Esame Pratico - Hana
Quest
Giocata dal 18/02/2016 22:21 al 19/02/2016 02:13 nella chat "Accademia Ninja - Konoha"
[... Lì.] Un tacito tributo alla luna che, bianca, solletica l’orlo del cielo facendo dilungare al suolo l’ombra solinga di uno scricciolo. Le fa quasi strano ispirare di nuovo un’aria diversa, l’aria di casa. Scivola silenziosa come una stella nel firmamento, priva del suo splendore e accompagnata dal tessuto della notte che, allo stesso tempo, avvalora un vestiario appositamente scelto: nero. Veste come il lutto l’incoraggerebbe, benchè non sia stata privata di nulla se non della propria personalità: ridotta alla mente di chi crede fermamente in un concetto solo. L’utilità. Non è un dettaglio che a questa – come una carta bomba affissa ad un fil di nylon – attribuisca il peso della fedeltà e dell’amore verso la famiglia e verso il proprio paese: forse gli unici cardini di una mente dissuasa all’onore. La filigrana bicromatica dei capelli è arrotolata in una treccia che, non propriamente lunga, scivola appena sul collo lambito dalle rifiniture di una giacca nera che sovrasta il busto. Le tasche ospitano comodamente il filo conduttore di nylon che si è portata dietro, una carta luce ed un fuda per il relativo tronchetto finalizzato all’eventualità di una sostituzione. Le gambe risultano parzialmente sguarnite, avvolte in un pantaloncino sempre nero e fermo a metà coscia benchè una fascetta nera lambisca la coscia sinistra con una manciata di shuriken infilati appositamente per poter essere sfilati in maniera strategica qualora ve ne fosse una necessità. Attente adagiata lungo la sagoma di un muro, la schiena appena appoggiata presso la superficie e le braccia incrociate sotto il seno. Nasconde le labbra sotto il collo lungo della giacca che porta, occultando parte delle iridi bicromate giacchè le palpebre permangono socchiuse. Inspira, non avvalendosi degli occhi per constatare la presenza di qualcuno quanto più dell’udito nonostante si professi soggetto visivo, più che uditivo o cinestetico. Inala calma e tranquillità, favorendo – si spera – la circolazione dei flussi energetici. Invoca tacitamente un appello ad ogni funzione e ad ogni portale del suo chakra, come la dottrina di un Bodhisattva imporrebbe, concedendosi ad una blanda meditazione di sensi: da qui pare logica la confluenza del flusso energetico fisico e del flusso energetico mentale – l’uno pronto a spingere verso il basso prendendo sede nel sahasraracakra - e l’altro verso l’alto prendendo sede invece dal vadhisthanacakra. Amalgamati all’altezza dell’addome, le braccia verrebbero sciolte di modo che le dita possano cingersi nel sigillo della capra lasciando che indice e medio sinistro svettino su quelli destri. Per concludere, il suo intento sarà semplicemente quello di spandere parzialmente il proprio chakra, come una ventata d’aria calda in una sera di gelo. [ Equip – 2 Shuriken; filo di Nylon; filo di Nylon conduttore; Fuda (e tronchetto); Bomba luce; 1 Kunai ] [ Chakra ON – 10/10 ] [----->Là] Notte fonda, il Rikudo Sennin osserva l’intera Konoha dall’alto dell’edificio che si erige la…sopra nel cielo, sopra ad ogni abitazione…il viola brillante del Rinnegan scorge ogni singolo metro di terreno, rannicchiato sulla punta di quell’edificio, ombra della notte…fantasma del passato, presente e futuro…dio tra gli uomini. L’ora sembra essere giunta, il capo ad alzarsi verso la luna, scorgendo la sua posizione, si…l’ora è giunta a quanto pare, lentamente la destra si solleverebbe verso il proprio volto, una maschera Anbu dai motivi tribali personalizzati verrebbe mostrato in quella stessa mano, portata successivamente al viso per nascondere il proprio volto…i propri occhi. Agile e silenzioso nei movimenti, ad ogni passo fenderebbe l’aria come Katana accarezzerebbe le carni nemiche…ad ogni passo, strepita come l’urlo di un falco o di un fulmine, il manto Anbu che va a ricoprire interamente la figura di Akendo Seiun, sotto di esso, l’equipaggiamento standard della rispettiva organizzazione, da quel manto sporgerebbero due manici, delle rispettive Katane al fianco ormai da anni del Seiun, macinata la distanza che lo separa dal punto d’incontro si appresterebbe a mostrarsi ai presenti. Non gli è realmente chiaro il perché Hitomu abbia scelto proprio lui ma d’altronde in un certo qual senso glielo deve, se così si può dire, ormai il loro complice rapporto lo hanno portato a meditare più volte sulla questione…si tratta ancora di favori e doveri? La missiva parla chiaro e in effetti, chi meglio del capo dell’Akatsuki, al comando dei migliori ninja al mondo, per testare le abilità di un ninja, seppur emergente? Come un lampo, polvere alzarsi nell’aree, palmo della mano sinistra poggiata sul terreno, mentre il manto ancora fluttuerebbe come privo di gravità, un primo sguardo, scorgendo i presenti ed una ragazza, seppur la parte inferiore, alzando via via lo sguardo così come il proprio corpo, portandosi dunque in posizione eretta. Un abbigliamento particolare quello della ragazza, che sia ella dunque la nipote del Nono Hokage Hitomu Kibou? Poco importa, lo sguardo cercherebbe il Jinchuuriki del nove code, un cenno nella sua direzione una volta scorto, agli occhi di tutti dunque apparirebbe questo Anbu dei reparti speciali di Konoha, situazione indubbiamente inusuale per un test o qualsivoglia esame, sicuramente meno inusuale del ritrovarsi d’innanzi però al possessore del Rinnegan, il Rikudo Sennin, un qualcosa che solo lo stesso Akendo e l’Hokage sanno. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] [Izanagi & Izanami on] [Rinnegan: Off]lì, là.. Cortile dell'Accademia. Un giardino di terra battuta con qualche area di verde insieme a pochi alberi posti attorno ai lati della recinzione. Dietro a questo giardino, si presenta la struttura dell'Accademia dove vengono seguite le lezioni da parte di sensei e allievi. Stasera è tempo di esami, anche se la Guerra è in corso. Ma i test per i nuovi intraprendenti shinobi non possono fermarsi. Sembra quasi crudele da dire, ma servono sempre più ninja che possano difendere Konoha e dunque gli esami continuano anche in tempi bui come questi. Oggi è il turno di Hana, ragazza che ha chiesto e ottenuto la possibilità di frequentare le lezioni in una scuola privata di Kusa e ora è tornata nel suo adorato Villaggio per poter affrontare l'esame. Sul campo è presente lei ed ora due figure si palesano insieme atterrando pochi metri distante dalla ragazza. Il primo è Akendo Seiun, possessore del Rinnegan e capo dell'Akatsuki. Si presenta in Accademia in vesti di ANBU rispondendo ad una richiesta fatta direttamente dalla seconda figura che si presenta davanti ad Hana. Ovvero Hitomu Kibou, jinchuuriki del Kyuubi e Nono Hokage in carica. L'haori bianco fluttua ancora in aria a causa del vento prodotto dalla velocità del ragazzo, così come il manto nero di Akendo. Ma tutto d'un tratto, entrambi i mantelli si poggiano aderendo al corpo dei due. I tre formano una specie di triangolo con Hitomu in mezzo, alla sua destra Hana e alla sua sinistra Akendo. Il silenzio prende il sopravvento per alcuni attimi, fino a quando le iridi azzurre del Nono si poggiano sulla ragazza <Bentornata a Konoha, Hana. Finalmente ci conosciamo..> le dice sorridendo usando un tono di voce tranquillo. <Oggi è un giorno importante per te.. E come mi ha chiesto tua madre, sarò io ad esaminarti questa sera. Affronterai lui..> ora volta il busto indicando con la mancina Akendo <Un mio caro amico. Dovrai dimostrare che gli insegnamenti appresi in Accademia sono serviti a qualcosa. Dai tutta te stessa e mostrami che c'è del talento in te, sono fiducioso..> afferma il giovane per poi aspettare se qualcuno dei due avesse qualcosa da dire. Dopo le loro parole, se ce ne fossero, darebbe il via alla sfida iniziando ad indietreggiare per allontanarsi da entrambi di qualche metro. <Bene, se siete pronti.. Possiamo iniziare!> afferma dando inizio all'esame di Hana. [Distanza Hana-Akendo: 3 metri][Lanciate un d100, il numero più alto avrà l'iniziativa]
tira un D100 e fa 90
Hana tira un D100 e fa 63
[Turni: Akendo - Hana]
[Cortile dell'Accademia] Il luogo dunque pare essere l’accademia, appropriato data la situazione, le parole del Nono Hokage non lasciano ipotesi vaganti, la nipote dall’incredibile potenziale pare essere lei, a spetterà dunque ad Akendo decretare se vi sia realmente il potenziale citato, divertito in parte da questo momento, abbozzerebbe una smorfia su quel viso così uguale al fu Madara, ovviamente celato dalla maschera, sadismo? Forse la noia di non fare nulla se non passare ore nelle biblioteche di Konoha e godersi il panorama di Konoha…del resto è pur sempre qualcosa di più attrattivo della condotta pacata adottata fino ad oggi nel villaggio della foglia. Hana, così pare chiamarsi, udendo la voce di Hitomu chiamarla, dovrà mostrare ciò che sa ed il suo vero potenziale, poiché il Rikudo Sennin non è certo famoso per la sua tenerezza, ammesso che di insegnamenti si stia ancora parlando. Aspetterebbe dunque il tempo necessario, affinché ella possa discutere con lo zio….nello stesso istante in cui il Kage indietreggerebbe, veloce come un battito di ciglia, fletterebbe ambedue le ginocchia, perno sulla punta dei piedi stessi, strusciando qualche centimetro avanti, per poi compiere un unico scatto, veloce, vento…aria. Pochi istanti dovrebbero separarlo dalla giovane Kunoichi tentando così di prenderla di sorpresa grazie alla propria agilità [100], nell’intero arco di movimento, estrarrebbe solamente la katana destra…Izanagi, dalla nera lama, il suo intento? Cercare di compiere, contemporaneamente al suo scatto, in piena evoluzione, un dritto sgualembrato, tentando così di compiere un mezzo arco in diagonale da destra verso sinistra. Se riuscisse in ogni suo intento, la lama si arresterebbe a pochi millimetri dal collo, nel caso non riuscisse a schivare il colpo, poggiando la fredda lama sulle carni giovani della ragazza, le Iridi viola del rinnegan, trapelerebbero per qualche istante dalle minuscole fessure della maschera, quanto basta per scorgerne il colore e nulla più….<meno uno> un semplice sussurro che solo Hana potrà udire. Se l’intera azione del Rikudo Sennin avesse successo, ritrarrebbe la Katana, compiendo a ritroso con una semplice camminata, i metri macinati poc’anzi, per poi lanciare qualche metro più a destra, rispetto a lui Izanagi, lasciandola conficcare nel terreno, portandosi semplicemente in posizione difensiva…un semplice invito. [¼ scatto di 3 metri + ½ dritto sgualembrato + ¼ camminata (?)] [mente 100] [agilità 100] [Houjutsu 50] [forza 15] [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] [Izanami equip] [Rinnegan: Off] [... Lì.] Solo a fronte di un minimo rumore si prenderebbe la briga di schiudere le palpebre, lasciando che le ciglia non formino più un ventaglio di nero. Si distacca dal muro con una semplice spinta dei reni, nulla di eccessivamente dispendioso a livello di energia. Comprime le labbra nascoste tra la stoffa della giacca aderente, mentre tra la filigrana bianca e nera naviga netto lo sguardo affilato di una nuova alba sul volto. Naviga in una finta modestia che le è stata inculcata da principio nel bene comune della famiglia, cucita addosso per tirarla su robusta e solida come la quercia più imponente, ma flessuosa come il bambù incapace di spezzarsi per la morbida consistenza viziata dagli spostamenti d’aria. E’ a fronte di questo tatemae che la costringe a mostrare di facciata un silenzio ed una cortesia aberrante tanto che, effettivamente, lo sguardo con il quale accoglie il neo giunto – Akendo - è degno dell’occhiata più reverenziale che possa dare a qualcuno al di fuori dei genitori o dell’Hokage. Non è l’elogio visivo che fornirebbe ad una figura di spicco, quanto più è un misto di intenti finalizzati a comprenderne l’identità e la consapevolezza a premere inconsapevolmente sulla schiena dandole l’impressione che – nell’effettivo – non si tratti di uno dei tanti sensei. Questo lo riconosce, non le ci vuole di certo una particolare abilità: non avrà frequentato l’accademia di Konoha come gli altri, ma di volti familiari ne ha visti. Se per un solo attimo potesse svestire i panni del tatemae mostrando semplicemente la vera facciata, il proprio honne, e se soltanto potesse sapere, non si esimerebbe dal domandare spacciatamente – cos’è un Dio senza fedeli? Il sovrano di una terra rasa al suolo, l’angelo maldestro e senza ali in un mondo attempato e appestato dal nefasto. Mentirebbe a se stessa ammettendo che nell’effettivo una risposta da parte altrui potrebbe interessarle: curiosa fino ad un certo punto, fino a quando non si rilega di nuovo allo status di oggetto. Disciplinata come forse la migliore recluta, quasi potrebbe andare in fibrillazione per l’arrivo dell’Hokage: non se l’aspettava. Non per lei, quanto meno. Così come da prassi, non le resta altro che mostrare la considerazione fin troppo alta che ha nei riguardi del simbolo di Konoha, piegando la schiena in avanti e così il capo, di modo che possa rivolgersi all’ < Hokage.> lascia penzolare i capelli lungo il viso < La ringrazio.> particolarmente ermetica con le parole, lo è sempre stata. Di lì a poco, qualora fosse riuscita a superare l’esame, avrebbe proposto un incontro formale con l’Hokage pregando di essere ricevuta – non si sarebbe spinta a pensare così tanto. Corruga la fronte nascosta dai capelli, le pare strano che l’Hokage possa in qualche modo accogliere le richieste di sua madre: il suo modo di essere riservata è sempre stato un problema per lei che, a fronte di tutto ciò, se ne chiama fuori. Ha tanto da chiedere e, attualmente, tanto tace: richieste, permessi, chiarimenti, curiosità. Deglutisce tutto, così come la saliva che raschia sul fondo della gola. Rialzerà il capo quando l’Hokage le annuncerà i suoi propositi, lasciando fluttuare uno sguardo alla volta di Akendo: sai, di quei sentori che a pelle ti dicono “misà che non è proprio un genin quello che ti farà il mazzo stasera”. < Se è questo quello che vuole, sarà fatto.> concluderà nei riguardi di Hitomu, inglobando ora nel campo visivo il possessore del rinnegan. S’erge, adesso, composta e donando al baricentro la stabilità totale < La prego di muovere per primo, in questo c-> potendo scegliere, lascerebbe comunque che sia lui a dare la prima nota della sinfonia di modo che non diventi un personale soliloquio. Il punto? E’ che non lo ritroverebbe comunque lì dove si era aspettato di trovarlo, e tanto le basta per poter comprendere che scomodare il tronco di un albero implicherebbe troppo tempo. E’ ignara dell’effettiva finta alla quale lui stesso vuole sottoporla, ed è al cospetto di un tribunale che non conosce che si trova a fare ammenda. Per questo, nonostante lo spreco di un colpo che volontariamente dall’altra parte non sarebbe andato a segno, ogni fibra si mette in moto crogiolandosi nell’inconsapevolezza e nei soli istinti di prevenzione che un umano mette in moto non appena sente qualcosa di vorace muoversi: manco a pagarla in mancanza d’empatia potrebbe non accorgersi di quanto sia sconquassante la fame e la veemenza con la quale Akendo divora lo spazio che la separa: a tal proposito nulla le vieterebbe di far fluire nitidamente l’adrenalina in un connubio di chakra che risvegli i muscoli, specialmente quelli delle gambe. Per non assecondare il moto discendente della lama, pur provenendo dall’alto e verso destra, si limiterà a defilarsi verso sinistra tentando di scansare l’ascesa di Izanagi – che ilarità, il nome di un fondatore a tessere le note del massacro, lui che s’era premurato di formulare più vita a cospetto delle volontà isteriche di Izanami. Non dubita del fatto che, qualora riuscisse anche nei suoi intenti, non potrebbe mai eguagliare gli standard altrui: troppa strada da macinare davanti a sé. In compenso però, sbilanciandosi verso sinistra, dovrebbe riuscire a raggiungere il fianco destro altrui lasciandogli affondare, preferibilmente, la lama nel vuoto. Tenterebbe soltanto d’issare il braccio destro – e dunque la mano - in direzione del collo altrui in un gesto puramente simbolico che, in caso, vedrebbe rantolare verso la mano il Kunai che dapprima giaceva tra le pieghe della manica verso le dita delle mani che or ora lo lambirebbero puntandolo direttamente al collo. Troppo sconcertata per attaccare, non ci proverebbe nemmeno dopo aver compiuto il tentativo di una difesa: è già tanto rialzi un arto, in sunto. Recepisce quel sussurro come un alito sul derma, le lascia una semplice frase in sospeso < Ammirevole.> sai contare. Non gli regala sorrisi né smorfie, si distanzierebbe solo per la grazia che lui commette nello stesso momento in cui si volta e prende metri. Ciò le serve, più che altro, per ristabilizzare un equilibrio giacchè lo sforzo – seppur vano – può costarle energie e destabilizzarla in parte. [ Tecnica della Sostituzione | II tipo ] [ Agilità 15 (x 3) ] [ Equip – 2 Shuriken; filo di Nylon; filo di Nylon conduttore; Fuda (e tronchetto); Bomba luce; 1 Kunai ] [ Chakra ON – 6/10 ]Ecco che la sfida ha finalmente inizio. Hana rimane sempre sulle sue davanti all'Hokage, composta, educata, gentile. Quasi a voler sottolineare con le sue gesta gli insegnamenti ricevuti dalla scuola seguita a Kusa. Ma si sa.. la vita da shinobi non comprende sempre gentilezza e compostezza. Ci vuole quel tocco di follia, azioni che ti lasciano per minuti con il cuore in gola, scontri che provocano la paura di poter morire lì o sopravvivere per un'altra battaglia. Questa è la vita da ninja.. Ma forse le parole non bastano per poter descrivere le emozioni che si provano. Forse, bisogna solo viverle. Dunque, Akendo con uno scatto ad altissima velocità andrebbe a muoversi in direzione di Hana estraendo la sua katana dalla lama nera e provando a colpire la deshi sul collo. Anche se, la katana si fermerebbe proprio pochi centimetri sopra di esso lasciando in vita la ragazza. Si perchè lo scatto del ragazzo non viene quasi percepito dalle abilità mentali e fisiche della ragazza, ma ciò che la aiuta è l'istinto di sopravvivenza degli esseri umani. Appena vede la figura di Akendo provare a scattare, il suo corpo si muove verso sinistra attivando la Tecnica della Sostituzione di II tipo. Scatta, dunque, alla destra di Akendo che dopo veder andare a vuoto la sua katana indietreggerà e lancerà la katana lontano da lui conficcandola nel terreno. Hana tiene in mano un kunai, precedentemente puntato verso il collo del Seiun, e ora ha la possibilità di provare ad attaccare il suo avversario odierno. [Turni: Hana-Akendo][Distanza: 3 metri]
[... Lì.] Fosse bastata Kusa ad insegnarle qualcosa oltre alle arti da Shinobi. Fosse bastata quella, non vivrebbe nella consapevolezza che follia, errori, peccato, avarizia abitano i nostri spiriti e agitano i nostri corpi: e noi a alimentiamo amabili rimorsi come i mendicati alimentano i loro insetti. Lei lo sa bene, conosce bene il velo di triste ironia che s’aggira dietro la facciata di ognuno di noi, come una maschera – la stessa di chi non si fa problemi a portarla lasciando traboccare il sapore del violaceo fuori pochi fori - o l’ipocrisia di chi non necessita d’una maschera per occultare la propria essenza. I nostri peccati sono testardi, i nostri pentimenti sono vili: il mondo si fa pagare profumatamente per le sue confessioni e noi tutti andiamo allegramente per la strada fangosa credendo d’aver lavato con miserevoli lacrime tutte le nostre macchie. Non piange più, Hana. Non ha tempo da spendere né per redimersi con qualche preghiera, né per far pietà con un po’ d’acqua sul viso. Non c’è minima attenzione capace di farla glissare con lo sguardo verso la spada che cede al suolo: un gesto d’ingordigia a favore del suo egocentrismo, o pura magnanimità? E’ tutto così… poetico, riscoprire in una scelta la psicologia dell’alto. Umetta le labbra, abbozzando un mezzo sorriso che d’altro canto non s’intravede lì dove la stoffa del maglione copre le fessure scarlatte. Come una calamita sembra impossibilitata dallo staccare gli occhi dalla sua schiena – se c’è una cosa che ha imparato da sola, al tempo, è stata quella di non dare mai la schiena a nessuno se non volontariamente e se non con l’intento di proteggere. Peccare d’eccessiva arroganza non è nelle corde di chi, come lei, pratica la via “del mezzo”. Lascia scivolare nuovamente il kunai nella manica, inutile a suo dire, di modo che ritorni nuovamente dov’era incastrato prima senza ledere parte del derma. In compenso la destrorsa si premurerà – nel medesimo istante in cui Akendo lancerà la spada di lato – ad afferrare nella tasca del cappotto il filo di nylon conduttore che precedentemente aveva già legato alla bomba luce. Nasconde egregiamente il senso di rilassamento che i muscoli provano quando l’attacco non va a segno, recepisce in ritardo l’abuso dei muscoli nonostante or ora forse sarà riuscita a stabilizzare la propria posizione. Passo dopo passo, il ragazzo scandisce i secondi con i quali s’allontana da lei e – prima che sia lui stesso a voltarsi – sarà lei a sfilare dalla coscia e dalla fascia che li sorregge, uno degli shuriken. Dal foro praticato verso il centro farà velocemente passare parte del filo, riservandosi a quella che potrebbe sembrare una “strategia” abbastanza blanda e sbavata: tentare di lanciare un’arma. DI fatto, la gamba sinistra leggermente avanzata rispetto la destra dovrebbe incitare il busto ad una piccola rotazione verso il lato mancino. La spinta degli stessi reni e parte del suo corpo dovrebbe aiutare il braccio destro a distendersi, lanciando lo shuriken non con la mano quanto più con un colpo fermo di polso. La mancanza di un’appropriata luce dovrebbe non mettere in risalto il filo di nylon conduttore avvinghiato all’indice dell’aspirante shinobi mentre lo shuriken dovrebbe mirare verso la schiena altrui: leggermente verso il fondoschiena, macinando i metri che la separano dall’altro prima che si volti. Nello stesso tempo, espandendo il proprio chakra, dovrebbe riuscire a contaminare l’intero filo di modo che quest’ultimo conduca la propria energia verso la bomba luce. Il risultato? Quello di emulare un attacco sufficientemente prevedibile, come il lancio di uno shuriken, ma allo stesso tempo tentare d’accecarlo – qualche secondo dopo in caso di non riuscita – sperando che la bomba luce s’inneschi col suo chakra. Le alternative, per quanto poco ristrette, sembrano chiare: schivarlo avvedendosi dello shuriken e rimanere accecati solo dopo mediante bomba luce, oppure essere colpiti dallo shuriken. Questa sarebbe l’alternativa ideale da sottoporre ad un allievo, non ad un del suo stampo – ne è consapevole. Ma c’è chi preme sulla follia, e allora perché non assecondare? [ Lancio Shuriken ( tramite filo conduttore + bomba luce -1chakra)] [ Chakra ON – 5/10 ] [ Equip – 2 Shuriken; filo di Nylon; filo di Nylon conduttore; Fuda (e tronchetto); Bomba luce; 1 Kunai ]Hana usa Shuriken!
Distanza Massima di Lancio Raggiungibile: 5.0 metri
Hana usa Bomba Luce!
Distanza Massima di Lancio Raggiungibile: 5.0 metri
Giocata dal 19/02/2016 22:24 al 20/02/2016 01:39 nella chat "Accademia Ninja - Konoha"
[Cortile] La lama affonda nella tenera aria, fendendola, un sibilo come serpe sulla propria preda, a quanto pare non è stato necessario arrestare la propria lama, per fortuna o per istinto la giovane nipote dell’Hokage ha saputo reagire, schivando all’ultimo la nera Katana, rimanendo con un kunai in mano mentre lo stesso Rikudo indietreggerebbe. Dare le spalle? Una mossa sciocca quanto arrogante, se non fosse che è li per testare la giovane ragazza, in ogni caso non succederà nulla di spiacevole…forse…lenti i propri passi arrivando quindi in posizione lanciando Izanagi in celo, lasciando che si conficchi nel terreno a qualche metro di distanza. Seppur di spalle , il Rikudo Sennin per tutto il tragitto e ancora adesso si avvalorerebbe dei propri sensi, sviluppati ed allenati, oltre ogni immaginazione…l’udito di un cieco, così come ogni altro senso, ed è proprio grazie a questi sensi, che, se riuscisse a percepire lo spostamento, nei pochi metri che distanziano Hana da Akendo, del Kunai, veloce la sua sinistra si porterebbe sul fianco destro, estraendo la bianca Izanami, tentando successivamente di compiere una rotazione di 180°, partendo prima da un gioco di gambe ed infine ruotando il busto, portandosi così d’innanzi al Kunai lanciato da Hana. Se riuscisse nel suo intento, avvalendosi dei suoi incredibili sensi, in aggiunta ora la vista, metterebbe in pratica uno degli stili più antichi dei samurai, quando era un luogotenente di Kyuzo…lo Shi Cho, seguirebbe così, un mezzo arco, verso sinistra, del braccio sinistro, portando a fendere l’aria con la Katana, cercando di calcolare il preciso momento in cui gli sarebbe possibile colpire il Kunai lanciato dalla Kunoichi di Konoha, deflettendolo a sinistra. Se il possessore del Rinnegan riuscisse nel suo intento, una volta deviato il Kunai, che esploda la bomba di luce o meno, vocerebbe nuovamente…un unico e flebile sussurro….<meno due….> nulla più. [chakra on] [½ torsione (?) + ½ fendente diagonale] [se conoscenza dello Shi Cho] [se chakra 99/100] [sensi mente 100] [udito max 40m] [equipaggiamento Anbu on] [Izanami equip] [Rinnegan: Off]La mente è il fattore più importante in queste situazioni. Un semplice passo fatto in ritardo e la tua vita è in pericolo. Un passo fatto in anticipo e la vittoria è tua. Uno shinobi deve essere capace soprattutto di leggere le situazioni, prevedere mosse, avere sempre una strategia a portata di mano e inoltre, anche un piano B. Perchè se il destino porta il tuo piano principale a deviare leggermente dai tuoi binari, la tua mente deve essere lucida e veloce per elaborare un nuovo stratagemma che possa portarti alla vittoria finale. Questo può essere il caso della ragazza che sta tentando di diventare Genin di fronte al Nono Hokage e sfidando il possessore del Rinnegan. Niente male, si direbbe. Il motivo è semplice: Hana lancia il suo shuriken tramite un filo di nylon conduttore, a cui ha legato una bomba luce attivandola nel momento in cui questa arrivi verso Akendo. Akendo, girato di spalle, avverte l'arrivo di un'arma verso di lui grazie anche alle sue abilità sensoriali e maggiormente sviluppate di quelle di Hana. Estraendo la katana dalla lama bianca e compiendo un movimento di 180°, riesce a respingere lo shuriken alla sua sinistra. L'oggetto viene colpito in pieno e nel momento in cui si trova a metà strada tra i due, alla destra di Hana e alla sinistra di Akendo, la bomba luce si attiva rilasciando un fascio di luce bianca che coinvolge l'iride di entrambi sul loro lato forte. La distanza è rimasta la stessa tra i due e Hana ha l'opportunità per provare a continuare la sua azione, visto che Akendo sembra non voler attaccare per ora. Può pensare ad una nuova strategia o attendere l'attacco di Akendo. L'iniziativa è sua però, e gli occhi del Nono Hokage sono vigili sul suo fare. Riuscirà ad impressionarlo una volta per tutte? [Turni: Hana-Akendo][Distanza: 3 metri]
[Riduzione visibilità occhio lato forte: 40%]
[... Lì] Dicono che sia il diavolo a reggere i fili che ci muovono lasciandoci discendere ogni giorno all’inferno di un passo, senza orrore, attraverso le tenebre: come una falena attratta dal fuoco, noi al volo rubiamo piaceri clandestini seguendo i movimenti indotti dal demonio. Nonostante siano le sue dita, quelle di Hana, a dettare traiettoria mediante il filo di nylon conduttore, quest’ultimo non ha parte dell’effetto desiderato specie poiché l’arma rimbalza, capriolando e trafiggendo l’aria come un tanto che squarta parte del ventre del suo samurai che, con deplorevoli lacrime, fa ammenda riversandosi in un fiume di sangue. La redenzione arriva con la luce del suo paradiso, illuminando parzialmente tutta l’aria e allo stesso tempo prendendo di mira parte dell’occhio destro che si ritroverà a strizzare a causa del lampo abbagliante. Intenta a ritrarsi in se stessa, accartocciarsi come un pezzo di carta e nascondere parte del viso all’interno del maglione non fosse che quei secondi – alla fin fine – possono esserle d’aiuto. E’ con questa speranza che affonda l’arto destro nel tascone della giacca, ricercando la superficie ruvida della carta e tentando d’afferrare il fuda ancor nascosto a ridosso della tasca e della manica del tessuto nero. Scatta in avanti, alternando i passi in un susseguirsi di piede destro e sinistro che scandiscono un ritmo preciso e a tratti prevedibile: frutto del suo esperimento. La consapevolezza che, lì dove non viaggiano gli occhi possano arrivare gli altri sensi, è una cosa tanto banale e scontata da darle l’idea che chi ha di fronte l’abbia sottovalutata così tanto da credere che non s’affidi su questi dettagli. Ricrea suoni volontariamente coi passi, manco stesse effettivamente guidando la parziale cecità altrui con il ritmo da lei desiderato e scandito dai movimenti – non di dita legate ad un filo, quanto più di piedi impattati sul suolo. Un battito di ciglia le basta per poter richiamare l’energia spirituale al fine di immetterla nel fuda, facendola scorrere attraverso il proprio corpo manco stesse cercando di costruire un sistema di arterie che potesse facilmente collegare il proprio chakra al fuda che impugna nella destra. Qualora fosse riuscita a macinare la distanza che fino ad ora l’ha separata da lui, tenterebbe di emulare la tecnica della sostituzione – nuovamente – affidandosi però alla prima tipologia anziché alla seconda come prima utilizzata: non vuole incappare nella banalità di strategia, ma utilizzare una qualsiasi altra tecnica non avrebbe avuto il risultato sperato. La procedura è la stessa degli altri: i quattro sigilli come una cantilena verrebbero composti in ordine - serpente, drago, cinghiale e cavallo. Lascerebbe quindi che il chakra possa svincolare il tronchetto rinchiuso nel fuda, lasciandolo comparire a destra – dunque alla sinistra altrui – semplicemente come diversivo: di fatto in questione di visuale, il fumo dovrebbe occultare parte delle sue intenzioni. In fatto di rumori, l’ultimo sentito dovrebbe essere quello del tronchetto che volutamente sarà fatto atterrare al suolo alla sinistra di Akendo dandogli forse l’impressione che il corpo altrui si stia dirigendo verso il lato dell’occhio danneggiato: chiunque sfrutterebbe quel lato considerandolo punto debole in questo frangente. D’altro canto, proprio perché sarebbe una tattica fin troppo scontata, non le resterà che usufruire di quella parziale velocità acquisita per spostarsi partendo dalla destra altrui – ove vi è ancora l’occhio “buono” di Akendo – cercando di aggirarlo così. Solitamente, la tecnica di sostituzione viene usata per una difesa pratica e immediata. Lei, invece, ha optato per un diversivo che potesse sviarlo benchè le capacità del possessore del Rinnegan non possono limitarsi a così poco: alla fine, quale posto migliore dove nascondersi se non dietro la schiena di qualcuno? Ad ogni modo, se tutto fosse andato per il meglio, proverebbe semplicemente – negli stessi movimenti precedenti – ad aggirarlo, issando la mano destra all’altezza del collo, manco c’avesse una fissazione per quel punto, provando a far passare il filo di nylon che proverebbe ad agguantare con la sinistra, e bloccarlo lì. [ Tecnica della sostituzione - I tipo ] [ Chakra ON – 2.5/10 ] [ Equip – 2 Shuriken; filo di Nylon; filo di Nylon conduttore; Fuda (e tronchetto); 1 Kunai ]Hana usa Fuda!
Distanza Massima di Lancio Raggiungibile: 1.0 metri
[Cortile] Le sue competenze spaziano in qualsi-genere di campo, dall’Houjutsu al Ninjutsu, seppur carente nel genjutsu ma solo a livello pratico, ed in questo caso si rivela utile il suo passato di Samurai, al fianco dell’ormai defunto Kyuzo Hosoi Yoton, ha dato innumerevoli battaglie sotto lo stemma dei samurai, cadendo infine con esso e ritenuto morto. D’ allora sono passati parecchi anni e ancora oggi Akendo si rifiuta di compiere le tecniche e i movimenti di elevata difficoltà appresi durante quel periodo, quasi come se soffrisse ancora per aver rinnegato tutto ciò che era, creduto da molti morto ormai anche per il Rikudo Sennin, quell’Akendo Seiun ah trovato al sua fine sotto quelle macerie in quella notte di fuoco, al fianco del suo Sensei. La bomba di luce riporta l’attenzione del possessore del Rinnegan sull’imminente azione in corso…seppur investito, in parte, dall’esplosione di luce, avrebbe premura solamente di socchiudere le palpebre dell’occhio sinistro, senza indugiare, pochi istanti prima di evocare il santo chakra e dirigerlo verso gli Tsubo presenti nel condotto oculare, li, inonderebbe di chakra stesso ogni punto di fuga presente, irrorando i bulbi oculari del proprio chakra…il risveglio è imminente. Se vi fosse riuscito, il Rinnegan si ridesterebbe dal suo lungo sonno, pronto…a mietere vittime. Ma forse non è questo il caso, potrà mai sfruttare veramente quell’immenso potere con un allieva? Probabilmente se fosse la sua si, ama quel punto non sarebbero nel cortile dell’accademia ma in qualche montagna sperduta, sotto le peggiori intemperie e con un ritmo massacrante, ma questo è un cortile e Hana è sotto “esame” se di esame si può ancora parlare, pensando solamente a chi sta presenziando. Se il Rinnegan si attivasse, un bagliore violaceo intenso si percepirebbe dai fori della maschera, un effetto visivo nulla più, questo è ciò che sembrerebbe, ma un immenso potere e non solo dovrebbero prendere vita, una delle tante abilità sarebbe la possibilità di osservare nella sua completezza, il sistema circolatorio del chakra nei mini dettagli, una abilità pari solo al Byakugan dei famosi occhi bianchi, un abilità utile quando difensiva in questo momento, che permetterebbe al Seiun di osservare nei minimi dettagli il sistema circolatorio della Kunoichi di Konoha, o per meglio dire ciò che rimane ancora all’interno del suo sistema circolatorio. Forte di questa abilità oculare, cercherebbe di non perdere di vista, neanche per un istante, la figura di Hana, nemmeno al fuoriuscire del classico fumo derivato da una tecnica, presumibilmente una sostituzione, ma ciò non è del tutto chiaro al Rikudo Sennin, che riuscirebbe grazie ai suoi sensi sviluppati e la sua mente allenata, seguire ogni singolo movimento, grazie soprattutto all’abilità oculare che gli permetterebbe di riconoscere in qualunque caso il chakra originale della ragazza, preoccupandosi solo a quel punto, in minima parte del rumore prodotto alla sua sinistra, ove la sua vista è compromessa. Ma non muoverebbe un singolo muscolo, semplicemente con gli occhi ed il capo, seguirebbe l’intero arco dinamico compiuto dalla nipote di Hitomu, soddisfatto e quel giusto che basta, impressionato, dall’abilità contro-offensiva e adattamento ad una situazione del genere, di certo non facile, per tanto, asseconderebbe solamente il movimento della ragazza e nulla più. Quand’ella cerchi di “abbracciarlo” con il filo di nylon, o meno, troverà solamente il dito di Akendo a frapporsi con il suo collo….<meno tre> la sua voce risuonerebbe questa volta nella mente di Hana, come a volerla penetrare, come se da un semplice sussurro, in lei divenisse l’unico suono presente…non vocerebbe altro, d’altronde…i giochi sono fatti. Tanto gli basta al Rikudo Sennin, in particolare, per la quantità di chakra che sarebbe riuscito a scorgere, poc’anzi, della ragazza e soddisfatto da ciò che ha visto durante questa sessione, per tanto, volgerebbe il capo in direzione di Hitomu, un semplice cenno, un avviso, nulla più, sicuro che l’Hokage in qualche modo capisca. Semplice torsione di 180° dell’intera figura del Seiun, le ginocchia flettersi, facendo nuovamente perno sulla punta dei piedi, forse così chiaro ai presenti, ma gli intenti sono ben altri…tenterebbe dunque di compiere uno scatto al massimo delle sue facoltà motorie ed oltre, ma…a differenza dello scatto precedente, questa volta, tenterebbe durante l’evoluzione dello scatto di afferrare Hana in una specie di “abbraccio”, afferrandola e facendola completamente sparire assieme alla propria figura. Se ogni suo minimo intento avesse successo, il Rikudo Sennin con una incredibile agilità, scomparirebbe letteralmente dal loco, assieme alla figura di Hana…di loro…solamente polvere. [ ½ attivazione rinnegan + ½ scatto] [se rinnegan on] [se chakra 96/100] [END]Ecco che la mente ragione, elabora e agisce. Tre passaggi semplici, ma che possono rivelarsi essenziali in situazioni del genere. Hana rielabora la strategia inizialmente ideata e prova ad contrattaccare il Rikudo Sennin con un piano che sarebbe ottimo. Finge con un diversivo, utilizzando il tronchetto della Tecnica della Sostituzione, di attaccare alla sinistra di Akendo ovvero verso il lato dell'occhio colpito in parte dall'esplosione della bomba luce. Con uno scatto influenzato anche dal chakra presente negli arti inferiori, cerca di aggirare il possessore del Rinnegan verso la destra di quest'ultimo con l'intento di portarsi alle sue spalle. Qui, infine, punta un kunai sul suo collo e con un filo di nylon, tenta di avvolgere il collo del Seiun. Gli occhi del Nono Hokage seguono ogni movimento di ella, e ne apprezzano davvero le gesta della giovane ragazza che sta mostrando di possedere buone capacità, anche intelletive. Un sorriso si mostra sul volto del ragazzo, che immagina dentro lui quale sarà la fine dello scontro ormai. Certo.. Un piano interessante, fallito solo per le qualità eccelse dell'avversario contro cui Hana ha provato a combattere questa sera. Akendo attiva la sua abilità speciale, il Rinnegan. Un bagliore violaceo esce dalle fessure della maschera da ANBU e il potere si risveglia in Akendo. Grazie alle sue capacità, paragonabili a quelle di un Kage, riesce a captare le intenzioni della ragazza. Nel momento in cui il filo di nylon viene portato attorno al suo collo, il ragazzo frappone un dito della sua mano tra la sua gola e il filo. Questo gesto blocca le intenzioni della ragazza che si sente sussurrare qualcosa da Akendo. Il Seiun rivolge uno sguardo di intesa verso il jinchuuriki di Kurama che ricambia il cenno chinando leggermente la testa in avanti. Akendo compie uno scatto verso Hana prendendola in braccio e portandola in posti in cui gli esseri umani non hanno conoscenza. L'Hokage sorriderà, quasi come a mostrare che sapeva che in qualche modo non avrebbe avuto l'opportunità di parlare con sua nipote, la figlia di una delle sue sorelle. Ma ci sarà tempo, sicuramente. Akendo, insieme ad Hana, spariscono dalla vista del jinchuuriki. Hitomu, invece, raccoglierà per terra la Izanagi di Akendo estraendola con la destra dal terreno e tenendola in mano. Per ora, la terrai lui. END
[... Lì] Ciò che percepisce è semplice: una forza contraria. Il modo sottile del dito altrui strattonare il nylon, qualcosa che non la lascia a bocca aperta ma le crea un nodo all’altezza dello stomaco. Quello è il chiaro segno che, nell’effettivo, prevista o meno lui si sarebbe saputo difendere anche da un’evenienza simile. E’ la chiara ammissione dei fatti: troppo debole, troppo lenta… troppo impreparata? Non è di certo un arazzo di complimenti che una come lei sa cucirsi addosso, non sguazza in finta modestia quanto più nella tortuosa ammissione dei difetti. Mordicchia il labbro inferiore, sebbene riconosca d’essere arrivata a buon punto nel raggiungere la schiena altrui. Ci sono poche verità e carte scoperte in tutta questa storia: la prima, è che se l’Hokage è lì di sicuro quello non è un “esame semplice” o “come quello di chiunque”. Cosa l’abbia spinto a fare tanta strada per lei non le è chiaro. La seconda è che di certo quello che ha avuto di fronte per tutto questo tempo, non è stato un semplice genin: ma le è bastato il primo colpo d’occhio per decretarlo, neanche il migliore del corso riuscirebbe a brandire una di quelle spade, figuriamoci due. Eppure, con tutti gli agenti a suo favore, non capisce come abbia potuto davvero captarla con una facilità che potrebbe sembrare aberrante. Trae appena il filo all’indietro, non stringe particolarmente la presa specie perché ne percepisce la presenza del dito altrui. S’aspetterebbe una qualsiasi controffensiva, difesa o attacco: tutto, meno che < Nh-!> grana le palpebre, sentendo scivolare su di sé le braccia altrui. S’irrigidisce come una corda di violino, facendo scivolare uno sguardo dispersivo verso l’Hokage: forse il tempo essenziale per poterlo inquadrare lì, senza muovere un dito, annuire forse. Perché annuisce? Non riesce a battere nemmeno le palpebre, tanto meno a percepire il calore di un altro corpo, quando il viso vien di nuovo coperto dal colletto del maglione e le palpebre vengono pian piano assottigliate. In tutto questo, non sembra nemmeno far nulla: non poiché bloccata o paralizzata dal candore violaceo che l’altro emana, quanto più per l’immagine dell’Hokage che annuisce. E se lui annuisce, allora vuol dire che probabilmente opporre resistenza non è la migliore delle cose. Specie se sei una di quelle persone che, come Hana, considera il suo stesso essere un semplice “oggetto” utile agli altri e null’altro. Lo sforzo della giornata si fa sentire con il fiato troppo pesante, con un battito cardiaco accelerato, con il dolore dei muscoli che per lo sforzo iniziano a tirare e a tremare: non per il freddo quanto più per il consumo di energie. L’ultimo sguardo lo regala alla maschera o meglio, agli occhi che ne trapelano dal retro. Non un lamento, né un mugolio. Silenzio. Come sempre. | [ E n d ]