sinistro dell'Akatsuki per chiedergli aiuto contro la situazione avversa che al momento minaccia la Foglia ma l'altro si rivela essere diverso da com'era apparso nel loro primo incontro. Hanga, impossessatosi della mente di Kurako, decide di giocare un po' con la genin mettendole il dubbio che Hitomu possa aver stretto accordi con il capo dell'Akatsuki, Akendo, per eliminare eventuali clan contrari alla sua presa di potere sul Villaggio, tradendo di fatto la Foglia. La Hyuga decide di non credere a queste parole e di fidarsi del proprio Hokage ma il dubbio ha trovato terreno soffice dove affondare le sue radici...