A predominare, l’odore sterile ma a tratti frastornante dell’anestetico. Stantuffi che volano da una sala all’altra con l’unico intento di servire mani esperte prodigate in opere di chirurgia estrema, millimetrica, a tratti addirittura miracolosa. La guerra miete vittime, dona due naturali conseguenze entrambe affiancate dal “riempire”: l’una le tombe, l’altra le sale operatorie. Il bianco della struttura è forse un pugno negli occhi di chi non ne è abituato, paranormale per chi è avvezzo a guardarsi intorno e riscoprirne i colori; alla stessa maniera sembra quasi riflettersi nel bianco in parte perlaceo degli occhi dello Hyuga che per la quinta volta lascia sgusciar via una semplice infermiera con tanto di cartella clinica e divisa simboleggiante il reparto medico e per tanto con un enorme kanji stampato sulla schiena ad etichettarla. < Cortesemente si sieda ad attendere il medico, per quanto superficiali siano le ferite non possiamo lasciare che un paziente faccia sforzi eccessivi!> forse l’ingente mole di pazienti meno resistenti e suscettibili a ferite ed ustioni di entità grave hanno rinforzato il comportamento premuroso della tirocinante che già precedentemente avrà invitato Hiashi ad accomodarsi e quindi non sforzare il corpo per alzarsi né per avvicinarsi alla finestra dalla quale tuttavia potrà scorgere lembi di una pace e di una tranquillità che soltanto adesso riesce a raggiungere Konoha: a sforzare l’udito, anche le assordanti risate in tenue lontananza dei bambini potranno riempirgli le orecchie sebbene vi sia di fondo la consapevolezza che l’appartenenza di quei suoni sia attribuita a quelli che ormai sono diventati orfani, trattenuti dall’ospedale solo per il numero eccessivo di bambini dell’orfanotrofio di Konoha. Tornando invece alla tirocinante che avrà accolto Hiashi, si potrebbe dire di lei che nonostante l’agitazione abbia la capacità di rilevare qualcosa da semplici occhiate: quelle che la ragazza compie, con una semplice occhiata nei confronti di Hiashi, sono constatazioni in modo tale da riuscire a redigere una cartella clinica sufficiente per poter informare il < Dottore! > ormai sull’uscio della porta, sventola la mano verso l’alto facendosi notare da uno dei medici affermati che con un semplice sguardo né richiamerà sì, l’attenzione, ma d’altro canto parrà quasi rimproverarla per il frastuono tant’è che la stessa ragazza verrà ammutolita. L’uomo, sufficientemente anziano e forse membro fondamentale dell’organizzazione medica, si appresterà a raccogliere sulla porta la cartella clinica e leggendola facilmente si rivolgerà a chi ha di fianco < Sembra ci sia un lavoro per te, Himiko.> borbotterà, lasciando sbucare dalla sua schiena una ragazza che s’appresterà ad entrare nella stanza di Hiashi al suono di un semplice < Buon pomeriggio >. All’apparenza risulterà sì, timida e allo stesso tempo in soggezione: a guardarla le si potrebbero dare quaranta-cinquanta anni, armata delle giuste rughe la si potrebbe chiamare quasi “madre” o “nonna” eppure… < Coff-coff> tossirà, lasciando intravedere uno strascico dei suoi acciacchi. < Lei è… Hiashi Hyuga, sì?> borbotterà, avendo letto di striscio il nome sulla cartella. <Per favore –coff.> tossisce < può scoprire la zona lesa?> lo invita a scoprire l’ustione. [ Cure ]
Con meticolosa ed estrema lentezza, lo sguardo della donna etichettata dai più come “ragazzina” ancora calca la zona lesa dello Hyuga, inumidendo di poco le labbra e avvicinandosi al ragazzo quasi zoppicando. < Himiko-san, la trovo in forma oggi.> quello che potrebbe quasi sembrare uno scherzo di pessimo gusto passa per la giurisdizione della donna per la più candida verità < Hai, hai > annuisce ignorando quasi ogni stimolo esterno e concentrandosi sul semplice scorrere del proprio chakra precedentemente impastato poiché consapevole che dalle parole del dottore sarebbe dovuta intervenire lei. La stessa energia vitale par fluire dalle aperture del corpo e alla stessa maniera irrorare non soltanto parti di cute bensì l’intero epidermide pronto ad avvolgere tendini e dita, polpastrelli e quindi l’intero palmo delle mani – entrambe – che s’avvarranno della consistenza flessibile e poco annunciata del chakra visibile mediante la patina verdastra che ne investe gli arti. La futilità nel comporre sigilli per una tecnica del genere, capace di farne delle sue mani un paio di mani terapeutiche, le eviterà il dispendio di ulteriori movimenti se non quello finalizzato a portare i palmi – aperti a poca distanza l’uno dall’altro e dispiegati in direzione dell’ustione di cui è afflitto il corpo del ragazzo – in prossimità della zona lesa. Pian piano lo stesso Hiashi potrà avvertirne gli effetti benefici diramarsi ed espandersi, quasi per osmosi, dal corpo della donna al proprio con la finalità di cancellare parte del dolore e del bruciore provocato dall’ustione. Lembi di pelle sembrano quasi prodigarsi nella rigenerazione di piastrine e di una nuova pelle più resistente e non superficiale a protezione degli organi ( + 5 pt ). Il dispendio di energia altrui sarà tuttavia accusato dalle spalle della donna benchè incoraggiata dai commenti come < Migliora ogni giorno di più!> che possono sembrare non poco strani alle orecchie di un “estraneo”, specie se a curare è una donna apparentemente “oltre” il fiore dei suoi anni e che riesce a raggiungere appena il grado chuunin per la qualità delle sue cure quando, esperienza parlando, dovrebbe superarle ampiamente. < Ho quasi finito > pigolerà la donna, soltanto in ultimo voltando il capo verso destra e tossendo per evitare che eventuale saliva fluisca in direzione del ragazzo. [ Cure ]
Lì dove tutti gli occhi del caso vengono puntati specie sugli infermi, malati, coloro che necessitano di ausilio, non può passare inosservata la minima contrazione muscolare sottoposta alla visione di ben due specialisti ed una tirocinante. Himiko non storce il naso, è abituata alla diffidenza e alla scarsa fiducia di chi si sottopone alle sue cure benchè il risultato paia sempre sorprendente. D’altro canto il medico lì presente, da specialista, si sente in dovere di schermare con la destra parte del sorriso ironico smontato subito dopo dalle parole nei riguardi dello Hyuga < Non preoccuparti ragazzo, Himiko-san è uno dei pupilli di questo posto.> assurdo. Assurdo pensare come una donna del genere possa essere considerata anche parte del “fiore all’occhiello” di questo posto. Assurdo pensare come una donna del genere possa anche solo destreggiarsi per bene con il chakra e i relativi jutsu medici. Assurdo pensare come, una donna così cagionevole di salute, possa anche solo pensare di curare quella altrui e non la propria. < Fidati delle sue mani: adesso puoi vederle paradossalmente ghermite da grinze ed inesperienza, ma giorno dopo giorno diventano sempre più precise, giovani e decise.> non dona al ragazzo una diagnosi tanto accurata sulla stramba personalità che ha di fronte, ma gli darà modo di pensare che giorno dopo giorno ci sia qualcosa che induca Himiko a rigenerarsi, irrobustirsi… sì, ringiovanire. Un corso inverso. Donando poche ed essenziali frasi, spera vivamente di placare ogni tremore mentre le mani della donna elargiscono nuovi benefici al corpo di Hiashi che potrà vedere l’ustione scomparire, rimarginarsi come la chiazza d’acqua asciugata dal sole e quindi evaporata lasciando l’epidermide privo di grinze ( + 5 pt ). < Abbiamo finito > pigola la tirocinante mentre la donna si concede a qualche piccolo cenno di spossatezza. < Arrivederci. > semplice, lineare, com’è entrata nella stanza così se ne esce in compagnia del medico che riserverà un’occhiata ad Hiashi ed un paio di parole < Mi raccomando, si riguardi. E la prossima volta dovrà dividere la stanza con qualcuno!> giusto. Entrambi sembrano defilarsi, lasciando semplicemente la ragazza in compagnia di Hiashi sano come un pesce. < Ha capito? La prossima volta non potrà averne “un’altra”, io gliel’avevo detto!> perché sì, non ha effettivamente compreso cosa volesse inizialmente il ragazzo con “ne voglio un altro”: per lei passa semplicemente come il capriccio di chi vuole un’altra stanza. < E comunque, firmi questo!> gli porgerà la cartella clinica < così può essere dimesso.> e allo stesso tempo, dopo aver apposto eventualmente la firma, lo Hyuga verrà scortato fuori dalla struttura medica pronto a cercarne “un altro” di chuunin. [ Cure ] { e n d }