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Un nuovo legame

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con Hitomu, Hana

22:14 Hitomu:
  [Magione dell'Hokage] Una serata tranquilla volge al termine in quei di Konoha, dove la giornata è passata in tutta tranquillità. Un momento di pausa in questa guerra che sta vedendo in Ryota, e nel suo esercito, il suo nemico principale. Konoha sta provando a resistere agli attacchi e per ora ci è riuscita, pur restando il fatto di aver subito qualche danno nel Villaggio. Nulla di troppo significativo e irreparabile, ma pur sempre qualcosa è andato perso. La Luna, stasera, risplende nel cielo contornata da alcune nuvole scure che coprono la sua illuminazione. Le stelle sono disegnate sulla volta celeste come miliardi di puntini luccicanti e visibili solo dove le nuvole grigie vengono meno. La temperatura non è molto bassa, il freddo si fa sentire tra le vie del Villaggio ma nulla di glaciale al momento. Il jinchuuriki della Foglia si trova nella sua Magione intento come al solito nel portare a termine il lavoro quotidiano tra rapporti sulle ultime missioni e altri fogli da compilare e studiare su tutta la situazione del Villaggio. Un bel lavoro che toglie un po' di tempo al ragazzo, ormai abituato a questi orari si può dire. Indossa il solito vestiario composto da una maglia a maniche lunghe di color blu con sopra il giubbotto verde ricevuto alla promozione a Chunin mentre nella parte inferiore porta una paio di pantaloni di color blu scuro con dei sandali neri da ninja. L'haori da Hokage è poggiato sopra la spalliera della sedia mentre il suo coprifronte, con la fascia di color blu, è tenuto sopra la scrivania sulla sua destra. Come capita spesso, uno shinobi ha chiesto di poter parlare con lui stasera. Ma questa sera non si tratta di uno shinobi come altri per il jinchuuriki, ma bensì di sua nipote: Hana, figlia di sua sorella trasferita sin dalla tenera età nel Villaggio di Kusa. Da quel momento, i due sono rimasti in contatto tramite lettere e per questo il giovane biondo ha saputo del ritorno di Hana nel suo Villaggio natale e dell'esame che doveva sostenere, al quale il jinchuuriki si è presentato di persona. Il resto di quell'esame è storia ormai, Akendo che porta via la ragazza e chissà cosa si sono detti. Ma non c'è curiosità nel fare del ragazzo, si fida del capo dell'Akatsuki. La Magione, per informazione, è composta su due piani: al primo ci sono vari uffici mentre al secondo, raggiungibile tramite una rampa di scale, è presente un lungo corridoio che porta, infine, all'ufficio dell'Hokage. La porta dell'ufficio è controllata al di fuori da due guardie, mentre l'interno si presenta come una stanza ovale con mura bianche e varie una fascia vetrata che permette la visuale sul Villaggio. Il nono hokage è seduto dietro la sua scrivania. Sulla mano destra tiene un foglio che sta ancora leggendo mentre la mancina è tenuta poggiata sul tavolo. Davanti alla sua scrivania è presente una sedia, per chi volesse accomodarsi una volta entrato. [Interno Ufficio: http://i.imgur.com/HEQTR7ql.jpg]

22:30 Hana:
  [Magione dell'Hokage] E così si è ritrovata a prendere la propria personalità tra le dita e a scuoterla affinchè diventasse più forte dei tuoni. Uno dietro l’altro si sono susseguiti gli eventi che passo dopo passo hanno composto un puzzle degno di lasciarla a bocca aperta. Uno degli ultimi petali da strappar via dalla sua margherita è l’incontro con l’Hokage, la cosa alla quale avrebbe dato la più importante e incombente delle priorità non fosse stato per la scampagnata al di fuori di Konoha con Akendo e la nuova consapevolezza di essere una Hyuga. Eppure non ha domandato più del solito, per non risultare invasiva. Non si è messa in mostra, per questo sa di splendere. Non è assertiva, per questo spicca e non si vanta, per questo ottiene riconoscimenti. Dura, poiché non è orgogliosa e per concludere non compete, ed è per questo che nessuno al mondo può competere con lei: forte di tali consapevolezze, ha accettato la sua nuova appartenenza benchè poca importanza potrebbe dare un “oggetto” al suo padrone giacchè incosciente. Eppure fino a che punto può dirsi “oggetto” se poi, nel concreto, un motivo per raggiungere l’Hokage può andare aldilà del semplice esito dell’esame. Non si è fatta aspettare, di fatto ha preso appuntamento il prima possibile con il Kage ed ora si ritrova fuori dalla sua porta a comporre gli ultimi passi che la distanziano dalle guardie. Giusto un’occhiata per poter srotolare dinanzi ai loro sguardi parte del rotolo che ne conferma l’appuntamento, per poi vedersi aprire la porta che affaccia sullo studio del Kage. < E’ permesso.> modulerà la voce di modo che non risulti né acuta né squillante, tanto meno invasiva. Qualora il permesso le fosse accordato, proverà ad azzardare passo nella stanza. < Buonasera, Hokage.> cinguetterebbe, una volta dentro. < Mi perdoni per l’irruenza.> classiche parole formato “cortesia” – su questo non transige. E’ sempre stata particolarmente ligia e incline a rispettare la ferrea etichetta, non sarà da meno questa volta. Si mostra esattamente per quella che era l’ultima volta: dal suo ritorno a Konoha i capelli le sono cresciuti leggermente di più, ora vanno ben oltre le spalle, eppure la cromia è sempre la stessa – bianca e nera. Atipica, si potrebbe dire. E’ una figura sufficientemente slanciata a causa del suo esser esile, avvolta in un mantello nero che a tratti le copre il viso. Per una forma di rispetto, volgerà con l’abbassarsi il collo alto dalle labbra di modo che tutto il viso sia scoperto – immacolato, pallido, rasente la porcellana. < Questo è per lei.> borbotta, allungando ciò che conservava prima tra le mani: un piccolissimo vaso, una ciotola a dire il vero, di porcellana bianca e blu che raccoglie all’interno un piccolo bonsai. < Viene da Kusa. Era mia intenzione dargliela prima, ma può comprendere che le circostanze sono state quelle che erano.> in allegato, una pergamena con un haiku.

22:59 Hitomu:
  [Magione dell'Hokage] Il foglio tenuto nella mano destra viene portato in cima ad un accumolo di pratiche, non prima che la firma del nono venga posta in basso a questo. <Ohh, finalmente..> sussurra a bassa voce lasciandosi andare contro lo schienale della sedia facendo un gran respiro e sbuffando in seguito tutta l'aria inspirata. Le braccia sono tenute lungo i bracciali della sedia, in una posizione che non si addice di certo al comandante di un Villaggio. Ma poco importa al momento per il jinchuuriki. Finalmente è giunto al termine di una lunga giornata e ora può riposarsi e sgombrare la mente da qualsiasi pensiero. Ma.. Ad un certo punto la porta si spalanca e il giovane scatta con il busto in avanti riportandosi in una posizione eretta e decisamente composta. Le iridi azzurre ritornano serie e concentrate, l'espressione facciale subisce lo stesso trattamento. Dalla porta entra con calma e molta cortesia la ragazza che era attesa questa sera dal jinchuuriki <Hana..> afferma il biondo appena le sue iridi scrutano i lineamenti della nipote. Un sorriso si disegna, ora, sul volto del Nono <Prego, accomodati pure. La sedia è qui> le indica con la mancina la poltrona posta davanti alla sua scrivania. Subito dopo, la ragazza allunga un pensiero in arrivo direttamente da Kusa. Lo prende con entrambe le mani guardandolo per bene <Molto carino, ti ringrazio per il pensiero cara> la ringrazia accompagnando le sue parole sempre con un sorriso. Insieme al vaso, anche una pergamena che ad aprire trovando scritta una poesia <Si ferma il tempo, campo di papaveri, verso la primavera> i kanji vengono letti dal ragazzo per poi posare entrambi i pensieri sulla scrivania alla sua sinistra. <Ti ringrazio nuovamente per il regalo e la pergamena.. Sono piccoli gesti ma li apprezzo davvero> molto sincero in queste parole il ragazzo chinando leggermente la testa in avanti mentre pronuncia quelle poche parole verso la ragazza. Ovviamente pensa che i regali siano da parte di Hana, se fosse diversamente solo la ragazza potrebbe spiegargli la situazione. <Dopo l'Esame non abbiamo avuto modo di parlare.. Ma hai richiesto questo incontro con me. Dunque, hai qualche domanda da pormi?> chiede il jinchuuriki alla ragazza di fronte a se sapendo che le parole del Nono durante l'esame potrebbero aver lasciato dei dubbi nei pensieri della ragazza. Magari lei chiederà proprio di quel discorso o forse ha bisogno di altro. La parola passa ora alla Hyuga che potrà spiegare tutta la situazione che l'ha portata questa sera a trovarsi di fronte alla figura del Nono Hokage.

23:08 Hana:
  [Magione dell'Hokage] A volte si sente quasi in debito a fronte di chi le rivolge un sorriso: raramente spiega i lineamenti del suo viso per disegnarne uno e, purtroppo nemmeno per l’Hokage riesce ad abbozzare un sorriso giacchè privo di naturalezza. Ricambia però con uno sguardo, di quelli lunghi e che sanno carpire i piccoli dettagli esattamente come i piccoli gesti in cui si cimenta. Sono le piccolezze, le sue premure insignificanti a renderla meno “oggetto” e più “umana” anche al cospetto degli altri. < Nh.> annuisce, avvicinandosi alla sedia verso la quale scocca dapprima un’occhiata, per poi appoggiare la destrorsa sullo schienale al fine di ritrarlo. Saggia il legno di cui è composta prima di farsi lo spazio necessario ad aggirarla, sedersi compostamente e nel minor rumore possibile: detesta essere frastornante o ben udibile dagli altri quando non è necessario. < Era un ringraziamento per avermi concesso di studiare a Kusa. Mi dispiace di aver avanzato una richiesta del genere in un momento come questo.> non è stato un tentativo di abbandono né di fuggire quando la guerra imperversa < Avrà capito da sé che uno shinobi senza potenziale è uno shinobi inutile ad aiutare il proprio villaggio. Per questo ho preferito apprendere il più velocemente possibile quello che mi è stato offerto a Kusa.> si giustifica, quello che non ha potuto fare per filo e per segno mediante pergamena. Difficilmente è propensa nell’elargire troppe domande, troppe parole lì dove non sono richieste – c’è da dire che, però, questa sera ha scelto lei di avere giusto un paio di risposte per poter incastrare il pezzo del puzzle al posto giusto e continuare ben oltre la cornice già incastrata. < Penso lei possa già immaginare parte delle domande alle quali vorrei trovare risposta.> una parte, perché dell’altra anche lei tende ad ignorare l’esistenza. < La prego di ripetermi perché è stato lei stesso a presenziare al mio esame. > principierebbe, giusto per introdurre il discorso. <Generalmente una cosa di così poco conto è compito di un qualsiasi esaminatore. >

23:34 Hitomu:
  [Magione dell'Hokage] Le palpebre vanno leggermente a socchiudersi, come se volesse focalizzare le iridi sul di lei fare. I suoi movimenti, le sue espressioni, le sue parole. Si concentra quanto più può per comprendere nel più breve tempo possibile la ragazza. Forse, è davvero contento di avere nel suo Villaggio qualcuno che faccia parte della sua famiglia. E finalmente ora che la piccola Hana è cresciuta, forse si sentirà meno 'solo' nei momenti morti della sua vita. Dopo la scomparsa della madre, la madre di Hana andata a Kusa, l'altra sua sorella andata via da Konoha, il giovane è rimasto solo in casa e ciò che gli è rimasto e di cui deve prendersi cura è il Villagio stesso. Insomma, è lo stesso un bel lavoro che occupa il tempo. Ma come ben si sa, l'amore della famiglia è un qualcosa di unico. Ascolta le sue parole che spiegano il motivo del pensiero donato al Nono e che richiedono le prime risposte che la ragazza vuole. <Non devi ringraziarmi.. Anche perchè, in un momento come questo forse era meglio iniziare gli studi altrove. Un discorso diverso sarebbe fatto nei confronti di un genin già pronto per affrontare una guerra. Ma te non lo eri ancora, a differenza di ora.. spero> rimarca quell'ultima parola con anche un sorriso, quasi come se volesse capire nell'espressione della ragazza se si sente pronta ad affrontare i pericoli che il mondo ninja pone davanti ad ognuno degli shinobi. <Dunque non ci sono stati problemi per il tuo temporaneo trasferimento, ma ripeto.. Apprezzo molto il tuo pensiero, Hana> afferma di nuovo la sua gratitudine concludendo l'argomento sul suo spostamento a Kusa. Ora viene il resto del discorso. Il presentimento del jinchuuriki era quasi giusto, infatti la ragazza domanda il perchè proprio il Nono ha presenziato al suo esame di persona. La risposta verso la Hyuga arriva ben presto <Beh Hana, come ti avevo detto il giorno dell'esame, è stata tua madre a chiedermi di visionare il tuo esame. Ma dalle tue parole, e dai tuoi modi di fare, presumo che tua madre non ti abbia detto ancora niente. Forse vuole che sia proprio io a dirtelo. Dunque..> si prende qualche attimo di pausa dove si sistema i glutei sulla poltrona per bene mettendosi comodo, neanche dovesse fare l'annuncio dell'anno. <Hana.. Io e tua madre ci scambiamo lettere sin dalla tenera età, dal giorno che tua madre prese e si trasferì nel Villaggio dell'Erba. Ora ti chiederai di nuovo perchè, immagino. Dunque, continuo.. Tua madre fa parte della mia famiglia, in quanto lei è figlia della mia adorata madre persa tempo fa. Te, Hana, sei quindi la mia unica e cara nipote che ho al mondo> afferma usando un tono allegro per quest'ultima frase, come se fosse felice finalmente di averle svelato ciò che fino ad ora era un segreto per lei. <Per rispondere alla tua domanda quindi.. Ho visionato il tuo esame in quanto tua madre volesse che lo zio di sua figlia giudicasse il suo talento e ho accettato perchè non vedevo l'ora di ammirare le tue abilità> conclude il jinchuuriki del Kyuubi attendendo ora una sua risposta e altre domande che potrebbero sopraggiungere nei pensieri della ragazza in questo momento.

23:50 Hana:
  [Magione dell'Hokage] A poter scegliere di essere un libro, sarebbe un libro privo di una copertina interessante. Tenuto certo in buone cure, ordinato e scritto per bene, ma incapace di essere decifrato ad occhio nudo e ad una semplice guardata superficiale. Lo si scoprirebbe semplice, noioso a tratti. Eppure, quel sesto senso che ti porta a rileggerlo, potrebbe farti scoprire qualcosa in più e –boccone dopo boccone – finiresti col divorare le sue pagine. Non è facile leggere di lei, né tra le righe né mediante quest’ultime. Non è facile leggerla perché non ha mai deciso di raccontarsi decentemente: le è stata data una possibilità giusto ieri, quella di scrivere la storia. In un certo qual senso è come se avesse rifiutato – non tocca a lei scrivere, non tocca a lei fare la storia. Le uniche cose che le toccano è l’onore e la volontà di servire la sua famiglia ed il suo paese. Una volontà tanto radicata che sembra artificiale, eppure ha imparato a crederci tant’è che gli unici punti fissi del suo modo di vedere le cose sono quelli. Non si sorprenderà a fronte di questo, forse, l’Hokage: non è immediata l’analisi che si può fare sulla Hyuga. < Spera?> rimarca quel termine, rialzando il capo reduce di una forte attenzione per aver soppesato forse un po’ troppo quella parola. < Non mi reputa pronta ancora, Hokage?> glielo chiede senza mezzi termini: abbastanza pragmatica quando si tratta di sapere fino a che punto può essere utile al paese. < No, nessun problema. Kurona-san è stata gentile e paziente nei miei riguardi, così come le sue geiko.> conclude e accantona quel discorso, dovrà di certo spedire qualcosa alla ragazza per ringraziarla. Abbassa lo sguardo ascoltando quanto le ha da dire. Fortuna vuole che non sia da lei interrompere l’interloquire di qualcun altro, poiché a quello scambio di epistole potrebbe avanzare qualche pensiero fuori dalla sua portata: una storia scandalosa tra l’Hokage e sua madre! <…> la cosa potrebbe imbarazzarla solo a pensarci, tant’è che incastra la testa tra le spalle. < Nh-?> Rialza il capo sgranando appena le palpebre a quell’affermazione, quasi le si strozza la saliva in gola benchè non s’intraveda – e fidatevi se vi dico che è una rarità vederla presa in contropiede. A stento Akendo ci è riuscito, ed è dovuto ricorrere al rinnegan. Lascia scivolare le mani appena lungo il perimetro della scrivania, senza però essere invasiva o scortese. Lo fissa con lo sguardo atono di chi non riesce a collegare: davvero è passato così tanto tempo e lei non è stata messa al corrente di nulla? Non se ne stupisce. Non ha mai fatto domande. Non è mai stata fuori posto: è sempre stata abbastanza taciturna da accettare tutto così come le veniva imposto. < Lei… lo sapeva da principio?> da più di una o due settimane, più di un mese, forse da anni se non da tutta la stessa vita della shinobi. < E’…> difficile? Accettare una cosa così per buona < strano.> questo periodo è strano, abbastanza. < Non mi fraintenda. Ho sempre pensato di dover servire il mio paese, la mia famiglia ed il mio Hokage.> così come da sempre insegnato < è strano sapere che, tuttavia, parte della mia famiglia è allo stesso tempo il mio Hokage.> e… siamo sicuri non stia scherzando? Fosse un’altra, s’aspetterebbe la candid camera. < Mi perdoni. Non sono mai stata “brava” in queste cose.> in quelle cose inerenti l’affetto, la famiglia, i legami. Non è mai stata brava a dimostrare il “bene” che prova e che non sa di provare, tuttavia <… Lei mi reputa parte della sua famiglia?>

00:41 Hitomu:
  [Magione dell'Hokage] Forse è vero. La Hyuga è di difficile lettura, ma gli occhi del jinchuuriki sono degli abili lettori di libri. La sua mente riesce a percepire quasi ogni espressione, ogni gesto compiuto in una precisa maniera. Insomma, non stiamo parlando di un indovino o di uno stratega. Ciò che passa per la mente di Hana non è risaputo nei pensieri del Nono. Ma ciò che ha potuto notare è che la ragazza vive secondi degli ideali ben fissati nella sua testa e al quale si affida ad ogni circostanza. Dall'entrata pacata, alle domande sempre cortesi. Come se non volesse mai superare un certo limite da lei prefissata. Ma insomma, non si può leggere tutto un libro in pochi secondi. Con il passare del tempo, il Nono proverà a capire di più su sua nipote. E cercherà di far breccia nel cuore della ragazza, in maniera che sia lei stessa a decidersi di leggersi e farsi leggere. Ma stiamo parlando di altro, al momento. Ci sarà tempo per tutto ciò. Le iridi azzurre vanno a seguire il suo volto, come se non credesse ancora alle parole del Nono. Ascolta le sue parole e comprende benissimo lo stato della nipote al momento <So benissimo che può sembrarti strano.. Tuttavia questa storia è la verità. Non sono a conoscenza del perchè tua madre non ti abbia raccontato nulla fino ad ora, ma un motivo valido lo avrà sicuramente avuto. Forse lo ha fatto per proteggerti visto che eri piccola e di questi tempi saresti potuta capitare in pericoli ben più grossi delle tua possibilità se si fosse saputo che eri mia nipote.. Ed ora che sei una Genin, invece, potrai anche difenderti da sola. Anche se.. Potrai contare sempre sul mio aiuto, Hana> si alza in piedi ora. Quell'ultima domanda gli è rimasta leggermente sullo stomaco a dire la verità. Aggira il tavolo, perchè non vuole avere ostacoli in questo momento tra lei e lui stesso. Cammina con passo lento arrivando alla destra della ragazza fermandosi poco prima della sedia <Ci sarò sempre per proteggerti. Perchè sì..> la mano destra si solleva lentamente posandosi sopra il capo di Hana. Le arruffa i capelli per pochi secondi per poi fermarsi mantenendo sempre la mano sopra la testa della ragazza e concludendo la frase precedentemente interrotta <Tu sei parte della mia famiglia, Hana> verità, nient'altro che la verità. La guardo con occhi di chi vuol trasmettere qualcosa. E quel qualcosa sarebbe rilevabile in un sentimento che ha sempre usato con le sue sorella, con la madre. Quell'amore fraterno, di protezione verso un suo familiare che ha tenuto sempre nascosto in questi lunghi anni. <E spero, sì. Perchè io ti reputo pronta, ora. Ma spero che tu stessa ti reputi pronta soprattutto. La fiducia in se stessi è un fattore determinante per uno shinobi. E io ho fiducia in tutti i miei ninja sperando che questa li aiuti ad essere ancora più convinti delle loro abilità. Ed è per questo che voglio darti un pensiero..> sposta la mano dalla testa della ragazza allungandosi sulla scrivania e prendendo con la destra il suo coprifronte ricevuto alla sua promozione genin. <Non ho avuto modo di dartelo al termine dell'esame, sappiamo entrambi perchè..> non specifica nulla, magari per vedere la reazione della ragazza nel percepire la situazione creatasi con Akendo. Ora si mette alle sue spalle prendendo le due estremità della fascia blu. Il coprifronte viene portato attorno al collo di Hana e il jinchuuriki fa un nodo alla fascia stringendo dietro il collo della ragazza lasciando che sia in seguito lei a sistemarsi i capelli se ne avesse bisogno. Non vuole essere troppo invadente, ecco. <Questo è il coprifronte che ho ricevuto al mio esame Genin. Mi ha sempre portato fortuna e da quel giorno non l'ho mai cambiato.. Quindi.. Ecco..> sembra molto contento di poterle donare questo oggetto <Spero porti fortuna anche a te> conclude spostandosi di nuovo sul lato destro di Hana sorridendole ancora una volta.

01:07 Hana:
  [Magione] Ha un modo assai meticoloso e accurato nell’ingerire informazioni, di qualsiasi entità ad essere onesti. Si abitua pian piano, plasmabile quasi come l’acqua, capace di ambientarsi a seconda della superficie presso la quale scorre, gocciola. Nello stesso modo sa scavarsi la strada giusta per raggiungere il nocciolo della questione quando lo ritiene appropriato, ed è proprio sulle sue ultime parole che s’adagia < Hokage.> assottiglia le palpebre umettando di poco le labbra, risoluta. < So qual è il suo compito nei confronti di Konoha. Ma se ho deciso di essere una shinobi è anche per darle un peso in meno. Mi permetta di migliorare. Mi permetta di difenderla. Lasci che sia io a farlo, un giorno, se ora non mi reputa sufficiente.> forse è vero. Forse c’è qualcosa che non accetta: l’essere difesa. L’essere custodita come una persona e non come un oggetto. L’essere trattata con troppo riguardo le mette una strana soggezione in corpo. Lo segue con lo sguardo, ne calibra i movimenti, pedina la sua direzione fino a raggiungere gli occhi altrui che s’ergono oltre l’altezza che fa da intermediaria tra i due volti. < Io faccio parte della sua famiglia, Hokage, è vero > stando a quanto dice < Tuttavia non la veda come una forzatura o una costrizione a proteggermi. Sono io a doverla servire.> sfortunatamente è anche così formale da non riuscire ad abbandonare le cortesie ed il “lei” in favore di un “tu” più confidenziale neanche in presenza di suo zio: diciamo che sapere che quel ragazzo dalla faccia scolpita su uno dei monti più importanti di Konoha è tuo zio non le rende facile potersi approcciare con un tono quotidiano all’altro. E’ impacciata, lei: incapace di dimostrare affetto, non incapace di provarlo però. Si stringe nelle spalle benchè la schiena permanga tesa come una corda di violino anche quando le dita del Kage s’insinuano nella filigrana bicromatica. Non fosse abbastanza tesa, ci pensano le allusioni a quel giorno stesso in cui s’è vista issata di peso e portata via: non sa perché ma solo pensarlo la fa irrigidire. < Giusto.> non se ne è dimenticata, visto che è arrivata fin lì anche per mettere i puntini sulle “i” a quella faccenda. Starebbe per aprir bocca a tal proposito, ma si ammutolisce glissando con lo sguardo sul coprifronte. E per la seria “nonni vergognini”, l’oscar va a Hitomu che “non vuole essere troppo invadente”. Cioè, prima ti dice che scambia lettere con tua madre, ti fa creder di essere un suo amante, ti rivela di essere tuo zio e vuole proteggerti perché sei parte della famiglia, e poi “non vuole essere troppo ivadente”. Occhei, Hitomu. Occhei. < E’…> il coprifronte per una risposta che bene o male si è dovuta dare da sola qualche giorno fa. Lo tasterebbe con le falangi, scivolando sulla placchetta metallica ove vi è inciso il simbolo di Konoha. Troppe risposte le vorticano in mente: dal “non posso accettare” a “è troppo per me” considerando il valore affettivo che egli stesso può dare ad un oggetto simile. < La renderò fiera di me.> annuisce, con convinzione: reputa sia il regalo migliore che possa fargli – fidarsi di lui, della stessa fiducia che ha riposto in lei. < Se mi permetterà di stare al suo fianco > per proteggerlo, insomma < Le assicuro che non andrà lontano da lei. E, se lo riterrà opportuno, nonostante la distanza farà sempre ritorno a casa.> non si riferisce soltanto ad un oggetto, quanto più all’effettivo valore su di esso ricamato. Lascerà intercorrere quale secondo prima di prendere nuovamente parola < … Hokage, devo chiederglielo > deglutisce. < Quella sera > all’esame genin < perché proprio lui?> Akendo. Tra tanti, poteva scegliere qualcuno più vicino alla sua portata.

01:47 Hitomu:
 Sorride nel sentire che vuole essere Hana a difendere il Nono se ce ne fosse bisogno. E non il contrario. Ma su ciò il ragazzo non ha dubbi e chiarisce subito il suo pensiero rivolto alla ragazza <Cara Hana, ma tu mi difenderai e lotterai a fianco dei tuoi compagni per proteggermi, ma soprattutto proteggere Konoha, il Villaggio> afferma per poi poggiare i glutei sopra il tavolo della scrivania. <Ma volevo solo farti capire che se avrai bisogno, io ci sarò ecco.. Per qualsiasi cosa> non si riferisce ai solo pericoli che potrebbe incorrere durante una missione. Ma anche nei momenti di vita quotidiani, Hana può sempre fare riferimento a lui se ne sente la necessità. Non vuole sconvolgere la vita ad una ragazza, e cambiarle tutto della sua normalità solo perchè si tratta della nipote dell'Hokage. E ciò si potrebbe notare anche dal comportamento di Hitomu, che si lascia dare del 'lei' da sua nipote e si lascia chiamare Hokage. Quale altro zio lascerebbe fare questo? Ma il jinchuuriki sa che magari ci vorrà del tempo o magari queste piccole cose rimarranno immutate per il resto degli anni. Solo il tempo potrà raccontare ciò che succederà. <Essere tuo zio non mi costringe a proteggerti. C'è un legame tra di noi, dalla tua nascita.. E in qualità di Hokage, devo difendere il Villaggio e ogni shinobi della Foglia. Tu sei compresa, in tutto e per tutto. Penso che con il passare del tempo imparerai a conoscermi.. E capire che non c'è cosa più importante per me di tutti voi. Voi potete anche servirmi, combattere per me.. Ma come i tuoi compagni già sanno, io in ogni battaglia, in ogni guerra sarò sempre il primo davanti a voi in prima fila. Proteggervi è ciò che mi riesce meglio..> afferma ancora cercando di spiegare in poche parole com'è fatto lui. <E inoltre, sei la sola della famiglia che mi rimane in questo Villaggio. Non chiedermi di non avere un occhio di riguardo nei tuoi confronti.. Sarà il nostro segreto se vuoi> sorride dopo la mezza battuta detta verso la ragazza. <Portalo sempre con te e abbine cura, ora è tuo. Un giorno, magari, te lo chiederò indietro solo per poco tempo.. Ma non c'è fretta ora> afferma pensando al piano che ha in mente il giovane riguardo a delle faccende segrete. La Hyuga, infine, chiede il motivo per cui Akendo è stato chiamato per farle l'esame. <Perchè non lui, Hana?> ribatte la domanda della ragazza. Quel 'giusto' sembra quasi voler far intendere che i due hanno parlato e magari il Seiun ha rivelato la sua identità. Ma questo non può saperlo ora <Chi meglio di lui per poter valutare le tue capacità, non credi?> la ragazza dovrebbe aver intuito durante lo scontro che si trattasse di uno shinobi al di fuori del normale. Rimane sempre sul vago, come se sapesse che la ragazza sa più di quanto dovrebbe ma anche come se Hana non sapesse nulla. <Cosa avete fatto dopo l'esame?> eccola la domanda da 1000 ryu. Risponderà con la verità Hana? O cercherà un modo per non dire tutto? A lei la parola.

02:06 Hana:
 Sarà pur restia a mettere in bella mostra i suoi fogli, eppure Hitomu riesce a pungolare e stanare alcuni punti nevralgici non da niente: certo, parole come quelle possono volar via facilmente dalla bocca – non per lei che ama soppesarle, nonostante la mole di sillabe in una frase, dando a tutto il giusto peso. Prende sotto analisi la parola < Compagni, nh?> da qui, il vuoto. Se dovesse issare la destra e contarli sulla punta delle dita, non ne troverebbe uno capace di essere bollato come “compagno”. E’ questa la triste realtà: sostanzialmente sola, priva di amici o “compagni”. Non per sua negligenza né per sua scelta: semplicemente non è mai stata una cosa “richiesta”, non è un “requisito” indispensabile a favorire il benessere della propria famiglia né del villaggio. Vorrebbe accantonare il discorso, forse lo farà e di certo senza gettare nuova luce sul suo modo di pensare, sulla considerazione che ha di quell’affermazione, sul suo essere contrariata ad instaurare legami potenzialmente pericolosi per i suoi obiettivi. < Sì!> glielo scuce con fin troppa veemenza, tant'è che proverà a lambire parte del polso sinistro altrui con la propria mano destra. < S-scusi.> pigolerà, lasciandolo subito dopo qualora fosse riuscita nei suoi intenti. < Sì, lo voglio.> NO, non sta sposando qualcuno tanto meno suo zio. Semplicemente ammette con una certa foga il suo desiderio < Voglio che sia un nostro segreto.> è una necessità, un’esigenza più che un volere. < Più per il suo, che per il mio bene.> ammette. < Lei non ha bisogno di altre preoccupazioni. Inoltre non ha bisogno di potenziali impedimenti.> è così che si vede: qualcosa che può essere d’intralcio, esattamente come vede i legami. < Mi perdoni se è questo il mio modo di vederla, so di non rispecchiare l’ideale che ha lei di “famiglia”.> sa di non rispecchiare l’ideale di nessuno, a dire il vero. < Posso fare anche a lei una domanda un po’ indiscreta?> pigola. L’apposizione di quell’ “anche” gli darà modo di capire che non è il primo sottoposto ad un quesito del genere. < Si sente solo, qui?> a differenza dell’altra persona, a lui lo chiede. Sul Sennin e la sua solitudine c’avrebbe messo la mano sul fuoco. Lascia per ultimo l’argomento che riguarda proprio lui < C-COS-NIENTE!> risponde drizzando sull’attenti, manco qualcuno l’avesse messa spalle a muro. E dire che non ha chiesto niente di male, eppure da lì parte quasi naturale un climax discendente verso tutte le cose che “non hanno fatto dopo l’esame”. Deglutisce. MA COSA DIAMINE VA A PENSARE?! Scuote il capo, annaspando aria. < C-cioè.> ah, ma che faccia tosta quest’Hokage! Prima acconsente al rapimento e poi… < L-lei dovrebbe saperlo. Ha annuito quando è stato lui a portarmi via. I-Io pensavo che fosse già stato tutto premeditato!> e invece no. Riprende aria prima di diventare maculata. < Ad ogni modo, lei ha ragione. Nessuno migliore di lui > certamente < ma non augurerei a nessun aspirante Genin di ritrovarselo all’esame.> diciamo che il suo è stato “tutto culo” o quasi, dai. < E poi, perché lei si fida così tanto di lui?>

02:41 Hitomu:
 Fuori inizia a piovere. Lentamente le vetrate dell'ufficio iniziano a bagnarsi, goccia per goccia che scivolano verso il basso come se stessero facendo una gara a chi cade per primo verso il vuoto. Non vorreste essere una goccia qualche volta? Scivolare sopra ogni cosa e poi lasciarsi andare nel vuoto, senza aver paura di cadere e farsi male. Anzi, cercando di arrivare e cadere prima di tutti. (?) Il jinchuuriki di Kurama ascolta le parole della nipote e cerca quasi di capirla: non sarebbe facile ma ci sta provando, cerca di mettersi nei suoi panni e vedere la prospettiva dal suo punto di vista. <Va bene allora, nessuno saprà questo nostro piccolo segreto. A parte lui, ovviamente..> eh sì, Akendo lo sa. Il jinchuuriki gli aveva chiesto di testare le capacità di sua nipote.. cosa poteva saperne che lei non voleva farlo sapere in giro? Ma va beh, dettagli. Tanto non è successo nulla tra loro, no? Parole della ragazza dopotutto. <Tu sei mia nipote, Hana. Non sei d'intralcio nel mio lavoro. Anzi, sei di aiuto. Ormai sei una genin e quindi dovrai iniziare ad andare in missione. Ed a ogni missione, sarai sempre un po' più indipendente e preparata> cerca di farle capire che anche essendo zio e nipote, lei seguirà un normale percorso da shinobi senza nessun problema. <E poi dimmi.. Come può un fiore appena sbocciato essere una preoccupazione per un campo arido? Tu sei questo per me.. Un fiore nato da mia sorella dove posso ritrovare un sorriso anche nei momenti difficili..> uuh, cerca di far breccia dentro quella corazza dura. Non si può dire che non ci abbia provato, almeno. Le iridi azzurre si fissano sulle sue <Stai tranquilla Hana, non ci saranno problemi credimi> afferma infine il jinchuuriki. La domanda della ragazza passa quasi inosservata, come fa a sentirsi solo un jinchuuriki? Ho una Volpe dentro! Ma la giovane Hana, forse, non ha fatto bene i compiti ed ancora non è al corrente del bijuu presente dentro il corpo dello zio Hitomu. <Come dici? Solo? No, assolutamente> sorride, quasi come se volesse farle capire che sarebbe impossibile sentirsi solo <Non mi sento mai solo, Hana. Sono sempre a contatto con tutto il Villaggio, con giovani shinobi come te che vengono a chiedermi consigli, con shinobi più esperti che vanno e vengono. Posso affermare che questa è la mia vera forza.. Sentire il calore di tutti gli shinobi accanto a me. Senza voi, non saprei come fare> si lascia andare un po' esprimendo il suo pensiero sul Villaggio. Anche per questo è felice di avere Hana accanto, puoi scambiare due chiacchere con lei senza dover per forza parlare di lavoro. <E poi..> si batte nel centro del petto <C'è qualcuno qui che mi fa sempre compagnia> afferma senza specificare nulla. Magari ci sarà un'altra occasione per spiegare bene alla ragazza tutto. Il discorso poi si sposta su Akendo <Si, ho annuito perchè sapevo che non ti avrebbe fatto nulla di male. Ma non so cosa vi siete detti o cosa avete fatto, cioè..> tipo: momento imbarazzo per entrambi, forse. <Dicevamo..> cambiare discorso: fatto. <Mi fido di lui perchè abbiamo creato un legame. Un legame che si rafforza ogni qualvolta ci incontriamo e discutiamo. Ho sempre avuto fiducia sulle sue intenzioni e sui suoi modi di fare, e fino ad ora non hai mai tradito questa fiducia> fiducia, legami. Questo esiste con Akendo. E questo basta per far si che il loro rapporto sia duraturo, forte e indissolubile. Averne di legami come questo.

02:56 Hana:
 < Nh-> eccola, la prima ruga sul volto che viene formata: il dissenso che prende forma pian piano, ma si ritrova solo e scevro di un accompagnamento. Di certo l’unica cosa che avrebbe voluto, ora come ora, è mettere Akendo al corrente dei suoi gradi di parentela: non è una novità del resto. Lui gliel’ha chiesto, quel giorno: “ti senti al sicuro?” – “No, mai”, è stata la sua risposta. Figuriamoci se una che non si sente mai al sicuro poi può digerire per bene una cosa del genere eppure… < Tch.> mordicchia il labbro inferiore, un gesto che generalmente serve per far scemare il nervosismo. Non che possa dirsi davvero nervosa, non lo è quasi mai: solo presa in contropiede, ancora, di nuovo. Si ritrova in una posizione di stallo, di dissonanza: il suo problema è che per quanto logicamente si ostini a dire di non volersi fidare di una persona come Akendo, c’è una parte che continua a ricordarle che tra tanti mostri e dèi è riuscita a trovare una sintonia malata e disconnessa con uno come lui. Paradossale, appunto. Assottiglia le palpebre, solo adesso si fa forza nell’ascoltare l’interloquire di Akendo: tra tutte quelle rassicurazioni c’è un punto cardine, un concetto chiave. < Penso di aver capito.> la differenza tra lui e Akendo che, sommariamente, possono avere la stessa potenzialità. Ma nel concreto, è riuscita a comprendere cosa bisogna sentire sulle spalle per essere un Kage: il calore degli altri. < Come fa ad esserne certo?> di non aver mandato tua nipote al macello? < davvero un legame può darle una garanzia simile?> una cosa a quanto pare inimmaginabile per lei. < Ad ogni modo, c’è un’ultima cosa che vorrei chiederle > giusto per concludere la serata. < Per favore, può parlarmi di mia madre?> non che non la conosca, eppure la storia sotto il punto di vista di uno zio può sempre essere diversa. Inoltre, non ha mai saputo quasi nulla sulla madre se non la sua vita da Geisha e nemmeno – forse è arrivato il momento di sapere qualcosa di più, aspettando il giorno in cui potrà chiedere lo stesso della vita del Kage. Per ora mi piacerebbe lasciarli così, tra quattro chiacchiere senza peso e altre invece lasciate in sospeso – chiudendo così la serata. | End per entrambi

Hana richiede un incontro con il Nono Hokage per ricevere delle risposte sul suo esame Genin. In questo incontro, scoprirà dei segreti a lei nascosti, riceverà il coprifronte del Nono e un nuovo legame nascerà.