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Twisted nerve

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con Azrael, Hanae

Stanza Creata: Casa Kazama.

20:59 Hanae:
  [> Casa Kazama] Konoha, il villaggio della foglia. Prima e originale casa del clan Uchiha. Alla fin fine, le radici del proprio gene affondano in tutto e per tutto in tale luogo. Un tempo sarebbe stata una visita particolarmente emozionante e particolare, insomma, da esplorare, ma adesso...è difficile dire quando un'emozione lo attornia. Non lo capisce piu' neppure la propria persona, eppure..non importa neanche. Non è decisamente venuto in un villaggio a lui tanto sconosciuto per visita, anzi, ha due soli e semplici scopi al momento. Il primo è trovare Kimi. Son passati piu' di 3 anni da quando l'ha lasciata andare, da quando la propria residenza è diventata un vuoto contenitore. Una casa che voleva per vivere una vita normale, una casa che voleva per vivere una vita che mai ha potuto vivere, sia con Kimi..che con suo fratello. Ma del resto, si parla di sogni..ne ha avuto abbastanza di questi. Si sta muovendo verso una casa, per la precisione la residenza di Azrael Nara. Perchè? Una richiesta...nient'altro che un tatuaggio. Hanno un che di profondo, come se avere inciso sulla pelle un disegno potesse in qualche modo nascondere la vuotezza che viene ulteriormente celata dalla chiara carnagione. Ironico. < Il posto è questo. > Atono. Capo leggermente inarcato verso l'alto, osserva la dimora nella quale si sta dirigendo. Iridi cremisi a circondare il punto d'interesse prestabilito, mentre lenti passi lo porterebbero a ridurre le distanze dal luogo in questione. Passi nè leggeri nè pesanti nè silenziosi, un suono che potrebbe semplicemente confondersi tra i tanti. Indossa vesti piu' o meno comuni, niente di particolare, in modo da non creare attenzione da parte di alcun individuo. A rivestire la parte superiore del corpo una giacca nera dalle corte maniche ed una giacca puramente bianca. Un cappuccio su quest'ultima indossato per velarne appena la figura e lo sguardo stesso, alla vita un portaoggetti con diversi fuda contenenti la piu' svariata oggettistica, nonchè un rotolo contenente un semplice disegno. Scendendo un pantalone nero ed infine un paio di stivali neri. Ciocche color pece scivolano assieme ad ulteriori ciocche color latte lungo la fronte, lasciandovi un debole contrasto. Il chakra, come suo solito, circola di continuo lungo il relativo sistema circolatorio, pronto in ogni istante ad esser mosso fuori dagli tsubo. Attraverserebbe il porticato, salendo una breve scalinata e giungendo dunque ad una porta in legno. La residenza Kazama, non c'è margine di errore. Il braccio sinistro ad alzarsi lentamente, distendendosi verso la porta stessa e battendovi sopra le nocche un paio di volte. Il cappuccio ad esser soltanto adesso rimosso, attendendo una risposta dall'interno. [ chakra attivo ]

21:18 Azrael:
 Il giovane Nara se ne sta seduto nella posizione del loto sul cuscino che fa da sedia attorno ad un tavolino basso in legno di ciliegio, braccia diligentemente poste coi gomiti in fuori, le mani poggiate sulle cosce. Una posizione scomoda ai più, specie vista l'inclinazione praticamente perpendicolare della schiena rispetto al terreno, non un grado di più né uno di meno, eppure per lui è diventata la posizione più comoda del mondo. Il respiro è perfettamente controllato, l'ambiente circostante è profumato da un sottilissimo filo di incenso che si libera dalla stecca accesa posta sul tavolino, assieme ad una teiera in ceramica e ad una grossa tazza di the verde, ormai vuota. Gli occhi sono chiusi, sono gli altri sensi ad essere allenati a scovare qualunque genere di impulso esterno che sia di minaccia o benvoluto. Stivaletti neri che risuonano nel porticato antistante il proprio uscio. Ticchettano come la lancetta dei secondi di un orologio, scandendo una camminata sicura, che ad un primo udito gli fa presagire una figura maschile, non troppo avanti o indietro con l'età, a giudicare dall'incedere. Gonfia il petto e lo sgonfia al bussare delle nocche contro il legno della porta di casa. Scioglie le gambe dall'incrocio che la posizione gli imponeva e si solleva in piedi, scorrendo i dorsi delle mani a togliere del pulviscolo invisibile dal proprio vestiario. A proposito di questo c'è da dire che esso consiste in una maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloni grigi, consunti dai numerosi usi e giorni vissuti, seppur non strappati in alcun punto. Sulle spalle è poggiata una mantellina color sabbia, le tonalità vanno dalla zona più alta e quindi più scura a quella più bassa, sfociando in un flebile giallo paglierino, i piedi sono nudi come è di consuetudine all'interno dell'abitazione. Al collo è appeso un cordoncino terminante nell'anello che - ai tempi - appartenne ad Itachi Uchiha, membro della prima formazione dell'Alba, di cui ora fa parte a tutti gli effetti. È ben curato, i capelli a ricadere in morbide volute attorno al volto, pallido e liscio, fresco di rasatura che ancora profuma un po' di dopobarba. Si dirige lentamente alla porta, aprendola per rivelare la figura che gli ha bussato. Non lo conosce, eppure non lo caccia, è solito ricevere visite da sconosciuti che diventano clienti per la propria attività di tatuatore. < Prego. > dice semplicemente, allargando il proprio uscio e spostandosi dal lato dei cardini, per permettere al viandante di immergersi nella sala principale, un metro piano ove sono depositate le scarpe, poi un leggerissimo dislivello ove inizia il tatami. Lo stile è semplice, le pareti bianche e decorate con ombre d'alberi e fiori di ciliegio dipinte su di esse, pochi mobili, il tavolino citato prima e poche altre suppellettili, qualche cassettiera in cui depositare oggetti, dei grossi complessi di cuscini a formare quel che potrebbe sembrare un divano e gli altri ambienti della casa separati da porte in carta di riso. < Qual è il tuo nome e come mai sei qui? > domanda, recuperando una tazza di ceramica nuova in cui versa un dito di the, poggiandola al posto diametralmente opposto al suo sul tavolino, per far accomodare il suo ospite. Il chakra è naturalmente attivo, ma ciò non lo rende ostile, anzi, in questo momento sembra decisamente la persona più pacifica del mondo. [C on]

21:45 Hanae:
  [Casa Kazama] Iridi puntate sulla porta, pochi centimetri a separarlo dall'entrata della residenza del Nara. L'udito a suggerirgli che il proprio battito, se non il proprio passo stesso, è stato sentito. Ne segue la traiettoria, senza particolare attenzione, istanti che sembrano avere una durata maggiore quando si ci focalizza non sulla vista. Braccia ferme lungo i fianchi e corpo immobile, attendendo l'apertura della porta, e la conseguente visione di Azrael Nara. Una manciata di centimetri a separare la loro altezza, lo sguardo dell'Uchiha a cercare lo sguardo altrui, focalizzandosi primariamente su esso. Ha udito diverse voci della sua fama, e del suo titolo di Artista nel campo di tatuaggi, non dovrebbero esserci ninja piu' affidabili, e sicuramente di cercare Wooaki non se ne parla. All'allargarsi dell'uscio della porta lo sguardo si porterebbe per un'istante e uno soltanto sul corpo altrui. Pupille a dilatare senza particolare evidenza quando dovrebbe rendersi noto l'anello dell'Akatsuki da lui indossato, che determina il suo posto all'interno dell'organizzazione. Il capo viene chinato leggermente per un semplice gesto formale, non troppo. Un ordine ed equilibrio totalmente inadatti alla fama che viene attribuita ai due ninja, eppure quel sottile filo di pace è quasi visibile, assottigliando lo sguardo. Ma cosa si cela oltre? Chissà. Si muoverebbe all'interno della casa altrui, andando a piegare le ginocchia ed a sfilare lentamente gli stivali indossati, ordinandoli ad un angolo. Si riporta in posizione eretta, conseguentemente tornerebbe a seguire con lo sguardo i movimenti del Nara. < Vorrei commissionarti un lavoro. > Afferma, portando la mancina lungo la vita e afferrando dal portaoggetti un piccolo rotolo. Il braccio omonimo a distendersi nei momenti a seguire per poter dare al ninja stesso il rotolo. Se aperto, potrà vedere due prospettive di un solo disegno. Un corpo, privo di dettagli, per pura concezione artistica, dal petto partirebbe la coda di un centipede, che attraversando la nuca giungerebbe infine con la testa appena sotto l'occhio. < Uchiha Katsumi, preferirei Z-21, o medio destro. > Le ultime parole ad essere sottolineate appena, normalmente non si presenta con il proprio ruolo all'interno dell'Akatsuki, non è niente che generalmente espone ad uno sconosciuto. Ma sta di fatto, che in questo caso, ha davanti a se un membro dell'Akatsuki. Forse richiamato da Akendo a tale ruolo, o da Yukio. < Anulare destro? > Domanda, per avere una conferma che le proprie non siano semplici speculazioni verso il niente. E' pacato nel tono, rispettando quello stato di calma tanto particolare presente attorno al Nara. Nuovamente andrebbe a piegare le ginocchia e accompagnandosi con il corpo a sedersi, per poter prendere posto ad uno degli estremi del tavolo in legno sul quale viene invitato ad accomodarsi. < Grazie. > La destra a distendersi per afferrare la tazza in ceramica, il proprio olfatto a pregustare per primo il the da lui versato, senza ancora sorseggiarlo per goderne del gusto.[Chakra on]

22:14 Azrael:
 Osserva la figura appena entrata in casa propria, nemmeno lui sembra particolarmente ostile, ma di certo l'aspetto non suggerisce una persona particolarmente incline alle pratiche sociali. Sembra più che altro un individuo la cui preoccupazione si concentra su se stesso, più che sugli altri, ma questa è unicamente la prima impressione. La mano si allunga a raccogliere quel rotolo, aprendolo per concedere agli occhi una rapidissima occhiata al disegno che dovrà riprodurre sulla candida pelle dell'Uchiha. Intanto risponde ai cenni di educazione dell'altro con movimenti speculari, un inchino ed il sedersi alla parte opposta del tavolino, versandosi qualche altra goccia di the con cui solleticare il proprio olfatto, il fumo dell'incenso e l'aroma del the stesso si mescolano in un nuovo profumo che ha dell'afrodisiaco tanto che è piacevole. Ascolta senza proferire alcuna parola finché l'altro non avrà terminato, anche quando si presenta come Uchiha Katsumi con annesso codice della casata degli Uchiha e posto all'interno della corporazione. È uno sconosciuto che tuttavia gli serve e con cui gli preme particolarmente parlare. Quale migliore occasione per farlo se non quella, unendo l'utile del lavoro e dello scambio di informazioni al dilettevole di una piacevole conversazione. Le mani vanno a sfilare il cordoncino dal collo come se il movimento avvenisse a rallentatore, in diversi frame che lo portano a stringere quel piccolo oggettino nel palmo. Ne accarezza il kanji Shu. Rosso. Lo stesso rosso dello sharingan del grandissimo shinobi che lo porto la prima volta. Prende fiato e mentre ancora il suo sguardo si perde in quel rosso vermiglio conferma la sua supposizione. < Anulare destro. > ripete le parole dell'Uchiha, chiudendo il pugno attorno al piccolo anello metallico < Non mi aspettavo che alla mia porta bussassi proprio tu. > Alza ora lo sguardo a cercare quello del suo interlocutore. Posa l'anello sulla superficie del tavolo e domanda, spinto dalla più pura e sincera curiosità < Come mai non porti le insegne dell'Akatsuki? > Solleva la mano a mezz'aria e la lascia roteare in direzione del proprio volto, per attrarre i fumi dell'incenso ed inalarli, inebriandosi di quella lievissima fragranza < Seguimi, Haku. > si riferisce a lui col nome del Kanji che porta l'anello corrispondente al medio destro. Il bianco. Il colore della purezza che chissà quanto rispecchia la persona che ora porta quell'insegna. < In ogni caso puoi chiamarmi Azrael o come meglio preferisci, non è importante. > la prima volta in cui afferma che il proprio nome non abbia importanza, ora che ha iniziato a porre accento più su quel che c'è dietro che sul nome stesso. Si solleva in piedi, dirigendosi attraverso una porta di carta di riso per giungere in una stanza dalle pareti scure, illuminata artificialmente da lampade in posizioni strategiche, apposta per non avere mai la luce sbagliata nel disegno. Unico mobilio sono piani su cui sono riposti gli strumenti del mestiere che pratica ed una sedia reclinabile, adatta per il cliente, accanto la quale è presente uno sgabellino non fisso a terra, per il tatuatore. Appese alle pareti vi sono diversi disegni che raffigurano diversi soggetti, alcuni sono ritratti di Mekura Hyuga, altri sono paesaggi che vanno da Konoha a Suna a Kusa e ad ogni altro luogo da lui visitato, altri invece, i più particolareggiati, rappresentano mutilazioni, torture, uomini e donne aperti da parte a parte in pose che mettono bene in vista le atrocità a cui sono stati sottoposti. < Prendi pure posto, prima di iniziare ho urgenza di parlarti. > Lascia nascosto l'argomento di cui ha tanta premura a parlargli unicamente per non essere eccessivamente invadente e constatare quanto il ragazzo è incline alla conversazione. [C on]

22:42 Hanae:
  [Casa Kazama] Lo sguardo si alterna di tanto in tanto tra gli eleganti addobbi della casa, qualche istante di distrazione che colma il silenzio, portandosi poi nuovamente sul possessore di tale struttura. Azrael Nara. Lo stesso ninja che affrontò al torneo Hanabi Uchiha..Z-69. Ciò che ha provato nei confronti della pura non lo ha mai realmente capito. E' stato odio, una fiamma di puro odio che voleva consumarla a causa del potere che lei mai ha voluto accettare. Dall'altra parte invece empatia, nata quando per la prima volta è stato sopraffatto da un qualcosa di piu' grande. Ricordi a scorrere rapidi, tornando alla realtà dopo pochi momenti e portando le proprie iridi su quelle altrui. Non prova a leggere oltre quegli occhi, non prova ad osservare cosa si nasconda dietro quell'apparente armonia dei sensi. Non riuscirebbe in alcun caso a osservare oltre quell'apparente maniacalità verso il proprio aspetto. Cosi' curato, cosi' attento, sembra quasi un'ossessione verso se stesso. O semplicemente narcisismo? La differenza è piu' che sottile tra le due cose. Lo sguardo scivola sul palmo della sua mano, sul piccolo oggetto che ne rappresenta una posizione ormai sopraelevata rispetto ad un comune ninja. L'organizzazione alba. Non sembra avere un reale obiettivo, sembra semplicemente che stia raccogliendo ninja d'elitè, che lentamente stia creando una vera e propria squadra. E Akendo, oh...il suo aspetto in parte riflette le proprie intenzioni. Lo rispetta, ma ogni medaglia ha due diversi aspetti. E lo stesso...vale per i due presenti all'interno di tale stanza. Anello color cremisi, dello stesso colore dello sharingan e del sangue stesso, l'anello di Itachi Uchiha. Forse piu' vicino al sangue, che a qualunque altro elemento, nel caso di Azrael. < Mh? > Il capo a chinarsi leggermente su un lato nell'ascoltare la pima affermazione altrui. Non fa altre domande, sicuramente gli verrà esplicata qualunque cosa possa interessare a lui. Un sorso al the, poggiando nuovamente la tazza sul tavolino e ascoltando la domanda a lui posta. < Non volevo far girare la voce della mia presenza. > Secco. Nonostante ciò tra i fuuda addosso a se tiene sigillate le vesti, per lui utili durante possibili misisoni. Incutono timore a chi non può reggere il confronto con il solo aspetto del potere, ed è già un buon bonus per facilitare il proprio percorso. Nuovamente si alza, si porta sulle orme del Nara, raggiungendolo nella stanza dedicata alla sua forma..d'arte. Illuminata e ben decorata. Lo sguardo viaggia rapido alle pareti, alle decorazioni, soffermandosi per maggiori istanti su ciò che di piu' atroce viene rappresentato. < Percepisci piu' arte nella morte o nella vita? >Lo sguardo rimane posato sulle pareti, schiudendo le labbra e sussurrando il necessario per farsi udire. Una curiosità la propria. A seguire, prenderebbe posto sull'apposita sedia, ascoltando le ultime parole del Nara. < Ti ascolto. > Afferma, mentre aiutandosi con una rotazione delle spalle, rimuoverebbe la bianca giacca indossata, lasciando spazio alla camicia nera. [ chakra on]

23:57 Azrael:
 Si accomoda sul proprio sgabello, non prima di aver messo mano ai lembi inferiori del mantello, facendolo scivolare sulla testa per toglierlo e ripiegarlo con cura prima di poggiarlo sul pavimento della stanza da lavoro. Porta indietro le spalle, raddrizzando la schiena e la testa che prontamente torce prima a destra e poi a sinistra fino a sentire lo scrocchiare della noce del collo. Non introduce immediatamente il discorso principale di cui deve parlargli, prima ci gira intorno, toccando tutti i punti periferici che gli sono di interesse, che poi alla fine occorrono anche affinché il lavoro vada a buon fine. < Dovrai togliere anche la camicia. > puntualizza, subito dopo che l’Uchiha si sarà tolto la giacca. < Hai mai fatto un tatuaggio? > domanda infine, non guardando direttamente lui, ma riaprendo il rotolo davanti al proprio viso, studiandone i dettagli ed immaginando come tale figura possa aderire a quel corpo non particolarmente fisicato e pallido. < Si tratta di un lavoro piuttosto grande. Ha qualche significato? > Non gli serve a nulla saperlo, eppure lo chiede per il puro gusto di parlare, di scoprire dettagli in più a proposito del ragazzo che presto sarà sotto i suoi strumenti da artista. Intanto si alza dalla propria seduta per poggiarsi alla scrivania e distendere lì il rotolo. Vi affianca un foglio di carta su cui l’inchiostro filtra in modo tale da lasciare un’impronta chiara sulla pelle, quando vi verrà appoggiato. Comincia a tracciare la prima parte del centipede, quella che dovrebbe stargli sul petto, abbracciandogli la gabbia toracica in direzione della nuca. Quella parte la lascia al dopo, prima si prende una pausa in cui focalizza la propria attenzione sui dettagli della coda dell’insetto < Non so quanto e come il discorso potrà coinvolgerti. > principia, certamente attirando una certa dose di curiosità sulla prossima affermazione – o meglio domanda – < In che rapporto sei con Kimi Doku? > Domanda diretta volutamente, anche solo per saggiare le reazioni del ragazzo che potrebbero anche essere violente, ma se la cosa lo avesse preoccupato non avrebbe approcciato il discorso in questa maniera. Non aspetta risposta tuttavia, non gliene da’ nemmeno il tempo, non prima di aver rivelato il motivo di tale domanda indiscreta < Un altro membro dell’Alba, Kurako Senjuu, ha istigato sua sorella Kayoko ad attaccare membro per membro l’organizzazione. Partendo da Kimi. > si ferma, avrebbe altre cose da dire, eppure attende, proseguendo ora nella parte del disegno che dalla nuca gli avvolge il volto sino all’occhio, dettagliandolo il giusto. Quando avrà terminato prenderà lo stencil tra le mani e tornerà a sedersi accanto all’Uchiha, attendendo che capisca e che stia fermo, mentre lo applica nella posizione che più si addice alle sue linee e alla anatomia del suo corpo. [C on]

00:33 Hanae:
  [Casa Kazama] Ascolta le parole altrui, annuendo appena alla prima domanda che gli viene posta. < Uno soltanto. > Risponde rapido al Nara, seguendo la procedura per poter incidere il tatuaggio stesso. Le braccia a scivolare lungo i pochi bottoni della camicia, facendo in modo che questi vengano sleghino la veste indossata, facendola scivolare sotto di se, ed eventualmente lasciandola cadere al terreno con non-curanza, come se non avesse nessun valore. Cosa effettivamente reale. Cosa ha valore adesso per ..Katsumi? A stento se stesso. Se stesso gira attorno al ricordo di Kimi, attorno al bisogno di mangiare per colmare il vuoto da lei lasciato. Sulla schiena sarà già ben visibile il tatuaggio di un centipede, in concetto simile a quello richiesto al Nara, ma decisamente piu', grande, abbastanza espanso da occupare maggior parte della schiena, senza tuttavia sforare oltre quest'ultima. Gli viene posta una domanda, puramente di sfondo, cosa rappresenti per l'uchiha. Abbozza appena un sorriso, freddo, privo di un reale sentimento, come una reminescenza di qualcosa ormai andato, un sorriso che non riesce a manifestare un sentimento. < E' uno dei miei ricordi..piu' cari. > Il tono è decisamente calmo. Il tempo ha plasmato in modo particolare la figura dell'Uchiha, lentamente ha preso il totale controllo su buona parte di memorie, sentimenti. Poche son le cose che lo scalfiscono a livello emotivo, e lo tsukuyomi di Arima ha fatto in modo di rafforzare ulteriormente la fragilità di quella mente. < I centipedi...fanno molto rumore. Ancora adesso posso avvertire chiaramente ogni suono, a distanza di oltre 4 anni. > La mancina scivolerebbe appena sull'orecchio sinistro, riportando alla mente la prima volta nella quale il proprio corpo è stato portato allo stremo, torturato e umiliato. Adesso..è un caldo ricordo, forse perchè provava qualcosa, mentre il tutto avveniva. Rimane in attesa, continua a guardarsi attorno, passando per le pareti di tanto in tanto. Una domanda riguardo Kimi. Un brivido attraversa la schiena, ma viene repentinamente placato. < Lei...sembra vestita di me, stesa attraverso la mia vergogna. > Sussurra appena, pensando all'immagine che nella propria mente è adesso Kimi. Diversa..contorta, la sente quasi piu' vicina di quel che invece non è. < è l'unica che mi fa sentire tormento..e dolore. > Le dita della mancina si muovono affusolate verso l'aria, come se stesse sfiorando qualcosa. Qualcosa che non è vero, che non può rendere vero. Arriva poi la notizia. Kurako..ha mandato una certa Kayoko per attaccare l'akatsuki, partendo da Kimi. Batte le ciglia. Lo sguardo si posa su Azrael per qualche secondo, si posa poi sul nulla. Qualche istante in cui sembra semplicemente assimilare l'informazione. < ... > E lo potrà sentire il Dainin. Una pulsazione piu' frequente al battito cardiaco per dei secondi, per poi..tornare placida. Ingoia quel sentimento che stava per nascere, isteria. La trattiene, la accumula. Ma non la spegne, la mantiene..per il momento propizio. Kayoko..la conosce..conosce il nome. Dove l'ha già incontrata? Era tanto..tantissimo tempo fa. < Capisco, grazie. Hai vaga idea di dove si possa trovare il cadavere della sorella? > Una nota di ironia, eppure può già assaporare qualche immagine. < Qualcuno ha intenzione di agire per Kurako, invece? > Domanda. Rimarrebbe adesso immobile con il corpo, lascia che il tatuatore possa esercitare la sua arte sul proprio corpo. Risponde con calma, con una stasbilità che forse potrà essere vista dal dainin come quello che è. Decisamente...differente da una reazione priva di emozione. Nasconde molto di piu'. [ chakra on ]

Stanza Creata: Casa Kazama.

15:49 Azrael:
 Assimila ciò che gli viene comunicato dall’Uchiha. È in silenzio, riflessivo nei confronti della persona con cui sta condividendo quei momenti. Un po’ se lo immaginava così, tutti gli Uchiha che ha conosciuto sono catastrofici, disfattisti, eppure hanno una scintilla negli occhi, qualcosa di unico. Quando guardò negli occhi Hanabi per la prima volta se ne accorse. Indifferente nei confronti della vita eppure piena di voglia di viverla al massimo, piena di desiderio di combattere e di misurarsi. Tutte quelle emozioni unicamente a renderla più forte. Più andavano avanti più lo scontro si faceva intenso, come se i due contendenti ne potessero uscire consumati dalle fiamme della loro competitività e voglia di primeggiare. Diverso dall’idea che alcune persone hanno di cloni insensibili e senza emozione alcuna, diversa persino dall’idea che Z-21 sta tentando di comunicare. È evidente che ha l’animo in subbuglio per diversi stimoli. Fino a quel momento ha conosciuto una sola persona che si avvicina all’idea di provvidenza divina, indifferente nei confronti del mondo. I suoi occhi viola gli si sono impressi nella memoria e non se ne andranno mai più, probabilmente è in quei cerchi neri concentrici che ha imparato come mediare la sua personalità e la sua stessa vita in modo da diventare quel che è ora. Non una persona nuova, ma con un nuovo modo di fare, con un nuovo equilibrio a cui adattarsi. Tornando al lato più professionale di quell’incontro, allunga lo sguardo ad osservare quel tatuaggio già esistente, un altro centipede molto simile a quello da fare al momento, che se fosse un po’ più in altro si intreccerebbe con le linee tracciate dallo stencil. Si avvicina un carrellino su cui sono poggiati vari pigmenti delle tonalità che vanno dal nero assoluto ai vari grigi e la macchinetta dotata di ago con cui inciderà sulla pallida tela distesa dinanzi a sé. La accende, il flebile ronzio riempie la stanza negli attimi di silenzio, abbastanza da fare da sottofondo ma non abbastanza da coprire le parole dei due. Avvicina l’ago alla pelle, alla zona del petto ove inizia la coda del centipede. Ad un solo millimetro si ferma, cercando i tratti del volto dell’Uchiha con lo sguardo < La meditazione aiuta a non sentire più quei suoni. Aiuta a sostituirli con qualcosa di più piacevole. La voce di una persona amata, le urla di dolore, lo scrosciare dell’acqua. Non è difficile. > Con essa ha imparato a dominare i ricordi degli abusi del padre adottivo, della madre biologica e delle sue cattiverie nei suoi confronti, un po’ di tutto. Ora sono in un angolino, non nascosti, ma asserviti ad un sistema più grande, dominati e non più dominanti. Ora accosta l’ago alla pelle, iniziando a ricalcare il contorno della figura, fermandosi giusto quando il sangue diventa troppo copioso, in quel caso vi passa sopra un piccolo panno sterilizzato per tamponare. < E lei ne sente per te. > Non che ci abbia parlato diversamente, più che altro si affida a quanto ha potuto vedere in quel litigio in pieno centro con Mekura < È a Konoha, o almeno c’era l’ultima volta che l’ho vista. Noi non ci conosciamo e mi spiace arrogarmi questo genere di diritto nel dire cose che non mi competono, ma dovresti cercarla. > solleva per qualche istante la macchinetta, i contorni sono definiti sul petto, dunque passa a tatuare la parte che riguarda la nuca, che dovrebbe essere anche più dolorosa e pericolosa. < Non credo dovresti ucciderla. > dice riguardo Kayoko, soffermandosi sulla parte spinale della nuca, quella che se presa male potrebbe causare non pochi problemi ai movimenti del povero tatuato < Insomma, ha una motivazione futile, si è lasciata plagiare da suo fratello… > si arresta un attimo, come se avesse avuto una qualche rivelazione < Oh… come non detto. Non so dove trovarla, ho un disegno sommario di come dovrebbe essere al momento, ma dato che cerca Kimi dovrebbe bastare seguirla ed essere dove è lei. > Piccola pausa, prima di avanzare una questione < Ho una richiesta, però. > Risale con gli aghi attorno al volto, nella zona della testa dell’insetto. < Ho un disegno di quando è viva. Non renderla così irriconoscibile da non poterla disegnare quando sarà trapassata. > Stacca dunque la macchinetta dalla pelle, ripulendo i tratti dall’inchiostro in eccesso e dal sangue. È un po’ bruttino senza dettagli e senza ripassare alcuni tratti. Dunque immerge di nuovo l’ago nel colore, stavolta un grigio poco più chiaro del nero usato in precedenza. < No e nessuno deve farlo, non senza la mia supervisione. > Insomma, vuole essere uno di quelli che gli metterà le mani addosso. < Sei d’accordo? > attende risposta, calcando leggermente la mano nelle sue carni, in zone innocue per le paralisi, ma non nella percezione del dolore. È una minaccia? Sì. Seppur abbastanza velata. < Dato che è evidente che voglia togliere la vita a Kimi credo sia giusto che ci sia anche tu. > Sembra gli stia proponendo qualcosa, ma starà a lui cogliere o meno l’input che gli è stato mandato dalle parole del Nara. [C on]

16:22 Hanae:
  [Casa Kazama] Hanabi Uchiha..come sarebbe reincontrarla adesso? Forse diverrebbe un bersaglio, per L'uchiha. Quegli occhi cosi' simili a quelli di Sasuke, quel gene cosi' perfetto in lei presente. Un oggetto di desiderio, cos'altro? La propria mente viaggia sullo sguardo della lei, su quegli occhi. Ricorda il mangekyou in lei presente quando è stato portato fuori dalla buia cella di torture. Ricorda quel suo aspetto...perfettamente, arriva quasi a confonderlo con quello di Sasuke Uchiha. Vedeva la luce in lei, un tempo. Se la rivedesse vedrebbe comunque una luce. Non piu' flebile, ma totalmente circondata dalla mera oscurità. Una luce che vorrebbe spegnere in ogni metodo. Corpo immobile e le sole labbra a schiudersi leggermente tra una frase e l'altra del Nara, lascia che il tatuatore possa svolgere minuziosamente il suo lavoro senza trovarsi a poter commettere errori per scatti dell'Uchiha. < No..credo di essermi espresso male.. > Iridi a seguire i movimenti altrui, per poi proseguire. < Quel suono..è tutto ciò che è rimasto da una lunga meditazione che ha allontanato ogni rumore. > 3 anni, che son stati percepiti come di gran lunga superiori. Tre anni affrontati a rivivere in pochi minuti intere giornate di tortura, di cannibalismo. Anni passati ad ascoltare 0-21 e Katsumi discutere nella propria testa. Due parti di se che tentavano di trascinarlo da uno dei due estremi. Quando ha risolto quel conflitto...il proprio corpo e la propria mente non sentivano quasi nulla. Rimaneva solo un flebile suono, un centipede. < Mi fa sentire vivo. > Il tono è in tutto e per tutto flebile, un sussurro che svanisce sul nascere, come se temesse di farsi sentire da qualcuno. Il disegno lentamente si forma sul proprio corpo, parte per parte, ogni tanto gli occhi vengono chiusi, come ad assaporare il fare altrui. Dovrebbe cercare Kimi. < Apprezzo la conversazione, Azrael. La cercherò...sicuramente. > L'artista prosegue nel suo lavoro, pizzichi continui che sembrano amplificarsi particolarmente alla Nuca. Ascolta le parole che vengono espresse del Nara, attendendo che ognuna di esse - legate alla sorella di Nan - vengano totalmente a galla. La richiesta del Nara a stuzzicare particolarmente la creatività, sembra quasi che gli chieda di dare vita ad uno dei disegni che contornano la stanza stessa. Rimane in silenzio mentre il lavoro prosegue, attendendo che la macchinetta venga staccata. < Ti farò recapitare un rotolo per aggiornarti al riguardo. > Se Kayoko cercherà e troverà Kimi indubbiamente Azrael sarà il primo ad esser conscio di ogni evento. Si passa poi a Nan. Il nara sembra essere particolarmente inflessibile al riguardo di ciò che va fatto, lo segue con lo sguardo, attendendo nuovamente che termini di decorare ulteriormente quel tatuaggio, assimilando il lieve dolore che ne proviene. < Sono totalmente d'accordo. Gli Uchiha si sono trasferiti a Kusa, in dei quartieri che simulano quelli di Konoha. Potrai trovarmi li'. > Se qualcosa accadrà, vuole esserci, e il Nara sembra essere particolarmente aperto al riguard odi tali questioni. [chakra on]

17:13 Azrael:
 La mano diventa più leggera, tocca appena punti specifici di pelle per poi essere sollevata come fosse dotata di ali. Traccia linee spezzate, ricurve, si avvolgono attorno le linee guida per decorarle e dare giustizia alla figura di quell’insetto che pare avere una valenza piuttosto intima per il ragazzo, tanto da farselo incidere per ben due volte nella carne. < Comprendo. > ora che ha precisato, che si è spiegato meglio. Anche quel ragazzo ha trovato la propria pace, è così bello trovare qualcun altro che si è adattato ai propri demoni in modo da non nasconderli o combatterli, ma prendendone pieno possesso. < Personalmente penso una cosa. > una pausa, un sorrisetto, quella smorfia piena di sadismo appena accennato, una scintilla di cattiveria al pensiero concreto di quello che le sue parole stanno astrattamente per dipingere < Nulla batte il suono di migliaia di voci che urlano di dolore all’unisono. > il tono è glaciale. Traccia un’altra linea e solleva la macchinetta, ripulendo con cura la zona appena particolareggiata. Quel malefico ghigno è sparito, lasciando spazio alla precedente espressione neutrale. Ma pare non aver ancora esplicato a pieno il concetto, sussurra un ultimo insieme di parole, un’ultima precisazione < Migliaia di urla che risuonano nelle tue orecchie come un’orchestra, per poi cessare di esistere una dopo l’altra. > Pronuncia infine con un trasporto tale da lasciar intendere che la musica non sia arte a lui sconosciuta, di poco seconda al disegno. Si silenzia mentre i dettagli vengono tracciati attorno alla nuca e al volto. La concentrazione è palpabile, ci sta mettendo tutta la cura e la minuzia di cui dispone, non vuole fargli del male in alcun modo, cosa dovrebbe avere contro di lui? Contro qualcuno che non gli è ostile e che, anzi, ha appena affermato di apprezzare quella conversazione. Non poteva dirgli nulla di più bello, che lui apprezzasse di più. < Quando l’avrai trovata, se ti parrà il caso ed il momento, ti chiedo cortesemente di dirgli da parte mia qualcosa. > Cosa lo dirà solo in seguito, perché prima gli preme rendere chiaro il motivo di quell’ennesima richiesta, per cui si prende qualche secondo di silenzio, di pausa. < Tempo fa avemmo un incontro, non mi era molto chiaro come avrei dovuto comportarmi con lei e per incomprensioni che ora non hanno più importanza le ho messo timore, è spaventata da me. > Pare seriamente dispiaciuto in ciò che ha detto, sebbene dal volto non trasparisca alcuna emozione se non la concentrazione nell’apporre l’inchiostro sulla pelle. < Non voglio che tu la convinca a cancellare quell’evento, ma solo farle sapere che sono dispiaciuto. > Non per sensi di colpa, fa tutto parte dell’idea di sistemare tutte le questioni che aveva in sospeso, con chiunque. < Un rotolo? > poggia la macchinetta sul piano ligneo, prendendo poi un foglietto, pare un fuuda di quelli che si utilizzerebbero per la sostituzione, ed un pennello. Vi traccia sopra i kanji utili al sigillo dell’empatia, vergati con fluidità, poi lo mostra a Katsumi. < Esiste un metodo più rapido.> lascia che lui comprenda, ma se dovesse vedere che non conosce il significato e l’utilità di quei kanji, andrà a rendergliela nota. < Lungi da me l’idea di entrarti nella mente, la mia è l’unica che mi interessa. Tuttavia potresti contattarmi al momento e potrei essere lì in un attimo. > sospira, riflettendo attentamente su quanto gli sta proponendo. Mettersi nelle menti altrui potrebbe seriamente alterarlo, proprio ora che ha trovato pace per la propria. < Se la attaccassero in due, in due potremmo intervenire. > Da solo potrebbe spazzarli via con un battito di ciglia, ma la sua intenzione è diversa dalla mera e vuota distruzione. < Troverei anche l’occasione di trovare l’espiazione della mia colpa con lei. > termina ed unicamente se lui dicesse di sì andrebbe ad applicargli il sigillo sul nodo spinale, trasferendo il chakra necessario tramite gli tsubo del palmo, in maniera da imprimerlo e creare un contatto tra loro due, un contatto mentale che dovrebbe essere aiutato da un altro tipo di sigillo, di cui gli parlerà più avanti, se lui accettasse almeno prima questo. [C on] [Tentativo sigillo dell’empatia]

16:51 Hanae:
  [Casa Kazama] Azrael Nara. Ne ascolta ogni singola parola ponendovi un'attenzione quasi unica. Ogni singola sua parola a solleccitare appena la mente dell'Uchiha, una conversazione piaciuta, di quelle che raramente ha mai avuto modo di avere negli ultimi anni. Ha avuto modo di conversare per la maggior parte con corpi dilaniati appartenenti a cadaveri, niente di più. Il tatuatore gli riflette un bagliore simile al proprio. Quella determinazione che generalmente l'uchiha ama veder morire, ma che in tale dialogo sembra voler essere mantenuta viva. Combattere i propri demoni..è sempre stato un grande errore. Del resto, cosa sono questi "demoni" se non desideri ed emozioni? Inizialmente li ha combattuti, lentamente ha ceduto...mentre adesso li controlla, decide quando è il momento giusto di lasciarsi andare. E' uno stato di pace che non è facilmente spiegabile, ma che lo ha portato ad una completa armonia dei sensi. Il nara potrebbe capirlo? Pensa di si'. Rimane in silenzio mentre il tatuatore prosegue nel dare dettaglio al tatuaggio stesso, schiudendo leggermente le labbra a seguito di quel suo sussurro, quella precisazione accompagnata da uno sguardo che lo porta soltanto a osservarlo. E' compiaciuto. < Ho fatto decisamente bene a cercare te. L'arte per molti è un mero mezzo di guadagno. C'è chi invece vede l'arte come ciò che è, ma che per sua sfortuna non possiede talento. Poi c'è un artista. > Inspira profondamente, rilassando il proprio corpo e la propria mente. Lascia sottinteso a quale categoria appartenga il Nara, ma non cela particolarmente come possa apprezzare le sue parole. Gli occhi a chiudersi, lasciando semplicemente che il delicato tocco altrui ne accarezzi la pelle, arricchendola e decorandola. Ascolta le parole del Nara riguardo un passato episodio con Kimi. < Le farò sapere sicuramente. > affermerebbe, rimanendo conseguentemente in silenzio e attendendo le parole del Nara in risposta alle proprie. Lui si ferma, lo sguardo tornerebbe a osservare il suo fare, il sigillo dell'empatia. Lo osserva per degli istanti, ci riflette. Intanto l'udito presterebbe attenzione alle motivazioni altrui. < Inevitabilmente ascolterai i miei pensieri, ti chiedo solo...> Cerca lo sguardo altrui, aumentando appena la serietà onnipresente nel proprio parlato. < di non far sapere a nessuno..qualunque cosa tu possa sentire. > Del resto, Azrael potrà sentire i pensieri dell'Uchiha quasi come se fossero i propri, una miriade di informazioni che riguarderanno se stesso. Il piacere della carne umana, quel malato amore nei confronti di Kimi, il piacere provato nel torturare e nell'essere torturato. Rimane dunque immobile, consenziente al fare altrui, lasciando che possa imporre sul proprio corpo il sigillo dell'empatia. Rimarrebbe in silenzio per dei secondi, eventualmente attendendo che il Nara possa terminare il processo per far funzionare il sigillo, prima di schiudere le labbra. < Sai..> il corpo si rilassa, completamente. < Mi ricordi il bosco dei ciliegi qualche mese dopo la sua distruzione. Un'infinita distesa di distruzione attorniata dalla rinascita. Il suo silenzio, e ciò che riusciva a suscitarmi..> pensieroso nel tono, si arresterebbe poco dopo, tornando al silenzio [chakra on]

17:16 Azrael:
 Le abili mani del Nara si impegnano nel tentativo di compiere gesti precisi ed oculati nonostante la mente si divida anche nell’arte della conversazione. Raccolgono ora della sostanza emolliente adatta a non irritare la pelle appena tatuata e ne spalma una modica quantità sull’incarnato dell’Uchiha, stendendola uniformemente su tutto il disegno. Avendo applicato il sigillo dell’empatia si ritrova a strizzare gli occhi, sollevando le mani dal corpo del clone per apporle sulle proprie tempie e massaggiarle lentamente. Deglutisce un grosso cumulo di saliva che gli si era bloccata il gola, mentre il cervello viene travolto da pensieri non suoi. È stato in grado unicamente di metterlo sulle carni della propria compagna prima d’ora e lei non ha una mente contorta come quella di questo nuovo soggetto. Ora comprende come Yukio è diventato così folle nei suoi modi, se ha la testa piena dei pensieri di tutte le persone su cui ha posto questo sigillo allora è anche fin troppo sano di mente. Gli scorrono in testa con una foga che si potrebbe paragonare quasi ad un torrente in piena che ha appena sfondato le dighe del proprio cranio. < La tua mente è… > si ferma, lasciandogli intendere col tono di voce quasi sofferto che sta ricevendo informazioni spezzate e confuse < …ricca ed interessante. > In un senso che comprenderanno solo loro due. C’è un mondo lì dentro. Molta violenza, sicuramente, ma giustificata da motivazioni che lo affascinano. E c’è un intera sezione di quella mente unicamente dedicata a Kimi. < Non voglio addentrarmi troppo, ma è nuovo persino per me scavare in una mente in un modo che non richieda l’aprire il cranio della persona interessata. > cerca di ritrovare la propria calma in mezzo a quel marasma di pensieri suoi e non. Cerca di escludersi da solo in quel che riguarda la Doku, a voler rispettare uno spazio che evidentemente non vuole che sia invaso e non è quello il proprio scopo, né con le parole né con la propria mente, per quanto sia complicato con quel sigillo stampato sulle carni del giovane < Non ne farò parola, di ogni singola cosa di cui sarò partecipe all’interno della tua testa. > suona come una promessa solenne, quasi. < Il bosco dei ciliegi… sembra un luogo meraviglioso.> Non vi ha mai messo piede, ma è evidente che ora che gli è stata data l’idea vi andrà sicuramente < Cosa ti suscita? > domanda, curioso di conoscere le emozioni del ragazzo dalla sua bocca e non dalla sua mente. In attesa della risposta va a dargli le ultime avvertenze riguardo tutto, il lavoro e la questione dell’Akatsuki < Dovrai comunicarmi il posto in cui necessiti della mia presenza, il resto lo farò io. Sarò lì in un attimo in qualunque momento. > I miracoli della dislocazione istantanea nella sua evoluzione più potente. < Lo sai, guardo le persone come te e mi rendo conto che è per questo che sono giunto a questo livello. Kurako… > una piccola pausa ed un sospiro di rassegnazione < … quanto credi che mi ci vorrebbe per raggiungerlo e spezzare il filo che lo tiene collegato a questa vita? > è una domanda retorica la sua, la cui risposta è “non molto” o qualcosa del genere. La consapevolezza della sua potenza quasi lo fa rabbrividire. < Ma non è giusto, no… Cosa avrebbe imparato il mondo da quella singola morte? Non ne verrà un altro come lui? > Una serie di domande, seguite poi dal capo del Nara che si scuote, come per cancellare quei pensieri che lo intristiscono, non poter distruggere tutto per aspettarsi una rinascita di persone differenti da quelle che ha ucciso lo rende malinconico. < E nonostante le sue minacce si volgano anche a colei che per me rappresenta quel che per te è Kimi… la mia Mekura… non voglio interferire col corso delle cose. > non è il momento adatto, insomma. Non adesso. Bisogna che la situazione si evolva prima di partire in quarta ed avventarsi contro la minaccia che lo affligge. < Saprai sicuramente quali sono gli accorgimenti per i tatuaggi, avendone già uno. Non mi dilungo oltre, non voglio intrattenerti più del dovuto. > Termina quindi, andando a bendare il tutto in modo che nessuna parte del disegno sia esposta ad infezione fino a nuovo bendaggio, dopodiché si allontana, attendendo silente il fare dell’Uchiha. [C on]

17:53 Hanae:
  [Casa Kazama] Da quei lievi accenni di dolore si passa adesso una sostanza che dovrebbe aiutare a non creare irritazioni di genere alcuno, un piccolo brivido sulla pelle ad espandersi per reazione naturale del corpo. Tende e rilassa appena i muscoli di braccia e gambe con lo scopo di recuperare il diverso tempo passato nella più totale immobilità. E qualche istante a seguire il sigillo viene finalmente applicato, saranno ormai 3 anni e poco più che qualcuno diverso da Arima non ha accesso ai propri pensieri. A quell'incedere di emozioni contorte e ormai totalmente avvolte nell'oscurità. A tratti incomprensibili, indefinite. Spazi oscuri che celano un passato spaccato in due dagli eventi. Non ama che la propria mente sia monitorata, probabilmente perchè..quasi nessuno può capirla, anche ascoltandola. Ed è stanco di sentire il giudizio altrui come una serpe attorno al proprio collo. Lo sguardo si posa su Azrael, il suo tono di voce leggermente sofferente. Attende una reazione. E le sue parole...quasi ne spezzano la compostezza e calma dell'uchiha. Mostra un cenno di sorriso al Nara, niente di più. < Capisco..> Non serve propriamente aggiungere altro, entrare nella mente di qualcuno e abituarsi a controllare un flusso di pensieri maggiori richiede decisamente uno sforzo degno di nota. La presenza di Azrael..è strana. Possono comprendersi, anche senza il sigillo dell'empatia, ed è in tale punto che effettivamente l'uchiha riconosce un altro ninja. Ha riconosciuto Yukio, e adesso Azrael. Menti che hanno affrontato qualcosa di superiore e che dopotutto sono arrivate a dominarvi completamente. A imporre ordine per potersi controllare. < Grazie. > Un lieve annuire con il capo a quella che sembra una promessa nei confronti di ciò che azrael potrà sentire in ogni istante. < Lo è. > Afferma, ascoltando la domanda che segue e silenziandosi per qualche istante. Raccoglie informazioni, ci riflette appena, schiudendo poi le labbra. < E'..vuoto, pieno di cicatrici. Eppure lentamente si riaggiusta. Pochi ne apprezzano la sua forma, da quando è cambiata. Mi fa stare bene.. > "ma non penso di riuscire a dare una descrizione con semplici parole a ciò che trasmette. " Un pensiero che dovrebbe semplicemente poter sentire. Si va avanti. Ascolta le parole di lui. < mh.. > la domanda è retorica, nonostante ciò annuisce appena, non ha nessun torto. < Attenderò di avere un ulteriore motivo per cui strappargli gli occhi. > Glaciale. Lascia che un bendaggio copra tutta la zona del tatuaggio, per poi schiudere le labbra. < Grazie, Azrael. > Annuisce al suo dire, alzandosi finalmente da quella sedia e afferrando la camicia, poi la giacca, per indossare ognuno degli indumenti. < Quanto ti devo? > Eventualmente, gli lascerà la dovuta paga, per poi allontanarsi da casa Kazama e da Azrael stesso, per quanto solo fisicamente. [ END PER ENTRAMBI ]

Katsumi cerca Azrael per un tatuaggio, incontrandolo, oltre alla commissione del lavoro, conversa con quest'ultimo degli eventi recenti.