I pazienti stanno ormai riposando, fuorché alcuni che han bisogno d'assistenza medica. Altri Medici son rintanati nei propri Uffici, pronti per cominciare il turno di notte. Alla reception, solo un'infermiera che sta rimettendo al loro posto le ultime scartoffie. Indossa la classica divisa da medico, con tanto di fascetta bianca sul capo, con la croce rossa al centro. I capelli neri son raccolti in uno chignon. <Mh?> Alza il capo, stringendo al petto delle cartelle colorate. <Buonasera, è ferito? Ha bisogno di un Medico?> Lo scruta dalla testa ai piedi, appunto, cercando qualsiasi ferita egli possa avere. Così, di scatto, non riesce ad individuare niente. Per questa ragione, cede verso questi la parola: proprio per poter capire cosa voglia, considerando che, a quanto pare, non sembra essere ferito. <Posso fare qualcosa per lei?> Aggiunge, alla fine, pronta per andare anch'essa via, avendo terminato il proprio turno. Gli occhi scuri si posano sul volto di Buro. L'infermiera si presenta sulla trentina, anche se dimostra qualche anno in meno. E' magra, alta più o meno sul metro e sessanta. [Ambient]
I feriti scarseggiano adesso, ma tre anni prima non mancavano affatto. Ogni corridoio era pieno di pazienti, alcuni moribondi, altri sporchi di sangue, altri ancora scioccati dalla guerra che stava prendendo inizio. Non c'erano posti liberi, e parecchi, forse fin troppi, hanno perso la vita. E' un bene, dunque, che i pazienti scarseggino. Questo vuol dire che, attualmente, va tutto bene. <Oh.> Sorpresa, sbatte le palpebre. Sembra forse persino felice. <Certo, c'è il Dottor Asuma.> Rammenta, l'unico rimasto attualmente per quanto riguarda il turno di notte. <Percorra quel Corridoio alla sua destra.> Glielo indica con un cenno del braccio e della relativa mano, i quali vengono distesi in quella determinata direzione. <Terza porta a sinistra.> Spiega, dandogli maggiori indicazioni. <Bussi ed entri. Fa il turno di notte, quindi non credo vi siano problemi.> Si stringe nelle spalle, recuperando le ultime scartoffie dalla scrivania. <Se non le spiace, io ora dovrei andare. Il mio turno è finito.> Distende le labbra in un piccolo sorriso. <Buona fortuna, signore.> Per quanto sia giovane, meglio sempre essere cordiali. Sparisce, dunque, dal luogo, lasciando Buro al corridoio attualmente deserto. Il corridoio stesso è abbastanza largo per permettere alle barelle di passare. Ai lati, vi sono quattro sedie per lato. Sono poste a zig zag, dopo ogni porta; prima su una parete e poi sull'altra. Non c'è molto movimento, anzi parecchie luci sono anche spente, riducendo il tutto al minimo, pronti per la notte. Non resta al giovane che avvicinarsi all'Ambulatorio, bussare ed entrare. Che convenga lui attivare il Chakra? [Ambient]
Il Kokketsu richiama correttamente il Chakra. Nel frattempo, bussando alla porta dell'Ambulatorio, sentirà una voce roca pronunciare quanto segue: <Chi è a quest'ora?> Un sussurro, in realtà. O questo voleva sembrare. <Avanti!> Esclama, alzando adesso il timbro vocale. Non apre la porta né si alza, lascia soltanto che sia il ragazzo a farlo, dal momento che lo sta cercando lui stesso. Successivamente all'ipotetico ingresso, di certo non resterà fuori dalla porta a guardare per tutto il tempo. <Buonasera.> Lo squadra dalla testa ai piedi. Il Medico si presenta vestito con un paio di jeans, camicia azzurra e camice bianco, lasciato aperto. Nel taschino destro, vi sono un paio di penne, mentre sopra allo stesso compare il tesserino. Il Dottore ha una zazzera di capelli neri, ricci, selvaggi quasi. Non vi sono occhiali, ma degli occhi cinerei che osservano il Kokketsu. <Cosa posso fare per te?> Sembra quasi scocciato, annoiato. In fondo, il turno di notte è sempre così, quando si preferirebbe dormire e invece è impossibile farlo neanche per sbaglio. <Accomodati e chiudi la porta. Mostrami le ferite, se sei qui per questo.> Anche se lui, attualmente, non gliene vede addosso. [Ambient]
Con la coda dell'occhio, il Medico riesce a notare quella sorta di livido che, in realtà, è di ben poco conto. Scrolla le spalle, lasciando che possa accomodarsi sul lettino precedentemente indicato. <Un Ninja Medico?> Piega le sopracciglia verso il centro della fronte, mostrando un piccolo sorrisetto divertito. <A quest'ora?> Lo prende in giro, volutamente. <Ascolta.. Per diventare un Medico, ci vuole molta Pazienza, molta Voglia. Non puoi sperare di diventarlo da un giorno all'altro.> Serio. E' comunque un lavoro, specialmente un lavoro al quale tiene molto. <Posso darti qualche tomo di Medicina, innanzitutto. Devi apprendere l'Anatomia Umana, tutto ciò che la Medicina corrente ha fatto, ha studiato e sta studiando.> Gesticola con la mano destra, mentre andrebbe di già a richiamare il proprio Chakra Medico, indirizzandolo verso ambo le mani. Queste ultime dovrebbero colorarsi d'un colorito verdognolo, come un'aura. <Ciò che sto per farti vedere, è il primo passo per poter curare un individuo.> Lo guarda dritto negli occhi, avvicinandosi al lettino. <Distendi il braccio destro.> Avendo notato in precedenza la presenza di quel livido. Qualora egli l'abbia fatto, non ci sarebbe teoricamente motivo per non farlo, andrebbe a posizionare le mani in prossimità del braccio e della contusione. <Devi concentrare il Chakra in prossimità delle mani. Non il Chakra normale. Si tratta del Chakra Medico. Come puoi vedere tu stesso, ha un colorito differente. Di solito, anche quando concentri il Chakra sotto i piedi, questo appare azzurro. Nel caso attuale, invece è verdognolo.> Spiega, concentrandosi sul livido che, nel giro di pochi secondi, scompare così è apparso. In un niente. <Non ci vuole niente, come puoi notare tu stesso.> Sposta le mani, facendo sparire altresì l'alone. Recupera un Bisturi dal mobiletto vicino al quale era seduto. Con un gesto meccanico, semplice e regolare, va a procurarsi una piccola ed innocua ferita sul palmo della mano destra. Sa precisamente dove ferirsi senza rischiare di tagliarsi un tendine od un nervo. E' pur sempre un Dottore. <Curalo.> Gli allunga il palmo, dal quale comincia a fuoriuscire del sangue scarlatto. Poco, ma comunque va fermato. <Richiama il Chakra Medico, trovalo. Usalo. Copri le mani con lo stesso, facendo fuoriuscire dagli Tsubo e curami questo taglietto.> Lo fissa, lasciandolo lavorare, qualora voglia provarci. <Le mani.. L'una sull'altra. Non avvicinarle troppo alla ferita.> Conclude. [Ambient]
La ferita viene rimarginata nel giro di pochi istanti. Effettivamente, non è niente di che. Semplicemente, era facile da curare. Inoltre, Buro si è dimostrato idoneo. <Perfetto.> Mormora, notando come quel taglietto vada cicatrizzandosi subito dopo. Apre e richiude la mano un paio di volte. <Perfetto, direi. Queste erano le Mani Curative.> Ritorna alla sua postazione. <Per il momento, credo tu possa andartene. Ritorna da me tra qualche giorno, quando ti pare.> Borbotta, preparando qualche occorrente per una sua ipotetica prossima visita. <Nel frattempo, allenati nell'uso di quella Tecnica. E' essenziale se vuoi diventare un Medico.> Chiosa, sbattendo le ciglia, serio. <Ora va pure. Non ho altro da insegnarti.> Adesso sembra essere veramente scocciato, stanco. Al termine, quando anche il Kokketsu sarà andato via, lui lo seguirà a ruota, dirigendosi verso le stanze dei pazienti, poste lungo tutto quel corridoio. Ad ogni modo.. C'è da festeggiare. Abbiamo qui un altro futuro medico. [END]