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Una nuova ombra

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Giocata di Clan

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con Azrael, Ruri

17:35 Azrael:
 La Magione dei Nara si estende in larghezza per svariati metri, in pieno stile da tempio giapponese, un edificio principale che si distingue dalle ali laterali in altezza, precedute da un ampio porticato in legno sorretto da varie colonne sul davanti. La struttura si sviluppa su più piani, alcuni adibiti a tempio, altri ad archivio ed altri ancora, quelli sulle ali laterali, ad alloggi per chi vuole dedicare la propria vita interamente alla cultura del clan delle ombre. I colori sono tutti in tinte del grigio e del nero, che spicca nel verde in cui è immerso, trovandosi in una piccola radura poco fuori dal centro del villaggio, circondata da un po' di fauna, per la maggior parte cervi e cerbiatti, che girano pacifici nei pressi del centro nevralgico di uno dei più importanti clan del villaggio della Foglia. All'esterno non vi è traccia di anima viva, se non quella di uno Special Jonin mediamente riconosciuto a Konoha, considerando il ruolo che ha occupato sia nella politica che nelle questioni guerrigliere della Foglia, sia per un semplice girare di voci a proposito della propria vita privata che lo dipingono come chissà quale mostro privo di sentimenti. Siede in prossimità del porticato esterno, poggiando il fondoschiena sull'unico gradino presente che sopraeleva la struttura rispetto al livello del terreno, indosso porta null'altro che una camicia nera in lino, i primi due bottoni a partire dall'alto sono sbottonati, lasciando una vista abbastanza ampia del petto allenato del giovane, le gambe fasciate da un pantalone dello stesso colore della parte superiore dell'abbigliamento, tenuti stretti in vita con una cinta in cuoio, dalla fibbia argentea. Accanto a sé è piegato il mantello che in una qualunque altra situazione porterebbe sulle spalle, ma che ha tolto per godersi un po' di brezza sulla pelle. Tra le dita stringe una sigaretta accesa, da cui prende una grossa boccata di fumo, trattenendola tra le labbra quanto basta perché la nicotina lo rilassi, già che ne ha ampiamente bisogno dati gli ultimi avvenimenti. Testa bassa, schiena leggermente ricurva in avanti, i capelli a coprirgli il volto pulito. Il chakra naturalmente gli scorre già nel keirakukei, è una cosa che fa sempre ogni volta che esce di casa, anche se non deve allenarsi o chissà che, diciamo che non è nulla più che una misura preventiva, non si sa mai chi potrebbe tendere un'imboscata. [C on]

[Palazzo: http://www.viaggiscoop.it/foto/501/1248/8350.jpg]

17:55 Ruri:
 Passo lento e atipicamente cadenzato. Non è un buon segno, non se si tratta di Ruri, la giovane konohana dai capelli color rosa confetto, che non perde occasione di trotterellare o correre per le strade. Il fatto che il suo andamento sia molto lento quel dì, la dice lunga sul suo conto, giacché la giovane solitamente è sempre piena di vita. Oggi appare spenta allo sguardo esterno, quasi pressoché apatica. I suoi occhi scarlatti non sono vispi come di consueto e i movimenti sono tutt’altro che decisi e fieri. Le iridi sono puntate verso il sentiero che si sta apprestando a percorrere. E’ un sentiero che non ha mai seguito. E’ una novità per lei. Sa muoversi tra le varie vie, in quanto ha chiesto informazioni a riguardo. Diversi passanti erano stati in grado di fornirle le indicazioni che le occorrevano per raggiungere la magione Nara. Quel nome fino a qualche giorno addietro risuonava indifferente alle sue orecchie. Non le è sconosciuto, in quanto ha avuto una sensei portante quel cognome, ma in tutta sincerità non ha mai suscitato il suo interesse. Oggi però è diverso. Oggi vuole sapere di più su quel cognome, o meglio su un membro che porta quel cognome. E vi è un motivo ben preciso. Ruri sfoggia un paio di pinocchietti neri, che le giungono sino a metà gamba, e un maglioncino rosso con le maniche a tre quarti che le lascia scoperta la pancia e fa intravedere il piercing all’ombelico. Ai piedi calza un paio di semplici tronchetti. I lunghi capelli rosei sono fermamente legati in una treccia, non un singolo ciuffo le dà impiccio lungo il volto. Percorre, mantenendo un andamento da tartaruga, la parte alberata, sinché non si ritrova dinanzi la grande struttura che si erige a diversi metri da lì. Non appena il suo sguardo si posa sulla struttura, lascia andare un lungo sospiro, socchiudendo le palpebre. Non ha intenzione di girare i tacchi. E’ giunta lì con determinate intenzioni e non vuole venirvi meno. Riflettendo che non è tanto sicuro girare per Konoha dopo l’attacco all’accademia, conviene che sia il caso di richiamare il chakra. Giusto per sicurezza, non vuole rimetterci la pelle. Non ora che è vicina alle risposte che ha atteso da un’intera esistenza. Con le mani compone il sigillo della capra, mentre la sua mente visualizza all’altezza del basso ventre due circonferenze, ciascuna di colore differente. Una simboleggia l’energia psichica, fulcro delle emozioni, l’altra l’energia fisica, il centro delle sensazioni fisiche. Piano piano Ruri proverebbe a farle ruotare, mantenendo un ritmo lento, successivamente, restando interiormente calma, vi farebbe acquisire maggiore velocità. Se fosse riuscita nella rotazione, proverebbe a far avvicinare le due sfere, in modo che una volta vicine si uniscano per fondersi in un’unica energia che inizierebbe a scorrere all’interno del corpicino di Ruri. Qualora fosse riuscita nell’impresa, avvertirebbe un leggero tepore, segno che il chakra è stato richiamato. Fatto ciò, riapre gli occhi e riprende il passo camminando in direzione del porticato. L’andatura ha acquisito un pelino in più di velocità, ma resta comunque lenta. Le salta all’occhio un giovane seduto lì dinanzi. Inizialmente si blocca, mentre il timore prende a impossessarsi di lei. D’accordo che in lei vi è un’ossessione scoppiettante, ma un po’ di paura è legittima. Mordicchiandosi appena il labbro inferiore, proverebbe ad avvicinarsi allo sconosciuto, rimanendo sulle sue. < Salve > lo chiamerebbe per attirare l’attenzione su di lei. Deve pensare urgentemente alla richiesta da formulare. Il tizio non le ispira tanta fiducia. [Chakra 20/20]

18:14 Azrael:
 Non si avvede per nulla di quel che accade intorno a sé, solleva il volto giusto per liberare una nuvoletta di sottile grigio fumo che se ne vola via con la brezza del tardo pomeriggio. Benché in situazioni diverse avrebbe immediatamente individuato la ragazza dai capelli rosa, adesso quasi sceglie di ignorare quella presenza, almeno finché non vi si avvicina e gli rivolge la parola. Da seduto alza il capo, la mancina -che non sta reggendo nulla- scosta il crine corvino dal viso, le iridi nero pece si fissano sulla giovane, esaminandola da capo a piedi per poi risalire, puntando direttamente nei suoi occhi. Si alza, come cenno d'educazione, la destra leva il filtro dalle labbra ed estrae un cilindretto di metallo, che fa da posacenere tascabile, in cui spegne e ripone la sigaretta, per non sporcare la pace e la bellezza di quel luogo a lui tanto caro. < Salve a te. > china il capo in cenno di saluto, senza mai staccare gli occhi dal volto della giovane, cui rivolge un disteso sorriso sereno < Posso esserti d'aiuto? > domanda, mostrando la solita disponibilità ed educazione che lo contraddistingue da sempre. [C on]

18:34 Ruri:
 Rimane impassibile quando lo sguardo del Nara la squadra da capo a piedi. Non tentenna, bensì rimane immobile, attendendo che l’uomo proferisca parola. Nel frattempo anch’ella con discrezione prova a studiarne i tratti del volto. No. E’ sicura di non averlo mai visto in giro. Non rientra tra le sue conoscenze. Quando il giovane ricambia il saluto, lo sguardo dalle sfumature cremisi della rosea guizza immediatamente verso le sue iridi. Si rilassa leggermente quando lui si mostra gentile nei suoi confronti. Rilascia appena un sospiro dalle narici. Sinceramente a prima vista non le aveva fatto una buona impressione, ma dati i suoi atteggiamenti nei suoi confronti. I tratti facciali della giovane si distendono appena, abbandonando un po’ di tensione, che, comunque, al momento è facilmente notabile sul volto. Prova ad assumere un tono di voce normale, il solito tono zuccherino che sfrutta quando vi sono estranei nei paraggi per ottenere qualcosa. Potrebbe dare l’impressione di essere un’approfittatrice. Infatti, lo è. Cerca sempre di far volgere le cose a suo favore. < Sì >, inclina in avanti il capo, incurvando leggermente gli angoli della bocca verso l’alto pur di apparire tranquilla e serena. < La ringrazio >. Tossicchia appena, portandosi prontamente una mano all’altezza delle labbra. < Avrei… > fa una pausa, mentre all’interno della sua mente si sforza di trovare la parole idonee, che al momento sembrano marcarle. S’inumidisce le labbra istintivamente, cercando di prendere tempo. <Starei... > cambia verbo, pur mantenendolo al condizionale, per guadagnare qualche secondo in più mentalmente, < cercando >, cosa? Svelta, Ruri! < una persona >. Finite di snocciolare quelle parole, inghiotte un po’ di saliva. Giusto per riprendere fiato. All’apparenza potrebbe sembrare una cosa da nulla pronunciare quelle parole, ma per la neo genin non lo è. < Porta il cognome Nara > aggiunge, così da spiegare implicitamente il perché si sia recata fino a lì. < Perché… > mantiene alto lo sguardo sulla figura del moro, < molti Nara risiedono qui >. Vivamente si augura che la persona che sta cercando si trovi lì. Ragion per cui il suo cuore ha iniziato a battere più velocemente rispetto al solito. Non riesce a credere di essere ormai vicina alle sue risposte. Anche se teme che quello si riveli un vero e proprio buco nell’acqua, così com’era accaduto negli anni passati, durante la sua perenne ricerca del suo passato remoto. < Giusto? >. Formulato tale quesito, resta in silenzio, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo alto, attendendo una risposta da parte della persona che ha davanti. [Chakra 20/20]

18:55 Azrael:
 Ascolta con calma ed attenzione quanto l’altra ha da dire. Un’altra profonda occhiata verso tutta l’interezza della ragazza, prima di trascinare stancamente la mancina lungo la linea della propria mascella, fino ad arrivare con i polpastrelli di indice e medio a lambire l’accenno di barba perfettamente curato che porta poco sotto il labbro inferiore. < Corretto. > risponde all’ultimo quesito posto dalla ragazza, a proposito della correttezza del proprio pensiero < E’ la magione che ospita i Nara che non desiderano vivere altrove, ma al momento sono quasi tutti impegnati nella ricostruzione dei volti di pietra degli Hokage della nostra casata. > e lui invece è lì, ad auto commiserarsi per non essere riuscito a proteggere quel Monte come si deve. È praticamente l’unico ad incolparsi di quella mancanza, eppure è il più grande critico che poteva incontrare sul proprio cammino. Un velo di malinconia gli si dipinge sul volto, leggero ed immediato, distendendosi in un falso sorriso di circostanza e di cortesia < Porta il cognome Nara… poco specifico, non trovi? > libera un risolino dalle sottili labbra, voltandosi di profilo e distendendo il braccio che indica l’ingresso del templio, come ad invitarla ad entrare < Siamo tutti Nara, qui. > la accompagnerebbe all’interno, qualora vi entrasse noterebbe un salone ampissimo, sui toni del nero, del rosso e del giallo, statue dei più illustri membri del clan Nara si allungano a formare un corridoio per chi entri in quel grosso spazio, alla fine un altarino, a commemorare tutti i grandi uomini cui è dedicato quel tempio. Si arresta circa al centro della stanza, uno sguardo che rivela una dolce nota di affetto condita con un accenno di amarezza alla statua raffigurante Khalux Nara, suo padre, prima di tendere la mano destra alla ragazza < Io sono Azrael Nara. > si presenta, prima di continuare quella conversazione, è sempre bene conoscere l’identità della persona con cui si parla, fosse solo per questioni di sicurezza. Si aspetta lo stesso, ma non chiede direttamente il suo nome, bensì qualcosa di più utile per lei < Conosco un po’ di membri di questo clan, magari se mi dai qualche informazione in più posso esserti utile, se vuoi lasciare un messaggio o aspettare qui il ritorno degli altri… > lascia cadere la frase, in modo che lei possa interromperlo e mostrare la sua volontà al riguardo. [C on]

19:16 Ruri:
 Ascolta le sue parole, soffiando un lieve sospiro dalle narici. La sua mente, quando il Nara menziona i volti di pietra, visualizza le rovine rimanenti, che fanno bella mostra di sé dinanzi agli occhi dell’intero villaggio. Onestamente a Ruri non è fregato molto di ciò, a differenza di alcuni compaesani. Non vede il motivo per cui dispiacersi per delle rocce, pur rappresentanti i volti di coloro che hanno fatto la storia di Konoha. Nuovamente addenta il labbro inferiore con gli incisivi superiori, concordando mentalmente che illustrare solo il cognome sia molto poco specifico. < Giusto > asserisce, aggrottando la fronte ed inumidendosi appena il labbro superiore con la puntina della lingua, mentre china per una manciata di secondi lo sguardo verso il pavimento. Scorge il gentile gesto dell’uomo, che le fa comprendere che la stia invitando ad entrare. Annuirebbe, avanzando lentamente. < Permesso > direbbe in tono cortese, così com’è consueto dire quando si entra in una casa estranea, varcando l’ingresso. Non che Ruri sia attenta alle buone maniere, ma in quell’occasione non può permettersi di sgarrare una singola mossa o parola. Potrebbe compromettere le ricerche di una vita e la sua sanità mentale. Lo sguardo riacquista tonalità, apparendo più vispo di prima, mentre scorre lungo il luogo circostante, che non perde occasione di scrutare. Arresta il suo passo, quando l’uomo si ferma. Alza le iridi scarlatte sull’altarino, soffermandosi sulla statua che raffigura l’ex hokage di Konoha. Non perde tempo nel scorgerlo, riconoscendolo immediatamente, ma non dice nulla a riguardo, si limita a spostare la sua attenzione sul Nara, che si presenta, tendendole la mano. < Piacere > accenna un sorriso di circostanza, allegando una lieve riverenza con il capo. < Ruri > si presenta anch’ella, omettendo il cognome, non per questioni private o di riservatezza, bensì perché non ne possiede uno. Il suo esile polso si muove verso l’arto di Azrael, mettendo in risalto la sua piccola mano dalle dita affusolate di cui le unghie sono laccate di rosso. Stringe la destra del giovane, mettendo una normale pressione. < Sì >, quando riprendono il discorso sui membri del clan, la sua mano guizza all’interno della tasca del pantalone, stringendo le dita attorno al foglio che vi è all’interno. E’ un certificato di nascita, rilasciatole dall’ospedale. < E’ molto gentile da parte sua > dichiara, allargando lievemente il sorriso ed estraendo il foglio dalla tasca. Infondo quell’uomo si sta mostrando molto cortese nei suoi confronti. < Si chiama… > una piccola pausa, mentre fa un respiro, < Jun Nara > completa la frase, sperando che il giovane la conosca. < La conosce per caso? > domanda speranza, allungando un po’ il collo d’istinto. < Sa se risiede qui? > continua a raffica. La tensione è alta. Forse Ruri sta per ottenere ciò che ha sempre desiderato: la verità sul suo passato. [Chakra 20/20]

14:45 Azrael:
 C'è sicuramente da dire che è una situazione particolare, cosa mai potrà cercare una ragazza che non si presenta nemmeno come Nara, in un posto come quello? Presto detto, le ragioni di quella visita così inaspettata si mostrano immediatamente dopo la stretta di mano tra quei due che ancora si possono definire come sconosciuti. Lo Special Jonin lascia la mano della giovane senza applicarvi eccessiva forza, benché le sue mani non siano nodose o tozze, bensì sottili ed affusolate, adatte al disegno e alle manovre di precisione, più che di potenza. La mancina s'allunga verso quel foglio senza prestarci effettiva attenzione, almeno finché la ragazza dai rosei capelli non pronuncia quel nome, che fa drizzare immediatamente il capo del giovane Nara a guardare la sua interlocutrice. Occhi sbarrati, labbra semiaperte, capo che si volge leggermente indietro in un lieve movimento "a frusta" per mandare giù un grumo di saliva che gli stava impiastricciando la gola < J-Jun? > biascica a mezza voce, incerto sul fatto di avere o meno inteso bene quel nome. Si stende il certificato di nascita davanti agli occhi, ne esamina ora ogni singolo dettaglio, persino la fattura dell'inchiostro e sì, i suoi dubbi si materializzano, pur non restando certezze in quando potrebbe solo trattarsi di un peculiare caso di omonimia... o di un semplice brutto sogno. < ... > non proferisce parola, abbassa il braccio sinistro, la mano ancora regge il foglio datogli dalla ragazzina, ora però ricade morto lungo il fianco, oscillando pigramente. Ancora la osserva, senza sapere esattamente cosa dire < Non... > si umetta le labbra con la punta della lingua, il petto brucia per l'assenza d'aria che ha formato la tensione del momento. < Non è qui e non ci sarà mai più. > giace in un luogo imprecisato, nei deserti di Suna, ma questo è un dettaglio da omettere, al momento < Tu... saresti sua... figlia? > domanda, apponendo una pausa ad ogni parola, incredulo anche solo per quanto sta per dire < Non è possibile. > il capo a scuotersi debolmente, si volta, da' le spalle alla giovane Ruri, passando la destrorsa tra i capelli al solo ricordo di quella donna che non ha fatto altro che rovinargli la vita dal momento in cui è entrata a farne parte < Fu la moglie dell'Hokage, andata via dopo la guerra in cui Khalux stesso perse la vita. > e tant'è. Magari la giovane si riferiva ad un'altra Jun, chi lo sa, magari lo interromperà e chiarirà il malinteso, insomma, la situazione creata da quella donna non può peggiorare anche dopo il suo trapasso. [C on]

15:10 Ruri:
 Scruta i lineamenti facciali del Nara, aggrottando leggermente la fronte. La sua reazione le appare strana. Fin troppo strana. A giudicare da come ha reagito, si potrebbe dire che il giovane conosca la donna citata in precedenza dalla rosea. < La conosce? > chiede prontamente allungando il collo e muovendo un passo avanti verso il moro. < Sa qualcosa di lei? > continua con la raffica di quesiti, sperando che il giovane le dia una risposta. < Per favore, me lo dica > chiude le mani a pugno, permettendo alle sue unghie di conficcarsi contro i palmi delle rispettive mani. Non proferisce altra parola quando Azrael studia il foglio che le ha sfilato dalle mani. Respira lentamente, anche seppur rumorosamente, attendendo che le siano date delle spiegazioni a riguardo. Il cuore continua a batterle forte nel petto ed i suoi occhi sono arpionati sulla figura del Nara, mentre gli incisivi superiori affondano totalmente sul labbro inferiore. E’ fermamente convinta che il giovane sappia qualcosa. Ed ecco infatti che delle risposte giungono alle sue orecchie, ma sfortunatamente per la giovane non è ciò che si aspettava di sentire. < COSA? > trilla d’istinto, inarcando entrambe le sopracciglia. < E’ morta? > domanda, dando per scontato che con quelle parole lo special Jonin le avesse voluto far intendere implicitamente che la donna fosse morta. < No… > mormora, sospirando e scuotendo appena il capo con le palpebre socchiuse. < Un altro buco nell’acqua > commenta, portandosi una mano al volto. < C’era da immaginarselo > mormora, pensando che avesse cantato vittoria troppo in fretta e che doveva immaginare che fosse accaduta una cosa del genere dopo tutti quegli anni. Eppure si era illusa di ritrovare il suo passato in qualche modo, pur provando una sorta di odio nei confronti di chi l’ha messa al mondo. < Sì > annuisce alla domanda snocciolata del giovane, soffiando dalle narici. < Quel certificato… > indica il foglio di carta contenente varie annotazioni, < è stato recuperato tramite vie non del tutto legali > è costretta ad ammettere, ripensando a tutti i sacrifici che ha fatto pur di ottenerlo. Non accenna però a cosa abbia ricorso per ottenerlo. O meglio a chi ha corrotto. < Il gruppo sanguineo combacia, la data di nascita pure >, umetta appena le labbra. Osserva le spalle del Nara, che si è girato verso la direzione opposta. < La moglie dell’Hokage? > ripete, stupita, sbarrando gli occhi. < Ora capisco perché in ospedale non volevano darmi quel certificato > commenta con tono saccente, chinando lo sguardo verso il pavimento. Non conosce la storia dei Nara, ma, avendo studiato all’accademia, sa quando l’ex hokage perse la vita, quindi a conti fatti non può essere suo padre. Quindi, la risposta è un’altra… < Ora capisco anche altre cose >. Figlia illegittima a quanto sembra. E’ questo quello che è. Adesso si spiega il perché sia stata abbandonata sul ciglio di una strada. [Chakra 20/20]

15:28 Azrael:
 Prende un profondo respiro adesso, le narici si allargano, il petto si gonfia e si sgonfia quando termina l'atto respiratorio, fa abbastanza male doverne parlare, ma... come si gira e nota quella determinazione nel volto della giovane dai capelli rosa, non può far altro che ridare un'occhiata al certificato e renderglielo indietro. Non è stato ottenuto per vie legali, forse come Anbu la cosa potrebbe avere qualche risvolto, ma quello che ora sta parlando è tutto, fuorché il braccio della legge del Villaggio della Foglia. < Hai... cercato a lungo la verità e ora che l'hai raggiunta ti lascia dentro un vuoto ancor più ampio di quando avevi iniziato a desiderarla, mh? > domanda abbastanza retorica, in quanto è evidente nel comportamento della giovane quanto sia delusa da quel che ha scorto alla fine del suo percorso < Lo feci anche io. > Già che la ragazza è più che sicura che quella donna fosse sua madre, rende quei due "sconosciuti" molto più vicini di quanto avrebbero potuto credere. < Fossi in te mi siederei, Ruri... > Non c'è una vera e propria seduta, ma vi sono dei cuscini "da preghiera" lungo le pareti, quindi potrebbe trovare lì un comodo luogo ove poggiarsi per ascoltare un qualcosa che probabilmente non la aiuterà chissà quanto, ma che certamente deve sapere. < Jun fu... una donna piuttosto libertina. > Tanto per usare un eufemismo. < Per quel che ho potuto conoscerla, ho avuto modo di capire che non si è mai interessata a nulla che non fosse il suo interesse personale... Mi disse che fu lei stessa ad aprire le porte ai nemici di Konoha che portarono mio padre alla morte... > la testa è tenuta bassa, il tono di voce sconsolato e triste, nel rinarrare la storia dei propri natali < Khalux la fece scappare dalla guerra con il loro unico figlio, che lei abbandonò senza troppi rimorsi ad una famiglia adottiva, per poi andar via. Disse che non era cosa per lei, crescere un figlio... > e poi? Chi lo sa che fine fece. Può farsene un'idea, ma nulla più. < Quel che fece dopo mi è sconosciuto, ma se ha abbandonato me senza sensi di colpa, credo non ne abbia avuti, nei suoi viaggi a Konoha, a ripetersi con... > con la sua ennesima figlia. Che donne disturbata. In ogni caso, a questo punto non prende più la parola, aspetta unicamente che Ruri reagisca in qualche modo, mentre anche per lui è il momento di scendere a patti con l'idea che quella sconosciuta potrebbe essere qualcosa di molto più importante. [C on]

15:51 Ruri:
 Quando il giovane le restituisce il foglio, lo prende con noncuranza e se lo accartoccia, portandoselo in tasca. Non lo ha buttato via, ma non lo tratta con lo stessa cura rispetto a quando lo ha ottenuto. Strano come cambiano le prospettive nel corso della propria esistenza. Mesi fa avrebbe ucciso di pur di ottenere quel misero foglio di carta, adesso, per lei, non ha più alcuna importanza, se non quella di aver finalmente saputo il giorno esatto in cui è nata. Essendo sua madre già passata a miglior vita, non proverà a pensare a lei o ad indagare oltre. Non che adesso ha scoperto che quella donna non vi è più. Sarebbe solo inutile e contribuirebbe ad alimentare l’odio che lei prova nei suoi confronti. Per quanto riguarda l’ipotetico padre… Dubita che, pur mettendosi alla sua ricerca, riuscirebbe ad ottenere qualcosa. < Già… > concorda con le sue parole, soffiando dalle narici un sospiro più che esasperato. < Però… >, fa spallucce. < Il retrogusto dell’amarezza non è poi così terribile > ammette. Anche se ha fatto un altro buco nell’acqua, adesso può finalmente mettersi il cuore in pace e rassegnarsi. < Vedrò di farmene una ragione > dichiara, mantenendo lo sguardo basso, senza essere conscia che ci sia dell’altro. Che quella persona lì presente abbia a che fare con la sua stessa esistenza. Ascolta le parole di Azrael e il suo sguardo torna vispo, volgendo verso la figura del giovane. Volge appena il capo verso destra, incorniciandosi sul volto un’espressione interrogativa. < C’è dell’altro? > domanda d’istinto, mentre la fiammella della curiosità si riaccende dentro di lei. < D’accordo >, segue il suo consiglio, accomodandosi su uno di quei cuscini e incrociando le gambe. < Libertina? > sogghigna a quella parola, per poi restare in silenzio. Durante il racconto tanti dubbi sorvolano la sua mente, soprattutto diversi quesiti che le fanno domandare mentalmente quale legame vi potesse mai essere tra il Nara e quella donna. Da come ne sta attualmente parlando, sembra conoscerla molto bene, come se entrambi fossero uniti da qualcosa. Ma lascia perdere quegli interrogativi quando Azrael cita il figlio della donna. < Un figlio? > mormora, battendo le palpebre. < Quindi… >, prima ancora che il giovane finisca il suo racconto, un fascio di consapevolezza inizia a farsi largo nella sua essenza. Esamina attentamente il profilo del moro, come se volessi scorgervi qualcosa, mentre la sue orecchie continuano a prestare ascolto alla narrazione. < Abbandonato te… > commenta le sue ultime parole, chinando appena il capo verso il basso, riflettendo su tutta la situazione. Credeva che giungendo fin lì avrebbe trovato la sua genitrice, invece, da ciò che si evince dal racconto del Nara, ha incontrato un consanguineo. < Che cosa buffa > commenta, ridacchiando appena, seppur con un velo di nervosismo. < Tutto avrei immaginato… > continua la sua risatina, scuotendo appena il capo. < Tranne che… > aggrotta la fronte, alzando le iridi scarlatte sullo special Jonin, < questo > termina la frase, portandosi la mano destra al volto. [Chakra 20/20]

14:13 Azrael:
 Un destino comune può affiancare due persone che se non avessero ricercato con fatica e dedizione quel sottile filo che li unisce, presente eppure quasi invisibile, non si sarebbero mai resi conto di quanto strette ed intrecciate potrebbero essere le loro vite. E' il caso di dire che questi due shinobi che erano sconosciuti fino a qualche minuto prima, siano l'esempio perfetto di questo assioma. < Lo capisco, ci sono passato, come dicevo. > mostra un sorriso, il giovane Special Jonin, un sorriso pieno di amarezza, ma con quella scintilla di voglia di condividere qualcosa con la giovane dai capelli rosa che ha di fronte, condividere qualcosa che fino a quel momento è stato unicamente parte del proprio dramma personale, d'altronde perché mai raccontare qualcosa a qualcuno che non può comprenderti? < L'ho incontrata una volta sola in vita mia, dopo averla cercata a lungo quanto te, presumo. Non era propriamente contenta di rivedermi. Ti risparmio parte di quel che mi ha detto, non ti ha menzionata, non so nemmeno se diceva il vero o meno, fatto sta che mi è sembrata una donna menefreghista e cinica, comportamenti che non si addicono e mai si potranno addire ad una mamma. > la mancina passa sul volto, quasi a cancellare quell'espressione di amarezza mista a malinconia, per poi ricadere pigramente lungo il fianco corrispondente, oscillando come fosse priva di vita < Così ho semplicemente realizzato che essere venuto fuori dal suo corpo, non la rende automaticamente mamma, ma giusto madre genetica e nulla più. > fa spallucce a quell'ovvietà, giunta dopo anni di ricerche senza sosta. Infine poi prende un profondo sospiro, le narici si allargano per poi rilasciare un filo d'aria con cui l'animo del giovane si libera da tutti questi pensieri negativi e fa spazio nella propria mente per una consapevolezza nuova e di certo più curiosa e piacevole < Quindi... hai trovato quel che cercavi... a metà. > la butta sull'ilarità, già che spera di non aver troppo distrutto le aspettative della ragazza < Non tua madre, ma comunque un parente. > è difficile, difficilissimo da credere, d'altronde si tratta pur sempre di una scoperta che, ancora una volta, ribalta le convinzioni che lo shinobi delle ombre ha sempre avuto. Tuttavia, c'è un'ultima cosa che potrebbe confermare del tutto quella strana concatenazione di eventi < Alzati, tieni le gambe alla stessa apertura delle spalle e componi il sigillo del ratto. Devi indirizzare il tuo chakra verso i piedi e distenderlo lungo tutta la tua ombra, uniformemente. Concentrati e falle diventare una cosa sola, quando sentirai di esserci riuscita, prova a muoverla, anche solo ad allargarla. > una breve e sommaria descrizione dell'innata del clan consacrato in quel luogo, se ci riuscirà, pochi saranno gli ulteriori dubbi sulla loro parentela. [C on]

14:42 Ruri:
 Ascolta silente, con le esili ginocchia poste dinanzi al petto, le parole che Azrael spende sulla madre, che condividono, e su come abbia fatto la sua conoscenza. Nella sua mente prova ad immaginare il volto della suddetta donna, chiedendosi quali fossero i suoi tratti somatici e se fossero, in qualche modo, simili ai suoi. Pur essendosi rassegnata al fatto che la sua genitrice non sia più invita, ciò non ha sminuito il desiderio e la curiosità che finora si è radicato in lei al pari di un albero secolare. Con le sue iridi scarlatte come due pozze di sangue studia il profilo del nuovo consanguineo, soffermandosi sui colori che lo caratterizzano. Sono totalmente diversi dai suoi! Pertanto si chiede mentalmente se non abbia ereditato tale peculiarità da un eventuale padre, di cui è convinta che non ne conoscerà mai il volto. Non dopo che le è stato detto che Jun è stata una donna molto aperta alle relazioni con gli uomini. Riflette su ciò che le comunica lo special Jonin riguardo a come una madre dovrebbe comportarsi. Scuote appena la testa, che la leggermente inclinato verso il basso, soffiando dalle narici e ghignando appena con sconsolatezza. < Non so quali comportamenti o atteggiamenti debba avere una madre nei confronti di una figlia > annota, stringendosi nelle spalle. < Non ne ho mai avuta una > dichiara, ma il suo tono non presenta note di tristezza. La giovane non si mostra triste o affranta, è cresciuta senza parenti e affetti, quindi per lei non costituisce un problema il non avere parenti. L’unico motivo per cui l’ossessione l’ha spinta fin lì era solamente per guardare in faccia la donna che ha avuto il coraggio di abbandonarla sul ciglio di una strada per farla crescere come una randagia di strada. < Concordo > annuisce al suo discorso sul fatto che la tizia sia solo una persona che ha contribuito alla sua venuta al mondo, nulla di più, nulla di meno. < Sì > ridacchia alle sue parole, strofinandosi le rosse labbra. < Buffa la vita > commenta, mantenendo fisso lo sguardo cremisi sul giovane. < Cercavo una madre… >, mordicchia leggermente il labbro inferiore con gli incisivi, < e trovo un fratello > completa la frase, ghignando appena. < Potrei farci l’abitudine > dichiara, facendo spallucce e concedendosi un silenzioso sospiro. < Uh? > mormora quando lui le ordina di alzarsi in piedi, < è una sorta di rito, o cosa? > domanda con curiosità. Segue le sue disposizioni orali, allargando le gambe mantenendo una distanza che sia uguale alla struttura che distanzia le spalle. < Okay > asserisce, componendo con le piccole mani il sigillo del topo, già appreso precedentemente in accademia. Socchiude le palpebre, cercando di far muovere dal plesso solare una quantità di chakra, già richiamato in precedenza, per poi farla muovere verso gli arti inferiori. Inizialmente con un andamento medio fa scorrere l’energia lungo le cosce, successivamente in direzione delle gambe per poi farlo sfociare nei piedi. Proverebbe, dunque, a far fuoriuscire l’energia dai trecentosessant’uno punti di fuga, per poi dirigerla verso l’ombra, che è riflessa sul pavimento, su cui attualmente ha poggiati i piedi. Mantiene un flusso costante, senza esagerare con la velocità, in quanto è la prima volta che tenta quel tipo di operazione. Non ha mai fatto nulla di simile all’accademia. Qualora fosse riuscita a mescolare il chakra con l’ombra che riflette il suo profilo, schiuderebbe gli occhi, indirizzandoli verso il basso e piantonandoli verso la sagola scura che ritrae il suo corpicino. Con molta cautela e un po’ di diffidenza, in quanto non sa realmente cosa stia facendo, cercherebbe di far espandere l’ombra, così da allargarla maggiormente rispetto alle sue dimensioni normali. Qualora fosse riuscita nell’impresa, sbatterebbe le palpebre, restando del tutto sorpresa da tale fenomeno. < Figo > commenterebbe, facendo schioccare la lingua contro il palato e fissando quella sagoma nera. [Chakra 19/20]

Ruri tira un D50 e fa 20

15:27 Azrael:
 Le iridi nero pece si fissano sulla giovane, le parole vengono recepite così come sono pronunciate, ma l'attenzione del giovane viene completamente votata all'esecuzione dell'innata della ragazza. Il chakra le discende lungo gli arti rendendo il disco d'ombra sotto di lei più nero e spesso, quasi a rialzarsi dal terreno. Si allarga, un paio di centimetri che sarebbero impercettibili ad occhi poco attenti, di certo non è il caso del giovane Azrael, le cui labbra si piegano in un piccolo ed accennato sorrisetto, al notare il successo di Ruri. < Forse hai trovato anche di più... > mormora, mentre le porte del tempio si aprono per lasciar entrare un manipolo di circa cinquanta clannati, sporchi e polverosi, di ritorno dai lavori di restauro al monte dei volti. Un vociare si diffonde in tutta la sala principale, mentre i clannati si fermano alla vista di uno dei loro più alti esponenti e la giovane Ruri. < Amici miei... > prende parola lo Special, poggiando la mano sull'esile spalla della ragazza, accompagnando con un disteso e sereno sorriso le parole che sta per pronunciare < Non siate villani, date il benvenuto alla nostra nuova compagna. > tutti si esibiscono in un inchino e in vari saluti che si confondono nel precedente vociare, mentre al giovane Azrael non resta null'altro che mormorarle un'ultima cosa, affinché giunga unicamente al suo orecchio < Benvenuta in famiglia. > [end]

Entrata in clan (e in famiglia ♥) per la piccola Ruri. Con un punteggio sul dado di 20 ed uno che personalmente farò ammontare a 45, hai il 65% di affinità.

A buon rendere.