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L'equilibrio tra due mondi

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con Hitomu, Hana

15:15 Hitomu:
  [Volto di Hitomu] I raggi del Sole illuminano i tratti del viso del jinchuuriki, come allo stesso modo si illuminano le pareti di roccia scalfiti a sua immagine e somiglianza. Si trova proprio lì infatti il nono, seduto sopra il suo Volto a fissar l'orizzonte e il paesaggio che si disegna davanti a se: il Villaggio di Konoha. Ha un immagine della Foglia bellissima.. Le iridi azzurre la guardano come se fosse la prima volta che la vede nella sua vita. Inspira quanta più aria può nei polmoni, come se volesse gustarsi questa sensazione di libertà, di pace. Si trova in compagnia di sua nipote sui Monti, anche se al momento non si accorge dei suoi movimenti. Probabilmente è alle sue spalle, ma è concentrato a fissar ancora per qualche secondo il Villaggio. Il suo vestiario è il solito e comprende una maglia a maniche lunghe di color blu scuro e sopra di questa, il giubbotto di color verde ricevuto alla promozione di chunin; sotto porta un paio di pantaloni di color blu con una fasciatura bianca al livello della coscia destra e infine un paio di sandali da ninja neri. Le caviglie sono fasciate anch'esse con dei nastri bianchi per evitare distorsioni nei movimenti. Rimane ancora seduto, le piante dei piedi sono poggiate sulla roccia e le ginocchia sono piegate circa di 90° gradi mentre i palmi delle mani sono tenute leggermente più indietro del busto per sorreggere il peso del corpo contro il terreno. <Hana.. Come proseguono i tuoi insegnamenti?> afferma con tono vivace il jinchuuriki del Kyuubi. Nei momenti di serenità e pace, è importante per un shinobi apprendere nuove tecniche. Semplicemente perchè si ha più tempo in questi periodi, invece che durante i tempi di guerra dove da un giorno all'altro si è impegnati in delle battaglie. E poi Hana gli aveva riferito che trovava difficile seguire gli insegnamenti in Accademia, quindi è una buona occasione per scoprire se ha fatto passi avanti o ancora no. In ogni caso, essendo presente ora lui con la ragazza, potrà insegnarli qualcosa se lo vorrà. Tutto sta nelle decisioni della genin. Il giovane hokage non gira ancora il suo volto verso Hana rimanendo con le iridi azzurre sul Villaggio. Uno sguardo alla Magione, poi al centro tra le vie del Villaggio e via via guardando ogni luogo della Foglia visibile da quella posizione. [chk on]

15:36 Hana:
  [Volto di Zio (?)] La calma è surreale, di certo il posto scelto dall’Hokage aiuta chiunque ad avere un’immagine di pace non più utopica quanto più realistica e allo stesso tempo ricercata. Trovarsi a calcare la roccia presso la quale è incisa la faccia di suo zio non è una sensazione che sembra gradire particolarmente, forse poiché non abituata a calpestare determinate cose che possano rievocare per lei qualcosa o qualcuno in grado di diventare essenziale per i suoi occhi, per la mente, per lo spirito. Nonostante questo, pare a tratti riuscire ad inebriare i propri sensi con l’appagamento che ne riceve il suo esser “maniaca del controllo” trovandosi così in alto da avere tutto a portata di sguardo. Certo, il byakugan è stata forse la rivoluzione ed il tripudio di questa sua smania nascosta e che difficilmente lascia evincere così come il resto di sé, eppure trovarsi su di un picco in grado di mostrarle tutto dall’alto le genera sempre la stessa sensazione capace di sedarla, placarla, rassicurarla. Inspira l’aria terza di una giornata particolarmente soleggiata, anche oggi il cielo sembra essere favorevole ai pronostici degli dèi, dell’Hokage e di ogni piccolo ninja abitante il paese del fuoco. S’erge dietro la figura del Kage, le mani – entrambe pulite dal nero del carboncino che ha riposto saggiamente a casa insieme a tutti i suoi disegni – vengono unite in prossimità del grembo fasciato da una retina che lascia intravedere il colore pallido dell’incarnato e parte dell’ombelico. Una fascia di tessuto viola lambisce il seno occultando anche ciò che vi è al centro: un tessen sapientemente nascosto per le eventualità. Un pantaloncino s’aggroviglia sulle cosce e allo stesso tempo ne lascia più della metà libera da costrizioni, eccezion fatta per la destra alla quale si trova avvinghiata una fascia con portaoggetti contenente shuriken, kunai, fuda e fili di nylon più eventuali tonici che possono esserle d’aiuto. A sormontare il vestiario un semplice haori bianco e che, in onore di questo velo di pace, sembra ricalcare col rosso le estremità del tessuto rasentando fiamme asimmetriche in ricordo del paese del fuoco. Le basterebbero un paio di passi per affiancare il kage, qualora non glielo impedisse, e osservarlo di sottecchi: quello sguardo a tratti glielo invidia, forse per la semplicità con la quale mediante gli occhi riesce a sfiorare la calma, la pace e allo stesso tempo la vitalità. E dire che lei uno sguardo simile riesce ad averlo solo di notte, nei giorni di preghiera o di devozione ai kami. < Diciamo che “procedono”.> ma non all’accademia. < Ho maestri di vita alquanto singolari.> a partire dal kage stesso, passando per un eremita che non si risparmia in massime ermetiche, una maestra a Kusa che sembra essere intrappolata in un bivio e a quanto pare la stessa appartenenza al clan con persone che non ha mai visto ma che sente il dovere di proteggere per un solo nome. < Ed io penso di aver deciso come impiegare il resto del mio tempo.> tra le mani un libro sufficientemente voluminoso che accoglie la sapienza circa l’anatomia umana. L’ennesimo respiro a pieni polmoni, ma mai eccessivo: lei è una di quelle persone che crede nel karma, nei kami ma soprattutto nella ciclicità storica. E’ come se qualcosa continuasse a premerle sulla nuca, infastidendola: il sentore di dover effettivamente godere di questa pace poiché fittizia esattamente come la guerra. < Tu, piuttosto.>rincalza il discorso, a proposito di guerra. < Come stai?> [Chakra on ]

16:20 Hitomu:
  [Volto di Hitomu] Il peso del corpo preme sulle piante dei piedi ora e il jinchuuriki, dandosi uno slancio verso l'alto, si riporta in piedi velocemente. Rivolge il viso verso la nipote poco distante da lui ora notando il libro che tiene tra le mani e ascoltando le sue poche parole. Un sorriso si disegna sul suo volto udendo le parole della genin, come se non avesse avuto dubbi che la ragazza stesse incontrando 'problemi' con gli insegnanti che incontra. Vuol sapere come intende impiegare il resto del suo tempo, incuriosito da cosa si trovi scritto su quel libro <Cosa hai deciso di leggere di interessante?> le chiede il jinchuuriki di Kurama guardando un'ultima volta il libro per farle capire a cosa si riferisce. Successivamente, la ragazza gli chiede come sta <Benissimo, Hana. Il Villaggio è salvo, voi state tutti bene.. Sono felice> non si vedeva? Se trova il tempo per sedersi sui Volti e fissar il Villaggio, vuol dire che tutto va alla grande. Risponde molto semplicemente cercando di infondere sempre la tranquillità che gli piace trasmettere al resto del Villaggio. Il Nono è fatto così e ce lo dobbiamo tenere così. L'haori recitante la scritta 'nono hokage', in kanji, viene raccolto dal terreno. Il jinchuuriki lo pulisce per bene con la mano per poi indossarlo. Prima dentro il braccio destro nella manica e poi la mancina che compie lo stesso movimento. <Te, invece?> una domanda un po' generica, forse <Cosa hai fatto in questi ultimi giorni? le chiede lasciando libertà alla sua risposta. Una domanda aperta che mette Hana in condizioni di dire la verità o camuffarla con una semplice risposta generica. Compie alcuni passi verso la radura che si nasconde dietro i Volti dell'Hokage. Uno spiazzo dove sono presenti alcuni alberi e null'altro che terra. <Seguimi> direbbe successivamente. Il ragazzo si avvicina ad un albero rimanendo ad un metro di distanza. <Questa è una tecnica che ti permetterà di controllare il tuo chakra ed emetterlo in una particolare zona del tuo corpo per usufruirne> spiega il ragazzo. Il giovane si concentra e lascia scorrere il chakra lungo gli tsubo degli arti inferiori per poi rilasciarlo nei fori di uscita di entrambi i piedi. Quindi, si concentrerà maggiormente con il fine di formare una patina di chakra sotto le piante dei piedi <Guarda il chakra> le dice indicandole i suoi piedi <Sto mantenendo il controllo del mio chakra in quella posizione. Ci vuole concentrazione, è importante. E in questo modo, potrai riuscire a fare ciò> spiega nuovamente per poi far aderire il piede destro sul tronco dell'albero e successivamente il sinistro mantenendo il giusto controllo del chakra e l'equilibrio che serve per non cadere dal tronco. Compie alcuni passi sulla corteccia per poi guardare Hana <Hai visto? Molto semplice> afferma compiendo un piccolo balzo in avanti che lo riporta quasi davanti alla ragazza. <Vuoi provare tu?> [Rilascio del Chakra Finale][chk on]

16:46 Hana:
  [Radura] Senza impiegare ulteriore tempo, volterebbe la copertina del tomo in favore di Hitomu al fine di potergli chiarire gli ideogrammi disegnati in superficie: jintaikaibou. < Anatomia umana.> non a caso il primo di quelli è il kanji di persona, a seguire quello di corpo e i restanti tre di spiegazione, dividere e scienza: il corpo di una persona diviso e spiegato dalla scienza, nulla di più affascinante. < Voglio propormi per entrare a far parte dell’equipe medica del villaggio.> Voglio. Non vorrei. È forse la prima decisione che pensa d’aver preso da sola, sebbene tutto ciò sia giustificato dalla voglia di avere la strada spianata per eventualità calcolate come il poter salvare o semplicemente decretare la fine di una persona a seconda dei canoni che le sono stati impartiti benchè la medicina ponga quasi tutti sullo stesso piano e nella stessa condizione di dover salvare tutti indifferentemente dalla situazione. A tratti è la stessa aspirazione che sembra pervadere l’hokage e le si presenta l’occasione per sottolinearlo proprio mediante le sue parole. Davvero l’uomo che ha di fronte non ha altri pensieri se non questo? Quello di salvare gli altri? Non ha altre premure? <La tua felicità, dunque, dipende da questo?> non aggiunge “solo” da questo: immagina che i suoi canoni di felicità siano già elevati dovendosi caricare sul groppone l’incolumità di fin troppe persone. Ma come fa un uomo del genere a non portare nemmeno il minimo cenno di egoismo o amor proprio? < Ho studiato.> questo è quanto “Ha fatto” e no, non sta mentendo. < Ho studiato gli altri.> non sta nemmeno cercando di sfuggire alla domanda postale: si è limitata ad osservare come gli esponenti del suo clan siano diversi da lei e soprattutto quante persone rielaborino le regole ninja a modo loro. < Ho visto uno Hyuga piangere ai piedi della statua della memoria. E non mi è piaciuto. Non mi sono piaciute né le sue lacrime, né il suo modo di esternare i sentimenti.> se solo fosse incline all’emotività la si potrebbe quasi contorcersi in una smorfia, eppure il viso resta com’è – una lastra di marmo. < Ho visto, per la prima volta, gli occhi di Akendo sgranati.> con la coda dell’occhio, s’intende. Nella sorpresa, e ha dovuto dar fondo a tutta la sua inventiva per arrivare fin lì. < Ho visto come i sentimenti possono logorare una persona. Aspetto di vedere il riscontro positivo.> questo è quanto ha da dire. Annuisce con la testa in un gesto quasi repentino, ma non brusco. Lo segue alternando il proprio passo dietro la scia del Kage. < Mhn.> comprime le labbra, una sorta di fissazione, le viene spontaneo quando sta per dire qualcosa ma al posto di contare fino a dieci si tappa direttamente la bocca o semplicemente deve riempire il silenzio. In questo caso, si sofferma ad osservare e ad individuare la chiave di svolta per quell’esercizio. A giudicare dai movimenti altrui, scarni e privi di richiami o sigilli, non dovrebbe essere particolarmente difficile. In secondo luogo, non è semplicemente questione di richiamare il chakra o controllarlo: prima di tutto bisogna < equilibrarlo, giusto.> chiunque potrebbe affermare che a questo livello fin troppo basso un ninja è incapace di equilibrare il proprio chakra senza nemmeno doverci pensare. < Penso di potercela fare > pensa(?). S’avvicina al primo tronco utile, rinnovando quella ventata di chakra già messa in circolo qualche minuto fa. A tal proposito, percepitone il flusso proverebbe a spintonarlo tutto verso il basso in modo che – come arterie – gran parte dell’energia spirituale possa scorrere in presenza dei punti di fuga presenti sotto le piante dei piedi ed essere rilasciata da lì convogliandosi sotto i talloni e pervadendo gli interi piedi fino alla punta degli alluci creando così il rivestimento adatto alle suole dei sandali. Non dovrebbe trovare particolare difficoltà sebbene nemmeno le vien da pensare che un giorno i punti di fuga saranno parte essenziale dei jutsu del proprio clan. Adesso, tentando di adagiare il piede destro sulla corteccia non dovrebbe far altro che valutare il grado di aderenza e tramite questo riuscire ad equilibrare il proprio chakra dosandolo di modo che non ce ne sia troppo, né troppo poco e dunque evitando di scivolare via qualora dovesse provare ad issare anche il piede sinistro e farlo aderire alla corteccia dell’albero. [ Chakra on 25/25] [ Tenta: rilascio del chakra]

17:35 Hitomu:
  [Volto di Hitomu] Hana gli mostra la copertina del libro dove potrà trovare gli ideogrammi citati precedentemente dalla ragazza. <Un medico in famiglia> afferma il jinchuuriki sorpreso dalla scelta decisa della ragazza, di solito si è mostrata sempre un po' confusa sulle scelte da prendere. Ma bene così. Se qualcosa le piace, meglio prenderlo subito. <Un medico è fondamentale nei team, deve essere sempre pronto per soccorere i propri compagni dando supporto incessato. Un ruolo molto responsabile..> spiega alla ragazza ciò che comporta essere un ninja medico. <Ma sono sicuro che potrai fare bene. Sono a conoscenza del fatto che cerchino sempre nuovi allievi, quindi proponiti pure. Andrai benissimo, sono sicuro> esclama il ragazzo annuendo leggermente con il capo. Esser un medico comporta tanta responsabilità e coraggio.. Salvare le vite umane è stupendo, ma sapere che una vita dipende dalle tue mani ti potrebbe mettere pressione se non sei capace di gestire la situazione. Ma il jinchuuriki è sicuro che Hana potrà crescere con questa esperienza ed aiutarla nel suo processo di formazione nel quale dovrà arrivare ad essere un'ottima kunoichi. Non un oggetto utile al Villaggio, ma una persona utile al resto delle persone del Villaggio. Questo concetto dovrà riuscire a capire la ragazza. La nipote dai capelli neri e bianchi gli chiede se la felicità dipende solo da ciò che ha detto prima <La mia felicità? Ho sempre visto questo sentimento come qualcosa di collettivo. Ti spiego..> si ferma alcuni attimi per poi riprendere il discorso <Se le persone che stanno accanto a me sono felici, io sarò lo stesso. La felicità, per come la vedo io, è un sintomo che deriva dalle persone che abbiamo accanto. Se le persone che ci circondano ci dimostrano il loro amore, noi saremo felici. Se invece ci tratteranno male, noi risentiremo di questo> afferma ancora verso la ragazza. <Da quando sono Hokage, la mia felicità è dipendente dalla felicità del Villaggio e da ogni singola persona che ci vive..> spiega concludendo il jinchuuriki. Questo è il suo modo di essere, forse troppo altruista è vero. Ma ha imparato a farsi carico di tutto il Villaggio e condividere con esso le gioie e il dolore stesso. Sembra quasi scontato che il suo umore dipenda dal Villaggio: avete mai visto un Villaggio in guerra con il suo Kage felice come una pasqua? O un Villaggio pieno di gioia con il suo Kage in pessimo umore? Forse ci sarà stato qualche raro caso, ma ciò non vale per il Nono. Ascolta, poi, ciò che la ragazza ha fatto ultimamente <Studiare?> rimane sorpreso da quel termine. Non in maniera negativam però. <Saper leggere le persone è una bella abilità, Hana. Usala sempre, mi raccomando..> le consiglia ora. <Cosa hai imparato allora dopo aver 'studiato' queste persone e i loro comportamenti?> vuol capire se la ragazza è riuscita ad andare più profondamente nelle relazioni con gli altri e non si fosse fermata solo al primo impatto, per intenderci. La ragazza, intanto, rilascia una patina di chakra sui suoi piedi e si poggia sulla corteccia dell'albero riuscendo a rimanere in equilibrio. <Ora prova a camminare su quel ramo.. a testa in giù> le indica un ramo robusto presente sullo stesso albero sul quale si trova lei. [chk on]

17:57 Hana:
  [Radura] In effetti, considerando i trascorsi dei suoi genitori o dei suoi stessi parenti, non riscontra altri medici. < Hm speriamo> allo stesso tempo sembra essere restia al tirare in ballo le vere motivazioni che la spingono a questo. Hana non spicca di certo né per altruismo né per egoismo, tanto meno qualcuno s’aspetterebbe da lei un aiuto indipendente. Brilla per qualche dote intellettiva, certo, e forse per la capacità di saper eseguire gli ordini con una cura tanto meticolosa da far rabbrividire chiunque: ottima se c’è qualcuno a coordinarla, nel concreto, ma tace che nell’effettivo alla base di tutto ci sia una sorta di smania nel voler sapere, conoscere e approfondire determinati campi che ha tenuto fin troppo a bada considerando l’educazione limitante impartita dalla nascita. Ha sempre avuto i nervi saldi in qualsiasi circostanza, questa è una delle cose che gioca a suo vantaggio: recidere un cavo e troncare la vita a qualcuno consapevole che si è fatto il possibile per salvarlo non sarà il suo dramma maggiore. Purtroppo, il riscontro negativo ma che ormai un po’ tutti possono notare è l’incapacità di poter amplificare determinati sentimenti. Rabbia, gioia, rancore, sono pochi altri quelli elencati dal Sennin che condizionano l’animo umano: lei non fa eccezione, non se ne esenta, ma questi – se non provati in misura devastante – non sanno avere un grande ascendente su di lei che nel complesso par essere una dei pochi esseri viventi sulla faccia della terra a saper mantenere una sorta di neutralità. Sa che fino ad ora la cosa l’ha aiutata non poco, così come sa che fin quando non riuscirà a sbloccare parte delle sue emozioni allora non potrà dare fondo davvero al proprio potenziale e rimarrà l’oggetto che ha sempre desiderato essere. < Sembra quasi stupirti > il fatto che abbia scelto, in primo luogo, ed il fatto che abbia scelto di essere un qualcosa o un qualcuno di responsabile. < Forse non sembrerà evidente, ma tra tutte le cose impartite alla mia nascita, quella della responsabilità è una delle più consistenti. Il semplice fatto che entrambi i miei genitori siano in giro per i villaggi lasciandomi qui da sola dopo aver sciorinato gli ultimi ordini può farti capire quante responsabilità sono stata obbligata ad accollarmi.> non è molto semplice strapparle qualche parola di troppo, ma nei confronti di Hitomu sa di poter sciogliere qualche nodo senza problemi < Ed io sono onorata di poter servire la mia famiglia.> quindi, anche questa volta ci proverò < Non ti deluderò.> lo speriamo per lei, poiché così imprevedibile da potersi conficcare un tanto nella gola e fare seppuku per un fallimento. Quella parentesi aperta sul baratro della felicità in parte le fa credere che Hitomu altro non sia che < Una cassa di risonanza > o un vittima di un effetto placebo. < Sai, non siamo poi così diversi.> inclina di poco il capo, azzardando un altro passo sulla corteccia dell’albero < Abbiamo scelto entrambi di far dipendere le nostre azioni > o la nostra felicità < dagli altri.> ma, in entrambi i casi, abbiamo scelto noi. Annuisce, portando avanti un altro passo < Sì. Leggere le persone è utile. Essere letti non proprio.> lei è consapevole: ogni parola che dice è una riga decodificata che offre agli altri. < L’ho sempre saputo.> lo ammette: in cuor suo sa perfettamente che l’Hokage l’ha capito, da quel giorno in cui pareva volerla indurre ad aprirsi. Come lui, Satoru Hyuga: voleva capirla. Sconsiderato a pensare sia tanto facile un gioco del genere con lei. Cos’ha imparato da queste persone? < Che sono sempre di meno i ninja che sanno rispettare le regole.> sorride in maniera ironica: in effetti quasi le fanno male le labbra, non sorrideva da tempo. < Che i sentimenti, come le parole, ci rendono vulnerabili. Irascibili. Per un momento, sanno farti perdere il controllo della situazione, offuscano i sensi – persino il sesto od il settimo risultano suscettibili alle emozioni. Persino quello che può sembrare il più forte, al cospetto di questi sembra essere irretito.> questo è il suo pensiero, ma come detto < Aspetto di poter credere alle tue vecchie parole.> quelle secondo le quali i sentimenti sono necessari. Un nuovo passo per poter porre il piede destro sul lato inferiore del ramo robusto, convogliando leggermente più chakra per poter prevenire una caduta e per preparare il corpo non ad una superficie semplicemente verticale quanto più rovesciata. Assicuratasi un po’ di attrito con il ramo, proverebbe ad azzardare l’avvicinamento con l’altro piede lasciando che la propria forza di gravità risulti processo suscettibile del proprio chakra, annullandola in parte con l’ausilio dell’energia spirituale convogliata sotto le piante dei piedi. [ Chakra 25/25] [ tenta : rilascio del chakra base]

18:37 Hitomu:
  [Volto di Hitomu] Ascolta le parole della ragazza ora mentre spiega come è giunta a quella scelta decisa e come il senso di responsabilità sia sempre vivo dentro la sua anima visto la sua vita. I suoi genitori la hanno lasciata nel Villaggio da sola e questo l'ha dovuta metter in guardia dalle difficoltà che poteva incontrare nelle azioni quotidiane e dall'affrontare la vita non come una bambina normale appoggiata sempre sulle spalle robuste dei genitori. <E vedi Hana, in questo allora siamo simili io e te. Ho dovuto occuparmi delle mie sorelle quando tua nonna è scomparsa.. E fin da piccolo, ho dovuto impegnarmi per far sì che non mancasse niente a loro. Questa responsibilità ti sarà di aiuto quando crescerai.. Saprai gestire molte situazioni in maniera brillante, senza alcuna esitazione> ciò che dice è la verità, perchè l'ha provata su se stesso. Grazie alla situazione che ha vissuto, è cresciuto molto sotto certi punti di vista e sin da giovane ha avuto una visione più matura di ciò che lo circondava e delle situazioni in cui capitava. E quello che ha passato, lo ha aiutato in molte occasioni. L'argomento si sposta nuovamente su ciò che ha fatto Hana nell'ultimo periodo e su cosa ha imparato. <Essere letti non è così brutta, dai.. Permette alle persone che ci sono vicine di poterci capire e aiutare anche, in alcuni casi> ovviamente non bisogna farlo con tutti, eh <Ma devi essere tu a scegliere da chi farti leggere. Io non mi farei mai leggere dal mio peggior nemico.. Ma mi farei leggere da te, semplicemente. Non ci trovo nessun problema> le sorride affermando infine ciò che pensa. Esser letti non è facile per se stessi. Si potrebbero mostrare i propri lati deboli o le proprie emozioni. Ma non è un male lasciarsi aprire verso una persona che vuole solamente fare del bene per te. E in questo, il jinchuuriki ha notato che Hana si sta leggermente aprendo nei suoi confronti. Non del tutto, ma vede dei piccoli passi avanti. E ne è felice. Queste piccole cose fanno la felicità di un grande uomo. Giusto per chiudere quel cerchio della felicità aperto da Hana. <Per un ninja è d'obbligo rispettare le regole, Hana?> le chiede con una semplice domanda il Nono aspettando la sua risposta incuriosito da quella frase detta dalla kunoichi. <Hai ragione.. I sentimenti possono renderci vulnerabili. Ma se impariamo a controllarli, possono renderci invulnerabili. Questa è la differenza.. E sai ciò da chi dipende?> si sofferma sulla figura della ragazza posta a testa in giù sul ramo e compiendo un passo in avanti verso di lei indicandola con l'indice della mano destra <Solo da noi stessi> conclude facendo un applauso alla ragazza battendo le mani per alcuni secondi. <Complimenti, sei stata bravissima. Sei riuscita ad ottenere una giusta dose di equilibrio e concentrazione in egual modo> afferma aspettando che la ragazza scenda dal ramo. [chk on]

18:53 Hana:
  [Radura] Di primo acchito la prima cosa che le viene da dire, in maniera abbastanza spontanea, è un semplice < Forse.> a responsabilità siamo lì, ma lei fortunatamente – a suo dire – non ha mai dovuto imparare a badare a nessun altro se non a se stessa. E’ una solitudine che logora, inizialmente, ma che poi viene affinata fino a potertela fare amica. E’ in questo che vede la chiave di volta: lui è sempre stato abituato a badare a qualcun altro. Lei no. Ed è per questo che forse in questo ruolo di Kage calza a pennello. Non interrompe i discorsi del Kage, sarebbe maleducazione e non è nemmeno nelle sue corde insinuarsi violentemente tra le parole di qualcun altro. Con una certa calma lascia che sia lui a concludere un discorso o aprirne un altro e, allo stesso tempo, si premurerà di adocchiare come sotto i propri piedi il chakra concentrato fluisca a tratti quasi in maniera naturale, da non percepirla a stento. L’aderenza pian piano si consolida rendendole facile dosare il chakra, tanto da non dover sentire più l’esigenza di ricalibrarlo ogni volta. La forza di gravità non pare schiacciarla né lasciarla in balia della fluttuazione, sembra semplicemente equilibrata e alla fin fine può permettersi anche qualche movimento in più: almeno nell’equilibrio sa di poter esser avvantaggiata. In conclusione, può riservarsi semplicemente un’opinione < E’ questo il problema. Scegliere.> scegliere chi deve essere colui al quale ti aprirai. Scegliere chi è tuo amico e chi è tuo nemico. Scegliere l’entità presso la quale essere vulnerabile. < E se la persona che designiamo come nostro lettore è un errore? E’ quella sbagliata? Se io, poniamo l’assurdo caso, un giorno dovessi pugnalarti alle spalle?> non lo farebbe mai, certo. Lo sa lui come lo sa lei. Ma è un esempio. < Ci si può fidare di noi stessi?> parte dall’assunto che no, non si può fare affidamento sui propri sensi, ma talvolta è l’unica cosa che ci resta. < Immagino che per ricoprire il ruolo che attualmente ricopri, tu sia riuscito a farti tanti amici quanti nemici. Ma delle persone di cui ti fidi non ti ho visto mai, mai sospettare.> nemmeno di Akendo. < Così ho deciso. Se non sarai tu a sospettare, sarò io a farlo per te. Sarò la tua diffidenza.> è una di quelle cose che boh, ti svegli e decidi. E ti rimane come punto fisso, tra l’altro. Una di quelle cose che non vogliono sentire obiezioni poiché inutili, le ignorerebbe. Diffidente ci è nata, incapace di fidarsi a priori di qualcuno benchè sia stata discussione dell’altra volta: che sia sempre con un occhio dietro la testa – metaforicamente e non solo – ormai lo si è appurato. Ciò detto < Sì, lo è.> un ninja è obbligato a rispettare le regole. < Le regole sono stabilite per creare un ordine interno. Esse vanno rispettate al fine di non disgregare il flusso naturale delle cose: ci pensa già la natura a farlo.> lei non è una di quelle persone che crede che le regole sono fatte per essere spezzate. < Se così non fosse, allora perché crearle?> per concludere, annullerà quasi del tutto il chakra facendolo defluire dai piedi in modo tale da perdere attrito in quella caduta verso il basso regolata dal corpo che, in una semplice torsione di muscoli, dovrebbe ristabilire l’equilibrio delle gambe in una mezza capriola aerea finalizzata a farla atterrare con i piedi al suolo, senza particolare sforzo. < nh.> schiva lo sguardo altrui a quell’applauso, non abituata a tanto clamore per una tecnica a buon fine < G-grazie.> sì, è imbarazzata: un po’ come quando tuo padre viene a vedere la recita scolastica e spalleggia la gente dicendo “QUELLA E’ MIA FIGLIA”, continuando ad applaudire e ad urlare. Sì, la sensazione di voler sprofondare è quasi la stessa. [ Chakra ON ]

19:22 Hitomu:
  [Radura] Sì, è forse vero. La differenza tra loro è quella che afferma la ragazza. Lui deve badare a tutto il Villaggio, mentre lei solo a se stessa. Ma è da lì che si inizia.. Prendendosi cura di se stessi, poi dei propri compagni di team e infine di tutte le persone che ti circondano. Ma non aggiunge niente, non vuole farle l'ennesima lezione di vita perchè sicuramente ci saranno occasioni in cui il discorso potrà riaprirsi. <Ti do perfettamente ragione.. Il problema è quello> alcuni secondi di pausa per poi riaffermare la parole detta dalla ragazza <Scegliere>. Le iridi azzurre si soffermono sulla figura della kunoichi intenta a scendere dal ramo. <Devi fidarti di te stessa o ogni decisione che prenderai, ti risulterà come un errore. Nella vita potremmo fare delle scelte sbagliate, tutti possiamo farle.. Ma l'importante è credere che ciò che stiamo facendo è giusto. Perchè dovrei dubitare delle persone di cui mi fido? Non sarebbe il primo passo verso una rottura del legame che ci unisce? Se iniziassi a dubitare di te, dubiterei di ogni parola detta da te. E cosa dovrei credere, alla fine? Cosa rimarebbe del nostro legame tra me e te?> altro esempio, naturalmente <Nulla, Hana> conclude la sua frase. <Quindi sappi che nella vita potrai sbagliare.. Ma fino a quando la tua scelta non si dimostra un errore, credi in ciò che fai. Credi sempre che sia la scelta più giusta da fare in quel momento. Segui il tuo istinto> afferma sapendo che la ragazza difficilmente lo farà. Lei vuole essere sempre sicura della scelta da fare, non vuole avere sorprese o delusioni da ciò che sceglie. Ed è per questo che forse il suo istinto non lo ascolterà mai. <Sospetta per me, allora. E se scopri qualcosa, corri a dirmelo> le sorride quasi a prenderlo come un gioco, ma sa bene che la ragazza dedicherà anima e corpo per scoprire se c'è qualcosa sotto i legami del Nono. <Le regole sono fatte per essere rispettate, è vero..> afferma con sincerità il jinchuuriki di Kurama spiegando però alla ragazza come a volte sia necessario guardare oltre queste cose <Ma la vita da shinobi ci insegna che, in certe situazioni, si può anche oltrepassare a queste regole..> non approfondisce di più ciò che vuole dire perchè come sempre ci sono argomenti che affronteranno più avanti, quando Hana avrà più esperienza come kunoichi. <Conosci tutte le Regole?> le domanda notando come la ragazza sia rimasta forse un po' imbarazzata dal modo di fare del jinchuuriki. Si volta verso il Villaggio come per cambiare discorso, ritornando verso i Volti. [chk on]

20:54 Hana:
  [Radura] Un tempo un grande Hyuga disse che l’unica cosa che ci accomuna, in questo strascico di destino già prestabilito, è la morte. Questa è la naturale conseguenza del tutto: cosa ne sarebbe di quel legame che unisce le persone se spezzato dalla mancanza di fiducia? < Finirebbe.> risponde benchè solo a questo punto possa rendersi conto di quanto fosse retorica una domanda come quella del Kage. < Ebbene, se ciò è indispensabile per la tua incolumità in quanto Kage e membro della mia famiglia, allora ti prego di dubitare di me al minimo cenno.> non è un desiderio quanto più una preghiera: mentalmente sembra essere preparata alla più temibile delle ipotesi, quella del tradimento. Spiritualmente, tuttavia, in una situazione del genere si sentirebbe sia con le mani legate sia con un nodo al collo – un cappio a recidere la gola, una sensazione d’asfissia che sale se solo ci pensa. Ancora una volta incassa la testa tra le spalle < Se me lo permetterai > lo avviserà, certo. < Sarò i tuoi occhi.> perché è quanto può offrire, sia in quanto Hyuga sia in quanto membro del villaggio della foglia, sia come nipote. < Mhn.> ciò che dice Hitomu non è del tutto errato < Io credo nel fato. Credo nel destino. Credo che aldilà di queste, esistano regole invisibili.> crede nel filo rosso che lega due persone fin da principio, e per questo crede di poter rivedere chi ha promesso di tornare. < Credo anche che ci sia chi possa essere in grado di cambiare il proprio fato.> al cospetto della forza del Kage, dello spirito del jinchuuriki o dello stesso possessore del Rinnegan alcune regole sembrano piegarsi < ma io, adesso, non sono in grado di farlo. E dubito che un giorno, qualora lo fossi, cambierei le regole che regolano questo mondo.> ma siamo tutti bravi a parole. < Compromessi. So che il mondo va avanti anche con questi. Semmai un giorno mi troverò di fronte ad uno di questi, mi comporterò di conseguenza in favore dei miei ideali.> se è vero questo < Ecco. Ti chiedo di tenere a mente questo. Anche nel momento in cui sembrerò cambiare rotta, sappi che tutto ciò che è in mio potere sarà finalizzato soltanto a questo: la famiglia, il paese ed il kage.> le sue priorità. Un’occhiata di sottecchi fluisce verso il kage solo a questo punto, mentre mugolando qualcosa di ritroverà ad ammettere che < Certo.> le conosce tutte. < A proposito. Non mi hai detto cos’hai fatto in questi giorni.> [ Chakra ON ]

21:31 Hitomu:
 Sembra che le parole del jinchuuriki non siano state solo ascoltate dalla ragazza, ma anche capite. <Esatto, finirebbe> afferma ciò che lei ha appena detto, come dimostrarle che ha capito il ragionamento dello zio. <Non dubiterei mai di te.. Ma se ciò può farti star meglio, allora va bene> le dice quasi a volerla accontentare. Al minimo dubbio, dubiterà di lei. Anche se, per come è fatto il ragazzo, gli sarà difficile dubitare del suo stesso sangue. <Diventa i miei occhi..> le iridi azzurre cercano di penetrane nelle sue bicolore <.. e proteggimi le spalle> la parte più importante per lui. Se le sue spalle sono protette dalle persone di cui si fida, può guardare davanti a se senza paura. I piedi si fermano ora sulla testa del Primo, quel volto su cui si è poggiato per anni quando era piccolo e voleva ritrovare un po' di serenità. Quanto tempo passato su questo volto a sognare di diventare come lui, come Hashirama. Il sangue che scorre nelle vene è lo stesso, ma ancora manca la sua abilità nel cambiare la visione del mondo ai suoi nemici. Con il tempo, forse, potrà acquisirla anche il Nono. Ma ci vorrà tempo.. Anche se, con Madara anche Hashirama sembrò che fallisse. Ma i segreti di quella battaglia rimaranno celati fino a quando le loro anime non verranno riportate in vita e saranno loro stessi a parlarne. Qualcosa di impossibile, forse. Ha ascoltato le parole di Hana e ora le risponde <Mi ricorderò le tue parole, allora> si ferma nuovamente guardando la ragazza negli occhi voltandosi verso di lei <Famiglia, Paese e Kage> è come se avesse sancito una promessa rimarcando quelle parole dette dalla ragazza. <Cosa ho fatto io? Nulla, ho passato un po' di tempo nel mio ufficio. Avevo delle pratiche arretrate e ho dovuto mettermi al lavoro per riprendere le relazioni con gli altri Villaggi visto che durante gli ultimi scontri non ho potuto> ovvio, combatteva contro un Drago di Lava. Sicuramente in ufficio non ci poteva stare con Kurama e un Drago. <E per il resto nulla di che.. Sto cercando di riportare tutto nella normalità e nella tranquillità. I civili stanno tornando nelle loro abitazioni e devono sentirsi al sicuro, questo è fondamentale ed è compito nostro, come ben saprai> conclude il ragazzo tornando con gli occhi sul Villaggio <Alcuni civili sono ancora nei rifugi, però. Quindi ho già organizzato le missioni per andare a riprenderli> afferma mentre ammira tutto ciò che si estende davanti ai suoi occhi. [chk on]

21:45 Hana:
  [Radura] < Lo farò.> è un patto, di quelli non firmati con il sangue ma nati da quest’ultimo. Di rimando seguendo il suo ritmo si ferma anch’ella sulla testa scolpita del primo Hokage, annuendo alle sue parole. Tre sono le cose etichettate come sua priorità, l’ordine pare essere casuale ma per una famiglia antica come quella degli Hyuga la famiglia non può che essere al primo posto. L’incolumità del paese al secondo e per concludere quella del Kage stesso. < In effetti l’immagine di te immerso nelle scartoffie mi è molto più familiare di qualsiasi altra.> un modo carino per potergli dire che lo immagina più a compilare cartacce che a sparare bijuu dama in giro: che nipote adorabile. < Il sole sta calando, forse è il caso di avviarsi. Sia mai che l’Hokage s’intrattenga fino a tardi > che fai, lo bullizzi?! Ad ogni modo riprende il proprio passo, intimandolo di seguirla < Ti aiuto con qualche scartoffia, se vuoi > tanto un modo migliore di passare la serata non ce l’ha: eventualmente ordineranno qualcosa dal cantonese, perché sì – questa sera ha voglia di mangiare cantonese. E lei è una di quelle che, non essendo abituata a sottostare alle direttive di qualcuno in casa poiché vivendo da sola non ne ha avuto bisogno, mangia un po’ quello che le gira per la testa. Torneranno probabilmente entrambi alla magione dell’Hokage e probabilmente riuscirà a scroccargli un paio d’ore anche per la cena, giusto per imparare a condividere qualcosa. // E N D per entrambi!

Hana e l'Hokage trascorrono una giornata sul Monte dei Volti. Qui parlano di molte cose e nel frattempo, Hana impara una tecnica insegnatale direttamente dal Nono.