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Il pifferaio della quiete. [Atto quinto]

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con Kurako, Kurona

14:58 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] Il tempo del fermo restare è finito, a Konoha non ha più niente da fare, ha finito il suo compito di protezione del villaggio, l'Akatsuki non ha più bisogno di agire in quel luogo o almeno, lui non ha più bisogno di starvi li incollato; un periodo proficuo per la sua conoscenza, con gli ultimi incontri ha capito non poche cose di quel posto e dei suoi abitanti, specialmente di Mekura e Azrael con cui, ben presto, deve nuovamente avere un dialogo con entrambi, tutto sta diventando fin troppo interessante per lasciarsi sfuggire un occasione del genere. Ha capito o meglio, suppone cosa effettivamente ci sia o ci sia stato per entrambi e questo può servire come leva per ottenere ciò che vuole, sia dall'uno che dall'altra. Mekura si è sempre opposta a lui, ha intralciato la sua via e ora può avere questa carta da giocare ma prima deve verificare tale supposizione e solo in incontro con il Nara può dargli la conferma che cerca ma un piano di riserva è già pronto, già in moto all'interno della sua testa; avvicinare la ragazza oramai è cosa facile dopo l'ultimo incontro, ha sfruttato parte delle sue abilità oratorie riuscendo a renderla molto più vulnerabile di quanto non siam ha capito che anche lei, dopotutto, ha una buona dose di menzogne alle spalle e fare leva su quelle è ciò che gli riesce meglio, infliggere un nuovo tipo di dolore non fisico ma mentale, farla cedere sempre di più e portarla sotto la sua ala soggiogandola completamente e totalmente, una sottospecie di schiava del potere una volta raggiunto il comando dell'Akatsuki. Le gambe del ragazzo si muovono veloci e silenziose per il bosco di Shukosato, i piedi si appoggiano sui vari rami della foresta imprimendo quella piccola dose di forza necessaria all'equilibrio del corpo, le vesti svolazzano per effetto del vento creato dal movimento del proprio corpo, vesti composto da una serie di fasce legate intorno al corpo e precisamente intorno al busto con i pettorali, l'addome, la schiena salendo fino al collo ed espandendosi per le spalle, le braccia e la meni ma anche fino alla bocca e al naso, solo un paio di piccoli buchi a crearsi sotto l'appendice nasale per permettere di avere una corretta respirazione. Sopra la fascia vi è una maglia grigia aderente rendendo bene o male visibile il disegno del corpo al disotto, maniche corte fino a metà dei bicipiti, piccoli rombi disegnati sopra di essa, pantaloni neri aventi varie tasche ai lati, più larghi nella zona del polpaccio fino a stringersi completamente intorno alla caviglia, sandali ninja neri di normale fattura con la punta davanti completamente aperte mostrando le dita dei piedi, portaoggetti contenente 5 tonici coagulanti, 5 tonici recupero chakra, 1 kunai, 10 fuda con il kanji della potenza e 7 fuda con relativo tronco per la sostituzione al suo interno legato alla vita e posto dietro la schiena, anello giallo con kanji del sud impresso sopra messo sull'anulare sinistro e infine la mantella nera dell'Akatsuki con le varie nuvolette rosse sparse per tutto l'abito, chiusa sul corpo con la cerniera alzata fino al limite massimo in modo da coprire parte del viso insieme alle bende e sul capo vi è il solito cappello di paglia con drappi bianchi pendenti verso il basso a coprire ciò che resta del viso del giovane. La corsa continua sfrenata e veloce, un sorriso stampata al di sotto delle bende va a crearsi mentre si dirige verso il villaggio del suono ma non prima di aver fatto la sua tappa di ristoro nella gilda degli artigiani, luogo rinomato per la sua tranquillità e serenità nonostante i periodi di guerra. Il mercato dell'artigianato si presenta, dall'alto dell'albero su cui sosta, come una grande complesso pieno di bancarelle ordinato, ognuna di essa vende il proprio prodotto occupando i lati della strada, i venditori gridano felici cercando di accaparrarsi clienti e i clienti passeggiano tranquilli osservando ciò che è in vendita, la strada è mezza piena di gente che compera o parla del più e del meno; sull'orizzonte a circa un chilometro di distanza vi è un complesso di casupole, la dimora degli artigiani, un vero e proprio villaggio vivo con tutti i confort che si possono desiderare in questa vita. Un salto del ragazzo lo fa scendere dall'albero in direzione del mercato, appoggia per qualche momento la schiena sul tronco di un albero ad osservare la situazione dietro una bancarella che vende sedie. [Chk on][Equip in scheda]

15:26 Kurona:
  [Mercato] Il sole che brilla alto, portando quel venticello profumato d'erba e terra che par un dolce preludio di una primavera in arrivo, prepotente, pur tra guerra e sangue si fa strada tra le genti di Kusa, scendendo giù per il villaggio di Iwa, per il grande vulcano, carezzando dal centro le grandi terre fino a giunger nel paese del fuoco. In questo villaggio in miniatura dove chi viene, è senza dubbio un forestiero di passaggio. Dove la guerra la si è sentita da lontato, poichè gli Ambu hanno avuto la grazia di protegger la grande gilda. Una sorta di mercato, dove gli odori, hanno senza dubbio alcuno il sopravvento. I tonfi secchi dei sandali in cuoio a rasoterra con il pavimento pietroso della stradina principale del mercato degli artigiani, son coperti in buona parte dal passaggio perpetuo delle carovane, che portano urli rochi e puliti, da jonin a deshi, semplici viaggiatori privi di istruzione, che come avvoltoi nei tempi di guerra, trasportano materiali di prima necessità fino a Konoha, Kiri, e Oto stessa. Arrivando forse dai monti, forse dalla stessa patria della Ganma che silenziosa, si sposta tra quella anime guardandole con aria rapita e stralunata. Uno sguardo rosso e spento, che quasi par non appartenerle più. Come un corpo che si sposta, involucro inutile, carne semplice di neanche -oramai- bell'aspetto. Vestita in modo insolito, rispetto agli altri giorni in cui è stata vista nei paraggi dei grandi villaggi. Con un Hakama nero, noto pantalone da samurai il quale ricorda nelle versioni femminili come in quelle maschili, una larga gonna pieghettata, con le classiche sette pieghe che richiamano le sette parole portanti della via del guerriero, il Bushido. Stretti in vita, bloccati dal classico obi rosso borgogna ad altezza dello sterno, a pochi centimetri dal seno e fermati in un fiocco minuto proprio a lato del costato, che solo di tanto in tanto, quand'essa si muove in avanti, scorge da sotto l'haori di semplice cotone adornato a metà con stoffa nera, ed a metà da stoffa grigia minimalistica, ergo senza decoro alcuno. Solita del vestiario, piuttosto semplice quanto antico, l'hadajuban, camicia spessa e bianca, incastrata all'interno degli hakama. Immersa, soffocante, nei suoi pensieri che la fanno apparire come uno spettro. L'ennesima volta in cui, quest'eterea figura, passa e sparisce lasciando qualcosa e rubando altrettanto da chi v'è con lei. Sfila davanti all'arrivo di Kurako, nascosto da larghe vesti: Dove largo sta per l'importanza che esse trascinano dietro a quel corpo, ignara dell'importanza, peso massiccio citato, che grava invece sulle sue spalle. E i capelli in ebano liquido che scivolano sulle guance, legati in una treccia bassa e morbida che ondeggia oltre le spalle, giù per la colonna, soffermandosi sul punto rientrato alla base della schiena, come un pendolo ipnotico. Un passo, un altro, un altro, le braccia fasciate da una tipica maglia attillata bianca, la quale non s'intravede nemmeno dalla fessura tra i lembi della blusa. Un occhiata curiosa, a colui che balza giù dall'albero, ma par tanto assorta da esser simile ad una visione. Lo guarda senza riconoscerlo. Con quei capelli neri al di sotto dei drappi. E quelle vesti, familiari, che la portano a sperare in modo tanto patetico, che sia chi di certo non è. Non con quella statura e quella fisionomia. E dunque essa gli sfila di fronte. Le labbra di raso che s'inclinano verso il basso, leggere e amare, lasciando andare un bagliore malinconico, difficile da cogliere. [CK ON][Tsuki - Mirai ON][Vesti:http://41.media.tumblr.com/c1ddff0d9b1832769c0b716ada4f0cf3/tumblr_nb2utlKuCt1s68ogmo4_1280.jpg]

15:59 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] La pace del territorio su cui sovrastano le piante del giovane rilassa e riposa l'animo tanto tormentato ma non abbastanza da eludere la sua mente da quei milioni di pensieri, trame, piani che sta costruendo con tanta dedizione fin dal giorno in cui è entrato a far parte dell'Akatsuki. Non passa giorno che non ripensi a quel momento passato con Akendo nel porto dell'isola chumoku dove, per qualche oscura ragione, il rikudo ha intravisto nel Senjuu delle abilità superiori e ben più potenti di quelle mostrate durante i suoi combattimenti; ancora si domanda cosa effettivamente abbia visto quel giorno in lui tanto da spingerlo a reclutarlo, cosa lo ha spinto a prenderlo sotto la sua ala come prima membro ufficiale di un organizzazione tanto famosa quanto potente, tanto rinomata quanto crudele. Forse agli occhi degli uomini sono semplici mercenari ma il piano è già scritto, tutto viene rispettato con dedizione, portare ordine e caos nel mondo, ecco il loro supremo compito, il loro fine, il loro obiettivo ma qualcosa strugge l'animo del Senjuu, qualcosa che non accetta, un qualcosa che non comprende all'interno di Alba. La fama di tale nome è tanta che il solo pronunziare di quel nome scatena una paura non invidiabile, ricordi burrascosi nelle menti dei più anziani e tali paura vengono tramandate di generazioni in generazioni ma allora perchè, Akendo, cerca alleanze con i più potenti? Perchè quel patto con Konoha e il suo Kage, cosa ha portato all'organizzazione tutto questo? Non riesce a comprenderne i benefici ed è anche uno dei motivi per cui attende con così tanta ansia la sua ascesa al potere come comandante dell'Akatsuki per sistemare il tutto e rivelare, infine, il suo vero io, il vero Kurako che da troppo tempo rimane sopito all'interno del suo animo. Portare quell'organizzazione agli splendori di un tempo, uccidere il Kage di Konoha, far crollare il villaggio per permetterne una rinascita, portare nuovamente il terrore nei villaggi, far riecheggiare il nome in tutto il mondo, far si che torni l'Alba di un tempo e concludere, in questo modo, la sua ricerca del potere che da fin troppo tempo lo assilla durante il giorno e durante la notte stessa. Le braccia incrociate sotto il petto, gli occhi fissi avanti a se permettono una chiara visuale di ciò che avviene intorno, la guardia alta per evitare ulteriori attacchi nemici, il chakra si muove veloce e potente donandogli quell'energia che tanto lo caratterizza, un chakra potente come il suo. Guarda tutti i passanti, tutti gli uomini e le donne, il cuore batte all'impazzata, il petto si gonfia verso l'esterno per poi rientrare, comincia ad agitarsi nell'avere tutti quei pensieri, un odio spropositato verso il villaggio cresce, non sa la provenienza o forse la sa ma non lo controlla, non lo tiene più a bada come una volta e ben presto tutto quanto deve uscire, trovare un libero sfogo, combattere e distruggere ciò che lo fa soffrire così tanto giorno dopo giorno. Chiude le palpebre, respira profondamente per trovare la mancata calma ma una strana energia passa al fianco del giovane, sente qualcosa di strano ma già conosciuto, gli occhi si aprono di scatto andando a inquadrare una figura dinanzi a se, figura di Kurona cammina per quelle strade con passo lento confondendosi tra la folla; ne ammira il viso e i lineamenti, gli occhi, il corpo, tutto quanto in possesso della ragazza per poi staccarsi dal tronco cominciando il di lui passo in sua direzione. Prima il destro e poi il sinistro e viceversa mettendo le distanza dal luogo di appoggio, i passi sono silenziosi, non fa rumore e si avvicina quanto più possibile, gli passa alle spalle e infine la bocca va ad aprirsi per emettere quei suoni denominati parole<Un posto affollato per il nostro nuovo incontro>il suono della sua voce dovrebbe permettere alla ragazza di riconoscerlo in mezzo a quella gente mentre continua ad guardarne il viso cercando di capire cosa l'affligge. [Chk on][Equip in scheda]

16:33 Kurona:
  [Mercato] Come sapone par scivolarle via da sotto il naso, assieme alla brezza di primavera che circola nell'imponente viale dei mercanti fissi, e con bancarelle di passaggio. Tra donne e bambini, essa avanza, via da quella figura ignota la quale ha regalato niente di più di un fugace sguardo e sorriso, senza fermarsi, come si fa davanti ad uno sconosciuto. Come essa al momento, farebbe di rimpetto al suo riflesso. E' qualcosa che non conosce, senza radici ne onore. Perchè, chiediamocelo: Chi è Kurona? E' stata rinominata Chunin di Kusagakure no Sato. E' geisha, portatrice di bellezza e arte in un sol corpo. E' una kunoichi, a tutti gli effetti. E' stata chiamata, creatura eterea. E' stata chiamata, Crisalide. Qualcuno, ha persino detto ch'essa è portatrice della dea degli inferi, Tsukuyomi. Figlia della Dea, consacrata ad essa. E' stata chiamata spettro, yurei, emblema, sorella, figlia, madre. Assassina. Creatura nata per portar morte e seduzione, tra gli umani. Terrena e non terrena. Ed ora, per lei stessa, non v'è luogo da chiamare casa. Non v'è ragione reale. Ne motivo, d'esistere. I sandali legati e bloccati alla caviglia esile che emettono tonfetti stanchi, simbolo dell'avanzare lento di Kurona, abbinati a tabi bianchi, tipici, che sbucano da sotto i tipici pantaloni da samurai, che non risaltano le curve, mettendo in mostra piuttosto, il portamento della stessa. Fiero e flemmatico. Le mani nude lungo i fianchi, scoperte dal polso in giù, bianche come il latte, e smaltate di un colore rossiccio sfumato sul color naturale dell'unghia, come se fossero macchiate, più che dipinte, da qualche sostanza momentaneamente ignota. Quando il brusio della folla vien rotto da una voce mascolina, rallenta il passo, voltando il profilo del viso in direzione del richiamo. Qualcun che certo conosce, qualcuno che non vede da mesi, da prima della guerra. Da prima che perdesse ogni contatto con la sua bambina, che oramai bambina non è. E Kurako potrà vedere, da dietro le sue spalle, le labbra rosse schiudersi, di quel colore livido e così grazioso, mentre lei, rimane silente, assopita dal chiacchericcio che nei dintorni sale, vedendo la veste dell'Alba. E l'occhio, unico disponibile alla vista dell'Anulare Sinistro, scivola su di lui come una coperta bollente, dalla fessura al di sotto delle ciglia nere. <Non vedo nessuno.> Una voce glaciale, risoluta, ed allo stesso tempo tanto morbida da esser disarmante, graziosa. Per qualche motivo, i tratti e quella voce, lascia intender al ragazzo come Kurona realmente consideri quegli umani, nessuno. Nessuno, da considerare. <A parte me e te.> Quelle labbra che si chiudono, leggere come fogli di carta velina, andando a muover un passo per volger il busto verso di lui, minuto e stretto dentro all'obi, con un fruscio di vento che accarezza il lino ed il cotone, gonfiando l'haori tipicamente corto e schiuso, trascinandosi dietro -geloso compagno- i capelli fatti di buio e fumea nera. Gli occhi indugiano sotto i drappi, ritrovando posto in quelli del Maestro del Legno, spenti e freddi, ivi si posano mantenendo il silenzio per molto tempo. Un passo, un altro passo, quasi volesse tuffarsi tra le sue braccia come un'amante lontana, avida del corpo del suo uomo. Invece si ferma, tentando di poggiare il palmo caldo sulla guancia altrui, in una carezza allungata. <Chi s'incontra in posti silenziosi, teme di mostrar l'altro in mezzo alla folla--> Un po appunto, come se avesse paura di far sapere a qualcuno qualcosa, ma appunto lei e Kurako, non hanno in comune nessun segreto di sorta, non più almeno. E chiudendo gli occhi, sempre ch'esso si sia lasciato toccare, farebbe scivolar le dita sul crine mutato, rubandone una ciocca tra indice e medio. La fa scivolare, lungo le dita, staccandole dalla prossimità di lui e portandola nei pressi delle labbra, vicino al naso. <Gli assomigli così tanto, che per un attimo ho sperato che al di la dei drappi ci fosseri occhi fatti di terrore e grandi verità.> Sospira, sfiorando con la punta del naso la ciocca, parlando per enigmi, com'è solita fare, sempre. Ed eccola scivolar via, di nuovo, abbandonandone la ciocca e volgendo il corpo a continuar il cammino tra genti e caos. <Curioso, per quanto io abbia mille occhi per le terre ninja, potrei giurar di non averti cercato ne seguito. Eppure, continuamo ad incontrarci ovunque io vada. Oto, Konoha, bosco e città. Ed ora--in un posto tanto dimenticato come questo. Non è divertente?>
[CK ON][Tsuki - Mirai ON]

17:07 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] Le labbra della ragazza si schiudono, i suoi occhi si concentrano su di lei osservandone i movimenti del corpo, del viso, qualcosa di criptico si nasconde in lei, qualcosa di celato alla vista dei comuni mortali e che nessuno, tranne pochi, possono vedere in lei. Non distacca lo sguardo, resta ammaliato dalla bellezza della donna, quasi incantato, la ragazza che tempo fa lo ha calmato durante un attacco di rabbia e ira per via di una stupida illusione, un attacco di cannibalismo verso delle bambine così reali e minacciose, quel giorno ha perso completamente se stesso e il suo essere divenendo una creatura maligna, ha ucciso il ragazzo di un tempo con quel gesto e adesso non può più tornare indietro, non può più rimediare a niente dei peccati commessi in passato ma, ciò che è successo con la chunin è strano. Quattro sole volte si sono visti e in quelle occasioni hanno avuto modo di esprimere i loro pareri, dapprima in una situazione di pericolo, successivamente in un bettola per riprendere le forze, un locale e infine il bosco dove, per la prima volta, ha alzato le mani su una ragazza, le ha stretto il collo schifato di ciò che ha detto riguardo sua figlia, ha perso ogni cognizione in quel frangente lasciando libero spazio all'ira e infrangendo il proprio credo. Un gesto che odia, non avrebbe mai dovuto farlo ma è successo e ci è passato sopra però tale mossa ha avuto i suoi risultati innegabili; si ricorda ancora quel messaggio da parte della ragazza la cui decisione è quello che più si addice a una madre, restare con la figlia, badare a lei come un genitore deve fare...argomenti che, stranamente, stanno molto a cuore al ragazzo, forse per via della lontananza del padre o per il fatto che quest'ultimo ha distrutto una famiglia rischiando di lasciarlo orfano e solo al mondo. Una paura che si porta dietro da sempre, una paura che altri non devono provare, un sentimento che va evitato come la peste, ecco il motivo di tale reazione violenta quel giorno. Resta silente vicino alla giovane ascoltandone il dire, quelle parole apparentemente senza senso nascondono un significato che può comprendere, riesce a capirlo<Ecco perchè ho visto solo te>in tutta risposta, in quel posto affollato solo la ragazza ha catturato la sa attenzione, ha fatto si che il Senjuu notasse solo lei e nessun'altro in quel luogo isolato e pieno di una pace così dolce da risultare nauseante al solo pensiero. Il corpo rigido, mani sciolte percepiscono i movimenti di Kurona, quei passi leggiadri come se volesse abbracciarla, si sta avvicinando riducendo le distanze tra loro due, i metri svaniscono in pochi secondi ritrovandosi quasi uno contro l'altro, sente il calore del suo corpo attraverso la mano, il viso riscaldato da quel tocco ne provoca la chiusura delle palpebre per quello che può sembrare un tempo infinito di chi si gode ogni attimo della vita, ogni singolo secondo di quel momento non se lo lascia sfuggire. Un movimento quasi involontario avviene, la mano del Senjuu va ad alzarsi percorrendo la strada che lo separa dalla guancia per poi appoggiarla sulla mano della Kokketsu, accarezza quell'arto gustandosi ogni sensazione mentre ne ascolta il dire senza interromperla ma quelle parole riescono a scaturire una reazione. Gli occhi si aprono, sento i suoi capelli essere toccati, a chi si riferisce? A chi assomiglia talmente tanto da essere confuso e di chi sono questi occhi di terrore che tanto richiede, terrore e verità<Questi occhi hanno visto tanto, troppo per il loro tempo, hanno guardato in faccia la morte e hanno scoperto cosa si cela dietro la verità del mondo>il chakra comincia il suo movimento percorrendo tutto il corpo del giovane andando in ogni direzione ma solo uno è l'obiettivo: la testa. Si muove veloce verso l'alto infondendo sempre maggiore energia, passa dalla bocca dello stomaco, la supera cercando di convogliarsi all'interno del capo, luogo dove risiedono i bulbi oculari e luogo in cui il chakra viene concentrato; una sfera azzurra si manifesta intorno agli occhi del giovane i cui raggi tentanto di passare la patina che lo separa dal bulbo, l'energia affluisce al suo interno provocando un insano bruciore agli occhi, aumenta la potenza, la forza di quella mossa, i raggi penetrano e se tutto va come previsto bucherebbero la patina arrivando all'interno dei bulbi oculari cominciando la divisione del chakra. Gli occhi divengono pian piano di un rosso cremisi, rosso fuoco, le pupille permangono nere mentre sopra di esse vanno a formarsi tre piccole gocce nere chiamate tomoe, il potere dello sharingan viene risvegliato dal suo sonno. Il chakra della giovane appare potente e pronto a entrare in azione, uccidere in qualsiasi momento<Questi occhi hanno visto ogni cosa>le tomoe cominciano a girare mostrando alla ragazza la maledizione di quel potere, il fardello che quegli occhi tanto rinomati costringono a portare, la paura che essi scaturiscono in chiunque li guardi<No, perchè io ti ho cercato>risponde a quella domanda guardandola fissa, non distoglie lo sguardo restando sempre su di lei<Ho cercato il tuo viso, il tuo sguardo...da quando ho ricevuto la tua lettera, dal nostro ultimo incontro>confessa in quel momento, ha provato ardentemente a rincontrarla e ora, finalmente, ci è riuscito. [Chk on][Se Sharingan III][Equip in scheda]

17:44 Kurona:
  [Mercato > Orfanotrofio] Inabile al momento di mostrar reazioni sentite a quel piacere di Kurako nel vederla di nuovo, nel sentirne il calore della pelle, comunicato da gesti alle parole. E quel suo farsi sfuggire la vana speranza di riveder il Rikudo, dopo le sue ultime parole e promesse, si spegne inevitabilmente disegnando sul volto di Kurona la malinconia che prima trapelava dal suo stesso sorriso. Non lo cercherà più, e quel che è stato, com'è nato è morto nella notte all'Okiya, dove il mattino assieme all'adorato Arufa è sparito nel nulla più profondo. Se dietro a Kurona si nasconde un enigma, è sicuro che lei stessa non è capace di risolverlo, ritrovandosi ad esser quel che tutt'ora è: Niente e tutto. Per qualche istante, persino in quella mente chiassosa passan i ricordi degli incontri passati con il Senju, fugaci eppur così profondi. Dalla scoperta che Enma sia sua figlia, la vendetta nata e morta sulle sue labbra, l'esser addirittura attaccata da lui, per la sua decisione di lasciar andare la sua bambina, ad un futuro più roseo dell'esser figlia della rincarnazione della Dea del Sangue. E' solo qualche attimo di silenzio dove gli occhi assenti trovano pace nei ricordi passati, crogiolandosi sullo sbuffar caldo del fiato di Kurako sul viso, tra drappi e occhi che mutano, trovando sempre la medesima espressione della donna ad attenderlo. Come se quegli occhi, le cambiassero davvero poco e nulla. Non è, Akendo. Quest'è quanto. <Troppo, in troppo poco.> Ripete come a volergli dare ragione. Come a voler sottolineare che effettivamente ha visto troppo in troppo poco, ma non tutto. Non abbastanza. Non ancora, almeno. Non ha sentito il Rinnegan, ne tanto meno lo possiede. Per quanto quell'iride rossa con le tre tomoe possa incuterle timore, lei non muove un muscolo da quella visione. Marmo, gesso scolpito e liscio. Solo qualche momento dopo la stoffa della camicia s'alza, rigonfia, a sottolinear l'effettivo muoversi del petto, la vitalità e l'esser terrena di Kurona. Il respiro docile che s'allontana dal viso di lui, carezzandolo per tempo troppo breve, per provocargli effettivo godimento, finendo per spandersi tra gli ultimi torpidi raggi di sole. Eppur non capisce il suo desiderio di vederla, e cercarla. Per quanto Kurona fino ad ora sembra aver mostrato interesse in lui, fisico e combattivo che sia -ricordando le provocazioni-, par non arrivare a quel che ha effettivamente fatto a Kurako. <Curioso--> Miagola con una voce bassa e docile, facendogli cenno d'avanzar con lei, mentre due ragazzine: Tsuki e Mirai, le vengono in contro vestite con due Yukata neri e rossi, riportanti bijuu di Kusa, il bue ottacoda tra le scapole: "Kokketsu-sama! Kokketsu-sama!" La voce di Mirai, raggiante come una ragazzina può essere, scivola tra la folla sventolando un foglio spiegazzato. "Ci vuole la sua firma, o non possiamo adottare Eiji-kun!" Gli occhi della Kokketsu che scivolano sulle due ragazzine, facendo cenno a Kurako di andar con lei, all'istituto orfanotrofio del paese del fuoco, o meglio uno dei tanti, dove è venuta ad adottare un bambino appunto, Eiji, di soli cinque anni. La manca che s'alza a far cenno di proseguire verso l'orfanotrofio, mentre essa, incalza una camminata attendendo che il Senjuu la segua. <Tuttavia--Kurako. Parli come un innamorato. E--> Gli occhi scivolano su di lui, sulle bende che ne ricoprono il corpo, sfoggiando finalmente un mezzo, abbassando lo sguardo sulla mano più prossima a lei. Con un fare curioso, e divertito, conclude: <E Anata, non sapevo m'ammirassi tanto da volermi imitare.>[CK ON][Tsuki - Mirai ON]

18:15 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] Quegli occhi rossi come il fuoco, un rosso acceso e vivo, brillano nell'arrivar della sera, illuminano il passaggio, si notano nel buio della notte ma continuano a guardare Kurona dall'alto in basso senza staccarsi dal di lei viso, un viso sottile e leggiadro, pallido, quasi bianco mettendo in risalto il rosso delle labbra della chunin. Quel che ha detto prima è vero, ha ricercato la ragazza, la sua compagnia, vederla e ascoltarla perchè, più di chiunque altra, la sua voce riesce a calmarlo; lo ha fatto quel giorno alla bettola durante la sua ira, in quel momento ha placato l'animo tormentato del ragazzo, non ne conosce l'arcana ragione ma riesce a trovare un po' di pace, il suono tranquillizzante delle sue parole riescono a farlo emergere da tutti quei pensieri ostili all'interno del suo animo, pensiero che lo distruggono sempre di più ed è per questo che la cerca, volerla rivedere è sinonimo di pace. Non solo la bettola ma persino il giorno in quel locale, li ha percepito nuovamente quel senso di tranquillità interiore che solo lei riesce a dargli, nemmeno Furaya è in grado di placarlo, di renderlo sereno, forse per il suo essere troppo buonista o l'appartenenza a Konoha, non lo sa ma quel che sente per lei non comprende la vera felicità dello spirito. Il respiro rallenta, il movimento del petto fa la stessa cosa, gli occhi si rilassano e lo sharingan sembra apparire meno minaccioso di quanto non sia, il chakra si convoglia maggiormente nei bulbi oculari iniziando a bruciare come a ricordargli quale maledizione porta dentro di se ma non cede, la calma ritrovata nel sentire le di lei parole è più forte di ogni altra cosa<E' vero, ho visto troppo in troppo poco tempo>da ragione a quelle parole, il tono esce calmo e sereno, quasi tranquillizzante<Ma non ho visto tutto quanto nella sua interezza. Questi occhi hanno scavato il mondo solo di qualche metro lasciando avanti a se ancora un chilometro intero>una specie di metafora per dar ancora ragione alla Kokketsu. Segue le orme di Akendo, i passi, le ideologie per buona parte, lo ha preso come un simbolo, un qualcuno da imitare, come un padre da rispettare ogni giorno e vuole essere come lui, vedere ciò che vede lui, pensare come pensa lui e con il passare del tempo ci sta riuscendo, diventa sempre più come il Rikudo anche se con qualcosa in più e qualcosa in meno, tipo il rinnegan, il potere divino che tanto ambisce ma non ha la forza sufficiente per poterlo controllare. Non è ancora degno di portare su di se quel potere tanto rinomato e mistico, il creatore di ogni cosa però in se ha sia Senjuu che Uchiha e un giorno non troppo lontano quel potere potrebbe sbloccarlo, la loro fusione è la sua rinascita in lui. Viene distratto per qualche attimo dal suo pensare per via di due ragazzine, chiamano il nome del Kokketsu in direzione di Kurona, una novità sconcertante, sapere che lei fa parte di quel clan oscuro a cui appartiene Yukio<Kokketsu?>domanda ad alta voce in modo retorico, ha capito fin troppo bene<Interessante, quindi è questa l'origine della tua forza>ecco perchè ha sentito il suo chakra così potente scorrerle in corpo, un chakra che solo Yukio riesce a sprigionare appieno. La segue in silenzio, non obietta niente, si posizione al fianco destro mantenendo lo sguardo diritto davanti a se ma l'attenzione è tutta focalizzata su di lei<Non sono innamorato se è questo che ti spaventa ma...>abbassa la testa mordendosi il labbro inferiore da sotto le bende, il nervoso sale<...la tu voce è quello che mi affascina e mi trascina da te>si guarda il corpo, guarda le sue stessa bende sentendo quella frase e un piccolo sorriso si forma in viso<Queste bende rappresentano il mio progresso, copro il passato fino al giorno propizio>le cicatrici che ha sul corpo, ogni singola ferita viene coperta fino al giorno in cui tutto sarà compiuto con la morte di Shimici<Chi sono quelle due ragazzine?>domanda incuriosito ma nel suo animo un altra domanda troneggia su tutte, una domanda che non può trattenere oltre. Chiude gli occhi prendendo un respiro profondo<Kurona...>prima il nome e poi<...a chi assomiglio?>riprende il discorso, vuole sapere, vuole conoscere il soggetto delle sue parole. [Chk on][Sharingan III][Equip in scheda]

18:56 Kurona:
  [Mercato > Orfanotrofio] Mentre gli odori che fanno questo scenario le fanno arricciar il naso, distogliendole l'attenzione da Kurako, si scansa dalla strada principale finendo per accostarsi ad una delle solite bancarelle di spezie e seta, probabilmente una delle tante provenienti da Suna, con un venditore dalla tipica pelle ambrata e con lo sguardo freddo e composto, concentrato a legger qualcosa su un libricino vecchio ed ingiallito. Gli occhi si spostano per qualche istante su di lui, sulle stoffe che vende, perfette per un kimono degno di questo nome. Qualcosa che oramai, come sanno entrambi, non le appartene appartiene più. Un distrarsi che dura giusto qualche minuto, il tempo che passa tra le parole di lui. Donandogli spazio e tempo di esprimersi dopo quell'ironia data in pasto al momento del loro rivedersi, spostando il capo dalla bancarella ed ascoltando diligentemente il susseguirsi di domande e rivelazioni fiorite sulla bocca dell'ambizioso componente dell'Alba. Semplicemente, rizza le spalle, andando a proseguire sulla stradina del mercato, mentre il loro chiaccherare diviene di fugace interesse per le orecchie che li senton passare proprio lì, al loro fianco. Le mani quest'oggi prive di bendaggi, passano sull'obi rosso intenso, finendo per giocherellare con la seta, appiattendo ed innalzando il bordo. Dunque Kurako, ammette ch'essa è la sola a saperlo placare? E gli occhi scivolano piano, verso di lui al suo fianco, guardandolo ancora come prima. Incuriosita. Da sotto le folte cliglia nere, il bagliore spento di quegli occhi -troppo simili e troppo diversi dallo sharingan-, scavan nei suoi con un'insistenza che sa metter a nudo; come il sentirsi spogliati delle proprie barriere. Certamente non è tra i suoi poteri, l'esser capace di legger nella testa. Ma questo Kurako di certo non lo sa e non lo può sapere. La destra che dal fianco, s'apre verso di lui, cogliendo l'arto gemello del ragazzo, ma senza arrestare la camminata. Le stesse mani che prima lo carezzavano, colgono e chiudon la mano sinistra dell'altro, in una gabbia fatta di palmi accoglienti e delicati. <A volte mi domando, cosa potrei mai fare per le anime che tornan a cercarmi. Solitamente, un umano non lo fa. Non mi cerca tanto a lungo, perchè è capace di trovar conforto in altro-- E' ammirevole da parte tua.> Gli occhi che scivolano in una fessura sterile, apatica. <Ma non hai più alcun bisogno di me.> .. <Hai bisogno di ricordare, soltanto.> Il mento che si alza leggermente, dalla forma netta ma non pronunciata. Inspira la brezza profumata d'erba e fiori, oramai lontani dalla bancarella delle spezie e delle stoffe, in prossimità costante d'altre. E le ragazze spariscono in fondo alla via, verso un grosso ed imponente palazzo. Rimugina, quel fiore di loto dal crine d'ebano, lasciando che il vento le sferzi gelosamente sul viso. Le dita attorno alla mano di Kurako si stringono appena, infilandosi tra le sue e trascinandolo con violenza nella buia e stretta fessura tra due tendoni affollati. Un scatto del busto, con cosce contratte e il bicipite della portante -destra- che s'indurisce a far marmorea la presa sulla mano dell'altro, trascinandoselo con se. <Come potrei dirti a chi assomigli, potrei mai confessare chi i miei occhi cercano? Sarebbe imbarazzate e poco onorevole, per una ragazza--> E questo invero, smentisce totalmente il comportamento avuto fin ora con lui, come se l'avesse fatto per il sadico gusto di vederlo in difficoltà o in imbarazzo. Invero Kurona, ha un certo diverso onore, tipico di una Geisha. Gli occhi come spilli nel buio pesto del vicolo stretto. <Ogni giorno che passi a pensar ad altro, ogni giorno che sprechi per le malate vie di queste terre, ciondolando ed oziando. E' un giorno in cui hai fallito.> Quella voce, il canto di sirena, mentre s'approssima a lui, piano. E dagli zori, non un rumore, non un canto. Cercare il suo aiuto in una via affollata, non è certo l'ideale, Kurako ha ragione. Ed solo ora, spinta da un impulso che non conosce, spinta da quel suo fare, cercare aiuto in lei, si poggia con la mano sinistra sulla parte del petto corrispondente a lui, mentre la destra slitta tra costato e bicipite, posandosi al centro della schiena e, con strazio, sempre più in alto. <E' la vittoria di qualcun'altro.> Suo padre, chiaramente. E quelle mani lo sottilineano carezzando le cicatrici da lui lasciate sul suo corpo. Il silenzio che ne viene, freddo e costante, mentre quell'angelo della morte dalle fattanze femminee perfette, slitta via dal corpo caldo del Senjuu, senza tuttavia voglie ostili nei suoi confronti. <Che cosa desideri, più di tutto, Kurako?> La punta dello Zori che scivola sulle pietre della strada, facendola indietreggiare piano. Il vento, il buio che scende assieme al freddo, ed il bosco che limita tutta la Gilda degli Artigiani, braccia aperte che accolgono questo scenario, che si sottrae dagli occhi del Senjuu, finendo per divenire parte integrante del buio. La stessa voce che lui tanto ama, ne è la corda di salvataggio. Può guardarla andar via, oppure tirarla, seguirla, volere di più. Volere pace, accettazione. <Quale peso della tua anima ti sta vincendo, e ti sta divorando? Hai paura dei tuoi desideri, o vuoi abbracciarli?> Ed essa scivola dietro ad un albero, docile, abbandonando Kurako al divertente gioco che gli si para difronte. <---hai mai sognato di..> E si ferma con un mugolio a denti stretti, filtra l'aria, in qualcosa di--eccitante eppur, fatto solo per stuzzicar la psiche di Kurako, invogliar la cattiveria e tutto quel che esso, non direbbe a nessuno. < torturarlo?> [CK ON][Tsuki - Mirai OFF]

19:43 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] Segue Kurona verso la destinazione da lei prescelta, cammina lentamente verso una bancarella per soddisfare la curiosità della ragazza riguardo la merce in vendita, resta al suo fianco aspettando il suo da fare, ne scruta il viso, non lo perde di vista ma con gli occhi ne guarda anche la strada, la gente che passa tranquilla e sorridente nonostante questo clima di guerra, odore di morte in ogni angolo, il sangue scorre furioso per le vie del paese del fuoco ma qui, alla gilda, nessuno sembra preoccuparsene minimamente. Si riprende la camminata verso il luogo prescelto dalla chunin, non aumenta ne diminuisce il passo, continua tranquillo al fianco ma ecco che la sente, sente nuovamente il suo calore nel corpo, quell'energia che il solo tocco gli scaturisce, si sente preso ed effettivamente è così; la mano è intrappolata nella sua in una presa quasi d'acciaio, la stringe a sua volta crogiolandosi in quel momento di contatto tra i due. E' calmo, tranquillo, quasi rilassato, sta trovando una certa pace quest'oggi e quella voglia di distruzione e morte si è quasi assopita ma l'odio che prova è ancora vivido nell'animo del Senjuu, l'odio verso Shimici, verso il villaggio e verso il Kage, un uomo la cui stima è mal riposta e la cui morte è prossima, se non per mano di Ryota, per mano sua e dell'Akatsuki, il giorno è vicino, molto vicino, Konoha sta per avere la sua vera rivoluzione e con lei tutto il mondo ninja conosciuto dall'uomo, migliaia di morti, migliaia di città, villaggi distrutti per permettere la nascita di un nuovo mondo che funzioni senza intoppi. Quelle parole che escono la di lei bocca sono nuovamente un balsamo per la sua mente, chiude gli occhi ascoltando ciò che ha da dire ma, nonostante siano calmanti riescono ad agitarlo, quelle ultime affermazioni lo agitano, sente di star perdendo qualcosa, un pezzo di se, un importante lato, l'unico cosa che può mantenerlo calmo<No!>deciso in quell'unica parola, non lascia trasparire alcun tipo di dubbio, sa cosa vuole e non lascia che esso vada perduto per sempre<Non è vero!>ancora afferma ciò che la sua mente pensa, la stretta intorno alla mano si fa leggermente più forte, gli stringe le dita in mezzo alle sue ma non per farle del male ma come gesto simbolico, non vuole lasciarla andare via<Ricordare non è lo stesso. Il ricordo allevia ma la tua voce, qui, ora, davanti a me mi da pace e rinunciare a questo piccolo balsamo che la vita mi concede...lo impedirò>non sa cosa dire ne sa cosa fare al momento, è confuso, nervoso e agitato, sta perdendo qualcosa. Kurona da quello volta è l'unica che ha questo tipo di potere su di lui, l'unica che fa riemergere la parte calma dell'animo, difficile a spiegarsi, è impossibile capire il vero sentimento del ragazzo in questo momento, ha uno stato confusionario che non riesce a comprendere nemmeno lui stesso per poi venire lui stesso trascinato via dalla strada in un posto quasi appartato, in mezzo a due bancarelle. Ne ascolta il dire andando a strizzare gli occhi, un frase controversa che nasconde qualcosa e forse ha capito cosa, ha capito il perchè di quell'affermazione, assomiglia a qualcuno ma non perchè ci assomiglia veramente, il cuore comanda quelle parole e tutto ciò che ne consegue<Per fortuna le mie giornate sono piene ma per raggiungere un vero obiettivo bisogna avere pazienza e ponderare tutto nei minimi particolari, questo richiede del tempo>non sta mai con le mani in mano, anche quando non fa niente ha sempre un pensiero fisso. Pensa al suo piano, lo lima, lo modifica e lo perfezione, tutto dev'essere perfetto e senza intoppi, ecco cosa fa ogni singolo giorno, ecco a cosa sono rivolti i suoi pensieri di ogni secondo di ogni giorno. Ancora sente il suo calore, la mano si poggia sul petto mentre l'altra sulla schiena...alza il viso verso il cielo, chiude gli occhi ancora una volta, tranquillo e in pace con i sensi; non risponde a quella frase, non ne ha bisogno, tutti vincono ed è giusto lasciarli vincere così, la caduta, sarà più rovinosa e divertente. Un sorriso si manifesta sul viso del ragazzo al solo pensiero di mettere in pratica anni e anni di piani tessuto con grande precisione, si sta emozionando e poi quell'altra domanda, la segue con lo sguardo mentre si allontana e i suoi piedi si muovono da soli, la segue, ne segue il flusso di chakra, unica fonte di luce nel buio di quest'oggi, si inoltra nelle tenebre del mondo e poi un altra domanda ancora<Io...desidero il potere>il desiderio più oscuro del suo essere<Desidero il potere in ogni sua forma, desidero divenire ciò che fu l'eremita delle sei vie a suo tempo...un Dio>o un tessai ma vi è già molto vicino, manca davvero poco<Ho paura di non riuscire a fermarmi, li abbraccio ma se non mi fermassi farei qualcosa di cui potrei pentirmene>già, non è una strada facile la sua, non lo è per niente<Ma ogni giorno li abbraccio e capisco che ciò che voglio è ciò che sono, distruggere i miei nemici e portare il mio ordine al mondo>le tomoe dello sharingan cominciano a girare come un vortice, sempre più veloci facendo scaturire tutto l'odio che ha dentro di se. Chiude gli occhi, il bruciore di quel potere si fa sentire ancora una volta, un goccia di sangue gli cade dall'occhio, non sono i suoi originali e qualche problema ogni tanto si mostra al mondo<Torturarlo? No, ho sognato di fargli di peggio. Perchè fermarsi alla tortura dopo quello che mi ha fatto? Perchè fermarsi a una cosa tanto insulsa? Io voglio che lui soffra come una cane, voglio che paghi per ogni singola cicatrice sul mio corpo e voglio vedere la paura instaurarsi nei suoi occhi, voglio che tema il figlio che un tempo ha tanto denigrato, picchiato e quasi ucciso. Voglio la mia vendetta>l'odio cresce a dismisura, i pugni si stringono, adesso lo vuole, vuole ucciderlo in questo preciso istante. [Chk on][Sharingan III][Equip in scheda]

20:15 Kurona:
  [Mercato > Orfanotrofio] Eccoci come al solito nel suo gioco, poichè questo è forse l'unico modo che ha di divertirsi e sentirvi viva, giocare con la psiche e le anime altrui. Che sia questo per Kurako bene o male, è a noi ignoto. Con quel fare da sirena, dai lineamenti di una bambola di porcellana che splendono sotto il crescere della luna al di la degli alberi fitti e cupi del bosco, tra lo spegnersi del mercato di un villaggio dormiente e il vivere notturno di quelle terre intoccate che limitano il paese dell'Erba e quello del Fuoco. Quel brusio che tanto caratterizzava lo scenario ora seguito dal gran vociare dei mercanti che s'apprestano a chiuder le bancarelle e ritirar la merce ai passanti, mentre perpetua il passar delle carovane. Ed essa che se ne sta dietro ad un albero, dalla parte opposta a Kurako, sussurrandogli parole; cintille sulla paglia ch'è invero il cuore d'un intero falò. Immobile come parte dell'albero stesso, la spina dorsale che s'incurva sensuale e morbida, finendo per aderire completamente -dall'osso sacro al collo- alla corteccia ruvida e ambrosa dell'albero. Chiudendo gli occhi, per qualche istante, ricorda l'ebrezza nell'esser la preda. Ed un solo nome può aleggar in testa, quando al posto di Kurako, v'era un altro uomo. Un uomo importante. Un uomo che ora odia, forse. A cui era dedita, cuore, corpo e anima. Gli occhi si chiudono, semplici sipari sullo sguardo d'un ratto, rosso tanto da esser paragonabile a calici di vino denso e dolce. Con immane lentezza schiude le labbra, carnosi petali di velluto, andando a replicare a tempo dovuto alle parole dell'altro. <Molto peggio, nhh--> Soppesa quel che lui le dice, additando la tortura come un metodo di appagamento troppo lieve per esserne sazio. I passi di Kurako che ne cerca il flusso celato, la fanno roteare attorno all'albero, mentre lo sente, più vicino, ad ogni passo. <Ucciderlo metterebbe solamente fine ai suoi giorni, semplice e veloce. Lo uccidi, e non c'è più.> .. <E' un dono, non la vendetta. La morte solleva dai pesi. I debiti. Le domande.> Il dorso della mano che sfiora l'albero, avanzando il busto verso un albero a nord-est dalla visuale di Kurako. La destra per prima poggia in terra andando a far da perno per lo scatto verso il vuoto. Niente di più che una scia violacea per gli occhi tanto potenti di Kurako, mentre lei, di nuovo sparisce nel buio. Una meteora, dal fiato denso e affannato che ora, sciama nelle orecchie del predatore. Come si fa con una marionetta, per renderlo cattivo: Non che Kurona sia un insensibile stronza -forse un po-, ma solo facendo ribollire quella rabbia che lo caratterizza tanto. Svegliando la besta che, solo tra le sue braccia può dormire realmente, può sopprimere il dubbio, ed il dolore di Kurako. Il dolore che la rabbia stessa dona, poichè mai, arriva da sola. Quelle schegge di vetro sul retro del mostro. Dietro ad un padre incapace e bastardo, che ha distrutto la persona che poteva essere. Di nuovo, porta le mani a toccar il tronco. <Ventuno notti e ventuno giorni.> Sibila quella voce, uno squarcio nel buio, che strappa l'attenzione di quel ragazzino. <Ventuno notti e ventuno giorni di sofferenza, con pane bagnato. Estirpandone la pelle dai piedi alle ginocchia. E ancora dalle dita, fino al gomito.> Dolce come il miele, quella voce che lui cerca disperatamente di trattenere a se, rotea attorno all'albero, nel cuore del bosco, finendo di rimpetto a lui. Il chakra violaceo, livido, che infiamma andando più volte ad accumularsi ad altezza del terzo occhio ed ancora, scivolando come fiumi in piena, ramificati, attorno all'avambraccio e le dita, disegnando un sistema linfatico a tutti gli effetti. Su ventre, cosce, polpacci. Tanto potere, per un corpo così piccolo e gracile. <Non ti piacerebbe, Kurako?> .. <Sentirlo supplicare, sentirlo supplicare di ucciderlo ed infine-- concedergli il gesto magnanimo?> Ed il petto innalzandosi, dolce melodia nel buio, fa schiuder i due lembi della blusa in pieno stile samurai, quasi un abbigliamento mascolino, che sottolinea la curva della vita -oltremodo femminile- e ovviamente, quella dei glutei, nascosta abilmente dall'haori che ora svolazza violentemente per via del vento del crepuscolo. Alla luce di quello straccetto di luna che troneggia il cielo, il petto bianco viene a galla, dove vene, piccole, grosse, scure e sfumate, rivelano la natura della Kokketsu. Il sangue nero, sotto pelle di gesso puro, scorre nelle vene senza chieder poteri di sorta: Sangue demoniaco, infetto, sporco. Come quell'idea che le punzecchia la mente, come se ci fosse un tarlo, un chiodo fisso, che ne devia carattere e comportamento. Costantemente. I capelli gonfiati dal vento, scivolano di lato, davanti agli occhi ardenti dell'altro, quella goccia di sangue che ne spacca la gota, tanto lontano ancora, da esser solo una sfumatura pallida. E con la flemma che s'addice ad una dea, l'aspetto della grande Amaterasu, apre le braccia, docile, come a voler invitarlo ad abbracciarla. Rassicurarlo che avrà la sua vendetta. Avrà, quello che metterà pace ed un punto, a quell'enorme mostro. I palmi verso l'alto e quella voce come un canto udito da un uomo in coma profondo. <Questo posto disumano, crea mostri umani.>..<Ma non aver paura di quel che sei, la cattiveria è solo una questione--> Il viso che s'inclina di lato, infilzando con gli incisivi il labbro inferiore, gonfio e rosso, tiracchiandolo per qualche istante. <Di punti di vista.> [Ck on]

20:57 Kurako:
  [Mercato degli artigiani] La sera arriva ma non come la si sarebbe aspettata, le nuvole coprono completamente il cielo oscurando quella poca luce che è in grado di donare la luna stessa, grosse nuvole scure e nere si affacciano sul mondo, temporali, tuoni, fulmini e lampi si abbattono sulla terra e poi eccola li, scendere a grande velocità dal cielo l'acqua bagna il terreno con movimenti piani per poi aumentare con il tempo, cade con più forza, si alza il vento, gli alberi circostanti vengono smossi in modo violento, il rumore del vento aumenta ogni minuti di ogni secondo. All'improvviso il Senjuu si ritrova completamente bagnato e così anche la chunin, tutti quanti stanno provando l'orrore di questa tempesta improvvisa, la bancarelle vengono chiuse, i commercianti fuggono via e con loro anche tutti i clienti, le strade si svuotano, i mormorii cessano e tutto diviene più tranquillo, la pace dei sensi è completa. La pioggia cade rovinosamente senza infastidire la psiche del Senjuu ormai troppo assopito dalla voce della Kokketsu, nella sua mente sente soltanto lei e ciò gli basta per non pensare ad altro. Lo sharingan viene puntato in direzione del tronco verso la quale proviene la voce di lei, cerca di scrutarla nel buio, di vederne il chakra che scorre in corpo ma purtroppo una delle più grande limitazioni dei suoi occhi è proprio questa, non oltrepassa gli oggetti, non vede attraverso come il byakugan ma la di lei di voce arriva forte e chiara, sente quelle parole percuotergli l'animo, quel suono lo rilassa, il viso si alza al cielo, si lascia bagnare dall'acqua, gli occhi nuovamente chiusi a lasciarsi dondolare da quel momento ma non concorda con ciò che viene detto, non ha mai parlato di uccidere, non vuole ucciderlo<Ucciderlo...>un sorriso al di sotto delle bende, un sorriso soddisfatto si cela al di sotto di quelle fasce<...non ho mai parlato di uccidere...so che si tratterebbe di una grazia. Voglio che soffra, che abbia paura ma dev'essere vivo per vivere questa paura, tremare ogni giorno con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo. Questa è la mia vendetta, lasciarlo vivere sapendo di dover morire>gli occhi si illuminano d'immenso nel dire quelle parole, l'odio che scaturisce da quelle parole non ha eguali, lo si riesce a vedere nel suo viso, la voglia di avere ciò che da sempre desidera, da quando lo ha visto fuggire via dalla casa e in tutto questo continua ad ascoltarne il dire, quelle torture prolungate lo attizzano non poco, vuole metterlo in pratica<Magnanimo? No, non sono magnanimo, non merita la morte, quello è un privilegio che in pochi meritano...lui non è uno di quelli, la sua sofferenza sarà eterna>fino alla morte, deve morire per natura e non per mano sua. Ha pensato molte volte all'idea di ucciderlo ma applicarla è troppo facile, specialmente ora che la sua forza è aumentata in modo esponenziale ma fargliela pagare nel tempo è più divertente, quasi sadico per i suoi standard ma è così, vuole vederlo strisciare ai suoi piedi con gli occhi pieni di paura, la stessa paura che gli ha instaurato da piccolo, restituirgli tutto ciò che non gli appartiene e che non vuole. Stringe i pugni al solo pensare tutto questo, la voglia di vendicarsi sta crescendo sempre di più, ogni minuto che passa in compagnia di Kurona di cui ne segue sempre i movimenti attraverso lo sharingan, quel chakra viola che la contraddistingue, una scia luminosa ai suoi occhi che cammina leggiadra nella notte come una linfa della natura, resta ammaliato dalla ragazza e dalla sua voce, ogni sua parola lo rinvigorisce ma al momento l'odio e la rabbia la fanno da padroni nel suo essere, vuole vendetta a tutti i costi. I passi si fanno lenti in sua direzione mentre procede con l'incamminarsi, cammina tranquillo ascoltando ciò che ha da dire fino ad arrivare a meno di un metro da lei<Non ho paura di ciò che sono, ho scelto io questa via e non torno indietro, non voglio tornare indietro>convinto di ogni singola parola che viene detta dal primo incontro con la ragazza. [Chk on][Sharingan III][Equip in scheda]

13:37 Kurona:
  [Bosco EDIT] Come una tenue pioggia inizia a bagnar la cima degli alberi, rigandone le rughe anziane, le spalle di Kurona sembrano aver un sussulto minimo alle sue parole. Parole che lei stessa tempo prima ha infuso nel giovane Anulare Sinistro, e che ora ripetute da lui, suonano tanto gravi da farla stringer sul posto. La vede muoversi, come una scia violacea, essenza del suo essere assoluto. La forza del sangue che il più delle volte, ne rompe la pelle come crepe in una bambola di porcellana. Le ciocche scure che ne scendon dal viso, ozioando formalmente sulle clavicole coperte dall'haori tipico dei samurai. Gocce, lievi, ne scendono con un tonfo appena udibile. Come quando da sotto una tettoia, o al di la di una finestra, lasci che i tuoi sensi odano il leggero batter d'essa contro la superfice. I rami che l'accolgono, così come l'haori citato che si dipinge di gocce piccine e larghe. Si permette di ponderare un solo secondo dietro a quel che l'altro dice: No, ha ancora bisogno di lei. Pur non essendo molto per il ragazzo, pur non rappresentando ne un amore, ne una figura familiare. Come un guerriero con il suo famiglio, il sorriso di Kurona si dipinge di materno amore. Lui lo sa, che è una madre. E sa che può proteggerlo come una d'esse. Proteggerlo, da se stesso. Da quello che s'annida all'altezza dello stomaco tutte le volte che il suo pensiero si rivolge a Shinici. E quando le braccia lo accolgono al petto, essa lo avvolge come se potesse inglobarlo tra le vesti e tenerlo sotto una campana di stoffa. I bicipiti morbidi che scivolano attorno alle guance del jonin, traendolo a se in quel modo morbido e controllato, ma per nulla meccanico. La destra ne fa scorrer le dita affusolate e snudate per la prima volta da tanto tempo, tra le ciocche di capelli. Nere come la pece. Fino a sostar di nuovo sulla nuca. <Sono fiera di te, Kurako.> La voce che come farfalle d'Ade, vola in un sussurro all'orecchio più prossimo a quelle labbra rosse, dalla dentatura bianco latte. Come a volerlo coccolare dai suoi pensieri più impuri, gli dona una nuova carezza.<Solo in mezzo alle tenebre puoi riconoscere la forza della luce.> La giustizia che lo vede ad odiare suo padre più di chiunque altro, per quello che gli ha fatto. Per i marchi che lasciato addosso a lui, ed addosso a sua madre. La mente che nel plesso solare visualizza le due sfere ricollegate dall'avvenuto impasto del chakra, si concentra a riversar all'esterno dei punti di pressione -gli tsubo- quanta più violacea essenza, in un danzar di colori sotto gli occhi rilassati o tesi del membro dell'Akatsuki. Sotto i drappi spostati sel suo copricapo, coinvoglia al centro della fronte il dirompente talento che possiede, quantopiù significativo, andando a soppesarne l'essenza in silenzio. Tempistica dimezzata per la forza che possiede. Forza che nelle braccia non si trova ma che li, cova nascosto dietro ad un guscio di carne e pelle pallida. Si accinge a stringerlo maggiormente, componendone dietro alle spalle il sigillo della scimmia, tendendone i bicipite oltre al collo di qualche decina di centimetri più in alto del suo, obbligata ad issarsi sulle punte dei piedi. Il sigillo composto, intrecciando dita e toccandosi i palmi, rilascia la violacea essenza nei palmi, dove il torpore del sonno si raccoglie. < Cercami sempre, ho anche io bisogno che qualcuno lo faccia--> Lascia le labbra ad un passo dalle sue, pronunciandolo in un sussurro. <Al posto mio.> Cercarla. E trovarla. E capire chi è e da che parte deve combattere e votare la sua vita. Al fianco di di Tsukuyomi, o portando alto in nome della Kami di cui possiede la carne e l'essenza. I palmi che si poggiano sulle gote di Kurako, allungandosi a baciarne la fronte. Da essi ne rilascia l'essenza, lenta, come un'abbraccio caldo per Kurako. Inevitabilmente dirompente, il torpore che lo accoglie. Probabilmente, dopo averla cercata tanto, non la lascerebbe andare così facilmente. Sia che cerchi di contrastarla o meno, il poco torpore riuscito ad intaccare il corpo del jonin, la spingerebbe a scivolare via, mentre lui combatte -o meno- per scacciarne l'effetto. Scivolerebbe ancora una volta nel vuoto da cui è arrivata.. [CK ON][Illusione demoniaca a scopo narrativo][END]

Kurako e Kurona si incontrano per pura casualità sul tragitto che la vede avviarsi verso il villaggio della foglia, per assicurarsi che Hana sia stata promossa all'esame e che sia al sicuro con suo Zio -ogni tanto che non usa le sue spie-. Alla gilda degli artigiani adotta Eiji -uno dei png in scheda- assieme a Mirai e Tsuki, deviata per un paio d'ore, dalla presenza del Jonin che ne cerca la figura.

Kurona lo mette alla prova, come la prima volta che si son conosciuti. Ma Kurako dimostra di saper controllare i suoi impulsi e saper pianificare la sofferenza di Shinici -il padre-. Dunque Kurona lo abbraccia, confessandogli di esser fiera di lui. E chiedendogli di continuare a cercarla---a causa di un crollo psicologico della geiko, che la spinge a brancolare senza capire chi è e da dove viene.


EHHH bellissima giocata. Bellissimo Kurako che mi fa piangere la megera dell'Okiya.