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L'incontro di due Destini

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con Furaya

23:46 Furaya:
  [Monti Ardenti] <Casa.> Flebile è la voce della Nara, la quale allunga le braccia verso l'esterno, inclinando il capo all'indietro. Socchiude gli occhi, mentre le labbra si distendono in un piccolo sorriso. Si bea del calore che irradia quel luogo. Che irradia casa sua. Eppure chiamare Casa un luogo privo di Natura, privo di umani, è così normale? Per lei, sì. Lapilli, lava, cenere, falde laviche sotterranee. Può sfruttare quei vulcani per far calmare la Lava che arde dentro di sé. Le temperature sono piuttosto elevate, ma non danno fastidio alla giovane, essendovisi ormai abituata. Gli abiti indossati son formati da un paio di pantaloncini neri, sandali del medesimo colore ai piedi, alti fin sotto le rispettive ginocchia e rinforzati in metallo. A coprire il busto, ha un Kimono dal colore violaceo, con il simbolo del Clan Nara posto tra le scapole e fiori di ciliegio disegnati lungo il fianco mancino. Su quest'ultimo, infatti, si trovano anche le due Katane che si porta sempre dietro. Attorno alla coscia dal lato opposto, vi è una Tasca Porta Kunai e Shuriken, accompagnata da una Tasca Porta Oggetti sul gluteo dal medesimo lato. Attorno ai rispettivi polsi, invece, vi sono due Fuda, all'interno dei quali ha sigillato la Falce (a destra) e la Zanbato (a sinistra). Sul collo, per concludere, sono presenti una fascetta rossa e la collana con il simbolo del Clan Uchiha. I capelli sono raccolti in uno chignon non precisissimo, poiché, volutamente, dei ciuffi le ricadono lungo il collo, fino alle spalle. Il ciuffo sul davanti, al contrario, viene spinto dietro l'orecchio con un movimento della mano destra, la quale verrebbe sollevata verso l'alto, così da poter rendere tale questo stesso movimento. Le braccia, in seguito, verrebbero abbassate verso i rispettivi fianchi. Socchiudendo ancora una volta le palpebre, si prepara per ciò che è andata lì a fare. Come se stesse attivando il Chakra, andrebbe ad immaginare due Sfere. La prima, posta al centro del capo, si presenterebbe di colore rosso, indicante appunto il Chakra di tipo Katon. La seconda, posta al centro del ventre, si presenterebbe di colore marrone, indicante il Chakra di tipo Doton. Le due Sfere andrebbero, successivamente, a roteare, affinché possano in seguito unirsi laddove si trova il plesso solare. Esse dovrebbero diventare un'unica singola sfera, la quale sarebbe tendente al nero, marrone bruciato, con delle sfumature rossastre al centro indicanti il cuore lavico al suo interno. In seguito, il Chakra Lavico da esso creato andrebbe a distribuirsi per tutto il corpo della giovane, soffermandosi però sotto l'epidermide, senza fuoriuscire e rischiare di far casino. Non che ve ne sia la possibilità. Lì attorno, v'è soltanto lava. Quella naturale. Un piccolo flusso verrebbe altresì indirizzata verso le ghiandole salivari, ivi sostando qualora debba usarla. In seguito, rilassa le spalle, aprendo il Kimono e lasciandoselo scivolare giù dalle spalle. Al di sotto, ha soltanto una canotta nera, la quale lascia scoperte le scapole, le spalle e le braccia interamente. Soltanto il busto è coperto. Tra le scapole stesse, inoltre, si vedono soltanto alcune delle lettere che compongono la parola "Proprietà". Attorno al bicipite destro, laddove capeggia il Tatuaggio degli Anbu, vi è una fascia bianca, la quale lo copre per intero, ben stretta. [Chakra: 97/100][Arte della Fusione lv. III]

00:12 Furaya:
  [Monti Ardenti] Inspira ed espira, regolarmente, con estrema calma. Le palpebre permangono socchiuse, mentre porta le mani al centro del petto. Stringe le dita a mo' di pugno, serrandole. Le nocche sarebbero rivolte verso il basso, mentre le dita verso l'alto. Unisce i due pugni l'uno contro l'altro, con le braccia che formerebbero un angolo di circa novanta gradi per poter mantenere quella posizione. La colonna vertebrale permarrebbe ben diritta, svuota la mente. Almeno fin quando una voce conosciuta, FIN TROPPO per averla sentita soltanto una volta e averci discusso, non fa capolino. Assottiglia le palpebre, aprendole però quasi fosse un gatto. Andrebbe a concentrarsi ulteriormente, cosicché possa muovere la lava che ha intorno. Fa sì che la stessa le si alzi dietro la schiena, quasi fosse un muro. Cerca di manipolare, semplicemente, la Lava naturale presente nel loco, la quale cade dai Vulcani, formando il terreno circostante. La Lava, ordunque, dovrebbe muoversi celere, senza toccare minimamente l'avventuriero ivi presentatosi. <Resta dove sei. Non ti avvicinare.> Lo sguardo è serio e, soltanto dopo aver eretto un muro composto esclusivamente da Lava naturale, andrebbe a girarsi così da dargli il busto. Le braccia sarebbero ancora posizionate in quella sorta di posa Zen per la meditazione. Non ne ha veramente bisogno, invero. Tuttavia, lo Yoton in lei si sta rivelando instabile, soprattutto con il nervosismo contro il quale sta combattendo da ormai ventiquattr'ore e più, data l'evasione di Kuugo Gaito. <Ciao, Yaran.> Lo saluta, dunque, alla fine. Tenta di restare ulteriormente concentrata, rilassando i muscoli delle spalle e dell'intero corpo. Le gambe sarebbero lievemente divaricate. Manterrebbe quel muro di Lava liquida, attraverso il quale, però, Yaran potrà tranquillamente vederla e osservarla. E' vestita completamente di nero, dal momento che il Kimono è stato abbandonato al suolo, in quei piccoli sprazzi di terra pulita e non infuocata da lapilli, ceneri e quant'altro vi sia nel loco in questione. <Sì, effettivamente hai interrotto la mia meditazione.> Sa già, o quantomeno crede di sapere, l'argomento di cui il giovane vuole parlare. Per questa ragione, sta adoperando quel Muro di Lava. Non vuole che l'altro le si avvicini e vorrebbe tenerlo a distanza di circa quattro metri. Espira, non pronunciando nessun'altra parola, bensì cedendola al ragazzo in questione. Lo scruta dalla testa ai piedi, ma senza azzardarsi a sfiorarlo. Non vuole fargli del male. Lei è soltanto Signora e Padrona in quel luogo isolato e dimenticato dai Kami, mera meta di passaggio per giungere a Konohagakure. I Monti Ardenti sono il suo territorio e il Jonin li ha appena invasi. [Arte della Fusione lv. III][Chakra: 94/100]

00:58 Furaya:
  [Monti Ardenti] Piega la testa verso la propria destra, sbattendo le palpebre. Manterrebbe ancora attivo il muro che ha precedentemente creato, affinché possa tenere il ragazzo lontano da sé. <Non sono affari tuoi.> Mormora, mantenendo la schiena ben diritta e le spalle rilassate. Le mani andrebbero a districarsi, allontanandosi l'una dall'altra. Infine, muoverebbe il braccio destra verso la medesima direzione, poiché è verso destra che vorrebbe direzionare il getto di lava naturale che ha utilizzato come un muro. Fa sì che si infranga contro i vari muri vulcanici che si ergono nei dintorni. <...> Il braccio le ricade lungo il fianco, mentre la Lava intorno a sè dovrebbe formare delle volute come del fumo, tutt'attorno al corpo di lei. Alcune gocce le cadono addosso, ma senza procurarle alcun dolore né danneggiando gli abiti. Si mordicchia il labbro inferiore, laddove vi sarebbe presente la ferita procuratasi la sera precedente. Si tratta, infatti, del punto in cui ha continuato a mordersi, fino a rendere il labbro inferiore gonfio e tumefatto. <Ryota è mio padre.> Mormora, assottigliando le palpebre e continuando a fissarlo. Il muro tra lui e lei viene, appunto, disattivato, affinché possano dialogare tranquillamente. <Ho saputo dell'evasione di quel bastardo.> Ringhia. Una bolla di vapore esplode affianco alla donna. La rabbia viene incanalata nello Yoton, nella Lava naturale che la circonda. Difatti, quest'ultima continua a volteggiarle attorno, quasi involontariamente. Non ha bisogno di muover la mano, di consumare ulteriore Chakra per muoverla. Le viene quasi naturale, soprattutto perché attualmente è instabile. Cerca, tuttavia, di stare attenta, poiché non vuole colpire il giovane Yaran, il quale vuole soltanto avere un dialogo con ella. <Cosa vuoi, dunque, Yaran?> Domanda, mantenendo le sopracciglia rilassate, le palpebre lievemente abbassate e la bocca socchiusa. <Niente sta diventando realtà! Tutto può essere sistemato!> Non le ha detto di mettere da parte l'Orgoglio e la Testardaggine? Perché si ostina a fare esattamente il contrario di ciò che l'altro le sta chiedendo di fare? Tace, infine, lasciando che l'altro possa finalmente spiegarsi. [Chakra: 91/100][Arte della Fusione lv. III]

01:32 Furaya:
 <Io NON ho mai detto d'esser potenti. Non mettermi in bocca parole che non ho pronunciato!> Afferma, stizzita, mentre le bolle di calore esplodono nei dintorni del proprio corpo. La Lava viene ancora utilizzata quasi involontariamente, dettata dalla rabbia che le sta salendo dentro. Una delle pecche della Jonin è proprio il carattere. Fino a qualche tempo fa, era semplicemente restia ad utilizzare sentimenti, tant'è che li teneva celati. E, avendolo fatto per tanto, troppo tempo, si è ritrovata con il non saperli gestire. Esattamente come sta succedendo adesso. La rabbia, il nervosismo.. Sono sentimenti che vanno a contrastare con lo Yoton, alimentandolo. Anziché trattenere quella fiamma dirompente, quei sentimenti la lasciano vagare libera. E' per questa ragione che non può fermarla. <Kuugo doveva essere giustiziato. Non abbiamo voluto. Abbiamo preferito farlo marcire in prigione. Avrei dovuto sapere che Ryota sarebbe andato da lui. Erano amici, complici. Lo sono sempre stati fin da quando ero piccola e Ryota era Capo Clan dei Nara.> Racconta, abbassando lo sguardo verso il basso, mentre la mandritta si porta in direzione della fronte. Sposta qualche ciocca di capelli, prima di focalizzarsi nuovamente in direzione del ragazzo. <...> Ma quel sentimento che, a dir del Jonin, dovrebbe scemare, con le parole di quest'ultimo e gli insulti, accompagnati da quella risata, la fanno scattare nuovamente. La mano destrorsa, nella discesa, si porta in direzione del fianco mancino. Le dita si serrano attorno all'elsa della Katana, quella rossa e nera. La estrae con il sonoro fruscio del Filo che striscia contro il fodero di cuoio. Nel momento stesso in cui la estrae, la Lava Naturale attorno a sé esplode, prendendo vita nel vero senso della parola. Il busto si fletterebbe in avanti, mentre la Katana verrebbe tenuta nella man destrorsa. La man mancina, subito dopo, accorrerebbe in aiuto della gemella, brandendo l'arma. Le inferiori leve, invece, comincerebbero ad alternarsi alla massima velocità consentita dal proprio corpo. Gli occhi si assottigliano, i denti si digrignano. Mentre avanza, è come se quella sostanza rossa, infuocata, arrivante a temperature anche fin troppo elevate, la seguisse di pari passo. Lapilli e lava stessa volteggerebbe nell'aere tutt'attorno, cadendo dal cielo. La seguirebbe, le resterebbe dietro. Cerca di arrivare in sua direzione, con i Monti Ardenti palesemente dietro. Il suo attacco sta per: "Ti sto dimostrando di che pasta sono fatta". <NON TI PERMETTO DI PARLARMI IN QUESTA MANIERA!> E' già la seconda persona che si permette di darle della stupida. Non può lasciarlo passare, non osa più sentire quelle simili parole. Pertanto, qualora sia arrivata in sua prossimità, le braccia si muoverebbero in modo obliquo, partendo dall'alto - a destra - e scendendo verso il basso - a sinistra. Vi imporebbe all'interno quanta forza possiede, seppur sia conscia del fatto che quell'attacco possa apparire debole. Le sue capacità sono notevolmente elevate nel campo delle Arti Magiche, non nell'Utilizzo delle Armi. La Katana, ovviamente, mirerebbe a colpire il petto e l'addome altrui. Difatti, non sta utilizzando il Dorso né il Piatto, bensì direttamente il Filo. <Cosa ne sai di ciò che sto passando io!? DI ME NON SAI NIENTE, YARAN!> Ringhia come un cane inferocito, convinta fin nel midollo di ciò che sta affermando. Impunterebbe i piedi nel momento dell'attacco, portando il sinistro in avanti e il destro all'indietro. Fletterebbe un poco le ginocchia, così da molleggiare sulle stesse. <Sono ORGOGLIOSA, OKAY. Sono TESTARDA, VA BENE. Ma chi diamine SEI TU per venir qui a CRITICARE!?> E' furibonda, tant'è che la Lava esploderebbe da ogni dove, incapace di controllarla nel migliore dei modi. Si alzerebbe ancora tutt'attorno a lei, inglobandoli entrambi in una sorta di globo, senza però toccarli. Non vorrebbe fargli del male, ma sta perdendo progressivamente il lume della ragione. Ha bisogno di sfogarsi. Non ha fatto altro che tenersi tutto dentro per mesi, accumulando.. e infine esplodendo come un Vulcano. [Arte della Fusione lv. III][Chakra: 88/100][Attacco Semplice + Avvicinamento][Katana]

02:12 Furaya:
 Ha ben poco da fare la Consigliera. La Spada viene immediatamente fermata dal fare dell'altro. Difatti, data la velocità e la forza totalmente opposte a quelle della donna, la Katana di quest'ultima vola via, a qualche metro da lei. Trovandosi disarmata, non può far altro. Vorrebbe adoperare la Lava, ma il di lei collo viene afferrato dal ragazzo. Gli occhi si sgranano. Rivive la scena che ha dovuto passare, tempo addietro. <NGH-> Negli occhi, non vi è più rabbia. Vi è il più completo terrore. Vi traspare la paura di un animale braccato dal proprio cacciatore. Vi si mostra la delusione di avere di fronte l'Eroe dei propri sogni che ti pugnala a morte. Immagina i Campi d'Addestramento al posto dei Monti Ardenti. Immagina Ryota, suo padre, al posto di Yaran. Stessa situazione. Lei che cerca di attaccarlo e lui che la ferma. In seguito, la solleva da terra, nel tentativo di strangolarla. E già soltanto il movimento compiuto dal Jonin la fa indugiare, comprendendo il fatto che stia per rivivere la scena. I piedi non toccano più terra. Di fronte a sé, ha l'ex Capo Clan dei Nara. Alto, molto più di lei. Capelli scuri, i suoi stessi occhi.. <T-ti prego...> Gli occhi si velano di lacrime. <Ry-Ryota..> Pronuncia, avendo davanti a sé la reincarnazione vera e propria del suo Incubo. Il trauma che le ha lasciato addosso le si sta ripresentando più vivido che mai. Non dorme ormai come dovrebbe, pertanto è anche più che normale. E' nervosa ai limiti storici. La rabbia le fa annebbiare la vista. <AH-> Un respiro strozzato nell'istante in cui la mano altrui la lascia andare, spingendola lontano. La Lava sembra essersi placata. Non riuscendo più a gestirla, poiché incapace di capire che diamine le stia succedendo nei dintorni, resta placida. Non la circonda neppure. Se ne ritorna nel proprio antro. Una volta a terra, comincia a tossire. La Spada è persa chissà dove, buttata al suolo, in attesa che la padrona della stessa la vada a raccogliere. A terra, dunque, con la schiena poggiata al terreno, si ritrova Yaran addosso. La punta della lama le si va a posare in prossimità della gola. E' caduta sbattendo il fondoschiena, perciò cercherebbe di rizzarsi. Tuttavia, si blocca non appena questi compie tale movimento. <...> Tira su col naso, non volendo crollare dinnanzi ad egli. E' fragile, nonostante davanti a sé ponga svariate Armature invisibili ad occhio nudo, ma forse comprensibili. <...> Lascia che il capo poggi al suolo, mentre socchiude gli occhi. <Fa di me ciò che vuoi. Sono a terra. Sono alla tua mercé. Mi sono esposta. Ho fatto ciò che in battaglia non avrei mai dovuto fare.> Pronuncia con tono serio, solenne, sembrando ancora più stupida di quanto già non sia. <Cosa vuoi che faccia? Sono una mera pedina in questo gioco.> Si rende soltanto ora conto di ciò che è in realtà. <E cosa sai tu di Daiko, poi? Non è un discorso che voglio affrontare. C'è altro in palio, adesso.> Spiega, stringendo i denti, volgendo lo sguardo altrove. La lava pare essersi totalmente placata. La rabbia sembra essere sparita. Ora compare soltanto la consapevolezza di essere uno scarto, di essere inutile. [Chakra: 85/100][Arte della Fusione lv. III]

03:14 Furaya:
 <Perché la gente si rifugia nella ricerca del Potere?> Esordisce, quasi stia parlando da sola. <È il Potere ad aver rovinato Ryota. Voleva tutto, con ogni mezzo. La Volpe gli è stata tolta dalle mani.> Si riferisce a Kurama, ovviamente. Il tono di voce sembra quasi un mormorio di un pazzo. <Niente può far tornar Ryota a ciò che era.> Spiega, ovviamente diretto a Yaran, seppur indirettamente. Sembra ritrovare subito dopo la calma, abbassando completamente le palpebre. Va alla ricerca della stramaledetta calma, la quale si sta rivelando molto difficile da trovare. <Ho rivisto te in lui per via di come mi hai attaccata. Lo fece anche lui, poiché riuscii a scappare dalla prigionia in cui mi teneva.> Rammenta, mentre l'angolo destro delle labbra si solleva verso l'alto. <Non posso fermarlo.> Mai stata convinta del contrario. <Io non posso fare niente.> Eppure, è testarda e non vuole cedere ad ogni costo. Si tratta dell'onore del proprio Villaggio, del proprio Clan. Della propria famiglia. Vendicherà Kaneko - sua madre -, fosse l'ultima cosa che faccia. Non è solita perseguire vendetta, ma deve. Sospira, senza guardare direttamente il Jonin. Aspetta soltanto che questi adoperi la propria Katana e la finisca una volta per tutte. Potrà persino vantarsi di aver ucciso l'unica Consigliera rimasta di Konohagakure. <VAI!> urla, impossibilitata a muoversi, aspettando che la punta della lama le perfori la gola. Stringe gli occhi e i denti, quando invece la Lama va ad infilzarsi nel terreno affianco a lei. In seguito, accortasi di essere ancora viva, andrebbe ad aprire gli occhi, in modo tale che possa comprendere ciò che effettivamente avvenuto. Rivolge l'attenzione nuovamente al vagabondo, aggrottando le sopracciglia. <Perché sono ancora viva? Potevi uccidermi. Non avrei opposto resistenza!> Non concepisce il fatto che dovrebbe soltanto ringraziarlo, senza fare troppe moine inutili. Le braccia di quegli, però, si posano sotto la di lei schiena e sotto le di lei gambe. La issano su, portandola ad un'altezza ben diversa. <Cosa diamine stai combinando?> Domanda, portando istintivamente le mani a poggiar sulle spalle altrui, cosicché possa reggersi. E, ovviamente, ha da obiettare su quanto appena fatto. <Riesco a camminare anche da sola.> Il tono è secco, mentre dentro di sé spegne una sorta di interruttore che indica l'attivazione o lo spegnimento dello Yoton. Per ovvie ragioni, non vuole rischiare che la rabbia prenda il sopravvento e che la Lava la ricopra completamente, danneggiando Yaran che, nulla ha fatto, se non farle capire un po' come diamine stanno le cose. Testarda come è, però, ci vorrà un bel po' per poterlo capire al cento percento. <Me lo dicono tutti.> Si riferisce al fatto secondo cui tutti le stanno promettendo che la aiuteranno a battere suo padre, che tutti faranno sì che abbia la sua vendetta. <Eppure…> Deglutisce, senza guardarlo negli occhi. <...non sono ancora riuscita a compiere niente di niente.> Spiega, sospirando. Attende, comunque, che il giovane la faccia scendere al suolo, in modo tale che possa andare a recuperare la Spada di cui ha bisogno. <...> Ascolta ancora il di lui dire, ma senza battere ciglio alcuno. <Di te continuo a non fidarmi, sappi solo questo.> Può averle detto ogni cosa, con tutta la benevolenza del mondo. Ma rimane ancora della propria opinione e sarà difficile sdradicarla dalla di lei mente. Comunque sia, lo seguirà, questa volta. Voleva avviarsi verso Konoha, come a volerla difendere, ma il Jonin ha appena scombinato tutti i suoi piani. [END]

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