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Apprendimento Illusione Cremisi

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con Hanae

18:10 Hanae:
  [Corridoio principale] La notte è nuovamente ed inesorabilmente calata, e ad accompagnarla, è il silenzioso passo dell'Uchiha che si muove svelto nel lungo corridoio che sembra protrarsi all'infinito. Ma non è importante proseguirlo, ciò che gli serve si ritrova già tra le sue mani e davanti ai propri occhi. Ha avuto modo di avere un dialogo sfuggente con il capo dell'Akatsuki, Akendo, e da quel poco che è stato detto gli è stata consegnata una particolare pergamena legata esclusivamente all'Akatsuki, una tecnica segreta che probabilmente soltanto l'Uchiha sarebbe stato in grado di padroneggiare in tempo utile. Illusione cremisi è il nome della tecnica. La pergamena viene mantenuta aperta dal braccio destro dell'Uchiha che la sorregge, mentre il sinistro starebbe semplicemente fermo lungo il relativo fianco. Di fronte a se, in ginocchia, nient'altro che un semplice prigioniero dell'Akatsuki. Una cavia per le tecniche che ogni membro di tale organizzazione può apprendere nelle piu' svariate occasioni. Non un innocente, ma anche se lo fosse stato, non sarebbe cambiato molto alla fine. A rivestire il petto dell'Uchiha una camicia nera a tinta unita, taglio aderente che lascia le forme del fisico non particolarmente celate, mostrando la parte alta del petto. Maniche lunghe e strette attorno alle braccia, che lasciano appena spuntare le mani avvolte per l'intero palmo e dorso della mano da un bendaggio bianco. All'altezza delle scapole, tra queste, si puo' incontrare il simbolo del clan Uchiha, esposto senza vergogna alcuna. Scendendo alla vita un grosso pezzo di corda dal color violaceo che sorregge una sopraveste del medesimo colore, quest'ultima giunge fino alle ginocchia, sotto le quali si puo' vedere un pantalone nero. Infine, ai piedi un paio di sandali adatti al movimento, tipico dei ninja del clan Uchiha. Un vestiario ormai tipico il suo. Chakra attivo ad essere rapidamente mosso lungo tutto il proprio corpo, nel tentativo di cumularlo alla bocca dello stomaco in una sfera compressa di chakra, piu' grande in quantità rispetto alle precedenti invocazioni dello sharingan. Tale sfera verrebbe mossa verso l'alto, in una traiettoria verticale, per poi ricercare direttamente i bulbi oculari. A tal punto verrebbe separata in due parti eguali, le quali andrebbero ad impregnare di chakra lo stesso sistema visivo dell'uchiha, il quale, in reazione al proprio gene, darebbe vita ad una rotazione repentina delle pupille, durante la quale si formerebbero nelle iridi del clone, per occhio, tre piccole virgole nere, dette tomoe. Sguardo di un cremisi acceso, e iridi a puntarsi sulla propria vittima, pronto ad apprendere un genjutsu tra i piu' temibili. [ chakra on] [sharingan III tomoe ON]

18:27 Hanae:
  [Corridoio principale] Una fioca e debole luce cremisi dinnanzi a se, proveniente dal prigioniero ammanettato e imbavagliato adeguatamente. Il suo chakra ad apparire agli occhi dell'Uchiha come una minimale fiamma in confronto alla propria. Una fiamma che tempo fa gli sarebbe sembrata al pari della propria, ma che adesso, non sembra altro che un piccolo fiammifero. Un lampo. Un potere sfuggente, acerbo, un potere tanto flebile che sembra quasi spezzarsi da solo. < Non sono persona che conversa spesso con i morti. > Esordisce cosi', verso quella debole presenza, con un tono pacato. < Però..sai qual'è il bello di parlare con un morto? > La domanda viene posta con pura tranquillità, mentre lo sguardo permarrebbe fisso sul prigioniero. < Posso dire qualunque cosa, vengo ascoltato, e nessun'altro ne verrà mai a conoscenza. Ma non ho intenzione di perdere tempo, per tua sfortuna. > Un'affermazione che prosegue nel piu' puro dei silenzi. Il proprio chakra ad essere nuovamente richiamato ai propri tsubo, il braccio destro a lasciar cadere la pergamena della tecnica al terreno per poter conseguentemente portare le braccia al petto, per poi incrociarle per formare il sigillo della scimmia, e lo sguardo a permanere sul proprio bersaglio. Lo tiene agganciato, preso di mira dalla propria volontà. Dagli tsubo un'enorme quantità di chakra ad essere rilasciata in un solo istante, concentrandola dinnanzi a se per far assumere a quest'ultima la forma di un'immensa ragnatela, invisibile a chiunque non possa vedere il fluire del chakra. Questa, si dirigerebbe repentina verso la vittima, avvolgendola in una inevitabile presa, che la catapulterà in una realtà che semplicemente gli farà desiderare di non esser sopravvissuto al momento nel quale è stato catturato. Attorno a lui uno scenario che varia da sfumature nere a rosso cremisi, sotto di lui sangue, il suo. E' crocifisso ad un asse di legno con dei chiodi arrugginiti, i quali tuttavia sembrano inesorabilmente saldati tra la sua pelle e l'asse in legno. Davanti a lui, 0-21. Il tempo a scorrere tanto lentamente da sembrare che ogni minuti valga delle ore, il dolore ad essere vivo e per niente sfuggente. Ogni istante potrà percepire il proprio corpo sfiorato da una lama tra le mani dell'Uchiha. Una lama che continuerà a tagliarlo, tagliarlo e tagliarlo ancora. Prima un dito, poi due. Poi una mano. E ogni minima percezione del dolore sarà tanto lenta da sembrare eterna. Il contorno degli occhi ad esser sfiorato da uno spiedo arroventato, creando cicatrici in tutto e per tutto simili a quelle dell'Uchiha. E tutto rimane un'infinito requiem formato dal suono della sua carne che viene dilaniata all'inverosimile. Il tutto, fintanto che la stessa vittima non crolla, totalmente distrutta da tale genjutsu, che verrebbe poi interrotto dall'Uchiha stesso, leggermente affaticato per tale primo tentativo. < Che ne pensi? > Una domanda. La rivolge a qualcuno, non al prigioniero, non ad una presenza fisica. Ad una voce che ancora flebilmente è viva nella propria mente. [ END ]