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Giocata di Lavoro

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con Sosachi, Kurona, Buro

start a te, nella casa del piacere

16:43 Sosachi:
  [. Casa del piacere .] Oggi è il fatidico giorno in cui deve adempiere i suoi compiti come membro della Yakuza. I patti riguardano incontrare Tomei, farsela amica e cercare di capire meglio quale sia e come si stia evolvendo la situazione, per fare chiarezza su quello che può essere un giro d'affari ancora più grande di quello che sta dietro al racket della prostituzione. Per l'occasione sarà Hichi, fratello della prostituta Fenrir che l'altra settimana si era fatta viva nel locale e si era presentata al gruppo di escort che si trovavano in quella circostanza riunite attorno ad un divano rosso. Indossa una camicia bianca, di cui i primi bottoni sono slacciati, un giubbotto di pelle scuro, jeans e scarpe da ginnastica: è vestito bene rispetto ai suoi soliti standard. Gli occhi sono anche velati attraverso delle lenti solari, dei normali occhiali da sole sono portati: forma tipica a goccia e montatura dorata, con lenti tendenti al verde ed in testa un cappello con visiera, come se fosse in incognito. In realtà, fa tutto parte del personaggio e della simpatica scenetta: Hichi è uno dei più importanti membri della cancelleria dello Stato di Kusa e farsi vedere in quel loco non sarebbe molto "bello" per la sua immagine, un'immagine fittizia, sperando che il castello di carte rimanga tutto bello in piedi. Si trova in centro, le mani in tasca del giubbotto, capo leggermente abbassato per non incrociare lo sguardo di nessuno; la direzione è la casa del piacere, il Tanzaku-Gai che per l'occasione diventerà, speriamo, teatro dell'interpretazione del giovane Doku. I sensi sono all'erta, il chakra non è attivato, perchè potrebbero esserci eventualmente spie mandate dalla Juzuochi e potrebbero aver anche dei sensitivi tra le loro file: tutto deve essere considerato. Motivo per cui non è nemmeno armato, deve sembrare un normale cittadino che si sta recando in quel luogo per un normale pomeriggio di svago. La casa del piacere è lì, a 20 metri da lui. La distanza verrebbe percorsa senza incappare in altra gente, schivandola e cercando di scansarsi ad ogni figura che incrocia, non cerca contatti. Davanti alla porta un sospiro, un respiro profondo. Se non ci fosse nessuno ad ostacolare la sua entrata o a fare da buttafuori del locale, vi entrerebbe, in attesa di vedere che cosa ci sia all'interno e che cosa gli offre il destino.

Il cielo limpido tasmette il calore di un torpido sole primaverile- e come la primavera, anche questo tempo è estremamente fragile. S'alternano sprazzi grigi e soleggiati, a favore di un variopinto cielo e d'un tempo estremamente variabile. La sua passeggiata nel Tanzaku-Gai vien accostata da pochissime figure- nessuno di giorno si reca nella case del piacere. E le poche persone, son persone ben poco pulite, probabilmente. La situazione dall'ultima volta che sei stata qui non è variata di una virgola. Vi è silenzio, calma- le ragazze sorseggiano sakè attorno ad un divano tondeggiante e rosso, come l'ultima volta, appunto. Nell'aria suona della musica leggera, tipicalmente nipponica. E quando la governarte apre l'enorme porta di ferro, facendola cigolare pesantemente, le ragazze curvano il capo in tua direzione. Stentano un sorriso tutte, c'è a chi riesce, c'è a chi no- ma Tamei "la rossa" è la prima che con un affascinante sorriso si scosta dalle altre, volgendo in tua direzione il palmo, come a volerti far accomodare li tra le quattro donne libere al centro della sala. Una con i capelli color della cenere, una con i capelli neri, un'altra pel di carota, e poi, beh- poi c'è Tamei, che già hai conosciuto. <Benvenuto--> La voce suadente e morbida, come quella di una sirena, che cerca di trascinarti in un vortice vizioso- lo stesso vortice che vediam ritratto nel Secondo Cerchio dell'Inferno. Il crine rosso, morbido, scivola lungo la spalla mentre le mani affusolate slittano sulla camicia, sulla giacca di pelle, dallo sterno verso il collo. <Hai già scelto con chi passare l'ora migliore della tua vita?> Tono scherzoso, maliziosa, l'accoglienza della casa chiusa permane ironica- eppure sempre, in qualche modo, sensuale. Tutte vestite con kimono piuttosto semplici, poveri, men che Tamei che ha un kimono di seta pregiata, color rosso acceso- con ritratto il simbolo degli Yoton e le fiamme, ovviamente, ricamate. <Io sono Tamei- lei è Gill-Jhar-e Samkra.> Il taglio ferino che si sposta da te -Sosashi- alle ragazze di volta in volta nominate. Come a porti davanti agli occhi, un listino prezzi. [Ambient al Tanzaku-Gai - Zona Rossa - Bordello di Jinto] OPEN

[Tamei: http://static.tumblr.com/0d12f73b93a6c58f5c76c600825222d6/wmv5sjq/84umk9urd/tumblr_static_hshsh.png]

17:20 Buro:
  [anzaku-Gai - Zona Rossa] A distanza di qualche giorno dal suo arrivo in territorio di Kusa, eccolo finalmente trascinarsi per le strade della città, senza neanche sapere di essere in quel quartiere "speciale", la sua camminata è lenta e insicura, osserva le insegne appese e le luci che addobbano la via come un bambino colmo di stupore per qualcosa che non ha mai visto.. in effetti è esattamente così. Quella specie di pigiama che indossa, mai cambiato da quando è fuggito dal laboratorio, lo sta facendo impazzire, prude, brucia, gli mortifica la pelle. Ha bisogno di un nuovo vestiario o presto lo si potrebbe vedere andare in giro nudo.. ok a questi livelli no, è un clone ma non è mica svergognato, il concetto di pudore e decenza gli è chiaro. Si guarda intorno con occhi sbarrati, non sapendo dove dirigersi ora che ha finalmente raggiunto una città con altre persone, tutte diverse, tutte dall'aria così allegra, chissà come mai. Costeggia quindi il ciglio della strada, vicino il bordello, tenendo una mano vicino alla parete come se lo proteggesse.

17:22 Sosachi:
  [. Casa del piacere .] Tutto deve essere studiato e ponderato, le parole non devono essere sprecate. Non appena gli occhi del Doku si sono abituati al passaggio dall'ambiente luminoso ad uno più tetro, vedrebbe la stessa scena che qualche settimana fa aveva, appunto, analizzato attraverso le sembianze di Fenrir. Qualche uomo, brutto, sporco e sicuramente cattivo (?) e le solite quattro ragazze che, come ipnotizzate, sedevano attorno ad un divano. poi c'è Lei: Tamei. E' senza dubbio la più affascinante delle ragazze e non appena gli si avvicina sente che è il momento di far cominciare la sua parte, cercando di recitare come meglio può, cercando di far trasparire al momento giusto il sentimento giusto. Sente il suo dito passargli sul corpo, dal petto al collo, sensuale e avvolgente. Sorride, leva gli occhiali che vengono posti sulla visiera del cappello che rimane in testa, quasi come se non volesse farsi scoprire. Dopo che le lascia pronunciare i nomi delle ragazze, andrebbe a sorridere sempre in sua direzione. Ha bisogno di un luogo isolato dove potere parlare con lei, in modo tale da avere la possibilità di farla sua, sebbene tra i due Tamei può vantare tecniche da ammaliatrice. Deve sfruttare le sue carte. Al termine della sua breve presentazione andrebbe a fare un inchino in direzione delle colleghe della giovane rossa < piacere mio >, quindi, prima ancora che possa dire altro andrebbe a prendere la mano sinistra della giovane con la sua mano destra, cercando di stringerla per farla come sentire sicura. Diciamo che non sarà sicuramente una stretta di mano, benchè calorosa ed accompagnata con un sorriso e dal bell'aspetto di Sosachi (come detto dallo stesso Kurako, sebbene fosse confrontato a Shiro, il suo amico grossolano). Stringerebbe leggermente la mano, per poi dire < ho scelto, vorrei passare del tempo con te Tamei .. > quindi, approfittando della mano cercherebbe di avvicinarla a sè, per poi andare a portare il volto di lui all'altezza del suo collo, quasi come se cercasse di baciarla sul collo, sulla sinistra, ma in quel frangente andrebbe a sussurrarle qualche cosa nell'orecchio sinistro, in modo da essere impercettibile a chiunque altro nel locale < sono il fratello di Fenrir, ricordi? La ragazza da Oto, ho bisogno di parlarti, e tu hai bisogno di parlarmi > cerca così di convincerla ad abbandonarsi al Doku, che le lascerebbe la mano a poco a poco, per poi guardarla negli occhi. Iridi azzurre come lo zaffiro cercherebbero di penetrare nelle sue, cercando un contatto emotivo. < Quindi, possiamo concederci del tempo? Che dici? > le direbbe con un tono normale di voce. Deve portarla dalla sua parte.

La decisione di [SOSACHI] scuote tra le ragazze delle piccole lamentele. Come se fosse aspirato in un vortice di mani che lo sfiorano, si lagnano ch'esso abbia scelto proprio Tamei come compagna per-- il giorno? Tamei del resto, sorride gentilmente, sensuale, accostandosi a lui e tendendo il collo per farselo baciare, mentre le dita scorrono piano su quello del giovane Doku, infilandosi proprio ove i bottoni son ancora accostati. Lo ascolta- ma perfida, non muta espressione, sebbene stia captando correttamente determinate parole. Le ragazze che pian piano, gettando battutine sulla rossa, tornano sul loro divano a chiaccherare e bere sakè tra di loro. Le dita che fanno saltare un bottone, docili, le labbra come seta che scendono lungo la mandibola del biondo, in una finta (?) effusione, per poi sussurrargli qualcosa di estremamente dolce- quanto perverso- all'orecchio. <Oh-> Mugola, bassa, scivolando a catturar le nocche della sua destra nel palmo, avvolgendole delicata e traendolo in direzione del corridoio che porta alle stanze. <Non hai solo bisogno di parlarmi- ne sono sicura-> Come una promessa, il sorriso che si tende maliziosamente, infilando la sua figura e quella di Sosachi, al di là della della parete scorrevole. Dove un letto basso in pieno stile tradizionali e del sakè caldo e dolce attendono con impazienza. Non appena la parete scorrevole si chiude dietro alle spalle di Sosachi, labbra come petali di ciliegio si posano su quelle del velenoso genin, si schiudono, si richiudono- l'accarezzano- è il suo lavoro sedurre. Com'è il suo lavoro lasciar di te una poltiglia innamorata e soddisfatta. <Non- è carino far prostituire la propria sorella- ma lo capisco. Le necessità portano anche a questo, sweetie.> Invece per [ARAH] c'è tutt'altro destino. In arrivo da Oto, è facile incappare nel Tanzaku-Gai, è invero un quartiere a parte, murato ed autonomo -sebbene sia limitrofo a Kusa, e sotto la sua giurisdizione in tutto e per tutto-. Eppure sembra spento. Una Las Vegas in pieno giorno, tornando indietro ad un epoca Edo-Seingoku, piuttosto mischiata con quella moderna. Ad incappare sulla tua strada, dai capelli bianchi come il latte e arruffati, scalati, mossi, come se fosse uscita dalla tempesta, è una donna con le spalle posate al muro ed un kiseru dorato tra le affusolate e bendate dita della destra. Un haori nero- degli hakama rosso acceso, assieme alla tipica blusa da ronin bianco pulito. Porta il coprifronte di Kusa appena sotto il mento, bendata in ogni centimetro visibile del corpo, fino a sopra il setto nasale, lasciando visibili gli occhi rossi come il sangue, accesi, ma che al momento vagano nel vuoto della stradina stepposa che percorri. Kurona Kokketsu- chunin dell'erba, non è un nome conosciuto, a dire il vero. Ma è una figura -per tutti- estremamente enigmatica. Di quelle che mette in soggezione. Tende le labbra in un sorrisetto non appena sfili davanti, sbuffando una dolce ed oppiacea nube di fumo bianco. <Non manterrai a lungo quest'aria da spettro.>...<Chi entra a Kusagakure, finisce per voler esser qualcuno.>...<Essendo nessuno, morirai.> Oh ed è una promessa la morte, piccolo Arah, e te lo dice la Jigoku no Chi- Kusa opera in modi misteriosi. E i ninja minori in missione con lei, finiscono per emergere, o perire. Un sorrisetto sghembo, quasi irritante, da sotto il cappello di paglia che ripara il capo dal sole, e la nasconde da sguardi indiscreti. Un ninja, o una Kunoichi, non son viste di buon occhio, nella zona rossa.

[Arah; puoi vedere Kurona quanto vuoi nella mia scheda, LOL]

17:53 Buro:
  [Tanzaku-Gai - Zona Rossa] Il posto sembra più curioso di quanto avesse mai immaginato, non riesce a capire come mai la gente qui sia tutta così sorridente, non lo conoscono nemmeno, cos'hanno da sorridergli? Inizia a sentirsi a disagio, muovendosi più rapidamente, tenendo comunque una minima distanza dal muro, l'unica cosa in quel momento che lo facesse sentire al sicuro, e si inoltra nel caos del quartiere a luci rosse, tenendo lo sguardo basso, osservando i vari usci dei grandi locali, alcuni sembrano davvero invitanti altri un po' meno accoglienti, la gente però sembra non badare alla sua presenza. Forse il suo aspetto non è così ridicolo ai loro occhi? Poco importa, seguendo l'istinto si infila in una strada secondaria, cercando di evitare il caos, imbattendosi in una peculiare fanciulla dall'aspetto abbastanza eccentrico... o forse è lui a essere vestito come un barbone? Quasi sbanda quando il fumo passivo gli offusca la vista, tossendo un paio di volte, i suoi polmoni non abituati a simili vapori. Le sue parole lo lasciano abbastanza turbato, squadrandola per un paio d'istanti, gli occhi balzano da un punto all'altro della ragazza. <Spettro..? Di che stai parlando..?> Si stringe leggermente nelle spalle, intimidito dalla figura femminile. <..essere qualcuno..tu.. sai chi sono io?> Le domanda sottovoce, tenendosi comunque a debita distanza. <Non ho fatto tutta questa strada per morire.. chi sei? Perché mi stai dicendo queste cose..? Non capisco.> Gli occhi si socchiudono per abituarsi al fumo che li stava irritando, le parole della donna iniziano ad avere un certo peso per l'amnesico.

18:02 Sosachi:
  [. Casa del piacere .] Non è soltanto un'operazione di recitazione, ma anche di resistenza perchè deve resistere a quelle avances, farsi cullare ma allo stesso tempo non perdere lucidità e soprattutto il suo obiettivo. Tamei lo conduce in quella che sarebbe la loro stanza, molto particolare, ma d'altronde non era che la stanza di una casa del piacere. La porta si chiude, si gira un secondo per capire se fossero davvero al sicuro e quando si volta ecco che Tamei parte all'attacco. I nervi del giovane Doku sono posti in seria difficoltà, ma proverà a resistere e a mettere in luce le sue doti da attore e poi un'idea. < io .. > si discosta dalle sue labbra, allontanandosi per un metro < io non ho mai voluto che mia sorella facesse questa cosa. > la chiama "cosa", per far emergere un carattere più turbato. Si riavvicina di nuovo alla ragazza, ma ora lo sguardo è diverso, cerca di fare colpo in un altro senso. Le prende entrambe le mani con le sue e le stringe più forte di prima, per cercare di far capire la sua determinazione < non è mia intenzione .. > si accorge di alzare la voce e quindi la abbassa prima di continuare < .. Far fare a mia sorella questo lavoro, siamo arrivati da Oto tempo fa, non abbiamo una casa e ci siamo sentiti soli. Si sono fatti avanti degli uomini, sembrano dei samurai, che vanno in giro a seminare terrore. Mia sorella è stata presa da loro, ridotta in schiava e costretta a fare questo lavoro per non essere torturata o peggio. > ora lascia andare le mani e farebbe qualche passo per la stanza, camminando in direzione di quel sakè, ma senza berlo. Guarderebbe soltanto il contenitore, dunque si appoggia al muro, dando le spalle alla giovane, inclinando il capo verso il basso. Ella potrebbe vedere le mani che si serrano a pugno e stringono. Poi torna a parlare più calmo < mi ha anche raccontato una volta che vi siete conosciute, si chiama Fenrir, avete parlato, prima che se ne andasse. Ha detto anche di aver visto uno di quei sorci uscire da una di queste stanze ed ha notato il disappunto nei tuoi occhi, nelle tue azioni. > occhi si chiudono. Poi si rivolta in sua direzione < voglio proteggervi, voglio proteggere lei e te, anche. Non meritate una fine del genere, posso darvi la protezione che volete, ho molti contatti, uomini potenti nel governo > chi? Nessuno, semplice teatrino < posso darvi tutto l'appoggio che chiedete. Quegli uomini non sanno nemmeno che io esisto. > detto questo si avvicina di nuovo alla ragazza, le riprende la mano destra ed ora la guarda con fare molto più sereno < hai bisogno di me, posso aiutarti. > cerca subito di andare al sodo. Ciò che cerca è di smuovere i sentimenti della giovane, cercare di far immedesimare la vicenda della sorella in quella della ragazza, cercare di "movere", come direbbero i latini, i suoi sentimenti: dare e suscitare delle emozioni tali da costringerla a vedere nel giovane la sua unica via di fuga. Deve cercare di indurla a pensare questo e per farlo deve dimostrarsi forte, deve dimostrarsi più forte di quegli uomini che la disturbano e che, fondamentalmente, disturbano la Yakuza. < ah, una cosa. > sempre tenendola per mano < credo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole della propria esistenza, ma questo non può dipendere dalle altre persone. Voglio che tu torni ad essere libera, a vivere la tua vita, ma mi serve il tuo aiuto. Chi sono quelle persone, cosa vogliono da voi? > chiede, cerca di farla parlare, anche se deve essere pronto a tutto, anche magari all'arrivo di uno di quei tizi, il che renderebbe il tutto molto più elettrizzante.

[ARAH] <La tua andatura- guarda come sei conciato-> Kurona parla con un tono sprezzante, issando la schiena dal muro e abbassando il Kiseru dalle labbra color del sangue, di una pigmentazione opaca e naturale, così incontrasto con capelli bianchi come la neve. Appare quasi albina, per gli occhi rossi -certo non facili da vedere in giro- e per il crine, ovviamente. La voce melodiosa, come sempre- par quasi l'ibrido perfetto tra l'enigma del Brucaliffo di Alice e la bellezza di una sirena. Tanto amabile, quanto velatamente infame. I tabi di legno che battono un ritmo stabile spostandosi sulla pietra della strada, tap, tap, si posiziona di fianco ad Arah e ci gira attorno- notando un immancabile somiglianza con Katsumi- che lei ha ben conosciuto pochi mesi fa. Una questione di scontri ed odio condiviso velatamente, lo stesso tragitto, odio diverso. Rimane in silenzio per tanto, troppo tempo. <Non mi ci vorrebbe molto a scoprirlo- o meglio.> Calda quella voce, mentre sbuca dal lato opposto e lo guarda torva, lasciando che gli occhi dei due si incontrino e lasciando incustodito il marchio sull'occhio destro "Giocattolo dell'Infeno" in due Kanji affiancati che solcano la pelle, bruciata tempo fa. Quasi tre anni fa. Il capo si china in direzione della spalla, disegnando un ombra sul terreno, che rappresenta un perfetto cerchio, per via che cappello di paglia. <o meglio scoprire da dove vieni.> Specifica in un secondo momento, tendendo la sinistra libera in direzion del suo mento. Dita delicate ed affusolate- gli occhi che son voragini rosse, fuoco puro- Ti guarda, come si guarda un pezzo di carne. Ti sta valutando. Tenendo alto il mento per poterti guardare in faccia. <Di cosa hai paura- passerotto?>...<Sei stato promosso a Genin- o sei un inutile contadinello delle Risaie?> Lo schernisce, sadica- lasciando la parole, e il libero movimento a lui. [SOSACHI] Che cambia metodo, riceve l'attenzione di Tamei. Lo lascia allontanarsi, lievemente allarmata in un primo momento. Ma quando poi si siede, e parla di sua sorella che lei ricorda bene, annuisce leggermente con il capo. Le mani che scivolano attorno all'obi, tirano leggera il fiocco, facendo scivolar la seta, con un tonfo, a terra. Un ridere che inizia piano- ma poi- degenera. <AHAHAHAHAH! GLI UOMINI! AHAH! DEL GOVERNO!> Mentre il kimono rosso cala- mostrando quel che ogni cliente vorrebbe vedere, fa scivolare nel palmo il kunai incastrato in una giarrettiera nera di pizzo sulla coscia, accostandosi a Sosachi e tenendolo dalla parte del manico, avvicinando la lama al collo del Doku. <Non mi prendere per il culo, sono gli uomini del governo a farci tutto questo. E probabilmente se Fen è stata presa dalla Juzuochi, ora starà succhiando il c**** a qualcuno degli uomini che voi tutti tanto amate. Perchè sei qui?> Lo sguardo rosso in quello limpido del genin, lo sta mettendo all'angolo e certamente- Tamei non è una donna sensibile. Lo deve pur esser, essendo la proprietria o come dire "matrona" di quel bordello. <Non ho bisogno di te, ho già un protettore. E indovina? Non voglio- essere libera-> Vi scivola a cavalcioni, sensuale, sfiorandogli il ventre con il suo e chinandosi in sua direzione. <Mi sembra chiaro che non vuoi ******mi, quindi-- parla ora o giuro sui kami che spolvero i jutsu che ho imparato.>

18:40 Buro:
  [Tanzaku-Gai - Zona Rossa] Batte le palpebre un paio di volte, colpito dalle parole della donna le quali non sembrano effettivamente offenderlo o scalfirlo particolarmente, è più che altro l'aspetto stesso della donna ad essere inquietante, non gli ispira per nulla fiducia, anzi, vorrebbe lasciarla lì da sola e andarsene per la sua strada, se solo ne avesse una. <La mia..? Cos'ho che non va? Anche quella ragazza che avvelenava il terreno su cui camminava e il suo amico con... quella specie di sangue nero.. mi sono quasi saltati addosso. Cosa sono io? ..Se lo sai, dimmelo..> La sua voce si spegne lentamente a mano a mano che perde fiducia in se stesso, quell'impeto d'ira non è durato molto, non è un sentimento che gli appartiene. <..dimmi il mio nome..> Non è un ordine, assolutamente, non ha nemmeno la forza di darli a se stesso figuriamoci a qualcun'altro. E' solo spaventato, d'altronde chi non lo sarebbe se non avesse la minima idea di quale sia la propria identità, di quale sia il proprio villaggio d'origine. Essere assalito dai primi estranei che incontri non aiuta. <Genin..? Risaie..?> Ma di che parla la ragazza? Forse è pazza? O magari è lui che sta uscendo di senno.. <Passerotto..? Davvero..? Sarebbe questo il mio nome?> Chiede con un'espressione incredula, quasi disgustata. Non suona per nulla come se lo sarebbe immaginato. E' infatti parecchio ingenuo ma non è colpa sua, non gli è stato dato tempo per imparare, la crescita accelerata sembra aver causato più di qualche problema. Nulla che il tempo non possa mettere a posto per fortuna. Rimane così fisso e immobile a guardare l'estranea negli occhi, perso in quegli iridi, allontanandosi leggermente da quella figura minacciosa.

18:40 Sosachi:
  [. Casa del piacere .] La situazione si fa focosa, la giovane pare anche essere armata, d'altronde devono sapersi difendere, non si sa mai che i clienti abbiano pessime intenzioni. Vede scivolare via la veste, visione paradisiaca, ovviamente per ogni uomo che si rispetti. Shiro probabilmente sarebbe morto. < ehi ma .. > rimane senza parole anche perchè la vedrebbe prima ridere quasi a squarcia gola e poi andrebbe a puntargli contro il collo il kunai, forse perchè si sente minacciata. Però si tradisce, andando a rivelare che in mezzo vi era il governo. < vuoi la verità? > ecco che si prepara a giocare una carta, ma di certo non farebbe crollare la sua seconda identità. La posizione in cui si ritrovano è particolarmente eccitante, se non fosse per il fatto che ha un kunai puntato al collo. Tutti con il collo di Sosachi, prima i lupi ed ora lei, ma che diamine! < mi chiamo Hichi .. > le dice guardandola negli occhi con il suo viso poco distante da quello di Tamei, che farebbe sentire la punta del kunai al collo del giovane < .. Sono fratello di Fenrir e un ninja. Posso aiutarti. La cosa del governo era una fregatura, avevo paura tu potessi non credermi, ma davvero sono un ninja. Ho tutte le intenzioni del mondo e .. > deve inventarsi qualche cosa, non era nei programmi questo sipario < .. sei la ragazza più bella abbia mai visto > ma che cosa c***o sta dicendo? Terra chiama Sosa!! però, aspetta narratore. Si? Dimmi. Se Sosachi cercasse di puntare ora sul lato dell'amore? Non sarebbe male come idea, nel senso che probabilmente il succo della questione è che lei si sente magari sfruttata, poco accettata. Deve provare a fare leva su quel sentimento, no? Allora proviamo dai .. [ metateatro no jutsu ] .. La guarda fissa < voglio proteggerti io, non che ti protegga chi già lo sta facendo ora. So che non sei soddisfatta, la situazione non ti piace. Io posso darti tutto ciò che richiedi, anche una casa se lo vuoi. > mani che andrebbero a portarsi dolcemente e leggermente controllando i movimenti prima sulle spalle della ragazza, quindi andrebbero ad avvicinarsi al collo e dolcemente con i pollici andrebbe ad accarezzarle il viso. Cerca di sorriderle, per cercare di sedurla e di indurla a desistere da quell'aggressione. < posa quel kunai, se sono uomini del governo a chi fanno capo? voglio aiutare Fen, devo farlo. Chi sono quegli uomini, ho bisogno di te Tamei .. > e mentre le direbbe quelle cose cercherebbe di baciarla sulle labbra sperando che quel kunai cada e non entri nella giugulare del giovane. Non vuole dimostrarle la forza, non potrebbe usare l'innata pensandoci bene, sarebbe un dato troppo evidente. Deve puntare sullo charme. Staccherebbe ora le sue labbra e andrebbe a sussurrarle un "ti prego" nell'orecchio per cercare di smuovere i suoi sentimenti. Che donna difficile.

[SOSACHI] La rossa che ti ascolta, ti fissa- ed è quasi una leonessa che ti sta ringhiando contro, tenendo le labbra serrate e così i denti, incastrati in una morsa nervosa. Sono le nocche a spingere sul collo, a minacciarti con quella lama che rimane ad un soffio dalla tua pelle. Eppure ti ascolta- è curiosa di sapere cosa vuoi da lei, nello specifico, quindi quando le parli- quando le fai qualche complimento, il capo si curva di lato, deliziata ma non sciolta, certamente. <Non so a chi fanno a capo.> Il tono si abbassa, non pare più minacciata dal sapere che lui fa parte del cancellieri del consiglio di Kusagure no Sato. Il capo basso, delle ciocche rosse, morbide, gli carezzano il petto lasciato per metà libero, per metà ancora chiuso nella camicia. Si lascia baciare- Tamei, schiudendo le labbra e carezzandolo con la punta della lingua, mentre lui le carezza il volto. Il kunai si scansa, lentamente, finendo sul cuscino accanto al capo del biondo, ancora stretto nel pugno in cui prima era. Ed in cui ora lei si sorregge per mantener una minima distanza tra i due corpi. Sussurra, ora, rimanendo vicina alle sue labbra. <Non ho bisogno della tua protezione. Ma se vuoi liberare tua sorella, sarà sicuramente nel dojo della Juzuochi. Girano delle voci sul fatto che ora rispondano ai Consiglieri. Forse qualcuno nello specifico, ma non so chi, nell'esattezza.> Lo sussurra sulle labbra, iniziando a sentir movimento al di la delle pareti scorrevoli. Geme- forte, muovendo il bacino per far capire esplicitamente che quella stanza è occupata e che sta lavorando. Dato che possono vedere tramite le pareti, la sua ombra-- la sua silhuette. Infatti, la sagoma nera comparsa, con qualche imprecazione, sparisce. <Dicono dall'Akahana che tra un po metteranno tasse esorbitanti. Scoppierà la povertà. E io non riesco più neanche a pagare entrambe le associazioni. Stanno facendo gli strozzini con noi, e con altri bordelli della Yakuza.> Lascia cadere il kunai a terra- ma la sinistra si muove, leggera, verso il basso. Farebbe saltare i tre bottoni posti nella zona pelvica del ragazzo, dato che comunque la dovrà pagare, ma lo fa con una dolcezza immane. <Ti conviene pagar il peso in oro di tua sorella. La lasceranno andare. Tanto non frega a nessuno di avere una schiavetta nel Dojo.> Come reagira Sosachi, a certe provocazioni? [ARAH] che si trova ad affrontare l'enigmatica Kurona, la può vedere sghignazzare divertita sotto i baffi, scuotendo le spalle minute e ritirando la mano che gli aveva alzato il viso, con una carezza dolce ed amorevole. Quasi-- materna, ecco. <No, non è il tuo nome- non credo, almeno.> Gli occhi si fanno leggermente più serrati, dolci, lo sguardo che trasmette la rinnovata curiosità verso il giovane albino. <Fossi mio, ti chiamerei Amuburoshia.> .. <Buro.> Il nome giapponese del fiore che noi conosciamo come "Fior di Ambrosia". Un fiore estremamente semplice. Quanto forte. Ma è il signigicato l'interessante. <Devozione.> Il capo si china verso la spalla, mentre con un sospiro leggero, gli girerebbe le spalle. E' qualcosa di gracile, lei. La sua attenzione è così tanto facile, così come è facile privarsene. Un'interesse che par aria fresca, arriva e fugge come uno spettro che lascia unghiate dolenti su ogni passante. I capelli trascinati dal vento, cascano sulla schiena ove il simbolo dei Kokketsu si presenta in un rosso acceso, ricamato. <Addio, Buro.> [SE - END AMBIENT]

19:27 Sosachi:
  [. Casa del piacere .] Indizi, indizi su indizi cominciano ad uscire dalla bocca di Tamei che pare essere più rinfrancata e meno adirata. Una figura, dietro la porta che viene scacciata grazie alla stessa ragazza che farebbe intendere che la stanza è occupata. Meno male. Sente le parole relativamente all'Akahana, consiglieri che fanno capo alla Juzuochi come se ci fosse dietro tutto questo il governo. Il tutto sta andando avanti e la cosa ancora più interessante. Ecco che la ragazza vuole cercare di convincere il Doku a sciogliersi, ma ha ancora delle domande da fare, altrimenti a scioglierlo ci penserà Kurako. Quindi, per evitare di essere messo in posizione dipendente, cercherebbe di far leva con le gambe ed il busto sollevato dalla muscolatura addominale. Mani che afferrerebbero dolcemente i suoi fianchi per metterla sdraiata sulle lenzuola. Cercherebbe di ribaltare la posizione, in modo tale da mantenere la ragazza sdraiata e lui parallelo a lei, ma sollevato dal letto con le mani che andrebbero a poggiare sul materasso, senza premere quindi sulla ragazza alla quale sorriderebbe. Se ci fosse riuscito sarebbero ora a parti invertite e quindi chiederebbe ancora < se non vuoi protezione perchè c'è qualcuno che ti protegge? Fa capo alla Yakuza o alla Juzuochi direttamente? E perchè mai dei consiglieri dovrebbero affidarsi ad una casata per riscuotere del denaro direttamente da voi? > sorride, per poi darle un altro bacio < ti prometto che ti libererò dalla Juzuochi > non dalla yakuza, altrimenti chi pagherebbe il biondo? < mia sorella verrà liberata a suon di pugni, non verserò oro, ma verserò il sangue di quella gente sulle loro stesse vesti, non devono più avere fiato in corpo quando mi vedranno liberare Fen e riportarla a casa. L'unico oro che verserò potrebbe essere per i tuoi servigi. Mi stai aiutando e non mi dimentico di chi mi aiuta > andrebbe così a piegare le braccia per avvicinarsi ancora al suo volto cercando di baciarla ancora. < ti fidi di me? > le sorride staccando le sue labbra. Deve ancora dargli qualche indicazione, dopo di che l'interrogatorio potrebbe concludersi, ma spera che lei abbia ancora molto da dargli.

19:34 Buro:
  [Tanzaku-Gai - Zona Rossa] Si copre la fronte con una mano, carezzandosi i capelli nervosamente, non sapendo come reagire. Prima lo chiama passerotto, poi gli dice che non è il suo nome, un attimo è fredda e priva di umanità, un attimo dopo sembra trattarlo come un bambino. Il clone si sente le mani tremare, forse per l'ansia mista al timore reverenziale o forse perché quei vestiti stavano davvero iniziando a dargli problemi seri. Amburoshia? Che nome insolito. Non ne ha mai sentito uno però, quindi non è nelle condizioni di giudicare. <Buro..? E' questo il mio nome, quindi? Am..bu..ro..shia.. Amburoshia.. Mi suona.. strano. Non so come spiegar.. A-aspetta! Dove stai andando?> Cerca quindi di richiamare su di sé l'attenzione della donna, raddrizzandosi e correndole dietro, piegandosi in avanti per cercare di afferrarle un polso, sperando di non mancare il suo bersaglio, gli occhi fermi a contemplare la massa di capelli, chiari quasi quanto i suoi, forse uno dei fattori che lo spingono a non lasciarla andar via, impietrendo una volta resosi conto che le sta quasi addosso, a pochi centimetri di distanza, mentre pochi secondi prima non aveva neanche il coraggio di lasciarsi guardare. <..non lasciarmi da solo.. non ce la faccio più..> Sussurra con un filo di voce, quasi inudibile nel baccano generale che riempie la via principale, le iridi rosso chiaro tremolanti, fisse sulla donna misteriosa.

Sosachi ti becchi il premio per le sei azioni e perchè sei stato bravissimo a sedurre/far parlare Tamei. Alle tue domande ti risponde;
- Risponde solo alla Yakuza, la Juzuochi le sta estorcendo Ryo per conto del governo.
- Il governo deve probabilmente tenere una facciata pulita, per questo usa un clan di ronin per rispondere di delitti e pagamenti fuori tempo.

Arah, bravo, migliori visibilmente man mano che giochi. Torni a casa con Kurona, che ti porta nell'Okiya del Crepuscolo -Prati Fioriti- che ti iscriverà all'Accademia Ninja di Kusa, così puoi iniziare a chieder le lezioni.