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Hyuga a consulto sul Choshutekina

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con Hana, Hiashi

20:18 Hiashi :
  [Magione Hyuga] Lo shinobi indossa delle calzature in stile ninja di colore nero, un pantalone di tessuto nero più stretto di quelli che utilizza di solito ed una maglia semplice a maniche lunghe in tessuto, anche questa non aderente e di colore nero; le mani so coperte dai guantini senza dita in tessuto con le placche metalliche sul dorso. In vita si trova una cintura che sorregge un porta kunai a destra dove sono inseriti 4 kunai, due dei quali con delle carte bomba arrotolate sull'impugnatura e 4 shuriken ed a sinistra un portaoggetti con all'interno un paio di Fuda vuoti, un fumogeno ed una bomba luce ed un paio di fili di nylon, più un gruzzoletto di circa 30 monete e qualche carta bomba, un tonico coagulante ed uno per il chakra. In verde sulla fronte ha un tatuaggio, fatto da diverso tempo recante il simbolo del marchio della casata cadetta della Clan Huyga, che, seppur abolito, rappresenta per lui un modo per ricordare il padre mai conosciuto. Gli avambracci sono protetti da delle placche metalliche ed il suo coprifronte con il marchio della foglia inciso nel metallo è legato alla vita tramite una cinta apposita mettendolo in bella vista; nascosto sotto la cinta e sotto l'avambraccio sinistro si trovano un fuda con sigillato un tronchetto pronto per la tecnica della sostituzione. Nel portaoggetti anche dei fogli di carta ed una matita da usare quando si reca in accademia. Il suo volto non è più quello di un tempo, la parte destra del volto infatti è completamente priva di capelli e del sopracciglio ed è inoltre orribilmente deturpata da delle cicatrici ancora fresche da ustioni. Seduta sulla propria spalla sinistra un affarino di circa venti centimetri con delle ali da libellula, una tunica nera a collo alto ed il Byakugan attivo oltre al simbolo del clan impresso sulla parte posteriore dell'abito; capelli mori legati con una coda alta e forme femminili. Sebbene il volto sia abbastanza tirato, chiaro indizio che ci sia qualcosa che non va e che lo preoccupa, i passi sono comunque tranquilli mentre si muove all'interno della Magione degli Hyuga... si guarda intorno in maniera quasi compulsiva come se fosse alla ricerca di qualcosa o qualcuno [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

20:37 Hana:
  [Magione Hyuga] Il letargo della luna piena lascia lo spazio ad uno spicchio metà bianco ed uno metà nero, scoprendo il satellite solo in parte. Accompagnata da una volta tempestata di stelle, calca la superficie di legno della magione Hyuga – di quelle che rasentano più un dojo che effettivamente un’abitazione. Ha lasciato i propri geta di legno fuori, all’ingresso, com’è buon costume fare: che sia ninja o meno non le importa in questi frangenti, ha pur sempre avuto un’educazione impeccabile che la costringe ad attorniarsi di formalità pura ed omogenea. Allo stesso modo, poiché non in veste di shinobi quanto più di cittadino – per quanto non possa negare la sua natura – ha seguito l’esempio di altri shinobi più vecchi di lei ed ha tirato fuori dall’armadio un haori nero che lambisce il torso fino a raggiungere le cosce sovrastando quel mezzo pantaloncino indossato più per comodità che per altro, occultando con la seta nera intarsiata d’oro appartenente ai ricami di un lòng, il porta-oggetti e di conseguenza relativi kunai, shuriken, fili di naylon ed eventuali bombe. Come al solito, nasconde tra i seni un tessen che nell’eventualità può esserle utile. Può dire tranquillamente d’aver setacciato in lungo ed in largo la biblioteca principale di Konoha e non aver trovato nulla a riguardo degli ultimi avvenimenti, tanto meno sulla Chushoketina e su qualsivoglia tipologia di informazione riguardante il clan ultimamente rientrato tra le conoscenze della Hyuga: vive nello sconforto della sua voglia di sapere, a cavallo di una curiosità che rinuncia di ammettere ed insita in sé, rilegata sul fondo dopo tutti gli anni passati a tacere, subire ogni imposizione senza domandare: troppe volte le labbra morse hanno assaporato il retrogusto ferroso del sangue scoprendone il prezzo di una parola omessa, non ci tiene a vivere di nuovo all’ombra di tutto ciò che la circonda. D’altro canto crede ancora fermamente che aver scoperto soltanto anni dopo le sue potenzialità da Hyuga e la sua parentela con il Kage le abbia dato il tempo di acquisire la maturità giusta al fine di tacere determinate informazioni che un tempo non avrebbe considerato così “vitali” né “Pericolose” se tra le mani sbagliate. A causa di questa consapevolezza, vi è una corrente contraria capace di spingerla indietro ricalcando i suoi passi ed ignorando gli avvenimenti: perché informarsi tanto su di un mondo che in un modo o nell’altro la respingerà? Semplicemente perché loro possono vedere tutto. Possono sapere. A pensarci, rimanere lì le avrebbe dato modo di sapere fin troppe cose e più ci pensa più si sente pervadere da un forte senso di opprimente consapevolezza: anche questa volta si trova nel mezzo, a ridosso del nero che le intima di tornare e scoprire ogni arcano segreto e allo stesso tempo a ridosso del bianco che la spintona nei silenzi e nell’inconsapevolezza. Le lunghe maniche sfiorano il dorso di entrambe le mani, le dita della destra si stringono intorno ad un tomo abbastanza voluminoso che forse sarà riuscita a reperire nella stessa magione. Essere lì un po’ la fa sentire “scomoda” – come un oggetto che non è al suo posto. D’altro canto dovrà farci il callo: non vive lì, certo, ma è pur sempre accerchiata da persone “simili” a lei in termini di origine ma totalmente diversi, mentalmente parlando. Stringe tra la sinistra un semplice crisantemo rosso mentre gli ultimi passi si soffermano davanti la porta scorrevole della sala scelta – provenendo dalla direzione opposta di Hiashi non dovrebbe esser difficile per lei inquadrarlo. < Hiashi-san. Konban wa.> e augurargli una buona sera di tutto rispetto, per poi osservare l’interno della stanza nella quale dovrebbe entrare a breve: niente di particolare, un tavolino basso adornato da un cesto di frutta ed un bonzai, cuscini disposti intorno ed un vaso vuoto in prossimità della carta di riso imbrattata di nero: i suoi appunti sul tavolo, un suo disegno a poca distanza. [ Equip descritto ]

20:49 Hiashi :
  [Magione Hyuga] Che si tratti del caso, del destino o della fortuna tra i corridoi della Magione ecco che spunta fuori la figura di Hana che, guarda caso, è esattamente la persona che il genin desiderava incontrare per cui non può far a meno di sorridere dato che la sua ricerca ha dato dei buoni frutti per fortua. Fa un leggero inchino alla volta della parigrado e dopo aver preso il volo con le sue sei ali la fatina fa il medesimo gesto <Sono lieto di rivederla Hana-san, la stavo appunto cercando> le fa sapere bello diretto come è solito fare, meglio non girare troppo intorno alla questione dopotutto *Salve Hana-san* gli fa quasi eco la piccola Jyo che sembra molto più rispettosa del solito con Hana rispetto alle altre persone incontrate fino ad ora. Il moro fa un cenno con la mano indicando un corridoio <Se vuole seguirmi, ho fatto preparare del sakè in una stanza tranquilla dove potremo conversare senza interruzioni> attende quindi di vedere quale sarà il responso della Hyuga prima di cominciare a far strada per raggiungere uno degli angoli più remoti della Magione. Sempre che Hana sia disposta a seguirlo altrimenti non muoverebbe un solo passo da dove si trova in questo momento [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

21:08 Hana:
  [Magione Hyuga] Destino. In questo ci crede. C’è un mondo in cui le cose vanno come vuoi, è un mondo fatto di leggende in cui credi ciecamente perché non ti resta altro che l’illusione di una storia vecchia per aver certezza: ecco perché ci crede. Perché di suo, il destino è una menzogna. Tra le menzogne più grandi, è forse quella più veritiera: la più gradita, la più dolce, quella più scivolosa e facile da digerire. Su questo non si interroga, per ora, benchè c’è chi le avrebbe offerto su di un piatto d’argento la possibilità di non credere più nemmeno a quello che è incerto – forse è per questo che, rialzando lo sguardo ed osservando i lineamenti conosciuti di Hiashi non si soffermerà più di tanto sull’improbabile casualità dell’incontro. Un’occhiata appena percettibile la riserva alla fatina, l’ennesima prova che non era sotto effetto di quelle strane droghe di cui si fa Yukio: non è pazza, ha molta fiducia sulle sue doti cognitive e sulla lucidità di chi prende appunti prima di lasciarsi alle spalle una vicenda. La presenza di quell’esserino è la riprova, la conferma a tutto. < Uhm.> batte le palpebre lasciandole socchiuse giusto per una manciata di secondi, il tempo necessario di ricambiare il cenno con il capo in maniera lenta – a tratti si compone di gesti inesorabili e meticolosi, adeguati e allo stesso tempo curati al millimetro. Troppa premura, forse. Troppa abitudine, oserebbe dire. < Immaginavo.> il lato positivo è che, essendo in parte una neofita maniaca del controllo per le “sue cose” è così perspicace da farsi una domanda e rispondere prima che qualcuno glielo faccia notare: quindi si era già preparata ad un’eventuale incontro con Hiashi, un’eventuale chiacchierata, un’eventuale verità da scoperchiare – dopo l’ultima vicissitudine sarebbe stupido non calcolare o pensare il contrario. < Come appurato l’ultima volta, il “tu” va più che bene.> non per mancanza di rispetto o formalismi, semplicemente tenta di eliminare ulteriori barriere a fronte di un presunto “membro” della propria famiglia che può avere anche la sua età tra le tante: questo non vuol dire che cederà né pretenderà confidenza. Semplicemente, utilizza il linguaggio come mezzo di comunicazione e tenta di esemplificarlo senza tanti fronzoli quando non è in presenza di altri membri della famiglia o di personalità di spicco. Considerando che ormai è entrata in confidenza anche suo zio, e allo stesso tempo non sembra mai aver dato del “voi” o del “Lei” al Sennin, ora come ora non cederà ai formalismi estremi. < Come desideri.> annuisce con il capo < Ti raggiungo tra un secondo.> non si sta congedando, semplicemente avanza verso la precedente postazione per poter raccogliere il materiale: il libro di storia, gli ultimi disegni, gli appunti ed il pennello che reggerà con entrambe le mani senza sforzo alcuno. Sistemato il tutto, chiuderà dietro di sé la porta della stanza occupata, aspettando che sia la figura dello Hyuga ad avanzare e a scortarla. [ Equip Descritto]

21:28 Hiashi :
  [Magione Hyuga] C'è ben poco da dire per il momento, fortunatamente Hana accetta l'invito del Genin il quale le concede tutto il tempo necessario affinchè recuperi tutto ciò che la Hyuga desidera. *Brufff* un mezzo ruttino strozzato sale dalla fatina che imbarazzata si porta la mano davanti alla bocca prima di iniziare a ridere dimenticandosi già della sensazione che pochi istanti prima l'aveva fatta vergognare <Jyo... comportati come si deve!> *Scusa Hiashi-sama, ma il riso al curry che abbiamo mangiato prima era così buono che ne mangiato ben due chicchi* evidentemente troppi per un affarino volante che non è alta più di venti centimetri. Una volta che la genin sia pronta il ventenne comincerà a fare strada percorrendo il corridoio che li porta su uno incidente dove il ragazzo svolta a sinistra inoltrandosi verso uno degli angoli più esterni. Si ferma davanti ad una porta che fa scorrere senza quasi alcun rumore rivelando una sala piuttosto angusta, appena quattro metri quadrati, un tatami verde opaco, un tavolino basso e quattro cuscini per sedersi. Una bottiglia e due tazzine sul tavolo ed una ampia porta che da sul giardino completamente spalancata con le luci che si perdono nel fondo della notte. Solo una lanterna ad olio che pende dal soffitto proprio al centro del tavolo lasciando una semioscurità; entra per primo attendendo di essere imitato dalla ragazza [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

21:42 Hana:
  [Magione Hyuga] Segue senza tanti preamboli le indicazioni fornite dai passi dello stesso Hyuga che la precede, evitando d’incontrare lo sguardo di qualsiasi altra presenza: quei quattro pilastri di legno e la centinaia di tegole incastrate tra loro nella semplicità assoluta le danno modo di respirare l’austerità degli Hyuga, la medesima che suo padre ha imposto nell’abitazione che poi ha deciso di abbandonare da quando la stessa Hana si è ritrovata a vivere e a gestire la residenza familiare da sola avendo una madre a Kusa ed un padre in giro a sbrigare affari per tenere alto il prestigio del Clan. In parte, il disagio che prova qui è una forma di abitudine, rasenta lo stesso disagio che ha sempre provato nella stessa famiglia: non cambia quasi niente. Svolta, ignora anche i comportamenti della fatina: non li approva di certo ma non è né così indelicata da farglielo notare, tanto meno così stupida da inimicarsi l’unico “affarino” che potrebbe riportarla in quel posto ammesso e concesso non riesca ad affidarsi pienamente alla propria memoria. Varca la soglia, chiudendo alle proprie spalle la porta che dapprima aveva aperto il ragazzo per sfilare all’interno: di sicuro non ha intenzione di essere udito se ha scelto una stanza tanto remota. S’avvicina ai piedi di un cuscino, sovrastandolo con la propria figura intenta nel piegare le ginocchia e accostarsi – una volta seduta – al tavolo. Poggerà ai lati dei propri piedi i suoi libri, blocchetti, non cedendo tuttavia il crisantemo rosso. Un’occhiata alla bottiglia di porcellana, ai due bicchieri. Un sospiro. < Lascia che sia io a servirti il sakè.> più un’affermazione che una richiesta, avvezza nel cha no yu non potrebbe dirsi maestra qualora si rifiutasse di servire una bevanda. Ciò detto, scorciando appena la manica destra dell’haori con la mancina, avvicinerebbe le falangi alla bottiglia che – una volta issata – verrebbe accompagnata verso i bicchieri. Le porcellane non si toccheranno ma quella della bottiglia inclinata farà scorrere via il sakè pronto a precipitarsi in entrambi i recipienti. Per concludere, priverà del proprio gambo il crisantemo rosso, inserendolo sull’orlo della superficie del sakè, porgendolo soltanto dopo ad Hiashi che – adocchiando la tazza – potrà notare il fiore. < Ebbene?> domanderò, dopo essersi appropriata della tazzina riservata a sé.

21:52 Hiashi :
  [Magione Hyuga] A propria volta si siede sul cuscino posto diametralmente rispetto a quello scelto da Hana, ma la propria postura è sicuramente qualcosa di meno elegante per quanto cerchi di darsi un certo contegno e prova a sistemare per bene le gambe e le ginocchia oltre a mantener la schiena dritta. Annuisce quando la ragazza si offre di versare da bere e la osserva per quegli istanti che sono così effimeri ma al contempo durano una eternità. Corruga la fronte, non si spiega il perchè di quel fiore <un semplice tocco femminile o si tratta di una tradizione che non mi è mai stata mostrata?> parla del fiore naturalmente. Anche Jyo va a prendere posto, ma lei si piazza direttamente sul tavolo esibendo una postura a dir poco invidiabile <Hana, volevo chiederti di parlarmi del giorno in cui ho incontrato Jyo. Io e lei ne abbiamo parlato e mi ha detto che c'eri anche tu in quel... quel luogo, in quella occasione; io non ne ho conservato alcuna memoria e mi auguro vivamente che non sia lo stesso per te> la tazzina di liquore è tenuta con due mani, la mancina a farle da sostegno nella parte inferiore utilizzando le dita, mentre la destra fa da supporto utilizzando pollice ed indice [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

22:04 Hana:
  [Magione Hyuga] Rilascia la presa dalla manica dell’haori, riporta le falangi di entrambe le mani a tastare la superficie levigata, liscia della propria tazzina che con estrema cura avvicina alle labbra senza però farle toccare. < Nessuna tradizione, non trascritta per lo meno > esplica senza particolari fronzoli o sbavature < Esistono fiori che con l’acqua calda riescono ad aprirsi e a rilasciare l’infuso del thè. Tuttavia non sono tradizionali di Konoha e forse per trovarli occorrerebbe cercare per bene a Kusa.> nemmeno il crisantemo che ha portato con sé è originario del proprio paese, tuttavia dal fioraio riesce a trovare quello che fa al caso proprio di tanto in tanto. < Questo crisantemo non è un esempio. E’ un semplice ornamento.> di fatto non si è aperto una volta inserito nel sakè, anche perché dubita che l’alcool possa donargli nuova vita o fargli rilasciare un qualche aroma: troppo pressante l’essenza del sakè per poter lasciare spazio ad altri sapori. La richiesta di Hiashi raggiunge le orecchie, nutre la sua mente nello stesso istante in cui il sakè nutre parte delle sue labbra scivolando tra quest’ultime e nella stessa cavità orale, deglutito, pronto a grattare il fondo della gola. < Sì, è vero.> c’era anche lei. Annuisce e allo stesso tempo ne ricava un’informazione importante: quello che diceva quell’affarino è vero. Avrebbe cancellato i loro ricordi, ma vuoi per un motivo o per un altro la sua mente è riuscita a schermarsi per bene. Ha la possibilità di mentire, tenere per sé informazioni che potrebbero anche essere importanti per chi vorrebbe ritornare in quel posto e appropriarsi di qualche conoscenza tuttavia… no. Reputa non sia producente mentire, tanto meno ad un membro della fantomatica “famiglia”. < Ci sono cose che non ricordo molto bene, come la strada per ritornarci ma forse in questo lei può aiutarti.> indica con lo sguardo la fatina. < Tuttavia, ricordo più o meno ciò che è accaduto.> deglutisce un ennesimo sorso. < Credi nel caso, Hiashi?> domanda, attendendo una risposta. < Io non tanto. Ma per questa volta farò un’eccezione: diciamo che per caso ci siamo trovati nello stesso posto strano senza capire né come né perché. E’ un mondo fatto di energia, forse di uno stesso chakra che risulta essere intollerante al nostro.> non ha usato il byakugan per vedere, ma ha appurato che con un solo tocco può spazzarlo via. < I suoi abitanti ci vedono come una minaccia poiché a causa di questa “intolleranza” tra le energie, siamo portati automaticamente a disintegrare ogni cosa di quel mondo che entra a contatto con noi. Quindi, una volta lì, non ci resta altro che osservare.> Osservare. Una parola chiave per quegli esseri. < Per quel che riguarda Jyo> o come l’ha chiamata < Non so dirti molto a riguardo. Ce n’erano altri come lei > altri ibridi, intende < In una gabbia. Hai proposto di tirarli fuori per convincere gli essere di quel mondo delle nostre buone intenzioni.> un azzardo quanto mai futile per lei che effettivamente è arrivata a comprendere che – innocui o meno – saranno sempre deleteri per quel posto.

22:18 Hiashi :
  [Magione Hyuga] Ascolta, ascolta con avidità, come se dalle labbra di Hana uscisse quasi un fiume di saggezza, ma che si tratti di questa o meno è comunque estremamente interessato a quelle parole. Il motivo? beh basterebbe semplicemente il fatto di sapere di non ricordare a cercare la verità no?! e la Hyuga era li con lui per cui chi meglio di lei potrebbe illuminarlo. Intanto però avvicina la propria tazza alle labbra che bagna appena di quell'alcolico liquido con il naso che inevitabilmente si avvicina al fiore utilizzato dalla ragazza e viene invaso da quegli aromi che si aggiungono a quelli ben più forti del liquore creando un bel mix. Abbassate poi le braccia appoggia il bicchiere sul tavolino e Jyo, da furbetta prova ad approfittarne e cominciando a muoversi silenziosa, a carponi come fanno gli infanti, si avvicina al Sakè e praticamente infila la testa nella tazza bevendone un sorso abbondante per lei <Si, ricordo solo un frammento dove accanto a lei, una Chukuo, c'erano anche dei Kowa. Mi spiegava inoltre che siamo arrivati nella Choshutekina oltrepassando delle barriere e che tu Hana hai fatto arrabbiare una certa Suzu. Sembra che quel luogo non sia adatto ad ospitare noi, Jyo era molto spaventata all'idea che io tornassi li> e si ferma come a volerla esortare a continuare <Energie... avrebbe senso. Cosa ci è successo la dentro? e chi è Suzu? Ad ogni modo no, io non credo nel caso, tutto ha una ragione> [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

17:40 Hana:
  [Magione Hyuga] Lì dove l'impazienza cadenzata dello Hyuga ricerca tra le parole della ragazza ciò che è riuscito a perdere nelle croste della memoria, non potrà far altro che incontrare una lentezza disarmante nei gesti e nel modo di esplicare da parte di lei che invece - d'altro canto - riesce a ricordare qualcosa in più. Sarà per il morboso attaccamento ai suoi ricordi, sarà per la possessività celata a dovere per le "sue cose", e considerandole "poche" non possono essere altro che ricordi e frasi, fatto sta che il blocco mentale imposto da Suzu non ha avuto particolari risvolti positivi su di lei: una mera fortuna. < Mhn.> annuisce, conferma quanto detto dal ragazzo quando con un flebile movimento delle mani riuscirà a portare la tazzina di porcellana in prossimità delle labbra, umettandole nuovamente di sakè. Non è mai stata particolarmente amante dell'alcool, ma ora come ora sarebbe scortesia rifiutare. Specie se la proposta è stata avanzata da qualcuno del medesimo Clan: a conti fatti di Hyuga ne conosce pochi ed è forse meglio tenerseli stretti. < Arrabbiare è una parola grossa, diciamo che neanche io sarei particolarmente felice di avere un demone in casa senza preavviso.> Un paragone sostanzialmente esagerato, ma finalizzato a dare l'immagine adatta ad Hiashi sull'impressione che gli esseri "umani" danno in quel luogo. < Semplicemente, non siamo molto graditi. Per lo scompenso di chakra di cui ti parlavo prima, siamo portati a distruggere ciò che tocchiamo e di conseguenza nessuno ci vedrà di buon occhio. E' un Clan abbastanza sconosciuto, così dicono. Non possono far altro che "osservare" per la loro debolezza, di conseguenza si limitano a recludersi nel loro mondo intimiditi da coloro che potrebbero distruggerlo. Mi sembra abbastanza logico, non trovi?> rialza lo sguardo, ricerca gli occhi bianchi dello Hyuga inconsapevole del fatto che in parte potrebbe invidiarli per la purezza ed il candore, chiedendosi ancora perchè a lei sia toccata sempre la metà del tutto. Scrolla le spalle, sospirando. < Suzu è una ragazza abitante di quel posto, sarebbe abbastanza inutile descrivertela visto che non li vedremo. Probabilmente mai più.> considerando la difficoltà del raggiungere quel posto < Tra l'altro, se non ricordi cos'è accaduto, è colpa sua. Aveva detto che avrebbe cancellato i nostri ricordi > pigola, lasciando che l'ultima goccia di sakè le gratti la gola. < Chiamala fortuna, ma con me non ha sortito molto effetto. Eccezion fatta per la strada di quel posto, non penso di ricordarla in maniera ottimale.> omette, però, che ha conservato parte delle proprie indicazioni e che potrebbe aiutarsi in qualche modo. < Ad ogni modo > principia, riprende parola: un'occhiata a Jyo, abbastanza atona a dire il vero. < Sarò molto sincera con te. Sono cresciuta nell'ottica del wu wei wu.> l'agire non-agendo < è per questo che sono abbastanza contraria al mutamento se incapace di portare i vantaggi > esattamente come recita il saggio dei mutamenti, il libro preferito di Ryu Hyuga - suo padre. < E tenere con te un essere di quel posto non so come possa essere d'aiuto. Se strappi un fiore dal prato, per quanto tu possa inserirlo in un vaso con l'acqua, prima o poi appassirà.> un modo come un altro per intimare Hiashi a prestare attenzione alla propria fatina: se quel mondo è così tanto influenzato dagli scompensi di Chakra, avere con sè un esserino di quel posto non potrà di certo essere particolarmente positivo nè per lui nè per lei. < Ma queste sono decisioni tue.>

17:58 Hiashi :
  [Magione Hyuga] Il moro non si accorge di quello che sta combinando Jyo, ma la fatina dopo aver messo la testa nella tazza di sakè si fa una bella bevuta e quando ne riemerge fatica non poco a stare in piedi. Ha la vista offuscata ed un senso dell'equilibrio alterato <Dunque la nostra presenza ed il nostro chakra portano disequilibrio e distruzione in quel luogo e sono un clan debole che proprio per questo si limita ad osservare> comincia a farsi largo nella sua testa una idea malsana, se riuscisse a tornarci potrebbe sempre minacciarli di distruggere tutto quanto se non gli rivelano niente di fondamentale riguardante Jyo e la sua permanenza in questo mondo <No Hana, a mio parere non è logico. Solo perchè non si ha il potere non ci si può sottrarre alle proprie lotte: credo che significhi rinnegare la vita stessa e chiudersi in un bozzolo di finta protezione che serve solo a creare una illusione di vita> le parole su Suzu lo vedono annuire, sembra che fossero ospiti decisamente poco graditi in quel luogo. Appoggia i gomiti sul tavolo unendo le mani mentre le dita si intrecciano <Solo perchè qualcosa non porta vantaggi allora è inutile?> scuote il capo con decisione <No Hana, ancora una volta non sono d'accordo con te. Jyo ha una personalità ed una volontà e per me rappresenta una presenza importante ed è per questo motivo che farò tutto ciò che è in mio potere per riuscire a farla rimanere al mio fianco dato che anche lei lo desidera. Anche tornare LA dentro se fosse necessario> il tono si mantiene gentile, come qualcuno che sta parlando semplicemente di dati di fatto, opinioni e considerazioni e poi un "Hick" un singhiozzo di Jyo che ha naso e gote rosse e finisce col cascare col sedere sul tavolo. E' evidentemente sbronza [Equip: 4 Kunai di cui 2 con carte bomba, 4 shuriken, 1 bombaluce, 5 fumogeni, 2 fuda con tronchetto, 2 fuda vuoti, 1 nylon, 1 nylon conduttore, 1 tonico coagulante, 1 tonico recupero chakra, guanti con placche, avambracci in metallo][Jyo png on]

18:12 Hana:
  [Magione Hyuga] Con relativa calma il bicchierino trova nuovo agio sul tavolo basso e di legno che si concede il lusso di osservare. Tra le labbra la saliva si concede ancora il retrogusto dell'alcolico mentre con un fazzolettino di seta, estratto dall'abito, tenterà di ripulirsi le labbra in maniera discreta. Non appone una sola parola che possa stonare nè interrompe l'altro e la sua fiumana di parole: educatamente attende, un po' come chiunque farebbe attendendo il cadavere in riva al fiume - giusto per tirare in ballo una metafora sulla pazienza della Hyuga, non di certo per sottolineare volontà che tra l'altro non ha. In conclusione, riesce a scuotere il capo < Nh. No, temo tu abbia frainteso. Nella natura umana è insito l'istinto di sopravvivenza.> e questo non l'ha deciso lei, quanto più il creato. < Di conseguenza, è "istintivamente logico" evitare lo scontro diretto se si sa già da principio di poter perdere. Se io soltanto toccandoti avessi la possibilità di disintegrarti, tu cosa faresti? Correresti a braccia aperte verso di me?> lascia trasparire semplicemente dal suo tono l'idiozia di rispondere affermativamente ad una domanda del genere, specie se posta in maniera così retorica. Per l'ennesima volta, tuttavia, si riconferma esatta la propria teoria: tra lei e gli Hyuga conosciuti fino ad ora c'è un abisso immane che li separa e non riesce ad accomunarli. Si sente a tratti alienata dal suo stesso Clan, non di certo in maniera negativa visto che non essendo una traditrice nessuno si sarebbe sognato di allontanarla, quanto più riesce a viaggiare su una linea di pensiero diametralmente opposta alla loro: a volte si stupisce di quanto gli altri possano essere così emotivami a cospetto di lei, emotivamente distaccata. A tratti può invidiarli, a tratti invece può semplicemente biasimarli per il peso dei legami che lei stenta a volersi concedere. Forse è per questo che non riuscirà mai a comprendere, fino e in fondo, quello che prova Hiashi: del resto - lei - non ha potuto tessere una gabbia che potesse intrappolare chi ormai è andato via. Non ha potuto costringerlo a rimanere, e forse nemmeno avrebbe voluto: talvolta la distanza è un toccasana. Eppure... < Mhn.> cala un lento silenzio, inesorabile, che la trascina sull'orlo di una riflessione che s'è negata dalla fine della guerra o poco prima - da quando ha maturato la consapevolezza che non l'avrebbe più rivisto, o per lo meno non così in fretta. <Non mi stupisce.> che non sia d'accordo con lei. <Abbiamo scelto d'avere priorità diverse. Io ho le mie da shinobi e da Hyuga: sono vincolata al paese, alla mia famiglia e al mio Kage. Tu hai scelto la tua via. In ogni caso, la mia non mi permette altra priorità se non la missione.> ed è inutile fargli comprendere come tenti di tenersi alla larga da impedimenti ed ostacoli emotivi. < Non metto in dubbio che abbia una personalità ed una capacità di intendere o volere.> o forse sì? < ma a volte non ci accorgiamo nemmeno noi di quello che fanno gli altri per il nostro bene. L'egoismo, talvolta, offusca la mente. > ce ne accorgiamo solo nel momento in cui ci rendiamo conto d'averli persi. < Quindi, il mio è solo un consiglio. Rifletti bene sulle tue scelte.> per il resto, non le riguarda: ha solo espresso la sua perplessità. Ciò detto < Ti ringrazio per la compagnia, ma reputo si sia fatto tardi ed è tempo per me di concludere i miei studi - se non ti dispiace.> cinguetterà, tentando di issarsi e scostarsi dal tavolo. < Spero di poter godere ancora della tua compagnia > si congederà così, con un semplice < Con permesso.> prima di defilarsi silenziosamente e prendere strada verso la stanza precedentemente occupata.

18:30 Hiashi :
  [Magione Hyuga] Con relativa calma il genin annuisce <Naturalmente Hana, sopravvivere viene prima di tutto ma ciò non implica necessariamente sottrarsi allo scontro. Se tu toccandomi potessi distruggermi io cercherei innanzitutto di non farmi toccare e di utilizzare le mie capacità di Ninjutsu ed Houjutsu per quanto scarse siano per combattere contro di te. Non sempre ci si può scegliere quali battaglie combattere> aggiunge sorridendo, non è decisamente determinato ad imporre il suo punto di vista ma sembra trovar piacevole argomentare a questo modo <Accetto il tuo consiglio Hana e sicuramente lo seguirò> *ma le decisioni le prendo comunque io* questo non lo dice... anche se lo pensa <Ti ringrazio sentitamente per le risposte che mi hai dato, l'augurio è reciproco> attende fino a quando Hana non sia andata via prima di recuperare una Jyo sighiozzante che traballa e parlando tra se e se <Ho già perso tutto una volta, non permetterò che accada di nuovo> si riferisce alla sua famiglia che tra l'altro è il motivo del viaggio che sta per compiere nella vana speranza di trovare quella sorella che gli è stata negata da un padre traditore ed una madre morta per salvarla. Che strage. Resterà a bere ancora per un po prima di lasciare la Magione ed andare a svolgere gli ultimi compiti che gli sono rimasti come Shinobi ed Anbu prima di prepararsi e partire [End]

Hiashi interroga Hana per avere maggiori dettagli sugli eventi che mancano nella propria memoria e si fa largo la convinzione che debba tornare nel luogo natale di Jyo per capire come fare per essere certo di non perderla mai. Anche magari ricorrendo a cattive intenzioni. Il tutto alternato alle profonde riflessioni della Hyuga che con il suo distacco emotivo riesce a vedere la situazione da un punto di vista più ampio