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{Spin Off} "Io sono Nan."

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con Kurako, Kurona

Forse è il caldo torrido che ti sveglia improvvisamente, forse—è la sensazione d’esser osservati da qualcuno, che ti fa sentire dei pesi collocati da qualche parte sul corpo. Qualcosa che ti stringe i polsi, qualcosa che gocciola sulla fronte. Forse, il calore di chi ti siede di fronte come uno specchio palesemente uguale a te, e ti osserva. Ti osserva in silenzio. <Svegliati.> Rauca, la voce assetata di Hanga, ti chiama come farebbe un vecchio amico d’infanzia, con uno sguardo perennemente arrossato ed arrogante, i capelli legati in una coda bassa, da un laccetto rosso cremisi annodato molto semplicemente e la tunica tipica dell’Akatsuki che lo ricopre fino al mento, dove le labbra si muovono celate in buona parte da delle bende grigiastre, sporche di pulviscolo desertico. Una folata di vento bollente, ogni tanto, sposta la sabbia attorno a voi, sporcando il legno delle sedie dove siete entrambi legati mani e piedi messi e posti a specchio, uno difronte all’altro. Lui non si muove, immobile, in uno spazio dove altro non c’è che il fruscio del vento e l’ovattato cigolio delle sedie di legno che paiono, per assurdo, ramificarsi da terra. Appena issi il viso, domandandoti dove sei finito, e quali scelte hai preso, lui sfoggia un sorrisetto cheto, guardandosi attorno e serrando gli occhi per un fastidio dato dal torrido sole, e una gocciolina di sudore che gli cola sulle ciglia, rigando la fronte. <Assurdo, eh?> Di che cosa sta parlando? Oh, Hanga non si fa aspettare quando ti poni una domanda, come se ti leggesse nella testa. <Assurdo pensare che dal deserto possa nascere davvero del legno..> Pattando il poggiolo della sedia con la mano immobilizzata. <Ma eccoci qui, Senjuu. Hai fatto nascer la vita, dove c’è solo morte e desolazione. Un grande potere, il tuo, non è vero?> [CELERE][GDR GO; Spin off narrativo.][CHK OFF, siamo dentro la testa di Kurako.]

14:45 Kurako:
  [Dune | Sedia] La testa si muove, penzolante, pesante come se avesse appena ricevuto un colpo sul capo. Le palpebre abbassati con al di sotto gli occhi in movimento, le occhiaie gonfie e viola; la bava alla bocca gocciola bagnandogli il mento prima di cadere sul suolo delle dune rosse. Il sole splende in alto, forte, così forte da battere senza sosta e i segni del suo passaggio sono evidenti; il collo e parte del viso presentano zone rosse per via dell'abbronzatura. Scotta e vivere è quasi impossibile ma è in questo stato che ricomincia a sentire il suo pensiero, è in questo modo che avviene il proprio risveglio. Piano, con efferata calma riapre le palpebre; la luce solare lo acceca, vede ogni cosa sfocata con sfumature tra il verde e il giallo, disegni nell'aria come delle piccole mappe, osserva il caldo stesso muoversi, il calore provocato da quell'ambiente e una grande distesa di sabbia rossa che si estende per chilometri e chilometri senza poterne vedere la fine. La mentre scombussolata cerca di giungere a una conclusione ma l'unica cosa a cui arriva è l'identità di colui dinanzi a se. Hanga, seduto e legato su una sedia lo osserva e una rabbia cieca, improvvisa e senza freni lo assale; d'istinto si spinge in avanti notando, a suo discapito, di essere anche lui legato su una sedia<Dove mi hai portato?>rabbioso per quella situazione, forse ha fatto un patto con il diavolo. Entrambi sono vestiti allo stesso modo, una semplice maglietta grigia a maniche corte aderente al corpo costernata da piccoli rombi grigi, pantaloni neri da shinobi larghi nella parte delle cosce per poi stringersi man mano che si arriva alle caviglie; sandali ninja neri, anello giallo con il kanji del sud impresso sopra messo sull'anulare sinistro, una tasca portaoggetti legata alla vita e posto dietro la schiena contenente il minimo necessario per affrontare quelle battaglie per lui insostenibili ovvero 5 tonici coagulanti, 5 tonici per il recupero del chakra, 7 fuda contenenti, in ognuno di essi, un tronchetto per la sostituzione e 20 fuda potenzianti con il sigillo potenza impresso su di essi. La mantella nera con nuvolette rosse, simbolo della sua appartenenza all'Akatsuki, scende per tutto il busto del Senjuu arrivando fin dopo il polpaccio, la cerniera è chiusa coprendo metà del volto mentre la chioma nera scende per la schiena, in testa ha il solito cappello di paglia con drappi bianchi che scendono sul viso impedendo ad esterni di vederne il viso in modo corretto. Il chakra impastato in precedenza non sembra funzionare, prova a farlo muovere ma niente, fa fatica nel portarlo verso i punti di fuga. Il mondo sembra distorto, quel posto, quel deserto, un qualcosa di inspiegabile e poi un respiro, un profondo respiro viene fatto cercando di calmarsi, di ragionare con la mente lucida. <Cosa?>non capisce le parole del diavolo li presente, non comprende dove voglia arrivare<Cosa vuoi davvero da me?>ancora non ci arriva; quello che è successo ieri sembra non essere mai avvenuto ma, nel suo subconscio, queste sono le domande che avrebbe voluto fare. [Chk on][Equip in scheda]

<Cosa?> Hanga che l’osserva, lì immobile, alza un sopracciglio fine e corvino, con un’espressione crucciata e quasi curiosa, ascoltano la furia di Kurako, che dentro alla sua testa rimane come un urlo lanciato nel vuoto bollente delle Dune Rosse. E l’orizzonte che trema sotto i loro occhi, fa dell’attaccarsi del cielo alla sabbia, uno sfumato e crepitante confine, come se ci fosse il fuoco, nell’aria. Come l’ossigeno che divora l’immagine, e la luce che si specchia sul mondo, non sapesse dove direzionarsi correttamente. Denso. Umido. Il caldo del deserto che ti frigge il cervello e ti pizzica la pelle, lasciando che tutto si mischi come gelato sciolto in una coppa, Hanga- il caldo- il deserto, gli occhi umidi a tratti vedono e odono cose sfumate, voci a tratti, e sagome fatte di grossi pezzi neri che ci ricordano la produzione di vecchi film. Uno sbuffo ironico, quasi stizzito, fa sussultare il petto del demone di cui sei ignaro jinchurichi, passivo, schiacciato. Non sei altro che un feticcio nelle sue mani, ma non lo sai. <Dove mi hai portato tu, Kurako.> Si guarda attorno; guarda dov’è arrivata la tua smania di potere. <Questo posto è tuo.> .. <E tu sei mio.> Alza le spalle adagiando le antiche comodamente su quella sedia. E’ stato legato ad una mente per così tanto tempo, La Fame, che par esser quasi a suo agio, lì con te. <E’ una domanda sciocca da parte tua, arrivati a questo punto mi sembra abbastanza chiaro che tutto quel che volevo eri tu. Tanto quanto tu vuoi me. Mel’hai detto; Vuoi tutto.> .. <Non è così?> Indugia con le parole, chinando la testa di lato. <Da dove vuoi iniziare? Dal riportare Kurona in vita, o dal prenderti il mondo?> Sorride, di un sorriso che tende le guance e le irrigidisce, dove le zanne fanno capolino, paurose. <Immagina di presentarti a lei, come un dio che calpesta il mondo. Potresti darle tutto. O se preferisci, possiamo tornare da Furaya e forse ambire ad una famiglia. O possiamo ritrovare Hanabi, risvegliare il Mangekyou, e possederla.> Issa le spalle, come se fosse tutto facile. <Cosa voglio davvero da te?> .. <La tua anima.>... <Vendimene una parte, e io e te staremo insieme.. Per sempre.> [CELERE][CK OFF}[14:59]

15:20 Kurako:
  [Dune | Sedia] Il caldo è schiacciante, potente quanto il diavolo che ha difronte, il suo io, il suo essere che cerca di uscire, di diventare ciò che non riesce ad essere, libero nella sua prigione di convinzioni. Deglutisce, ha sete, la gola è arida proprio come quel deserto, persino il sudore ha smesso di scendere, chissà da quanto tempo è li, da quanto tempo è rinchiuso in quel posto in sua compagnia. Si dice che la penna è più potente della spada, in parte è vero e in parte no perchè, dopo anni, ha constata che la parola, saper parlare arrivando nei punti più oscuri e nascosti di una persona, è un potere immenso. Questo potere, che per molti anni ha fatto parte del Senjuu, prende nuovamente vita in Hanga; le sue parole sono macigni, ogni sillaba rappresenta un peso che gli piomba addosso con tutta la forza che si porta dietro. Si sente schiacciato a terra, inerme, senza alcuna possibilità di sfuggirgli. La sua mente, il suo corpo, li si trova, si trova nel luogo dove lo ha lasciato entrare dando prova di essere debole, un debole che non riesce a frenare le proprie ambizioni e che farebbe di tutto per compiere il proprio scopo<Io non sono di nessuno>lo guarda in viso ma il respiro è debole, fa fatica persino a parlare mentre il chakra lo abbandona, la sua forza lo abbandona<Sono un membro dell'Akatsuki, sono l'anulare sinistro. Io. Sono. Libero, non appartengo a nessuno>vuole essere libero nel più totale dei modi. Avere un indipendenza unica, non dipendere da nessuno tranne se stesso ma le parole di Hanga sono veritiere. E' li perchè lo ha voluto lui, non a opposto la minima resistenza al suo attacco, lo ha lasciato entrare con una facilità disarmante per poter ottenere tutto ciò che gli manca, l'Akatsuki, il potere, il controllo, la conoscenza, il comanda, tutte le forme di potere esistenti in questo mondo, le vuole, le brama più di ogni cosa. Dopo l'addio di Kurona, ha solo mentito a se stesso dicendo di non avere più uno scopo, il doloro ha parlato ma dentro di se sa cosa vuole, sa cosa desidera ed è per questo che, senza parlare, va ad annuire con il capo a quella piccola domanda. La forza del diavolo è quanto di più grande ci sia al mondo, parlare e convincere, ingannare e sfruttare, queste sono le sue armi, queste le sue doti<Kurona...>riaverla in vita con se ma a quale scopo? Perchè averla nuovamente vicino? Per soffrire ancora? No, lei è una distrazione che deve dimenticare, così come deve dimenticare Furaya e...Hanabi, già Hanabi Uchiha. Una donna che non è riuscito a conoscere abbastanza ma che, ancora oggi, brama, una furia indomabile, libera e senza regole, al sua controparte femminile, così la vede, così la vuole<Voglio il potere per fare ogni cosa. Comandare l'Akatsuki. Schiacciare chi si oppone al mio volere. Incutere timore a nemici, amici, compagni. Essere una leggenda nel mondo.>i suoi desideri, le sue ambizioni nascoste<Avere il potere di fare...ogni cosa>uccidere, vivere, salvare, condannare, ogni cosa<Un Dio>un Dio sceso in terra, superiore a Yukio, superiore ad Akendo e a tutti coloro che sono al di sopra di tutti<Voglio dimenticare Kurona, voglio dimenticare Furaya e...voglio fare mia Hanabi>dimenticare ciò che lo indebolisce e avere colei che può fortificarlo<Dammi questo e la mia anima è tua>. [Chk off]

#Mentre Kurako parla, Hanga lo guarda in silenzio, appoggiando l’osso sacro alla base della sedia, in una posa sfacciata, trasandata; eppure non ne rimette sulla sua figura, terrificante. Forse è la consapevolezza di avere il demonio di fronte, e caro mio, il demonio ti sta carezzando con entrambe le mani in questo momento, t’ha abbracciato, e tu, invece che scappare, sciocco, l’hai abbracciato a tua volta e ti sei recluso in un angolo della tua stessa mente. E gli stai vendendo l’anima in cambio di sole bugie, bugie vendute con un sorriso fatto si zanne e mani artigliate che si puntellano nella sedia, lasciando trascorrere le parole, rauche di stoppose labbra e caldo fiato, nell’aria. Supplichevole voglia di divenire IL dio, e non uno dei tanti. Di calpestare la terra, come se fosse la steppa dell’Eremo di Kumo. Il cigolio della sedia di Hanga sposta lo sguardo verso i suoi movimenti, si sporge in avanti, verso Kurako, così vicini che le ginocchia si toccano tra loro, quasi come se avesse a che fare con il suo riflesso, che inaspettatamente, risponde autonomamente a movimenti e decisioni, con un carattere differente, ma le stesse ambizioni di Kurako. <Inizieremo con sdradicare tutto quello che ti lega all’esser così… Debole.><Hai persino titubato nell’insultare Mekura.. Che altro non è che feccia, davanti a te.> Le labbra che si chiudono e ripiegano in una smorfia arrogante, non lo giudica, giudicherebbe solamente se stesso. <Hai temuto di ferire i suoi sentimenti? Loro sono solo tuoi sottoposti, tutti loro, dentro di te dormono poteri antichi. Poteri che insieme possiamo scatenare.> E gli occhi color del legno che fissano Kurako, s’infiammano come braceri, come gli occhi del Caron Demonio, di un vermiglio acceso che quasi, lascia fumea rossa al suo risveglio, così come Kurako sente i suoi occhi pizzicare, specchio della sua anima che vende, vende a chi vuol solo divorarlo vivo. E tre virgole color pece, nascono da punti che vorticano su di loro, tremano negli occhi, fino a soffermarsi al loro posto e lasciar cadere una goccia di sangue cremisi sulle gote, per ciascun occhio. <Noi due..> Una voce baritona, bassa, mentre artiglia la sedia come una furia, sfilacciandone il legno, a tratti. <Non avremo più pietà.> E scatta, brutale, sulla sedia, come un dogo a tre teste attaccato ad una catena, ad un soffio da Kurako. <DIMMELO!!> Squarcia il cielo, il caldo, si disperde in un eco infinito, superiore. Lo schiaccia psicologicamente. E’ suo, ora. E’ suo, corpo e anima. <DIMMI CHE NON CI SARA’ PIETA’ PER CHI CI SBARRERA’ LA STRADA!> .. <IO E TE, SIAMO FURIA, SIAMO MACCHINE DA GUERRA, SEI NAN. NON DELL’AKATSUKI, NON DI AKENDO, NON DEL TUO SANGUE. SEI NAN. NON KURAKO. NON SENJU. NON UCHIHA. SEI NAN, SENZA RADICI, SENZA PIETA’!><URLALO, DILLO! VUOI IL SANGUE CHE SCORRE SOTTO I TUOI PIEDI, VUOI VEDERE IL MONDO SOTTO I TUOI PIEDI! IO LO SO, AHAHAHHAAH IO SONO DENTRO DI TE!> E sbraita, le unghie nella sedia, le corde che si tendono, ma lo arpionano alla sedia, pericolosamente allentante.

16:01 Kurako:
  [Dune | Sedia] Cosa vuole davvero? Chi è davvero? Per anni ha cercato la risposta a questa domanda, per anni ha calpestato queste terre cercando di arrivare a un punto, di arrivare a un qualcosa che potesse spiegargli quale è il suo ruolo in questo mondo ma tutto viene vanificato. Le sue azioni, le decisioni prese lo hanno allontanato sempre di più da se stesso; figlio di Akendo e suo sottoposto, frenato dalla paura per Yukio, l'unico ninja che è riuscito a scuoterlo, intrappolato dall'amore per Kurona e Furaya prima di lei e ancora prima Hanabi. Chi è? Cosa vuole? E' il suo stesso pensiero a richiedere una risposta, il suo io, il diavolo che ha davanti. Proteggere Konoha? A che scopo? E' un servo del villaggio ed è ciò che non vuole, servire qualcuno, perchè poi? Chi merita un tale servigio? Servo di un mondo che non esiste, servo di qualcuno o qualcosa che non apprezza...questa non è libertà ma solo una celata sottomissione all'uomo e ai suoi istinti, ai suoi ordini. Così come Hitomu, anche Akendo fa dei suoi uomini nulla più che sottoposti, pedine sacrificabili in una guerra continua e senza fine. Il mondo ha bisogno d equilibrio, ci vuole la pace, ci vuole la guerra, ci vogliono entrambi per creare l'ordine perfetto ma chi sta provvedendo a questo? Il Rikudo? E' sparito per anni senza dire niente a nessuno, ritiratosi in chissà quale solitudine lasciando la sua squadra alla deriva, non un capo, non un padre, non un dio ma un semplice uomo che pecca di superbia, un falso dio che si crede al di sopra di tutti. In esso si vede la vera natura dell'uomo, si vede la vera facciata del'umanità, colma di bugie, tradimenti ma è tempo di uscire dagli schemi. E' tempo di camminare con le proprie gambe, fare ciò per cui è nato. Hanga lo sa, Hanga è lui e lui è Hanga, sono una cosa sola, sono lo stesso essere che manifesta quei pensieri ignorati per così tanto tempo. Mekura? Nulla più che un moscerino da schiacciare, distruggere quella ragazzina e liberare la stessa Akatsuki da questa piaga chiamata Mekura Hyuga. I suoi poteri, Senjuu, Uchiha, una forza nascosta, un potere strappato con occhi innocenti, un potere pronto a uscire, a essere scatenato in ogni momento. La testa si porta indietro, gli occhi bruciano, un dolore allucinante, un bruciore allucinante e il chakra viene risvegliato, si miscela e le iridi cremisi tornando dal sonno, le tre tomoe si manifestano, il sangue scorre sul suo viso. Quel potere è suo, lo ha preso e lo controlla, lui è questo. Abbassa la testa, lo sguardo viene posato sulla sabbia, sul suolo mentre Hanba si erge sul di lui capo, ne ode le parole lasciando gocciolare tutto il sangue per terra, respira piano<Io.>il respiro rallenta, l'aria fuoriesce dalla bocca<Sono.>inspira profondamente, i polmoni si gonfiano e poi<Nan.>butta fuori tutto per poi alzare lo sguardo, gli occhi rossi, iniettati di sangue vengono accompagnati da un sorriso a 32 denti, un sorriso sadico, bocca completamente dilata e aperta che va da orecchio a orecchio, respira come se avesse appena ucciso qualcuno, loro, adesso, sono un tutt'uno. [Chk off]

Il sorriso di Kurako, riceve lo specchio perfetto di quello di Hanga. Loro, loro sono Nan. Ma come gli occhi s'incontrano, e la flebile scintilla scoppia, nel palesarsi di un feeling che va all'esser più di una controparte, più del suo feticcio, più di due entità separate, ma celatamente unite-- ecco che tutto si sfuma, come se non fosse successo niente, e a srotolarsi davanti agli occhi di Kurako, è il soffitto della Bottega di Baba-sama. Ma muoversi ora, non è lui. Lui osserva solamente. A muoversi ora, nel suo corpo, è Hanga. Facendo di Kurako, solo un osservatore silenzioso, rinchiuso e recluso, nella sua mente, e nei suoi occhi infuocati. [END][Risveglio con Sharingan attivo approvato a livello descrittivo, da specificare in azione!]

No px, spin off della saga dell'Akatsuki.
Hanga e Kurako si incontrano nella mente di quest'ultimo, ma il demonio, coccolandolo con false promesse, fa capire a Kurako di non aver bisogno di altro che se stesso, ed il suo potere, per avere tutto quello che vuole.

[Importante]
Da oggi in poi, Hanga nel corpo di Kurako si presenterà e risponderà al nome di "Nan" o "Anulare" (traduzione letterale). Per maggiori informazioni, guardare le note master di Kurako.