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Una nuova Serpe sotto la Montagna

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con Hitomu, Kagune

20:36 Kagune:
  [Promontorio delle Vibrazioni] [Incappucciato] Siamo al Promontorio delle vibrazioni, il figuro incappucciato smuove i passi sui fili d’erba del sentiero che continuamente perseguito. Gli occhi puntano, biforcuti, in avanti tutta constatandone le particolarità che inevitabilmente potrebbero saltare all’occhio, godendo di qualche spiffero d’aria che giunge al tergo come se dessero lui la spinta in avanti, senza sosta. Iridi cristallini a riflettere le immagini che si presenterebbero proprio innanzi al suo passo, quale, ora, imperterrito a seguire la rotta imprevista. Celere la sua andatura, si sofferma a meditare, plasmando la sua attenzione nel suo IO, corrompendo il silenzio così che vada ad essere proficuo al suo fare in atto. Silente, non vuol compromettere l’accompagnamento della natura, fra il fruscio dell’erba, così come quello emanato dalla sua lunga cappa che giunge al basso fino a coprire le sue leve inferiori. Ha appreso molto ultimamente, il suo allenamento è costante, ma vuol ben capire quali sono le sue radici e al cosa deve la sua forza. Una forza che risiede nel profondo della sua persona, chissà quale fuoco forgia l’indole che si cela dietro alle sue carni. < … Questo silenzio è assordante. > e a parlare le folate che spingono, probabilmente, le onde fino a scagliarle alla scogliera. Come una serpe, guizza sulla crosta terrestre usufruendo del silenzio, contemplandone l’essenza dell’etere e della quiete del loco. Chissà perché le torbide acque del destino, convocano la sua presenza proprio li, richiamandolo anche se incosciamente. Un’anima vagante che infestante i luoghi tenebrosi del paese dell’aria, vibra la vitalità nascosta nella zona, quasi impercettibilmente. Animali, insetti, tutto ciò che potrebbe trovarsi nella zona selvatica del promontorio a fargli compagnia, così come quell’effetto fonico ad accompagnare il suo passo che vagante, privo di un superficiale senso. Tutto ha un senso, questo è quel che pochi sanno se credono nelle forze fataliste. A muovere i passi, in sostanza sono esse, come se fossero una barca spinta dal vento fino ad orientarlo ad una indistinta meta che l’avventuriero si appresta a scoprire. Tutto è nascosto, la vita è un enigma sostanzialmente, qualcosa che deve essere carpito fino in fondo ed il giovine Genin questo lo sa. Deve però capire prima da dove viene, altrimenti non saprà mai dove andrà a finire. Niente può essere proficuo se non si parte dalle fondamenta, una struttura non può essere costruita sul nulla e questo tutti lo sanno. Che questo episodio possa avere un senso ed un nesso logico? Può darsi. Staremo a vedere. [Chk: off]

Il silenzio del Promontorio delle vibrazioni. Un silenzio così assordante. Questo piccolo lembo di terra tra il mare e il Bosco della Morte. Le onde che sbattono contro la parete rocciosa non sarebbero neanche udibili. Il vento soffia verso il mare. Che posto stupendo dove poter riflettere sulla propria vita, sul proprio passato. Ecco, il giovane Kagune si è diretto lì in questa serata in cui il cielo è limpido e mostra miliardi di stelle che si disegnano tutte attorno allo spicchio di Luna presente. Nulla si muove intorno al ragazzo di Oto. C'è solo lui in quel luogo. Lui e i suoi pensieri. Ma ecco che ad un certo punto, una voce rieccheggia dal nulla. <Tic, tac. Tic, tac. Kagune si è perso.. Kagune non deve scappare> una voce tenebrosa sembra fuori uscire dal Bosco, anche se ad ogni frase sembra spostarsi di decine di metri da un punto ad un altro. <Tic, tac. Ora è tempo di tornare a casa. Il Maestro ci sta aspettando..> ridacchia leggermente facendosi comunque sentire da Kagune. <E noi.. Non vogliamo far aspettare il Maestro> afferma deciso ora il misterioso uomo. Delle serpi, di tutte le dimensioni, iniziano a fuoriuscire dal Bosco della Morte e puntano verso Kagune. Una volta raggiunto il ragazzo iniziano a girargli intorno tentando, poco alla volta, di morderlo anche solo per mettergli paura e pressione. <Hai visto che belli, eh? I miei Serpenti..> esclama per poi lasciare spazio al fare del ragazzo. Come si comporterà ora? Forse è tempo di attivare il chakra per potersi difendere!

21:18 Kagune:
  [Promontorio delle Vibrazioni] [Incappucciato] Una voce tenebrosa giunge dal Bosco, recando quel tocco ancor più cupo al contesto sviluppatosi per pura volenza fatalista. Chissà chi è, ma giunge a lui come familiare, come se l’avesse già sentita più e più volte. I sensi si risvegliano dal torpore assiduo, oramai concentrati in un unico punto e punto d’origine della voce che sembrerebbe entrargli in testa. L’incappucciato, si ferma, decide dunque di frenare le leve annullandone l’inerzia, affacciandosi su quel che gli giunge si gli si concretizzerebbe innanzi. Si focalizza dunque sugli elementi predominanti del contesto avente luogo in quel del promontorio che si affaccia sulla tavola liquida ed inondata, abbracciandone l’infinito se proprio porremmo lo sguardo per constatarne il suo limite. Le serpi di ogni dimensione, fuoriescono dalla selva, tentando di intimidire il giovane del villaggio del suono. Quelle gli girerebbero intorno, come se prologassero una danza a modo loro, forse celebrandone la sua morte o il suo sacrificio. La voce però è chiara, traspare limpida al suo senso uditivo < Questa voce.. > cercherà di rimembrare e di evocarne l’identità collocabile < Chi sei?! > voltandosi poi verso il fronte opposto, guardingo < !! > niente, nulla di così gradevole in fondo. Un ambiente tramutatosi in qualcosa di genuinamente infausto. < Il maestro? > mediterà su tale elemento < Cosa vuoi da me? > invocandone la sua figura alla luce del sole < Palesati, non ho voglia di giocare a nascondino.. > imprecando quasi < tsk! > stringendone le labbra che quasi si sfregano, quando i denti digrignerebbero. Le mani si giungono in fretta poi, scostandone le maniche larghe che ricadono orientativamente verso il basso. Andrebbero ad emularne un solo sigillo, distinto, quello della capra. Un sigillo che viene implicato da un processo inequivocabilmente fondamentale, quello dell’impasto del chakra. Vuole fare sul serio. Si concentra, focalizzandosi sull’io introspetto, mentre immagina quei due tipi di energia di inversa natura, energia fisica e quella psichica, sotto forma di due sferette convogliate da due fiamme concentriche. Una forza a richiamarle al centro, con immediatezza e come qualcosa di prettamente meccanicistico a dominare quest’eccezione, fino a farle schiantare, dando origine a qualcosa di unico, un risultato altrochè sommario. Questi due tipi di energia daranno frutto ad un risultato che si rileva con lo sviluppo del chakra che a tal punto dovrebbe sgorgare all’interno del suo corpo, inondando il suo organismo in ogni dove, seguendone un flusso che rientrerebbe giustamente nella norma. Potrà dunque concentrarsi nella stabilizzazione del chakra, manovrandolo a suo piacimento anche se per ora, il processo, si fonderà solo ed esclusivamente su questo. < Ti consiglio di uscire fuori, o spedirò te e le tue creature, all’ipogeo. > un avvertimento dunque, vuole andare al sodo il giovane. Questo è quanto, per ora. [ Tentativo Impasto Chk ] [ Equip: Scheda ]

Kagune inizia a chiedersi di chi è tale voce che si afferma nel silenzio rotto in quel luogo. Attiva il suo chakra e dunque sarebbe pronto per potersi difendere in caso di un attacco nemico. Ma la voce, che prima sentiva, non sembra aver intenzioni brutte verso il giovane ragazzo. Il genin di Oto si mostra coraggioso. Risponde all'uomo misterioso ordinandogli di venire fuori prima che le sue creature facciano una brutta fine. Ed ecco, tutto d'un tratto, ancora quella voce <Non usare quel tono con me, Kagure.. Porta rispetto prima di tutto. O ti lascerò vagare nei dubbi della tua mente, del tuo passato per il resto della tua esistenza> afferma deciso ancora l'uomo. Ma ecco che ad un certo punto l'uomo inizia a fuoriuscire dal terreno, proprio alle spalle di Kagure. Solo quando l'uomo parlerebbe di nuovo, il genin si accorgerebbe di lui <Ora sono qui, dietro di te. Ma non temere.. Se avessi voluto ucciderti, lo avrei già fatto> afferma l'uomo ridacchiando ancora. Le serpi continuano a girare intorno a loro due creando dunque un cerchio dentro cui Kagure e l'uomo parlerebbero. Chi è l'uomo? Si tratta di Madachi, uno degli ultimi esperimenti meglio riusciti di Orochimaru. Capelli lunghi neri, iridi di color giallo. Una maglia nera a maniche lunghe portata sotto alla tunica di color beige. Infine un paio di pantaloni stretti di color nero e un paio di sandali neri. <Non mi riconosci? Non ricordi nulla del tuo passato? La tua nascita? Tutta la tua esistenza è da attribuire al Maestro.. E se non sai chi sia il Maestro, te lo dico subito..> prende tempo passando la sua lingua sopra al labbro superiore. Un serpente poi inizia ad avvolgere Madachi fino a salire attorno al suo collo e spuntare dalla sua spalla destra. Madachi sposta le iridi gialle sul serpente accanto a lui sorridendo e accarezzando il suo muso con la mano destra delicatamente. <Orochimaru, Kagure> esclama ora Madachi spostando di colpo le iridi da Serpe sul genin di Oto. <Ora.. ricordi?> afferma di nuovo mentre nella mente di Kagure si palesano le immagini del suo passato. Dal primo momento in cui ha aperto gli occhi, ai primi anni dentro i laboratori di Orochimaru, gli insegnamenti delle altre cavie più esperte e poi quel giorno, in cui trovò la porta aperta del Laboratorio e ingenuamente riuscì ad uscire da quel luogo senza più riuscire a farci ritorno. Tutto ora nella sua mente dovrebbe palesarsi.

22:07 Kagune:
  [Promontorio delle Vibrazioni] [Incappucciato] Un uomo si palesa dietro di se, proprio a guardargli le spalle. Capelli lunghi così come la sua stessa lingua, pallido come non mai. SI tratta della cavia meglio riuscita all’opera di Orochimaru-Sama. Cominciano però a conformarsi i primi pezzi del puzzle, quelle che ne raffigurano il suo passato, le sue radici. La nascita, la vita stessa sono frutto della benevolenza di Orochimaru. Questa è la realtà che più rappresenta il giovane Kagune, quella annunciata da Madachi quale non ci pensa due volte prima di rinfrescare la memoria del giovane ninja di Otogakure. Fermo stante, nel centro ove gravitano quelle serpi formandone una zona concentrica ed incisa dalle due figure di maggiore spicco in questo contesto formatosi dalle forze fataliste: li in mezzo lui ed il frutto bonario del maestro quale deve tutto < Orochi- > ci pensa su, frammentandone il suo dire, così da attribuirne alla sua parte una teatralità indiscussa < -maru.. > ed ecco che alcuni frammenti giungerebbero alle sue membra, assimilandole e analizzandole in maniera assolutamente impeccabile. < Ecco perché quella voce mi era familiare.. > cercando di riallacciare la realtà, al suo passato che pian piano si concretizza. Cercherà di venirne a capo, dunque < Le mie radici, fino ad oggi, giungevano alla mia mente come qualcosa di puramente astratto.. come se esse pendessero sul ciglio di un burrone, vagando nei miei giorni nell’incertezza senza sapere ciò che realmente fondasse la mia persona. Le tue parole persuadono la mia mente, la tua voce e quel nome.. Orochimaru, il maestro. E’ dunque lui la base su cui le mie radici affondano? E’ lui dunque la sostanza che costituisce la mia persona? Forse le acque del destino mi hanno piano condotto a lui, era solo questione di tempo. > contemplerà dunque taluna presenza il giovane Kagune, fino a contemplarne quelle parole che dapprima sprigionavano incertezza e pericolo, tramutando in una fonte di sicurezza e di certezza. Forse Madachi è li per dare un senso alla sua vita, i suoi giorni passati alla ricerca di un senso della propria esistenza, sono solo acqua passata, un non così futile periodo della sua vita. Non opporrà resistenza dunque, tant’è che a rimembrare riuscirà con estrema naturalità, Madachi è li per riordinare le sue idee. Niente di più, niente di meno. E’ li per convocare al cospetto di Orochimaru sama ed alla sua volontà, la propria presenza. Tutti i nodi arrivano al pettine prima o poi, il giovane ninja di Oto sarà presto a casa come si suol dire. La volontà di Orochimaru- sama è in realtà la sua casa. La voce di Orochimaru-Sama è la sua coscienza. < Sarò presto a casa.. > abbassa il capo, scurendone le iridi che si piantano verso il basso intrepidamente, defilandosi allo sguardo altrui. < Conducimi dal maestro, Madachi-San > serioso più che mai, consenziente a quanto proposto da Madachi. [ Chk: 25/25 ] [ Equip: scheda ]

Kagure sembra pian piano iniziare a ricordare tutto il percorso che lo ha portato ora qui, davanti a Madachi. Le iridi gialle del Jonin scrutano il viso del ragazzo posto a pochi metri da lui. Ne guarda tutti i particolari. Gli occhi, la carnagione, le labbra. <Calmati ora.. Sei stato per così tanto tempo lontano dal Laboratorio. Di sicuro se ritarderai qualche minuto in più, nessuno si lamenterà. Devo verificare una cosa prima..> ora abbasso lo sguardo fissando i serpenti che girano attorno a lui. <Chiudi gli occhi e concentrati. Inizia a sentire dentro di te l'essenza della tua anima. Inizia a percepire tutto ciò che c'è intorno a te. Gli odori, i rumori.. Senti questi serpenti e diventane parte. Tira fuori la Serpe che c'è in te> cerca di stimolarlo cercando di tirare fuori da lui le caratteristiche per poter risvegliare l'innata che contraddice ogni elemento del Clan di Orochimaru. <Dimostrami di essere degno di esser portato a cospetto del nostro Maestro.. Non accetterò un fallimento. Non potrai sbagliare. Il tuo futuro dipende da ciò che riuscirai a fare ora. Non deludere te stesso, o rimarrai celato nella tua ombra per l'eternità> afferma di nuovo Madachi per poi aspettare che il genin inizi la prova affidatagli.

22:47 Kagune:
  [Promontorio delle Vibrazioni] [Incappucciato] Ascolta le parole di Madachi, il quale cerca di fare le cose a suo tempo, senza striminzirne quel fatidico incontro che senza alcuna ombra di dubbio, predestinato. Finalmente le sue radici si riallacciano, relegandone la sua figura a quella del grande Orochimaru. Ciò dovrebbe essere un onore per lo stesso incappucciato, quale abbassa le iridi cercando meditare in maniera più distaccata rispetto alle parole che giungono dalla sua bocca, annunziandosi all’altrui udito. Un incontro interessante ha luogo proprio li, al promontorio delle vibrazioni, dove ad dar sfogo, sarà la natura selvaggia e alla cupidigia che emanano le terre del paese in cui attualmente situato. < Verificare una cosa > ripete rapidamente, cercando di focalizzare al meglio ciò che vien trattato chirurgicamente dall’esperimento bonario di Orochimaru-sama. < Va bene. > dovrà dunque cimentarsi in quella verifica assegnatagli. Le mani si giungono, mentre le falangi andrebbero ad incrociarsi in maniera del tutto pulita, stendendone invece, verticalizzate, gli indici e i medi, ciò in concomitanza. Il sigillo caprino verrebbe effettuato in men che non si dica, mentre avrà luogo una introspezione al quanto profonda, connettendosi con ciò che compone la propria indole. Un processo psico-fisico il suo, tentando di raffinare i sensi, quale dovrebbero essere sviluppati in maniera totalmente diversa dalla norma. Una strana sensazione dovrebbe partire dal suo interno, tant’è che quella lo porterà in uno stato di oltre natura, connettendo il suo IO con il suo lato ISTINTIVO che dovrebbe raffinarne i suoi cinque sensi, quali al contempo maturano, si evolvono, subiscono una metamorfosi. Il tutto dovrebbe giungere lui in maniera ancor più amplificata, fintanto che l’afflusso del chakra dovrebbe aumentare giungendo copioso in ogni parte del suo organismo. Uno stadio nuovo, generato da una strana sensazione, mai sentito prima quando desto. Un qualcosa che giunge dall’inconscio, una metamorfosi unica nel suo genere. Il suo istinto a tal punto dovrebbe manifestarsi ancor più intensamente dal solito, tralascia la sua parte razionale più del dovuto, anche se acquisirà delle potenzialità conciliabili a quel che in lui innato. Concentrato al massimo, carpirà i potenziamenti dei suoi cinque sensi: olfatto, odore che giunge intenso, vista che percepita in maniera totalmente diversa da come percepita in tempi recenti, così come le restanti insomma. Il fruscio entra in testa, rimbombando. Sono i sintomi di una metamorfosi, così come succede ad una serpe quando si libera dalla pelle morta, abbandonandola li, in sua frivolezza. E’ forse questa la sua capacità, concepita attraverso un richiamo psico-fisico, annetto alla perturbabilità del suo chakra che ne risente di un maggiore afflusso all’interno del suo organismo, della sua struttura. E’ dunque nata una nuova serpe al cospetto del Maestro. [ Chk: 25/25 ] [ Tentativo Richiamo Innata ] [ Equip: scheda ]

Dado 50 per Kagune.

Kagune tira un D50 e fa 31

Il giovane di Oto si concentra componendo il sigillo della Capra, anche se non sarebbe necessario per attivare l'innata del Clan Yakushi. Inizia a ricercare dentro se l'essenza della sua vera anima. Tutto intorno a lui inizia a cambiare. I suoni gli sarebbero udibili a gran distanza, anche il solo fruscio di ogni singola foglia posata sui rami del Bosco della Morte o il sibilo dei Serpenti attorno a lui. Inizia a sentire i diversi odori che lo circondano, come il profumo del mare sotto al lembo di terra o l'odore di erbaccia che proviene dal Bosco della Morte. Tutto inizia ad esser vissuto in maniera diversa dal genin di Oto. Le sue iridi si tramutano diventando dorate e leggermente più verticali. La prova messagli davanti da Madachi è stata superata. <Bene, bene..> afferma sempre con voce tenebrosa il ragazzo. <Hai superato la prova.. Anche se ora non posso portarti da Lui. In questi giorni è debole.. Ha bisogno di riposo. Ma recati alle Montagne delle Serpi, lì troverai sicuramente qualcuno che potrà allenarti se lo vorrai. Devi migliorare.. Non puoi presentarti da lui con queste abilità. Non saresti capace solo di guardarlo dritto negli occhi!> aumenta il suo tono di voce divenendo sempre più duro e deciso. Quasi come se volesse rimproverarlo. Ma lui non è li per crescere Kagure, ha un compito e deve portarlo a termine. Kagure dovrà cavarsela da solo <Il Mondo non aspetterà te, Kagure. Allenati.. O sarò costretto ad eliminarti. Le cavie che non rendono come Lui vuole vengono scartate. Non vorrai fare la stessa fine..> afferma infine per poi sparire di nuovo nel sottosuolo con le Serpi attorno a lui che scompaiono in una nube bianca che non permettono al genin di vedere scomparire Madachi. Ora tocca a lui allenarsi e diventare sempre più forte, per mostrare a Madachi che può essere uno dei migliori esperimenti di Orochimaru. END

23:14 Kagune:
  [Promontorio delle Vibrazioni] [Incappucciato] Si è evoluto, superando la prova che Madachi stesso ha lui ordinato. Ha saputo richiamare i sensi di una serpe, essendone lui la stessa serpe che appena spuntata una volta schiuso l’uovo. E’ lui la serpe, questa al servizio alla volontà di Orochimaru-sama. Sono queste, dunque, le radici che lo legano ad un unico figuro, ma che di una fondamentale importanza per la storia del paese attualmente impesta. < Questo lo so, ho bisogno di potere. > ammette < Non voglio che questo mondo mi schiacci.. > asserisce < Mi allenerò, fino a diventare potente, talmente potente da eliminare tutto ciò che possa rendere insignificante la mia persona.. > volgendo le spalle al Madachi che, non si fa attendere, per la sua scomparsa ad effetto. Muove dunque il passo verso via opposta < Montagne delle Serpi.. > ripete, rimembrando quanto detto dalla luce della ragione. Dopodicchè sparirà, alla velocità e con le capacità di una serpe. [ Uscita ]

Mi sei piaciuto devo dire, anche se devi calarti bene dalla parte e migliorare la descrizione dell'innata. Ma sono sicurissimo che migliorerai!
Hai fatto 31/50 al dado e io ti aggiudico 40/50 come giudizio personale, per un totale di: 71/100

Niente px in quanto Entrata nel Clan.