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con Kurako, Buro

22:44 Buro:
  [Mura Esterne] E' stata una lunga giornata per tutto il villaggio, gli abitanti sono liberi di tornarsene a casa mentre il sole cala lentamente verso l'orizzonte, le ombre iniziano a crescere e a ricoprire tutta Kusa mentre in cima alle mura il clone imperfetto sta lentamente passeggiando, il cuore stretto in un nodo di angoscia ed ansia. Aveva trovato un'indirizzo tra le scartoffie custodite dalla madre Kurona, un indirizzo molto, molto importante, si era quindi alzato di buon ora per scrivere una lettera, firmandola con il proprio sangue e inviandola nel modo più rapido possibile, assicurandosi che arrivasse a destinazione entro poche ore. "Lei non mi conosce, ma io conosco il suo nome. Ho un messaggio da consegnarle di persona da parte di lady Kurona Kokketsu. Ci sono inoltre svariati interrogativi cui dovrebbe rispondere, per favore, la prego di presentarsi in cima alle mura del villaggio oggi stesso, al tramonto. Mi riconoscerà. -Amburoshia Kokketsu" Le parole scritte con dolore e rammarico, cariche, seppur questo sia impercettibile, di odio nei confronti di chiunque questo "Kurako" possa essere, l'uomo che ha spezzato il cuore della sua padrona. L'haori del clan Kokketsu è portato con orgoglio e rispetto dall'albino, le cui iridi scrutano il paesaggio in cerca di qualcuno che non somigli ad una sentinella shinobi, i lembi del soprabito svolazzano al vento lentamente, ai piedi un paio di stivali neri, il profumo di lei ancora forte nella sua mente e nella stessa stoffa del vestito, suo più vivo ricordo della donna che lo ha amato come un figlio, la sola e l'unica. Il genin si arresta quindi, una volta in cima alle mura, ammirando il villaggio dall'alto, chinando la testa mentre i lunghi capelli bianchi celano il suo viso. Verrà?

22:49 Kurako:
  [Mura] Giorno dopo giorno continua la sua ricerca, deve trovare Akendo a ogni costo e prima che succeda l'irrimediabile. Un brutto presentimento gli attanaglia la mente come se qualcosa con il sannin non andasse bene; troppo silenzio da quella notte nel covo, nessuno si è più fatto vivo, nessun altro avvertimento, niente di niente e tutto rendo ciò molto più sospetto di quanto non sia già. La mente viaggia di minuto in minuto tentanto di mettere insieme i pezzi del puzzle, di arrivare alla soluzione il prima possibile ma tutto questo viene reso vano dagli ultimi avvenimenti. Dopo lo scontro con quell'immensa tigre, i suoi sogni si son fatti tormentati, costernati da incubi in cui viene divorato e attaccato da quella bestia. Svegliandosi di soprassalto, con il sudore che cola per tutto il corpo e la paura impressa negli occhi, una paura mai provata prima se non in presenza di Yukio. Le mani tremano al solo pensiero di dover incontrare nuovamente l'animale, trovarsi di nuovo faccia a faccia con le sue zanne, sentire gli artigli che squartano la carne e il sangue che esce incessante. Non urla ma resta sveglio, non si addormenta, preferisce addentrarsi nell'oscurità della notte, respirare la brezza fresca e rinsavire ma tutto questo porta a un inevitabile segno ovvero le occhiaie. Il volto del Senjuu non è dei migliori al momento, uno sguardo vuoto con una marcata colorazione viola sotto gli occhi, un chiaro segno delle sue giornate insonne e questa sera non è da meno ma un fortuito evento gli impedisce di recarsi nel letto e rivivere tutto quanto. Una lettera è pervenuta alla sua abitazione, una lettera di un giovane in cui gli viene chiesto di recarsi alle mura del villaggio per un incontro; non conosce costui, non ha idea di chi sia ne del perchè lo voglia incontrare facendo nascere un certo sospetto anche se nomina Kurona. Se fosse una trappola? Se fosse qualcuno che vuole ucciderlo? O forse è uno di quelli che hanno rapito Akendo? Le ipotesi sono tante e nessuna di essi è rosea, nessuna lo rassicura. Il chakra è già in movimento all'interno del corpo, percorre i dovuti canali con forza, velocità andando a donare potenza al suo proprietario. Le vesti sono praticamente le solite, una maglietta grigia a maniche corte, pantalone nero avente la parte delle cosce più larga e man mano che si va verso il basso si restringe, sandali ninja neri, portaoggetti legato alla vita e posto dietro la schiena, anello giallo con kanji del sud sull'anulare sinistro, mantella nera con nuvolette rosse dell'Akatsuki posizionata su tutto, maniche lunghe e cerniera tirata fino al massimo andando a coprire il viso fino a metà del naso. In testa ha infine il solito cappello di paglia mentre i capelli scendono lungo tutta la schiena legati in una treccia a coda di cavallo con un nastro blu alla fine per tenerli fermi. Tutto il busto, al di sotto della maglia, è coperto da delle fasce bianche comprese braccia, collo, mani e metà del viso andando a gareggiare con la mantella dell'organizzazione. Si presenta all'appuntamento sopra le mura, cammina tranquillo in direzione dell'unico ninja presente sul posto, un ragazzo e, probabilmente è lui da incontrare<Amburoshia Kokketsu...>parla ad alta voce facendosi sentire mentre si avvicina al giovane ma fermandosi a circa una decina di metri di distanza<...mi hai mandato questa>alza il destro mostrando la missiva nella sua mano. Nient'altro viene enunciato per ora. [Chk on]

23:18 Buro:
  [Mura Esterne] Il clone imperfetto si volta lentamente al suono della voce dell'Anulare, gli suona così estranea, così distaccata da quella della madre, non ha nulla a che vedere con Lei. I capelli candidi come neve gli si parano dinnanzi al viso per via del vento, li scosta con una mano, un movimento lento ma fluido, carezzandoseli per il nervoso. Il respiro rallenta, sente che la persona davanti a lui, per quanto possa essere giovane come lo stesso genin, nasconde una forza mai affrontata prima d'ora, tuttavia non dovrebbe esserci bisogno di combattere con lui, finirebbe probabilmente male per l'albino, che nonostante ciò decide di impastare il proprio chakra, non per attaccare, ma per presentarsi. La mancina verrebbe accostata al proprio torace, le dita comporrebbero la rispettiva metà del sigillo della capra mentre gli occhi si fisserebbero su quelli dello sconosciuto, le due fiamme, la rossa della psiche e la verde del fisico, si ravviverebbero andando ad avvicinarsi sempre di più, fino a scontrarsi violentemente presso lo stomaco, inondando il proprio corpo, i suoi stessi vasi sanguigni si irrorerebbero con il suo potere, lasciandosi pervadere dal sangue color pece. Il volto si adombra per qualche istante, certo che colui che gli sta parlando sia l'uomo che la madre amava, prova di ciò sarebbe la missiva, stretta tra le mani dello shinobi. Non si aspettava di incontrarlo davvero, gli sembra quasi un'illusione, eppure eccolo lì, davanti ai suoi occhi, a pochi metri da lui. <..Kurako, immagino.> Mormora calmo, battendo le palpebre una volta sola. <..infatti, sono stato io, signore. Kurona Kokketsu, mia madre, ha affidatomi un messaggio da darvi.> Sussurra all'Anulare, avvicinandosi passo dopo passo, accorciando la distanza fra loro. <Lei era il suo amato, da quanto ho potuto capire.> Lo sguardo rimane impassibile, privo di emozioni mentre proferisce tali parole. [chk on]

23:41 Kurako:
  [Mura] Gli occhi neri come la pece vanno a guardare il giovane che ha difronte, un ragazzo albino che ha già visto in passato ma non nella sua figura bensì in quella di un Konohano tremendamente simile, un ragazzo facente parte di un clan rinomato del villaggio della foglia. La memoria viaggia verso i tempi in cui ancora poteva definirsi un ninja di Konoha, in cui la sua lealtà verso Hitomu si sarebbe potuta definire assoluta ma da quel tempo sono passati anni su anni. Diciassettenne, un ragazzo di poca esperienza che non ha mai affrontato il mondo, un genin difettoso in totale contrasto con gli ideali di quel clan che lo ha dato alla luce e ora, sei anni sono passati; quel ragazzo, oramai ventitreenne, ha visto più di quanto avrebbe voluto vedere, conosce più di quanto avrebbe voluto conoscere, sa cosa vuol dire la parole morte, sa cosa vuol dire provare dolore, un dolore immenso tanto da portare un uomo alla pazzia più totale. Chiunque sarebbe uscito fuori di testa, ogni singola persona su questa terra eppure lui è riuscito a far sua questa pazzia, è riuscito a diventare un tutt'uno con essa diventando ciò che è adesso...un essere senza più niente a cui ambire, senza obiettivi, senza scopi, una vita vuota e senza amore dopo che la stessa Kurona lo mandato via per Yukio, dopo che lui l'ha minacciata di morte sperando, un giorno, di essere ucciso dalla Kokketsu per fare, finalmente, ammenda dei suoi errori e pagare per tutto il male che ha fatto in questi anni. Ora incontra un ragazzo, un tizio perchè questo è per lui, un qualcuno che non conosce e non vuole conoscere se non fosse per Kurona, se non l'avesse nominata in quella missiva probabilmente non si sarebbe nemmeno presentato all'appuntamento ma le domande aumentano ancora. Quale legame c'è tra lui e Kurona? Chi è lui per lei? Come fa a conoscerla? Forse è un sostituto di Yukio? Mille pensieri si fanno spazio nella di lui mente, mille domande con una certa gelosia nel mezzo; sa di averla persa per sempre e, come richiesto da lei, sta lontano senza mai incrociare il suo cammino, senza mai far incontrare le loro strade, tutto pur di vederla felice. Ogni cosa fatta per lei, ogni singola azione cercando di pagare un minimo per tutto ciò che le ha detto aspettando il giorno, il giorno della redenzione e della sua personale apocalisse. Improvvisamente gli occhi cedono, si fanno più pesanti e davanti a se si va a mostrare una tigre immensa, 6 metri di altezza stanno per travolgerlo, una zampata lo sta colpendo, un ruggito scuote la terra e rompe il cielo ma è tutto una visione, un sogno fatto ad occhi aperti. Scuote il capo cercando di tornare in se per poi ascoltare le parole dette da Buro, un piccolo cenno con il capo nel sentir nominare il proprio nome e poi quella rivelazione ai limiti dello scioccante...sua madre. Resta impassibile come la Yakuza gli ha insegnato, non mostra sentimento alcuno ma dentro di se il cuore comincia a pulsare sempre più forte, il battito aumenta...è il figlio di Yukio. Non ci sono dubbi, è suo figlio, l'ha fatta sua e con gli esperimenti che fa, non lo sorprende vedere un ragazzo già così avanti<Il suo amato?>la rabbia sta per farlo scoppiare, le viscere si attorcigliano, vorrebbe urlare, distruggere quel ragazzo con le sue mani, distruggere tutto il villaggio solo per sentirsi meglio<Devi aver capito male ragazzo, io sono la persona che più detesta>è quello che pensa ed è quello che è successo dopo il loro ultimo incontro. L'odio nei suoi occhi, l'odio negli occhi di Kurona lo ha segnato per sempre<Perchè lo ha affidato a te? Ha troppa paura di venire lei stessa?>in quella frase si può notare una punta della rabbia che prova in questo istante, quella rabbia devastante che lo logora dall'interno. [Chk on][Maschera di cera | Conoscenza Yakuza]

00:03 Buro:
  [Mura Esterne] Il giovane rimane in silenzio per qualche istante, respirando profondamente e voltando la testa per osservare il tramonto, quasi come se cercasse un suggerimento, come se di lì a poco l'avrebbe vista, sbucare da dietro a qualche muro o far capolino dal bordo della muraglia per dirgli cosa fare, come quella volta che lo venne a prendere fino in classe, all'accademia, per portarlo a casa. Lo ricorda ancora come se fosse accaduto il giorno stesso, era riuscito ad eseguire la tecnica della trasformazione ma invece di imitare il sensei aveva scelto lei come soggetto. Le mani verrebbero quindi avvicinate alla bocca, le ferite sui palmi ancora fresche per via dell'allenamento mattutino, i canini affonderebbero quindi nella tenera carne pallida, perforandola e straziandola, lasciando che il sangue nero come la notte scorra libero fuori dalle sue vene, gocciolando lungo le dita senza però precipitare verso il pavimento. Non sa cosa rispondere, sa solo che vorrebbe tanto che lei fosse lì.. <Madre mi ha parlato di lei come una persona a cui teneva, mi ha chiesto di dirle...> ...a quelle parole così fredde, così venate di odio.. sente qualcosa risvegliarsi dentro di lui. Rabbia. E' quella stessa rabbia a muoverlo, facendolo voltare d'istinto verso l'Anulare. La destra, ancora macchiata del suo sangue, si ritrarrebbe verso la spalla mancina, per poi scattare verso la guancia sinistra dello shinobi, descriverebbe una traiettoria obliqua, leggermente curva, il braccio destro, dapprima piegato, si andrebbe a distendere seguendo il movimento della mano. <Non osare parlare di Lei in quel modo!> Le sclere ora tinte di nero, circondano quelle due iridi di fuoco che trafiggono quelle del Senjuu con il loro sguardo gelido. <Kurona-sama si è tolta la vita settimane fa. Era suo desiderio che io chiedessi il tuo perdono per lei, la morte glielo impedisce.> Risponde, i muscoli contratti nello sforzo di controllarsi, ma una lacrima nera gli sfugge, marchiandogli la guancia sinistra. <Chiede perdono per averti respinto. Lei ti amava come ha amato me. Non dubitare della Sua parola.> Il clone piomberebbe in un doloroso silenzio, le labbra e le punte delle dita ancora tremolanti, per il colpo che avrebbe inferto e per il ricordo di quel giorno infame. [chk on][innata on]

00:45 Kurako:
  [Mura] Le parole, le sue parole sono dettate dall'istinto, un istinto che prende il sopravvento facendo dire cose non vere e che non pensa ma la rabbia, la rabbia è troppo forte per potersi controllare pienamente. Forse è vero, ha paura di incontrarlo dopo le minacce ma non è da lei, non è da lei temere qualcuno a tal punto da evitare di incontrarlo, specialmente il Senjuu che riesce a manipolare a suo piacimento ogni volta che vuole. Il sonno, la stanchezza, l'insonnia degli ultimi giorni stanno prendendo il sopravvento, non riesce a reggere questo tipo di discussione, sente le forze mancare, sente la debolezza pervaderlo a ogni istante che passa, ogni minuto ha la sensazione che una forza sconosciuta lo privi di ogni energia. Perchè proprio adesso? Perchè Kurona si rifà viva proprio in questo momento? Prima Akendo con la sua scomparsa, poi le tigri e il loro attacco e adesso lei...perchè non lo lascia in pace? Perchè non rispetta anche lei ciò che è lei stessa a chiedere? Per quanti anni siano passati, ancora fatica a comprendere l'animo della donna, ancora non riesce a scrutare nel suo cuore e a capire cosa, veramente, vi è nascosto ma è proprio tale caratteristiche che lo ha fatto impazzire. Non riuscire a capirla, sapere di avere vicino qualcuno di sconosciuto, una donna misteriosa che riesce a tranquillizzarlo solamente parlando; la sua intelligenza, il suo intelletto non riescono a comprenderla e più la frenesie e l'eccitazione crescevano e più cresceva anche un sentimento, un qualcosa che ha già sperimentato ma non in questa forma, in questo modo tanto potente quanto distruttivo, un amore maledetto. Si è lasciato prendere dai sentimenti fino a perdere completamente il senno, ha provato a farla sua venendo mandato via, ha provato a vivere sereno come semplice amico...un fratello e ha finito per farsi odiare nel più becero dei modi. Come vorrebbe chiederle scusa, come vorrebbe farle capire che tutto ciò che le ha detto non è vero, non vuole fare niente e soprattutto, farle capire che, quello che prova, è reale e non una bugia per avvicinarsi a lei, non le ha mentito. Il battito del cuore aumenta nuovamente, sempre di più si fa sentire, il petto si muove in avanti, il cuore sta per uscire e la rabbia aumenta, sempre aumenta, costantemente. Troppi errori commessi, troppe cose sbagliate lo hanno portato a disprezzare se stesso, disprezzare la sua stessa persona chiedendosi come si è ridotto in questo modo, cosa c'è di sbagliato in lui. Se fosse rimasto un semplice ninja del villaggio, i problemi sarebbero scomparsi, se non avesse inseguito la vendetta e, di conseguenza, il potere per poterla ottenere, non avrebbe provato tutto questo dolore, non sarebbe stato così male e non avrebbe provocato tanto malessere alle persone che più ama e che ha allontanato. Il fato è beffardo, la vita è beffarda, le sue scelte lo tradiscono, i suoi ideali si rivelano vuoti e la vita perde senso; ecco il perchè della sua rabbia, ecco il perchè di quelle parole tanto violente nei confronti della Kokketsu, incolpa se stesso sfogandosi sugli altri, facendo fatica ad accettare la verità preferendogli la morte. <Si sarà sbagliata>nuovamente ribadisce quell'errore, un errore più simile a una pugnalata al cuore di quanto avesse mai pensato, un coltello trafigge il petto rigirandosi su se stesso provocando un dolore talmente atroce che la morte stessa può essere considerata una benedizione offerta dai Kami. Sentire quelle parole è troppo per la sua povera mente ma è proprio ciò che non si aspetta a farlo rinsavire da quei pensieri, ad attirare la sua concentrazione; uno schiaffo al suo volto, uno schiaffo bagnato dal sangue nero, lo stesso sangue di Kurona e quell'avvertimento enunciato con una rabbia che solo un figlio può provare, la stessa rabbia che, in un certo senso, li accomuna. Potrebbe schiacciarlo in questo momento, porre fine alla sua vita con una semplice mossa eppure resta immobile a guardarlo, gli occhi neri come la pece lo fissano intensamente e poi il nulla. Le parole arrivano alle sue orecchie forti come se un tuono stesse squarciando il cielo, come se un fulmine si fosse abbattuto all'improvviso su di lui; il corpo si irrigidisce, le mani e le braccia tremano, gli occhi vengono spalancati con le pupille divenute piccole, appena impercettibili al semplice occhio umano. Le occhiaie sotto gli occhi divengono più marcate, il viola è più denso, più profondo di quanto non fosse prima e il cuore batte...sempre di meno<N-no...>balbetta incredulo, non riesce a credere a quelle parole, non può crederci, non è possibile, lei non può lasciarlo, lei non può andarsene<...n-non è vero>le parole escono basse, prive di emozione alcuna, non accetta quella condizione, non la concepisce. Il battito cardiaco diminuisce, a ogni secondo i battiti si fanno sempre di meno, il viso diviene pallido facendolo sembrare privo di sangue, la testa lentamente si abbassa andando a guardare le pietre che formano le mura del villaggio e poi, tutto diviene buio; nella sua mente sente soltanto l'ultimo battito del cuore, un ultimo tum provenire da dentro il suo corpo e la rabbia fuoriesce impetuosa come il vento<AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH>l'urlo di dolore proveniente dal Senjuu si fa sentire per tutto il paese dell'erba, il suo dolore arriva fino al cielo stesso. Gli occhi neri cominciano a lampeggiare, il chakra si attiva andando a movimentarsi, corre verso la zona visiva infondendo in essi tutta la sua energia cercando di risvegliare lo sharingan inconsciamente, un moto dettato dalla rabbia. Se ci fosse riuscito, gli occhi si colorerebbero di un rosso cremisi e tre tomoe si formerebbero su di essi cominciando a roteare in senso orario; un movimento veloce e sempre, costantemente, più forte. Attorno a se inizia a formarsi un aura, un energia che fino ad ora ha visto solo nei sogni, un energia nera lo avvolge completamente, un fascio di luce nera che scorre attorno al di lui corpo mentre nuovamente il chakra agisce di istinto andando a richiamare suiton e doton, cercando di farli incontrare, scontrare completamente provando a richiamare il mokuton, fonte di potere del suo clan. Se avesse avuto successo attorno a se andrebbe a crescere del legno, tronchi di legno escono dal terreno ma neri come se una forza esterna li avesse contaminati, neri come la pece. Qualcosa di incomprensibile sta avvenendo, il volto rivolto al cielo e le lacrime che scendono macchiandogli il viso, cadendo sulle vesti mentre queste vanno a spezzarsi; le bende attorno al corpo si distruggono, la mantella si apre, il cappello di paglia viene vaporizzato per il troppo afflusso di chakra e di potere che in questo momento stanno attraversando il ragazzo. Non ci sono parole per esprimere un dolore così grande, le urla continuano, le forze aumentano eppure sente il corpo distruggersi ma non rilascia l'energia, non riesce a controllarla, tutto il potere che ha dentro viene fatto fuoriuscire in memoria di Kurona. [Chk on][Sharingan e Mokuton richiamati a scopo di ambient][Utilizzo di 20 fuda potenzianti][-50 pv per l'effetto dei fuda]

01:18 Buro:
  [Mura Esterne] Le mani ancora grondanti di sangue vanno a rimuovere quella lacrima, simbolo della debolezza che la padrona gli ha ordinato di estirpare, deve essere forte, per lei e per il villaggio. Ma come fare, in una situazione simile, con dei ricordi così strazianti ed una persona così dilaniata dal dolore e dal rimorso. Il capo si china leggermente verso il basso, quasi a chinarlo come per rendere omaggio alla memoria della Kokketsu, la cui morte sembra aver segnato più di una persona. Il clone imperfetto si morde il labbro, incapace di restare calmo, il groppo in gola lo costringe a ingoiare la saliva in eccesso formatasi dallo stress provato. Non c'è modo di spiegare quelle emozioni, sembra che entrambi si rifiutino di accettare la morte della donna, chi in un modo silenzioso e costretto, chi in maniera manifesta e violenta, infatti l'uomo davanti a Buro sembra quasi impazzire dal dolore, anzi, forse ha effettivamente perso il senno, un urlo gli lacera la gola mentre un potere misterioso sembra possederlo, lacerandone le carni e gli abiti, quelli che sembrano tronchi spuntano tutto intorno a lui come una gabbia atta a contenere il suo dolore. Il giovane socchiude gli occhi cremisi, le sue sclere sono ora tinte di nero a causa del potere che la madre gli ha concesso, dalle ferite sui palmi fuoriuscirebbe una quantità ingente di liquido ematico, il chakra precedentemente impastato dovrebbe aderire e avvolgerlo senza troppa fatica, il sangue di colore della notte andrebbe quindi ad assumere una consistenza semi-liquida, particolarmente densa ma non abbastanza da essere definita solida, le grida dell'Anulare infrangono il silenzio del villaggio, facendo tremare il suo stesso cuore, riconoscendo lo stesso dolore e sofferenza che aveva patito il giorno in cui la sua padrona lo ha lasciato, il tormento che lo ha accompagnato da allora. Lo sguardo si posa sull'haori nero del clan, su cui lei stessa aveva ricamato lo stemma prima di donarlo all'albino. Con ritrovato coraggio, il Fiore d'Ambrosia si precipiterebbe verso l'uomo straziato dal dolore, cercando di evitare i tronchi neri che spuntano dal terreno, scatterebbe per quei pochi metri che li separano, gli occhi fissi sul Senjuu scatenato mentre una delle mani, la mancina, slaccerebbe la cintura di tessuto che ha in vita, lasciando che l'haori si apra, le lacrime tornerebbero a rigargli il volto mentre la mascella si serrerebbe per lo sforzo; se dovesse superare la gabbia oscura eretta dallo stesso Anulare, tenterebbe di avvolgere lo shinobi nel proprio soprabito nero, lasciando che quel tepore li abbracci, il profumo di Lei li cullerebbe, un dolce ricordo, un tocco, un frammento di lei. <..manca anche a me.. ma ho promesso di essere forte.. sii forte per lei..> Le braccia cingerebbero il busto dello special jonin, stringendolo nell'abbraccio. Nonostante l'espressione impassibile, non solo il suo volto è marcato dal pianto, ma tutto il suo corpo trema, si scuote, come se non riuscisse a restare insieme, come se la tristezza stesse traboccando. [chk on][innata on]

01:41 Kurako:
  [Mura] Un dolore strazziante percuote il cuore del Senjuu, un dolore che gli lacera ogni singolo frammento del corpo, i muscoli sempre più rigidi, le mani tremano mentre le vene si fanno più gonfie, il collo, le tempie, le braccia, gonfiate dalle vene in procinto di esplodere facendo uscire tutto il liquido rosso che pochi istanti prima sembrava scomparso ma questo non cessa l'afflusso di potere. Quell'energia nera continua a uscire avvolgendogli il corpo, percuotendolo e distruggendolo dall'interno, i tronchi continuano nel loro moto di distruzione provocando ingenti danni alle pietre facenti parte delle mure e lo sharingan, l'occhio maledetto gira, le tomoe girano creando un cerchio nero appena percettibile e visibile, le pupille sono sempre più piccole, quasi scomparse. Tutto viene visto a rallentatore, ogni singola cosa viene vista a una velocità talmente ridotta da fargli credere che il tempo si sia fermato fino a quando il dolore non raggiunge il suo picco colpendo il fisico. Lo sprigionamento di una tale energia, di un tale potere e di una tale forza hanno effetti collaterali distruttivi per un essere umano e Kurako non è da meno; sente il fisico cedere, i muscoli si contraggono, il respiro va a mancare mentre il corpo viene costernato da numerosi e infiniti crampi, le ossa stanno per rompersi, la carne stessa si lacera facendo fuoriuscire, veramente, il sangue. L'intero corpo si ricopre di tagli e ferite, gli occhi stessi iniziano a piangere lacrime di sangue per l'eccessivo sforzo a cui il corpo viene sottoposto, un sangue maledetto che non merita di cadere su questa terra. Il viso, ancora rivolto verso il cielo, resta impassibile, la bocca aperta facendo cessare le urla, gli occhi puntati sullo spettacolo che il mondo gli palesa davanti mentre lo sharingan si schiarisce, il rosso cremisi diventa sempre più chiaro fino a scomparire del tutto; il volto pallido con le occhiaie che la fanno da padrone. La voce spezzata, il fiato è completamente scomparso mentre sente un calore avvolgere il di lui corpo, un calore familiare e ben noto ma non collega subito, la mente è ancora rivolta alla notizia della morte di Kurona...non ci crede, non ci vuole credere di aver perso l'unica persona che gli ha fatto completamente perdere la testa, l'unica per cui morirebbe e per cui avrebbe rinunciato a tutto, anche ai suoi obiettivi pur di starle accanto<Ku..>parla piano, con un filo di voce spezzato dal pianto<..ro..>continua sfruttando le ultime forze che gli rimangono<..na>concludendo il suo nome come ultimo pegno, un ultimo sacrificio prima di piegare il capo in avanti, la testa pende verso il basso. Privo di energie e di forze per muoversi resta immobile, la vista si appanna e tutto quanto diventa meno limpido, ha sforzato troppo gli occhi e ora ne paga le conseguenze mentre sente l'odore di quell'haori, lo stesso odore di Kurona e nuovamente un calore avvolge il di lui corpo<Io vivevo per lei, lei era tutta la mia vita>risponde a quell'affermazione con le lacrime agli occhi e la voce spezzata, lacrime che solcano un viso già distrutto, l'ha persa, l'ha persa definitivamente e non può fare niente per farla tornare indietro, si è suicidata perchè non è stato in grado di proteggerla, non gli è stato vicino nel momento del bisogno<E' colpa mia...è tutta colpa mia>. [Chk on]

02:07 Buro:
  [Mura Esterne] Il suo corpo quasi soccombe sotto il peso dello shinobi, non essendo abituato a sostenere il peso di una persona, non gli era mai capitato prima d'ora, specialmente in una situazione delicata come questa. Le braccia gli bruciano per lo sforzo, i muscoli gli fanno male, tirano, fremono, quasi stessero per lacerarsi. Le mani del Kokketsu sono ancora ricoperte con il sangue maledetto, che si andrebbe a dividere in tanti sottili filamenti neri che andrebbero a premere contro le ferite sanguinanti dello shinobi, nel tentativo di tamponare le lacerazioni e di impedire al sangue di fuoriuscire, le dita pallide e tremolanti si struscerebbero piano piano contro la schiena dello shinobi piangente, nel tentativo di confortarlo, lasciando che la sua testa si appoggi contro la sua spalla, sostenendolo e stringendolo a se. <Anche io vivevo per lei, è solo grazie a lei se ho un'identità, un nome.. un clan..> Mormora mestamente, toccando i capelli dell'uomo spezzato dalla sofferenza, carezzandoli con una punta di affetto. <Non sono riuscito a salvarla.. io ero lì, l'ho vista precipitare...> Sussurra al suo orecchio il clone imperfetto, lasciando che l'haori li tenga al caldo con la sua soffice stoffa pregiata. [Chk on][innata on]

10:29 Kurako:
  [Mura] E' colpa sua, è solo colpa sua se Kurona se n'è andata, l'ha lasciata da sola, senza protezione, senza nessuno che badi a lei nei momenti più critici...perchè lo ha fatto? Perchè si è tolta la vita? Ha messo in lei troppa pressione, troppa per una semplice donna, le ha rovinato la vita con i suoi modi di fare, ha distrutto ogni rapporto con lei facendole perdere la fiducia in coloro per cui prova affetto. Un affetto sincero è quello che Kurona prova per il Senjuu, lo sa, lo ha sempre saputo e gli è stato dimostrato tante volte ma la stupida dell'uomo, l'istinto ha preso il sopravvento rovinando ogni cosa, l'allontanandola da se. Quante volte ripensa alla prima volta che ha incrociato il suo sguardo, quante volte ripensa a quel momento maledetto in cui le ha rovinato la vita; una semplice passeggiata in una foresta si è trasformata in un inferno, un illusione in cui entrambi messi in pericolo hanno fatte delle scelte...scelte per sopravvivere e quella notte nella baracca in cui per la prima volta ha sentito la vera voce della Kokketsu, una voce soave, sensuale e con un potere a lui sconosciuto in grado di calmarlo, di rendere la sua vita piacevole. In quel momento qualcosa è successo ma la stupidità dell'uomo si è fatta sentire nuovamente, avrebbe potuto farla sua, avrebbe potuto rendere tutto quanto perfetto quando ancora Yukio era solo un puntino minuscolo nella sua vita eppure niente, non è riuscito a fare niente convinto che Furaya sia il grande amore trovato...quanto ha sbagliato, quanto si è maledetto per quella scelta. Ha sbagliato fin dall'inizio con lei, ha sbagliato nel parlare, nel comportarsi andando ad attaccarla per ogni minima cosa per poi tornare in cerca della quiete; avrebbe dovuto donare l'intera esistenza a lei, la sua vita sarebbe dovuta essere sua eppure non è così, ha perso tempo e ogni possibilità. Il cuore rallenta il battito ma improvvisamente uno più forte si fa sentire sfondandogli il petto dal dolore, un dolore lancinante si abbatte sul di lui cuore, un dolore a dir poco impensabile segno che tutta l'energia sprigionata prima ha effetti collatterali anche sugli organi interni; la bocca si apre andando a sputare sangue per terra, sul ragazza dinanzi a se, sta male solo per quel picco di forza raggiunto in preda alla disperazione, alla rabbia...forse la sta raggiungendo, forse può tornare da lei<La mia vita>il braccio destro si alza al cielo, la mano penzolante prova ad afferrare le stelle mentre il viso va ad osservarle, la cerca, la cerca sempre anche ora che non c'è più<Non l'ho protetta...non l'ho salvata>le lacrime scendono nuovamente solcandogli il viso, gli occhi diventano rossi per il troppo sforzo mentre il fisico nuovamente risente di tutto provocando contrazioni, un dolore inimmaginabile lo fa gridare e piegare all'indietro. Si allontana da Buro piegando la schiena all'indietro, sangue viene sputato in aria per poi accasciarsi sdraiandosi a terra in preda agli spasmi, lo sguardo vuoto è ancora alla ricerca di quella donna, ricerca il di lei viso sperando di vederla comparire da un momento all'altro e dicendogli che è tutto un brutto sogno. [Chk on][-20 pv]

10:50 Buro:
  [Mura Esterne] Il tempo scorre lentamente mentre il Senjuu continua a infliggersi sofferenze inutili con l'impiego di un enorme, sproporzionato flusso di chakra che l'albino non si sarebbe mai immaginato, lasciandolo esterrefatto, mentre il sangue cola dalla bocca del ragazzo. La spalla si scosta leggermente per assicurarsi che il prezioso haori non si macchi, gli occhi fissi su quelli dell'esperto del legno, non lo trattiene, lo lascia allontanarsi, liberarsi dalla sua presa, costringerlo non gioverebbe alla sua situazione, già compromessa. Lo sguardo si abbassa osservando il terreno, non ha la minima idea di cosa fare, non si sarebbe mai aspettato una situazione simile, il Senjuu si abbandona all'indietro, collidendo con il terreno, inerme. <Questo non è ciò che lei avrebbe voluto.. la conoscevi meglio di me.> Mormora, avvicinandosi lentamente al corpo stremato, inginocchiandosi alla sua destra, torreggiando sul suo viso, i suoi occhi alterati dall'innata così simili a quelli di Lei. <Sai bene che non tollererebbe un simile spreco.. smettila. Rimettiti in piedi..> Gli sussurra con voce fredda, un atteggiamento che le aveva visto assumere spesso, su di lui funzionava sempre, forse avrà effetto anche sul Senjuu. <In piedi..> Gli allunga un braccio, fornendogli una mano con cui rialzarsi, ancora una volta i sottili filamenti demoniaci color pece si andrebbero ad avvolgere intorno alle parti più danneggiate del corpo dello shinobi, nel tentativo di impedire ad altro sangue di sgorgare, non può curarlo, non può infondergli chakra, ma se qualcuno può usare quel "dono" per salvare una vita, forse, quel qualcuno è proprio lui. <..noi viviamo per Lei.> [chk on][innata on]

11:39 Kurako:
  [Mura] Ha raggiunto il limite del suo corpo, non può sopportare un ulteriore colpo, no può reggere ancora per molto. Il chakra continua a sgorgare all'interno del corpo, continua a confluire in ogni sua parte fondendo i poteri del mokuton e dello sharingan, quelle due forze presenti nel suo corpo ora lo stanno distruggendo, rendendolo inerme. Ecco che cosa vuol dire avere un potere divino, ecco cosa significa possedere tanta forza da non riuscire a trattenerla...quel potere a lungo ricercato è già li che aspetta solo di essere usato, non ha bisogno di continuare la sua ricerca, non ha bisogno di fare altro, deve solo cercare di dominare ciò che ha già. Una lezione che si impara man mano che ci si avvicina alla morte, forse è questo che hanno sempre cercato di insegnargli, forse è questo che tutti hanno cercato di dirgli e non ha mai capito. Tutto diviene buio, le stelle scompaiono, la luna si annerisce e ogni cosa perde di colore; si trova in un limbo completamente nero, un posto che ha già visto quando ha affrontato le tigri; vede Kurona, la vede in lontananza. Il sorriso si forma sul di lui volto, un espressione felice mentre le corre incontro, corre veloce ma non riesce a raggiungerla, aumenta la velocità ma lei si allontana, va via lasciandolo da solo. Urla, urla straziante escono dalla bocca di Kurako ma senza alcun suono, nessuno sente niente, nemmeno lui stesso, l'ha persa, ha sbagliato e non c'è modo di rimediare, non si torna indietro, non può far resuscitare i morti, non c'è modo alcuno<Ti chiedo scusa>parla ad alta voce rivolgendosi al cielo, rivolgendosi a lei<Dovevo morire io al tuo posto, quel giorno, nella foresta...io dovevo morire>lo ricorda ancora e ancora, si pente di aver combattuto, si pente di ogni decisione presa perchè tutto questo l'ha portata alla morte. La testa scoppia, il chakra inizia a ritirarsi ma il fisico è logorato, ogni sua parte sanguina, non riesce a muoversi, le gambe sono immobili mentre tutto all'interno è un pulsare di dolore; gli organi fanno male, gli arti rendono la vita impossibile, il sangue perso lo rende pallido quasi come se fosse morto, così pallido da assomigliare a lei in ogni sua caratteristica. Volta di poco il capo osservando la mano del ragazzo mentre il sangue nero scorre sul corpo impedendo la fuoriuscita di ulteriore sangue<Amburoshia Kokketsu...>pronuncia quel nome, un nome che non gli dice niente ma ora vuol dire tutto; lui è tutto ciò che rimane di Kurona, tutto ciò che resta della persona che più ama a questo mondo e non può commettere gli stessi errori che ha fatto con lei<...ti proteggerò a costo della vita...>una promessa difficile da mantenere ma deve farlo, deve farlo per lei a ogni costo, non può lasciare che il figlio subisca lo stesso destino della madre<...in nome di Kurona>la voce esce strozzata, piano nel pronunciare quelle parole. Sente la fatica anche nel parlare, un qualcosa di estremamente difficile è muovere le labbra, anche solo respirare è un esperienza da dimenticare. [Chk on]

12:10 Buro:
  [Mura Esterne] Gli occhi sono sbarrati per qualche breve istante a quelle parole, all'inizio pensa che il Senjuu stia solo delirando, cerca di non farci caso, concentrandosi sulle ferite riportate dall'impeto del chakra. <Sei uno sciocco, l'emorragia avrebbe potuto ucciderti.> Mormora senza cattiveria, una semplice osservazione, nulla di più. I sottili capillari neri composti interamente di sangue si avvolgerebbero saldamente ai tagli più vasti, occludendoli al meglio possibile, mentre i restanti fili di pece cercherebbero di fungere come da cerotti per le ferite minori. C'è qualcosa che lo tiene in vita, qualcosa che va ben oltre la prestanza fisica. <Non parlare.. devo portarti in ospedale.. in qualche modo.. non credo tu possa reggerti in piedi, figuriamoci camminare..> La sua voce è ridotta a un sussurro mentre volta leggermente la testa in direzione dell'ospedale. <..potrebbe funzionare come potremmo morirci entrambi.. vale la pena fare un tentativo..> Il clone difettoso si morde le labbra nervoso, stressato, la paura lo attanaglia mentre i polsi verrebbero avvicinati nuovamente alla bocca, li fissa per alcuni istanti, preoccupato, si pentirà quasi sicuramente di quell'idea malsana. <..proteggici..> I denti affondano nuovamente nella carne di entrambi gli arti, lacerando e trattenendo gran parte della cute per mezzo degli incisivi e dei canini, i quali andrebbero quasi a congiungersi una volta serrate le mascelle intorno alla pelle straziata. Un grido spezzato, un gemito di dolore, uno strattone. Il silenzio. I due pezzi di carne, letteralmente strappati dai palmi del giovane, precipiterebbero verso il pavimento delle mura con un rumore viscido, le mani grondanti di sangue tremerebbero dal dolore e dallo shock, dalle ferite ora allargate scorrerebbe un'ingente quantità di sangue nero come la notte, il suono del liquido denso sarebbe l'unica cosa a spezzare il silenzio. Lentamente i fiumi di sangue si andrebbero a plasmare secondo la volontà del giovane Kokketsu, lentamente, si andrebbero infatti ad avvolgere intorno agli arti, al busto, alla fronte del Senjuu, nel tentativo di immobilizzarlo, come fosse su una barella. Il cuore dell'albino batte rapidamente, non è sicuro di riuscire a rimpiazzare una quantità di liquido ematico così grande, non ci ha mai provato prima d'ora. Con calma tenterebbe di alzarsi da terra, ordinerebbe al proprio fluido vitale di sollevare insieme a lui anche il corpo esangue di Kurako, si sforzerebbe di alzarlo con cautela, davanti a sé, all'altezza del petto. <..cerca..> Ingoia, gli viene da rimettere, un po' per il dolore, un po' per la paura, la fronte madida di sudore per la fatica. <..cerca di restare... immobile.. adesso.> Gli raccomanda, comincerebbe a muoversi, esitante all'inizio, poi con maggiore stabilità, imboccando la via più rapida per scendere dalle mura, l'ospedale è il suo obiettivo. [chk on][innata on][-30pv per lo sforzo]

12:24 Kurako:
  [Mura] Uno sciocco, lo è e non può negarlo, l'evidenza non si nega ma tutto questo per colpa del dolore di una notizia del genere. 3 anni fa ha minacciato di ucciderla, lo ha fatto dinanzi a Yukio stesso il quale ha cercato di ucciderlo e forse avrebbe dovuto farsi uccidere, almeno Kurona sarebbe ancora viva e vegeta e i senza problemi. Debole come non mai è alla mercé di un ragazzo che potrebbe mettere fine alla sua esistenza, potrebbe decretarne la fine; non è lucido, capisce a malapena ciò che viene detto ma non riesce a carpire ogni singola sfumatura, parla quasi a vanvera ma qualcosa attraversa la mente del Senjuu, qualcosa mentre sente quelle parole<Asia...>un solo nome viene pronunciato, un richiamo verso la sua migliore amica, l'unica rimastagli in questo mondo. Un ruggito scuote la terra e squarcia il cielo, il ruggito di un animale possente e immenso che, con un balzo si presenta sulle mura in tutto lo splendore della sua razza. Una tigre arancione con strisce nera fissa sia Kurako che Buro mentre si avvicina con passo lento per poi eseguire uno scatto veloce e deciso frapponendosi tra lo special jonin e il genin; un ruggito viene fatto verso quest'ultimo per poi voltarsi verso il padrone<Andiamo>e con un ultimo sforzo pronuncia quella parole e poi tutto diviene nuovamente buio, le palpebre si fanno pesanti, la vista si appanna e tutto svanisce. Il troppo stress, il troppo sforzo lo fanno svenire, non ha più coscienza ma ora è in pace, per un po' non ha pensieri ma allo stesso tempo Buro non strappa alcun pezzo della propria carne in quanto la stessa Asia afferra Kurako con le fauci e scattando in avanti si dirige verso l'ospedale a grande velocità lasciando il Kokketsu da solo con i suoi pensieri. [END]

12:47 Buro:
  [Mura Esterne] Un ruggito assordante lo mette in guardia, qualcosa, una bestia enorme, lo allontana dal ferito, i sensi vigili, le braccia in posizione difensiva per la scarica di adrenalina. Concedendosi qualche attimo per mettere a fuoco la situazione e concentrarsi di nuovo, si rende conto che una tigre è piombata in mezzo ai due, ringhiando ed allontanandoli, ora si accinge a portare via quello che sembra essere il suo padrone, alquanto insolito, ma chi è questo Kurako? Cosa intendeva quando ha accennato alla foresta? Il clone è di nuovo confuso, il caos nella sua testa è intollerabile, le mani vanno a cingerla, coprendo il suo viso ora che è di nuovo da solo, ha compiuto parte del suo dovere, sì, ma comunque non si sente al sicuro come quando era con Lei, si sente perduto, spaesato, come se la sua presenza in quel luogo non fosse altro che un problema per gli abitanti di Kusa. <Madre... che devo fare... da solo non sono nulla..> La testa si abbassa, gli occhi ricadono sulle mani insanguinate, sospirando abbattuto mentre il sangue nero demoniaco inizia a scivolare verso le ferite aperte, reimmettendosi lentamente in circolo, quello in eccesso gocciolerebbe semplicemente a terra, macchiando la pietra su cui il giovane poggia ora i piedi, il braccio sinistro si appoggia contro il lato di uno dei merli delle mura, traendo un sospiro di sollievo misto a delusione. Forse non è solo.. ma non è neanche felice. Ci vorrà un po' prima che il Senjuu esca dall'ospedale.. Forse sarà il caso di andarlo a trovare, più in là, dopo che si sarà ripreso dallo shock. La testa si leva al cielo, osservando come il tramonto sia ormai terminato, lasciando subentrare la notte, le cui stelle illuminano il cielo. La luna, piena, pallida come la sua pelle e quella di Kurona, resta sospesa, a osservare il mondo in silenzio, mentre il clone si abbandona alle lacrime. <Mamma..> [END]